Comunicato stampa, 5/11/2004

“Una ricetta vi
seppellirà”
da Slow Food
una ironica provocazione a sostegno del Decreto
per la coesistenza tra le coltivazioni
transgeniche,
convenzionali e biologiche
L’11 novembre - data
fissata per la discussione in Consiglio dei
Ministri del Decreto che dovrebbe fissare le
“disposizioni urgenti per la coesistenza tra le
colture transgeniche, convenzionali e
biologiche” - nelle osterie e nei ristoranti
italiani sarà la giornata della polenta e del
pesto.
Slow Food, a
seguito della campagna di vero e proprio
terrorismo mediatico scatenata dall’appello
degli scienziati pro OGM - invita tutti i
ristoratori che condividono la sua filosofia a
mettere nel menu questi due piatti, per
rispondere in modo ironico e pratico a chi
accusa gli alimenti in questione di essere
cancerogeni.
“La cosa
però è molto seria” dice Carlo Petrini.
“Vogliamo che dal mondo della gastronomia
italiana arrivi un chiaro segnale al Governo
perché approvi il Decreto che regolamenta la
coltivazione di OGM in Italia. Il mondo
agricolo, infatti, si è già espresso in maniera
inequivocabile contro la liberalizzazione
selvaggia delle coltivazioni di OGM, e così pure
la maggioranza delle Regioni italiane.”
La campagna
mediatica a metà tra disinformazione e
antiscientificità messa in atto dal professor
Veronesi e colleghi in merito agli OGM richiede
che si faccia urgentemente chiarezza. Dire che
polenta e basilico sono il vero pericolo è al
limite del ridicolo e ha il fin troppo chiaro
intento di distogliere l’attenzione dalle reali
problematiche. Meraviglia poi che il mondo
scientifico giochi sulla confusione tra
selezione genetica - praticata dai contadini di
tutto il mondo - e transgenico, glissando
peraltro sul tema dei brevetti che è esattamente
il fulcro di tanto interesse.
A sostegno
del Decreto presentato dal Ministro delle
Politiche Agricole Giovanni Alemanno, Carlo
Petrini dichiara: “Urge una regolamentazione. Il
Decreto mira a tutelare le specificità e le
peculiarità produttive del nostro territorio e
ad evitare la contaminazione tra le diverse
colture. Solo in questo modo è possibile
garantire una vera libertà di scelta per gli
agricoltori e i consumatori, i quali peraltro
continuano a dimostrare, riguardo agli OGM,
quella cautela che normalmente ci si
aspetterebbe dal mondo scientifico: non per
infondate paure da oscurantismo medievale, come
accusano gli scienziati, ma per difendere il
proprio diritto a scegliere liberamente cosa
mettere nel piatto. Cominciamo l’11 novembre,
con pesto e polenta... ”
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