dal TELEVIDEO RAI
E'
valida la contravvenzione con l'autovelox anche
senza contestazione immediata, se l'apparecchio
in uso consente la verifica dell'infrazione solo
dopo che il veicolo è transitato. Lo ha
stabilito la Prima sezione civile della
Cassazione, accogliendo il ricorso della polizia
municipale di un comune in Abruzzo, contro una
sentenza del giudice di pace.
Se
l'autovelox, dice la sentenza, non consente "la
determinazione dell'illecito se non dopo il
transito del veicolo, è sempre consentita la
contestazione successiva", ma se l'autovelox
permette l'accertamento prima del transito, "la
contestazione dev'essere immediata".
da
Il Sole 24 ore
http://www.ilsole24ore.com/fc?cmd=art&artId=677971&chId=30&artType=Articolo&back=0
codice della strada
Sempre valide le multe con l'autovelox Secondo
la Cassazione non occorre la constatazione
immediata
Eccesso di velocità: da oggi le multe sono
sempre valide. È caduto, infatti, uno dei motivi
di opposizione e di ricorso vincente: la mancata
constatazione immediata. La prima sezione civile
della Corte di Cassazione ha infatti stabilito,
con una sentenza che farà discutere e che
contraddice la giurisprudenza finora dominate,
la validità del verbale di accertamento di
un'infrazione rilevata mediante autovelox, anche
nell'impossibilità della contestazione immediata
da parte del vigile accertatore, se
l'apparecchio in uso consente la verifica del
superamento del limite di velocità solo dopo il
transito del veicolo. La Corte ha accolto il
ricorso del Comando di Polizia municipale
dell'Unione dei Comuni della Marrucina contro
una sentenza del Giudice di pace che - su
ricorso di un cittadino - aveva annullato il
verbale di accertamento con il quale, nel 2001,
era stata contestata un'infrazione per il
superamento del limite di velocità nel centro
abitato di Orsogna (Chieti). Il Comune di
Orsogna (Chieti) è stato patrocinato in
Cassazione dallo studio legale degli avvocati
Domenico e Pierluigi Maria Tenaglia. Secondo la
Suprema Corte, in base all'art. 384 del
regolamento di esecuzione del codice della
strada, «deve considerarsi impossibile la
rilevazione immediata nei casi in cui
l'apparecchiatura consenta la determinazione
dell'illecito in tempo successivo, ovvero dopo
che il veicolo oggetto del rilievo sia già a
distanza dal posto di accertamento, o comunque
nell’impossibilità di essere fermato». Ne
deriverebbe «che, ove l'apparecchiatura non
consenta la determinazione dell'illecito se non
dopo il transito del veicolo, è sempre
consentita la contestazione successiva, mentre
solo ove l'apparecchiatura permetta
l'accertamento dell'illecito prima del transito
del veicolo la contestazione deve essere
immediata, ma sempre che - prosegue la sentenza
- dal fermo del veicolo non derivino situazioni
di pericolo e che il servizio sia organizzato in
modo da consentirla, nei limiti delle
disponibilità di personale dell'Amministrazione
e senza che sulle modalità di organizzazione sia
possibile alcun sindacato giurisdizionale». La
sentenza del Giudice di pace avrebbe, al
contrario, censurato l'organizzazione del
servizio di vigilanza da parte della Polizia
municipale. La Cassazione ha deciso nel merito
il ricorso, stabilendo la legittimità della
sanzione amministrativa, rigettando
l'opposizione a suo tempo presentata al Giudice
di pace. L'opponente, condannato alle spese di
giudizio, a fronte dell'importo iniziale di 130
euro della contravvenzione dovrà ora pagare
circa 570 euro. La sentenza della cassazione
desta perplessità da parte dell’associazione dei
consumatori che vedono nelle multe a pioggia con
l’autovelox, magari piazzati in punti
strategici, ove i limiti sono stati abbassati
preventivamente, una sorta di indebita "tassa di
transito" per gli automobilisti.
Immediate sono state infatti le reazioni delle
associazioni di consumatori «Codacons» e
«Telefono Blu Sos Consumatori» alla sentenza
della Cassazione. Per la prima, «la conferma
della Cassazione della validità delle multe con
l'autovelox non deve trasformarsi in una forma
di spremitura degli automobilisti, mentre la
seconda sostiene che «la sentenza non può essere
considerata legge». «La decisione della
Cassazione - afferma il Codacos - è un principio
vecchio e noto a tutti. La conferma della
Cassazione della validità delle multe con
l'autovelox non deve trasformarsi in una forma
di "spremitura" degli automobilisti, per
consentire ai Comuni di fare cassa. I Vigili,
nel verbale della contravvenzione, devono
specificare i motivi per cui è stato impossibile
fermare il conducente della vettura sanzionata,
dove si trovavano al momento dell'infrazione, e
tutti gli elementi utili per giustificare la non
contestazione immediata». Telefono Blu Sos
Consumatori si dice «non convinto che la
sentenza riabiliti di fatto l'autovelox non
dotato degli standard previsti dalle norme
(puntatore laser tarato) e quindi di fatto non
infici altre situazioni e tantomeno i vari
ricorsi su autovelox non dotati dei
riconoscimenti dovuti, per cui in questi mesi i
Giudici di pace sono stati riempiti di ricorsi
da noi avviati (sono decine di migliaia in tutta
Italia)». «La sentenza - si afferma in una nota
- costituisce certamente un importante
precedente, in contrasto fra l'altro con la
giurisprudenza sempre più diffusa dei giudici di
pace che sposa la nostra tesi, e con la
clamorosa sentenza sempre della Cassazione che
dichiara illegittime multe che non indichino
espressamente il motivo per cui non è stato
possibile fermare il veicolo (si tratta non solo
di autovelox ma di molte altre contravvenzioni
di cui la maggior parte in siti urbani)».
14
giugno 2005
da
tg5.it
http://www.tg5.it/altre_notizie/schede/scheda_030607085648.shtml
Autovelox, valide le multe fatte con i vecchi
apparecchi Se avete ricevuto una multa rilevata
con l'autovelox che non vi era stata contestata
subito, al momento dell'infrazione, mettetevi il
cuore in pace. E preparate ad aprire il
portafoglio. La corte di cassazione ha stabilito
che è valida la contravvenzione anche se non
siete stati fermati dopo il passaggio di fronte
all'obiettivo delle pattuglie di vigili e
polizia stradale. Una sentenza che frustra le
speranze di migliaia di automobilisti che hanno
nel cassetto qualche verbale salato da regolare
e che attendevano da tempo chiarimenti su questo
spinoso argomento. Dunque, la multa fatta
dall'autovelox si paga sempre . Gli autovelox
infatti, a differenza del telelaser che si
avvale di un sofisticato puntatore, sono
apparecchiature fisse che non consentono di
determinare la velocità del veicolo prima che
questo transiti di fronte all'obiettivo della
macchina fotografica. Impossibile, secondo la
cassazione,in questo caso obbligare la pattuglia
alla rilevazione immediata dell'infrazione: si
rischierebbe di mettere in pericolo l'incolumità
di automobilisti e agenti. Viceversa, la suprema
corte ha ribadito l'obbligo di contestazione
immediata quando la pattuglia, utilizzando il
telelaser, abbia il tempo e lo spazio necessario
per fermare il trasgressore, sempreché questa
operazione non generi una situazione di
pericolo. Negative le reazioni dell'associazione
consumatori, Codacons e telefono blu parlano di
accanimento contro gli automobilisti per
rimettere in sesto i bilanci dei comuni.
da
AgeNews.it
http://www.agenews.it/notizia.php?c=3&in=11173
14/06/2005 - 19:09 AUTOVELOX: CASSAZIONE, NON E'
NECESSARIA LA CONTESTAZIONE IMMEDIATA
(AGE)
ROMA - Nuova svolta nella gestione degli
Autovelox: secondo la Corte di Cassazione non è
necessaria la contestazione immediata
dell'infrazione. Si riapre quindi tutto il
contenzioso fra automobilisti ed enti pubblici
perché di fatto ora è valido qualsiasi verbale
di accertamento di un'infrazione rilevata, anche
nell'impossibilità della contestazione immediata
da parte del vigile accertatore, se
l'apparecchio in uso consente la verifica del
superamento del limite di velocità solo dopo il
transito del veicolo. Così dopo quanto ha
stabilito la prima sezione civile della Corte di
Cassazione (accogliendo il ricorso del Comando
di Polizia municipale dell'Unione dei Comuni
della Marrucina contro una sentenza del Giudice
di pace che - su ricorso di un cittadino - aveva
annullato il verbale di accertamento con il
quale, nel 2001, era stata contestata
un'infrazione per il superamento del limite di
velocità nel centro abitato di Orsogna, Chieti)
ora sarà più difficile vincere un ricorso contro
una multa. Secondo la Suprema Corte, in base
all'art. 384 del regolamento di esecuzione del
codice della strada, "deve considerarsi
impossibile la rilevazione immediata nei casi in
cui l'apparecchiatura consenta la determinazione
dell'illecito in tempo successivo, ovvero dopo
che il veicolo oggetto del rilievo sia già a
distanza dal posto di accertamento, o comunque
nella impossibilità di essere fermato". Ne
deriverebbe "che, ove l'apparecchiatura non
consenta la determinazione dell'illecito se non
dopo il transito del veicolo, è sempre
consentita la contestazione successiva, mentre
solo ove l'apparecchiatura permetta
l'accertamento dell'illecito prima del transito
del veicolo la contestazione deve essere
immediata, ma sempre che - prosegue la sentenza
- dal fermo del veicolo non derivino situazioni
di pericolo e che il servizio sia organizzato in
modo da consentirla, nei limiti delle
disponibilità di personale dell'Amministrazione
e senza che sulle modalità di organizzazione sia
possibile alcun sindacato giurisdizionale". La
sentenza del Giudice di pace avrebbe, al
contrario, censurato l'organizzazione del
servizio di vigilanza da parte della Polizia
municipale. La Cassazione ha deciso nel merito
il ricorso, stabilendo la legittimità della
sanzione amministrativa, rigettando
l'opposizione a suo tempo presentata al Giudice
di pace. L'opponente, condannato alle spese di
giudizio, a fronte dell'importo iniziale di 130
euro della contravvenzione dovrà ora pagare
circa 570 euro. (AGE) NUN
da
Repubblica.it
http://www.repubblica.it/2005/f/
motori/aagiugno/autoveloxsvolta/autoveloxsvolta.html
Dopo questa storica sentenza sarà quasi
impossibile presentare un ricorso per infrazioni
ai limiti di velocità Autovelox, si torna
indietro multe sempre valide Lo stabilisce la
Cassazione: non serve più la contestazione
immediata
Nuova svolta nella gestione degli Autovelox:
secondo la Corte di Cassazione non è necessaria
la contestazione immediata dell'infrazione. Si
riapre quindi tutto il contenzioso fra
automobilisti ed enti pubblici perché di fatto
ora è valido qualsiasi verbale di accertamento
di un'infrazione rilevata, anche
nell'impossibilità della contestazione immediata
da parte del vigile accertatore, se
l'apparecchio in uso consente la verifica del
superamento del limite di velocità solo dopo il
transito del veicolo.
Così dopo quanto ha stabilito la prima sezione
civile della Corte di Cassazione (accogliendo il
ricorso del Comando di Polizia municipale
dell'Unione dei Comuni della Marrucina contro
una sentenza del Giudice di pace che - su
ricorso di un cittadino - aveva annullato il
verbale di accertamento con il quale, nel 2001,
era stata contestata un'infrazione per il
superamento del limite di velocità nel centro
abitato di Orsogna, Chieti) ora sarà più
difficile vincere un ricorso contro una multa.
Secondo la Suprema Corte, in base all'art. 384
del regolamento di esecuzione del codice della
strada, "deve considerarsi impossibile la
rilevazione immediata nei casi in cui
l'apparecchiatura consenta la determinazione
dell'illecito in tempo successivo, ovvero dopo
che il veicolo oggetto del rilievo sia già a
distanza dal posto di accertamento, o comunque
nella impossibilità di essere fermato".
Ne
deriverebbe "che, ove l'apparecchiatura non
consenta la determinazione dell'illecito se non
dopo il transito del veicolo, è sempre
consentita la contestazione successiva, mentre
solo ove l'apparecchiatura permetta
l'accertamento dell'illecito prima del transito
del veicolo la contestazione deve essere
immediata, ma sempre che - prosegue la sentenza
- dal fermo del veicolo non derivino situazioni
di pericolo e che il servizio sia organizzato in
modo da consentirla, nei limiti delle
disponibilità di personale dell'Amministrazione
e senza che sulle modalità di organizzazione sia
possibile alcun sindacato giurisdizionale".
La
sentenza del Giudice di pace avrebbe, al
contrario, censurato l'organizzazione del
servizio di vigilanza da parte della Polizia
municipale. La Cassazione ha deciso nel merito
il ricorso, stabilendo la legittimità della
sanzione amministrativa, rigettando
l'opposizione a suo tempo presentata al Giudice
di pace. L'opponente, condannato alle spese di
giudizio, a fronte dell'importo iniziale di 130
euro della contravvenzione dovrà ora pagare
circa 570 euro.
(14 giugno 2005) |