Correva l'anno del Signore duemilasette,era il
tre gennaio...
Nel cuore dell’Inverno,partire verso Nord in
macchina,è da giovani o da temerari.
Sono giovane,ma non temerario,e mi prenoto un
bel pendolino che partirà da roma alle nove e
trenta.
Ad una certa età,diciamo verso i
cinquantuno-cinquantadue,capita anche di fare di
queste considerazioni, insieme al desiderio di
mettersi un cappello.
Così,quando sono uscito di casa,stamattina,ho
infilato nella tasca del pastrano blu
il primo cappello che ho trovato
sull’attaccapanni.
Alla stazione di telese me lo sono ficcato in
testa senza tanti scrupoli,
ma dal calore eccessivo alle mie trascurabili
meningi,ho capito subito che qualcosa non
quadrava.
Ho avuto l’impressione che il freddo previsto
fosse rimasto sui balcani.
Mi ero preparato ad un viaggio invernale,su un
comodo e caldo treno,
la Nikon pronta a riportare foto di paesaggi
bianchi…
Sognavo l’Agro Pontino innevato,gli Appennini
nebbiosi, percorsi da ventose folate di bufera,
ma fino a Firenze la cosa più invernale che ho
vista è stata una biondona
con una enorme sciarpa rosa e l’ombelico in
bella vista.
Quando sulle vetrate, che accompagnano il
Pendolino di Trenitalia nella stazione di
Firenze SMN, (Senza Minimamente Neve) ho visto
delle rondini,ho pensato per un attimo che
fossero veramente ritornate in anticipo,e non
orribili adesivi.
Ora non sono nemmeno sicuro che fossero rondini.
Il colore del cielo mi sembrava e mi sembra
azzurro,blu,forse indaco.
Stiamo salendo le selve Appennine auree ed
all’uscita da qualche galleria sicuramente si
scoprirà l’inverno.
Non sarebbe neppure la prima volta,partire dal
Sud in primavera, passare da Orvieto
d’autunno,arrivare a Bologna in inverno.
E’ quasi l’ora del desinare,si sentono rumori di
panini al prosciutto,profumi di carte alimentari
fruscianti, anidride carbonica sfuggire da
bottigliette aperte,commenti del tipo “ci
convien mangiare ora,poi il pane si fa duro..”.
Ma non tutti cedono al brivido del picnic su
rotaie.
Una lattina di Fanta sfiata contenta,qualcuno
continua a legger giornali offerti dalle nostre
Ferrovie, non come me, solito fesso, che li ho
comprati nella stazione di Termini.
Nella mia poltrona numero 22 lato
finestrino,sono riuscito a scroccare solo un tè
caldo,guardingo, insicuro se fosse da pagare e
non gentilmente offerto da un commesso largo
leggermente più di me e del corridoio.
Retaggi degli anni sessanta.Il treno costava un
terzo di ora ed il tè lo pagavi.
Anche il clima dei treni non è più lo stesso…..
Dopo un paio d’ore di viaggio, famigliarizzavi,
mentre ora ognuno legge i suoi giornali,
e l’intimità la raggiungi grazie,o per colpa,dei
cellulari degli altri viaggiatori.
Sai che cosa mangeranno all’arrivo,sarai
informatissimo sui loro figli e sulle loro
mogli,
parteciperai alla loro vita privata come al
grande fratello 24.
Voglio tornare ora,proprio ora,agli Appennini ed
ai treni di trent’anni fa, quando c’era tanta
neve e nessun cellulare.
Ormai sul pendolino è come andare al Santuario
di Montevergine, a Cascia od a San Giovanni
Rotondo.
Prima si andava in quei luoghi Sacri per
respirare l’aria Mistica,
come si andava sul rapido Napoli-Milano per
viaggiare solamente.
No,ora vai a Montevergine per comprare le
caciotte,i caciocavalli,i lupini e le
noccioline,
mentre qui son già passati gli omini verdi di
Trenitalia
otto volte in due ore e mezza,nella carrozza
numero due.
Primo passaggio per regalare i giornali,poi ad
offrire un dolcetto,dopo le bevande,
poi a vendere un panettoncino a cinque euro del
commercio equo e solidale,poi ancora le bevande
aggratis, con altri tre passaggi quasi patetici
ad offrir caramelle.
Nono passaggio,il controllore,ma questo me
l’aspettavo.
Invece di passar a rompere gli addobbi globici
dell’albero di natale,perché non far pagare il
Roma-Milano 30 euro invece di 67,14, oltretutto
di prima classe obbligatoria,perché non c’erano
posti in seconda ?
Son sempre le solite inutili domande
esistenziali,ma io me le faccio lo stesso.
Dal timpano sinistro,quello per me più sensibile
al pari di tutte le altre parti sinistre, mi
sembra di essere abbastanza in alto, forse sui
mille metri,ma niente neve,niente neve….
La stazione di San Ruffillo mi ricorda che
Bologna è vicina.
E così realizzo che nemmeno Bologna è più
Bologna.
Nella città dei turtelein e del famoso previsore
polare Steve,,invece della neve sui tetti
quadrati, che resisteva più che altrove,una
città brulla,marrone,assolata.
Sui muri delle case anche qui i graffiti dei
tempi moderni,solo un po’ più bolognesi…
W LA NEVE
SCIARE FA BENE
MORTADELLA MEGLIO DEL CAVALIERE
Ma niente neve.
Mi sistemo meglio sulla comoda seduta del
pendolino.
Mi voglio stragodere la campagna emiliana,con le
mie nebbie,le piccionaie sotto i tetti delle
case di campagna e le lingue di neve rimaste
delle nevicate precedenti.
Bologna,stazione di Bologna,i furtivi picnic
ormai terminati.
Meglio così,mi voglio godere la mia nebbia in
silenzio. Siamo in perfetto orario,e considero
la cosa un magia. Ma forse no,per questa magia
ci vogliono i 67,14 euro.
Oppure è un caso ?
Va beh,godiamocelo questo caso,un caldo caso
invernale.
Avvertiamo i signori viaggiatori che fra qualche
minuto saremo nella stazione di Milano Centrale,
Trenitalia ringrazia per aver viaggiato con noi.
E la nebbia,e la neve,e la gelatissima Pianura
Padana ?
Sogni,sogni di un bambino di cinquantun anni,che
spera di non crescere mai.
E di continuare a sognare.
Alle sedici arrivo a Laveno,sul lago della mia
infanzia.
Il cielo è azzurro,blu,quasi indaco.
Sul mio lago la barca rossa di sempre,la in
fondo il Monte Rosa,appena appena più innevato
di come l’avevo lasciato questa estate.
Che non è ancora finita,sembra.
Sandro Forlani
Drago Antonino Salvatore Pio, di Pietro e
Fortuna, è nato a Napoli il 28 dicembre
2006.

Un'altra
nascita di un amico di Vivitelese.
Tantissimi auguri a lui ed alle gemelline
della famiglia Avitabile.
Sandro Forlani |