PIANETA VIVIBILITA’
Tra la indifferenza delle istituzioni vivono da
anni senza luce,acqua e servizi igienici
DIMENTICATI DA TUTTI NELLA FAVELA DELL’ORRORE
Peggio delle bestie, in uno scenario
raccapricciante a pochi metri dalla Reggia
vanvitelliana
Casagiove (Caserta) – Di barboni, gli homelesse
del terzo millennio- che vivono tra i cartoni
sulle panchine, sotto i ponti o nelle stazioni-
nel mondo ce ne sono tanti. Condizioni di vita
spesso scelte da queste persone, in cerca di
libertà. Uno spirito libero ricercato dopo aver
subito piccoli o grandi traumi. C’è chi però la
casa l’ha sempre desiderata- e mai avuta- come
Silvio Comune, 54 anni e Vittoria Grillo, 55
anni. I due coniugi- da anni con sette figli
“vivono” in condizioni allucinanti in una
topaia. Senza luce, acqua e servizi igienici.
La
loro disastrosa situazione è nota a tutti, ma
nessuno finora si è preoccupato di dare dignità
a questa famiglia- che vive peggio delle bestie,
rischiando tantissimo anche sotto il profilo
sanitario. Posizionati in una lurida baracca
coperta da un tetto di amianto
semidistrutto(vera bomba a orologeria)- ai
margini del cavalcavia autostradale di Caserta
Nord, a pochi metri dalla sontuosa Reggia
vanvitelliana. Una situazione da terzo mondo.
Una favela brasiliana targata Caserta.
QUINDICI METRI QUADRATI DI ORRORE
Scena raccapricciante, quella presentatasi agli
occhi del cronista, accolto con dignità dalla
sfortunata famiglia,dimenticata da tutti.
Quindici metri quadrati per cucinare, mangiare,
dormire. Per fare i propri bisogni basta
spostarsi di qualche metro dietro la
vegetazione, sotto il sole o sotto le stelle. Un
tugurio costruito con assi di legno e amianto
perforato che viaggia liberamente nell’aria- e
nei polmoni dei presenti .
Coniugi Comune e due figli davanti la baracca
La
favela dell’orrore è un pezzo di Brasile sotto
gli occhi di tutti- situata ad un passo
dell’opulenta strada statale Appia, una
lunghissima strada ricca sotto il profilo
commerciale- che collega Caserta a Santa Maria
Capua Vetere. Ma, nessuno vede questa famiglia.
Un
angolo del tugurio
Due Comuni a rimpallarsi le responsabilità,
quello di S.Maria Capua Vetere e Casagiove.
Rimpallata come palline da ping pong. Meno di
venti metri di orrore. Odore acre, pungente
nella cucina- arredata con “mobili” da
discarica, un piccolo fornello per cucinare un
piatto di pasta(quando c’è la bombola del gas)-
un traballante e lesionato tavolo-per
"elaborare" e consumare pasti-tutto e
rigorosamente a lume di candela- che campeggia
al centro del tavolo e sul comodino.
Enzo alle prese con la doccia rudimentale
Quindici metri per riposare- su tre grossi
giacigli- dov'è impossibile persino sognare.
Sognare un giorno di svegliarsi, accendere la
luce, andare in bagno, aprire il rubinetto,
lavarsi con acqua corrente, fare una doccia,
fare i propri bisogni, tirare la "catenella",
affacciarsi al balcone, fare un bidè,
riscaldarsi davanti ad un camino; volendo
esagerare, bere un poco di acqua fresca di
frigorifero, guardare la tv, rispondere al
telefono.
La
favela all'esterno
Tra le povere cose disperse nella "suite", due
coppe- forse vinte nel corso di anni infernali.
Vincitori di un vero reality show. Altro che
tugurio targato Endemol! Un tugurio vero, pieno
di mosche, zanzare e rettili- fatto di
immondizia, panni luridi accatastati. Appare
evidente che topi e cani parte integrante della
famiglia- soffrono la fame con gli stessi
padroni. Una vita vissuta da anni di stenti, di
privazioni- con la salute precaria per entrambi
i genitori e un figlio. Silvio fa il manovale
quando trova lavoro- ma non basta.
Giacigli dove dormono tutti
“Faccio
l’operaio con i muratori- racconta Silvio, 54
anni- ma non lavoro tutti i giorni- il lavoro è
precario- mia moglie Vittoria(55 anni) e mio
figlio sono malati- gli altri si arrangiano con
dei lavoretti- che ci consentono solo di
sopravvivere”. Siamo condannati all’inferno!
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ISTITUZIONI ALLA FINESTRA
Una situazione drammatica, ignorata dalle
istituzioni, dai servizi sociali, dall’Asl. Chi
può avere rilasciato il certificato di
abitabilità(se esiste) a questi invisibili? E'
sconcertante che in questo piccolo comune non si
riesca a risolvere il grave problema di questa
famiglia.
Il
lavello della famiglia Comune
“I tecnici del comune, i sanitari dell'Asl,
avrebbero il compito di ispezionare e
constatare, in che condizioni viviamo”-
dichiarano Enzo, 18 anni e Francesco, 27
anni(che si arrangiano a lavare le scale in un
palazzo vicino)- dovrebbero verificare che il
tugurio deteriorato e fatiscente "abitato" da
noi è solo da abbattere- e darci una
sistemazione decente. Viviamo in una stalla-
ribattono sconsolati Silvio e Vittoria- questo
posto non è abitabile da esseri umani- anche le
mucche qui non potrebbero stare- secondo le
nuove norme. Abbiamo più volte richiesto un
alloggio a vari comuni : Casagiove, Santa Maria
Capua Vetere, Caserta. Niente da fare. Inutile.
Ci hanno riferito che non abbiamo i requisiti
necessari”.
Il
tetto di amianto rotto: bomba ad orologeria
Situazione tragica e paradossale. Ma dove sono i
"burocrati" dell'Asl, molto attenti ad
"intimare" piastrelle nella sala mungitura di un
coltivatore e ignorare la famiglia Comune che a
dispetto del nome è protagonista di una
terribile soap tutt’altro che ordinaria? I
servizi sociali del comune su cosa vigilano? Con
che coraggio si consegna a queste persone il
certificato elettorale. E la chiesa locale cosa
ha fatto finora? La famiglia Comune desidera
avere allacciata la "luce", l'acqua, fare una
doccia: parole a loro sconosciute finora. Loro
non chiedono il telefono , il gas, Internet , la
televisione, la lavatrice, il frigorifero. Che
non hanno mai avuto. Ma questi sono superlussi!
Vogliono solo vivere da esseri umani. Persone
che non hanno nemmeno più la forza di gridare il
grande disagio vissuto nel grande monumento
all’inciviltà issato dalla società e dalle
istituzioni cieche e sorde.
Giuseppe Sangiovanni
Lavabo e approvigionamento idrico
Vittoria con la candela |