23 maggio 2005
Pensionato colto da raptus fa una strage
Giuseppe Sangiovanni

 

 

NONOSTANTE AVESSE DIMOSTRATO SEGNI DI SQUILIBRIO, NESSUNO AVEVA PENSATO DI DISARMARLO: UN FUCILE, UNA PISTOLA, ALTRE ARMI E DUE BOMBE DISINNESCATE TROVATE NEL SUO APPARTAMENTO

 

Pensionato colto da raptus di follia massacra marito e moglie, poi si toglie la vita. Negli ultimi tempi era stato denunciato ai carabinieri e segnalato ai servizi sociali

 

UCCIDE DUE VICINI DI CASA, POI SI SPARA

 

L’omicida-suicida era caduto in una forte depressione dopo la morte della consorte. Le due vittime abitavano in una palazzina dell’Istituto Autonomo Case Popolari, sullo stesso pianerottolo del killer

 

Giorgio Formicola e la moglie Rosa La Torre

 

Vitulazio(Caserta)- Due corpi, privi di vita, stesi sul pianerottolo, un terzo cadavere accasciato poco distante, una persona ferita: questa la raccapricciante scena presentatasi agli occhi delle forze dell’ordine- giunte prontamente nella palazzina dell’IACP, in via Iardino, alla periferia del piccolo e tranquillo comune vitulatino. Un raptus di follia, che ha generato due omicidi e un suicidio.

 

A cadere sotto i colpi di un fucile automatico calibro 12, imbracciato dal pensionato Raffaele Fiorenza, 63 anni(poi suicidatosi), i coniugi Giorgio Formicola, 52 anni, dipendente del Museo Campano di Capua, e la moglie Rosa La Torre, 45 anni. Secondo una prima ricostruzione degli inquirenti all’origine del duplice omicidio ci sarebbero dissapori aumentati negli ultimi tempi, causati da banali motivi condominiali. Il volume troppo alto di un televisore o di apparecchi hi fi, avrebbero reso tesi i rapporti tra l’omicida e le due vittime- andate d’accordo per anni.

 

 

 

Una lite furibonda innescata dal pensionato- sul comune pianerottolo- con i toni divenuti sempre più aspri- fino alla follia di rientrare in casa, imbracciare il fucile- ritornare sull’uscio e scaricare brutalmente almeno sei colpi, che hanno colpito mortalmente Giorgio Formicola e la moglie Rosa La Torre, accorsa in difesa del marito. OMICIDIO-SUICIDIO Consumato il duplice delitto, l’omicida è rientrato nella propria abitazione, ha deposto il fucile, preso una pistola calibro 38- dirigendosi verso una finestra- e sparando all’impazzata contro le abitazioni adiacenti, colpendo di striscio una donna anziana- poi ha rivolto l’arma contro se stesso, premendo un’ultima volta il grilletto si è tolto la vita. L’omicida-suicida, da tempo era affetto da una forte forma di depressione, peggiorata dopo la morte della moglie, perita per un male incurabile: lutto che lo aveva fatto diventare introverso e irascibile. Un grave malessere noto a tutti gli abitanti del popolare quartiere.

 

Per Fiorenza era scattata anche qualche denuncia presentata ai carabinieri, finito poi sotto osservazione dei servizi sociali. Purtroppo erano sfuggite all’attenzione quel fucile e quella pistola: armi da sottrarre ad un simile soggetto. I carabinieri durante una perquisizione fatta in casa del pensionato-killer, hanno rinvenuto due bombe disinnescate appartenenti all’esercito, e altre tipologie di armi, non sottoposte però a sequestro. “Era caduto in una profonda depressione da quando era morta la moglie-ricordano alcuni vicini- non era un uomo malvagio, ultimamente era diverso, parlava con pochissime persone”.

 

 

VIAGGIO DI DISTRAZIONE

Nel marzo scorso era stato proprio il povero Formicola a proporre a quello che sarebbe diventato il suo assassino, un viaggio di distrazione, per aiutarlo ad uscire dal tunnel della depressione. Entrambi si erano diretti a Taranto: un viaggio scacciapensieri, alla luce di quanto accaduto poco terapeutico. Una tragedia che buttato nello sconforto più totale l’intera comunità, e in particolare i figli delle vittime. Famiglia già colpita duramente due anni fa per la morte di un figlio, avvenuta per overdose.

 

“Cos’altro doveva capitare a questa famiglia”- sussurrano tra le lacrime alcuni conoscenti-“non hanno sofferto abbastanza, dovevano ancora una volta affrontare un dolore cosi terribile, come la perdita delle sue colonne portanti. Una vera tragedia- giunta improvvisamente, mai avremmo pensato a tanto- una famiglia perbene, fatta di gente semplice, onesta- non meritavano questo atroce destino, che segnerà sicuramente i figli degli scomparsi”.

 

 

 “Nell’apprendere la tragica notizia-dichiara Luigi Romano, sindaco di Vitulazio- sono rimasto incredulo, poiché le persone coinvolte, a quanto mi risulta, erano considerate persone pacifiche ed innamorate della vita: un dramma che sconvolge tutti i vitulatini, perché è la prima volta che si verifica un fatto di sangue cosi grave”. Resta pertanto senza una logica spiegazione, il perché un uomo con gravi disturbi comportamentali, che spesso aveva minacciato di compiere gesti inconsulti, fosse ancora in possesso di armi.

 

Giuseppe Sangiovanni

 

 

 

 

 

     

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