NONOSTANTE AVESSE DIMOSTRATO SEGNI DI
SQUILIBRIO, NESSUNO AVEVA PENSATO DI DISARMARLO:
UN FUCILE, UNA PISTOLA, ALTRE ARMI E DUE BOMBE
DISINNESCATE TROVATE NEL SUO APPARTAMENTO
Pensionato colto da raptus di follia massacra
marito e moglie, poi si toglie la vita. Negli
ultimi tempi era stato denunciato ai carabinieri
e segnalato ai servizi sociali
UCCIDE DUE VICINI DI CASA, POI SI SPARA
L’omicida-suicida era caduto in una forte
depressione dopo la morte della consorte. Le due
vittime abitavano in una palazzina dell’Istituto
Autonomo Case Popolari, sullo stesso
pianerottolo del killer
Giorgio Formicola e la moglie Rosa La Torre
Vitulazio(Caserta)- Due corpi, privi di vita,
stesi sul pianerottolo, un terzo cadavere
accasciato poco distante, una persona ferita:
questa la raccapricciante scena presentatasi
agli occhi delle forze dell’ordine- giunte
prontamente nella palazzina dell’IACP, in via
Iardino, alla periferia del piccolo e tranquillo
comune vitulatino. Un raptus di follia, che ha
generato due omicidi e un suicidio.
A
cadere sotto i colpi di un fucile automatico
calibro 12, imbracciato dal pensionato Raffaele
Fiorenza, 63 anni(poi suicidatosi), i coniugi
Giorgio Formicola, 52 anni, dipendente del Museo
Campano di Capua, e la moglie Rosa La Torre, 45
anni. Secondo una prima ricostruzione degli
inquirenti all’origine del duplice omicidio ci
sarebbero dissapori aumentati negli ultimi
tempi, causati da banali motivi condominiali. Il
volume troppo alto di un televisore o di
apparecchi hi fi, avrebbero reso tesi i rapporti
tra l’omicida e le due vittime- andate d’accordo
per anni.
Una lite furibonda innescata dal pensionato- sul
comune pianerottolo- con i toni divenuti sempre
più aspri- fino alla follia di rientrare in
casa, imbracciare il fucile- ritornare
sull’uscio e scaricare brutalmente almeno sei
colpi, che hanno colpito mortalmente Giorgio
Formicola e la moglie Rosa La Torre, accorsa in
difesa del marito. OMICIDIO-SUICIDIO Consumato
il duplice delitto, l’omicida è rientrato nella
propria abitazione, ha deposto il fucile, preso
una pistola calibro 38- dirigendosi verso una
finestra- e sparando all’impazzata contro le
abitazioni adiacenti, colpendo di striscio una
donna anziana- poi ha rivolto l’arma contro se
stesso, premendo un’ultima volta il grilletto si
è tolto la vita. L’omicida-suicida, da tempo era
affetto da una forte forma di depressione,
peggiorata dopo la morte della moglie, perita
per un male incurabile: lutto che lo aveva fatto
diventare introverso e irascibile. Un grave
malessere noto a tutti gli abitanti del popolare
quartiere.
Per Fiorenza era scattata anche qualche denuncia
presentata ai carabinieri, finito poi sotto
osservazione dei servizi sociali. Purtroppo
erano sfuggite all’attenzione quel fucile e
quella pistola: armi da sottrarre ad un simile
soggetto. I carabinieri durante una
perquisizione fatta in casa del
pensionato-killer, hanno rinvenuto due bombe
disinnescate appartenenti all’esercito, e altre
tipologie di armi, non sottoposte però a
sequestro. “Era caduto in una profonda
depressione da quando era morta la
moglie-ricordano alcuni vicini- non era un uomo
malvagio, ultimamente era diverso, parlava con
pochissime persone”.
VIAGGIO DI DISTRAZIONE
Nel marzo scorso era stato proprio il povero
Formicola a proporre a quello che sarebbe
diventato il suo assassino, un viaggio di
distrazione, per aiutarlo ad uscire dal tunnel
della depressione. Entrambi si erano diretti a
Taranto: un viaggio scacciapensieri, alla luce
di quanto accaduto poco terapeutico. Una
tragedia che buttato nello sconforto più totale
l’intera comunità, e in particolare i figli
delle vittime. Famiglia già colpita duramente
due anni fa per la morte di un figlio, avvenuta
per overdose.
“Cos’altro doveva capitare a questa famiglia”-
sussurrano tra le lacrime alcuni conoscenti-“non
hanno sofferto abbastanza, dovevano ancora una
volta affrontare un dolore cosi terribile, come
la perdita delle sue colonne portanti. Una vera
tragedia- giunta improvvisamente, mai avremmo
pensato a tanto- una famiglia perbene, fatta di
gente semplice, onesta- non meritavano questo
atroce destino, che segnerà sicuramente i figli
degli scomparsi”.
“Nell’apprendere
la tragica notizia-dichiara Luigi Romano,
sindaco di Vitulazio- sono rimasto
incredulo, poiché le persone coinvolte, a quanto
mi risulta, erano considerate persone pacifiche
ed innamorate della vita: un dramma che
sconvolge tutti i vitulatini, perché è la prima
volta che si verifica un fatto di sangue cosi
grave”. Resta pertanto senza una logica
spiegazione, il perché un uomo con gravi
disturbi comportamentali, che spesso aveva
minacciato di compiere gesti inconsulti, fosse
ancora in possesso di armi.
Giuseppe Sangiovanni
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