Continuano le manifestazioni dell’associazione
“Caro Papà”
PAPA’ A ORE, RIDATECI I NOSTRI FIGLI
Ridotti dalla legge e dalle ex consorti a padri
biologici
di
Giuseppe Sangiovanni
Caserta-
Se i genitori si separano o divorziano, i figli
vengono affidati alla madre 96% dei casi, a
nonni, parenti o istituti 3%, e solo l’uno %
delle volte ai padri. Una ingiustizia?
Sembrerebbe proprio di si. Lo conferma la
nascita a Caserta dell’associazione “Caro Papà”-
che ha in Giovanni D’Angelo e Gerardo Mercurio,
gli elementi di spicco. Sodalizio che si
prefigge di rivalutare la figura paterna,
annullata da giudici ed ex consorti: che tende a
modificare una legislazione ritenuta troppo
filo-materna, con un’opera di sensibilizzazione
verso la società-per dimostrare che anche i
padri rimasti soli, sanno allevare ed educare i
figli.
Papà a ore, papà fantasma, ridotti a padri
“biologici”-cancellati dalle ex consorti-con
vere e proprie guerriglie giudiziarie senza
fine-riunitisi per non essere piu’ padri solo
sulla carta, padri di serie B: disposti a
picconare una legislazione che non garantisce la
continuità del rapporto padre-figlio, dopo la
separazione dei coniugi. Decreti “annullati”
dal coniuge affidatario-che portano
all’esasperazione i papà fantasma-spesso
affidatisi al “rapimento”, pur di vedere i
propri figli. La paternità, il diritto, il
dovere-che diventano optional preziosi. Figli
della discordia, usati come merce di
scambio-impiegati come strument di guerra:figli
considerati “vaglia mensili”-minori usati nella
logica della ripicca e del litigio.
I
Caro Papà casertani chiedono di accorciare i
tempi, per modificare i meccanismi di
affidamento: papà documentatissimi, che stanno
facendo grande opera di sensibilizzazione, per
essere considerati papà al 100%- per essere
considerati dalle istituzioni e dare il la al
legislatore per cambiare le regole per
l’affidamento. La legge parla di parità tra i
coniugi, ed in nessuna parte dei codici è
scritto che debba essere preferito l’affidamento
materno; la legge impone che si abbia riguardo
all’interesse del minore. Che non è detto da
nessuna parte. Essere presenti in egual misura
nella crescita psico-fisica dei figli-l’interesse
primario, da garantire dopo la separazione.
Tempi lunghissimi della giustizia civile-se
chiamata a far rispettare chiarissimi
dispositivi di giudici, sommersi dal lavoro: 5
anni per una comparizione- e dopo 4 tentate
comparizioni il minore è diventato maggiorenne-
con i papà-fantasma, alla finestra-passati tra
speranza, rabbia e delusione.
Settantacinque instancabili “cavalieri”, quelli
della “Caro Papà”- che cercano giustizia, con
civilissime manifestazioni.
Tempi difficili s’annunciano per le perfide
dame!
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