5 maggio 2005
Milioni di telespettatori per Pommella su Rai2
ViviTelese

 

 

Milioni di telespettatori hanno seguito la sua storia in onda su  RaiDue

IL “MENNEA” CASERTANO IERI A PIAZZA GRANDE

Ettore Pommella, capitano della nazionale trapiantati, due medaglie d’oro alle  olimpiadi di Sidney, è stato intervistato da Giancarlo Magalli. A luglio la sua quarta olimpiade

Aversa (Caserta)-  Ennesima storia casertana sbarcata ieri a Piazza Grande, trasmissione cult in onda su Raidue, condotta da Giancarlo Magalli, con Mara Carfagna, Fiordaliso, il maestro Mazza e Paolo Fox.

Una storia a lieto fine(anche questa proposta con successo dal freelance casertano Giuseppe Sangiovanni, collaboratore esterno del programma Rai)- dopo un lungo  e doloroso  calvario dovuto alla grave malattia, poi il trapianto del fegato, e infine la vittoria della vita, sulle piste di atletiche di mezzo mondo e sui campi di calcio: il tutto ottenuto con la grande voglia di vivere e la determinante forza di volontà. Tante vittorie e record del mondo ottenut  non dietro casa, ma alle olimpiadi. Il protagonista è Ettore Pommella, 44 primavere, un uomo amante dello sport, caduto in disgrazia, rialzatosi e riscattatosi alla grande- tornando a fare sport, detronizzando avversari e record mondiali, alle olimpiadi per trapiantati organizzate  ogni due anni in Europa e oltreoceano.

La sua triste storia ha inizio nel lontano 1978, Ettore ha diciotto anni, con lo sport in genere nel suo dna: il calcio per lui è tutto,  è titolare inamovibile in una squadra di semiprofessionisti, vanta pure diverse presenza nella nazionale dilettanti.

In tanti  per lui intravedono  una luminosa carriera di calciatore, lui stesso è convinto dei suoi mezzi, davvero eccezionali- è  felice, sicuro di fare il grande salto in serie A, e magari giocare i mondiali del 1982.

ADDIO SOGNI

Ma un crudele destino aspetta al varco Ettore, nel giro di pochi giorni, addio sogni- dopo l’infausta diagnosi di  epatite virale delta positiva, diventata cronica, contratta verosimilmente nello stesso ambiente sportivo da lui frequentato.

Da un momento all’altro, dagli altari della gloria s’infila in un tunnel senza uscite. Inizia così il suo calvario, con la malattia che mina sempre di più il prestante fisico. E’ costretto ad abbandonare l’attività sportiva. Tredici lunghissimi anni di sofferenze. “Abbandonai lo sport, per la malattia, cercai di “distrarmi”  iscrivendomi alla facoltà di Architettura prima, e all’accademia delle belle arti, ma con risultati deludenti: non riuscivo a seguire i corsi e le lezioni, mi addormentavo in aula”- racconta Ettore.

“Le cose peggiorarono, la malattia si trasformò in cirrosi epatica, e l’unica speranza era rappresentata dal trapianto, effettuato brillantemente a Nizza, in Francia.

 “Ho passato momenti difficilissimi- ho sofferto tantissimo, ma con l’aiuto di Dio sono qui a raccontare quei momenti, tanti altri miei compagni di ventura sono lassù- dice indicando il cielo”. Momenti tremendi, anni durissimi vissuti da Ettore, che ha avuto la fortuna di incontrare durante il difficile percorso,  Teresa,  una persona straordinaria, intelligente, che pur sapendo della malattia, non è scappata.

Ha combattuto tenacemente la battaglia con l’amato fidanzato, poi diventato suo marito. “ Conosco mia moglie da quando aveva poco più di sedici anni, io ne avevo 24, ci siamo conosciuti, poi frequentati. Dopo una dozzina di giorni, trovai il coraggio di confessarle lo stato precario di salute, nove persone su dieci sicuramente sarebbero scappate, lei capì tutto e rimase rischiando con me a combattere la battaglia”.

Una coppia sempre più unita, che aveva persino pianificato il matrimonio da celebrare

ai primi di ottobre di quell’anno. Sigillo poi rinviato per cause estreme. “ Arrivò la chiamata da Nizza e il matrimonio dovemmo rinviarlo per il trapianto, perfettamente riuscito- che mi ha ridato la vita”.

FOTO DI ETTORE POMMELLA CON MAGALLI, MARA CARFAGNA, IL MAESTRO MAZZA, VALERIO MEROLA, SANDRO MAYER- NEGLI STUDI DI VIA TEULADA

 

RECUPERO MIRACOLOSO

“Recuperai rapidamente-sottolinea Ettore- sei mesi dopo ero già in campo per giocare in una squadra di eccellenza: otto mesi dopo tornai in pista vincendo il titolo regionale dei cento metri. Eravamo allo stadio S.Paolo di Napoli,  una bellissima gara vinta tra  atleti non trapiantati, ricordo ancora le facce stupite dei presenti, quando dichiarai  (dopo la vittoria)- la mia  condizione di trapiantato”.

Una delle tante soddisfazioni ottenute da allora. Una serie infinita di vittorie, medaglie e riconoscimenti ottenuti in tutto il mondo. Un campione olimpico di gran classe, orgoglioso di avere stretto la mano al mitico cardiochirurgo sudafricano Cristhian Barnard.

 

“Nel 1995 a Manchester vinsi due argent, cento e duecento metri: nel 1997 in Australia, alle olimpiadi due ori e due record mondiali, nel 1999 a Budapest ancora due argent”.

Nel suo carnet diverse vittorie ai campionati italiani. Un vero campione, che ha saputo reagire, dopo la rovinosa caduta, rialzarsi, senza mai pensare ad alzare bandiera bianca, senza mai chiudersi a riccio, senza mai isolarsi. Si è rimboccato le maniche, e oggi è un uomo felice con una splendida famiglia, due bellissimi pargoli, Davide e Sara che stravedono per papà Ettore.

Giornata dura, la sua- che inizia all’alba e finisce dopo una decina d’ore di duro lavoro nella panetteria di proprietà. Due volte la settimana, dopo la giornata di lavoro, infila la tuta e di corsa al campo, per allenare(è lui davanti a tutti a fare esercizi e corse)- la squadra del Carinaro- che milita nel campionato di seconda categoria. Tra le tante cose è capitano della nazionale trapiantati.

Nel luglio prossimo sarà in Canada per partecipare alla quarta olimpiade, un record invidiabile e inattaccabile: 11,05 il tempo che impiega per coprire la distanza di cento metri.

L’incredibile soap-opera targata Pommella, è stata persino portata in scena da un famoso gruppo teatrale.

Questa la storia a lieto fine del  “Mennea” casertano, uomo di fede, particolarmente devoto a San Pio e San Giuseppe Moscati, che hanno segnato positivamente il lungo percorso della sua  malattia.

Una persona speciale, con una grande voglia di vivere. Campione di vita e di sport.

 

     

Indice degli Scoop di Sangiovanni


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