Nel primo appuntamento della stagione teatrale
di Caserta “Io, l’erede” di Eduardo
“LUDOVICO” GLEIJESES, L’EREDE VENUTO DAL MARE
Io, l’erede di Eduardo De Filippo, con Geppy
Gleijeses, Leopoldo Mastelloni, Umberto
Bellissimo, Margherita Di Rauso, Antonio e
Ferruccio Ferrante, Gabriella Franchini,
Valentina Tonelli, Marianella Bargilli- per la
regia di Andrèe Ruth Shammah- ha aperto al
comunale la stagione teatrale casertana.
Numerosissimo il pubblico presente- che quest’anno
potrà assistere a Footloose The Musical(Gli
amici di Maria De Filippi)- regia di Cristopfer
Malcom; La Donna Vendicativa, con Maddalena
Crippa, messa in scena e regia del maestro
Roberto De Simone; A Sud- Luna Nova, con Noa;
Noio Vulevòn Savuar, con Enrico Montesano nel
duplice ruolo di protagonista e regista; Questi
Fantasmi, con Silvio Orlando, regia di Armando
Pugliese; Coppella, con Raffaele Paganini,
coreografie di Luigi Marteletta; Romeo e
Giulietta, con Martina Stella e Gabriele Russo,
regia di Maurizio Panici; La Forza
dell’abitudine, con Alessandro Gassman- anche
regista; per concludere con la
rappresentatissima Non Ti Pago, con Luigi De
Filippo.
Io, l’erede- commedia in due atti- fu scritta e
messa in scena in un periodo difficile per la
compagnia del teatro Umoristico. Il nucleo è un
debito morale, un patrimonio di sentimenti
preteso e riscattato con vigoria e rivoltella da
Ludovico Ribera(Geppy Gleijeses)- che imprigiona
nella sua stessa casa l’avvocato Amedeo
Selciano(l’eccellente Umberto Bellissimo).
Ludovico(Prospero Secondo)- domina con
prepotenza e chiede di diventare bersaglio di
ereditati scherzi goliardici(di cui era vittima
suo padre-Prospero Primo- “violentato” da finta
bontà. Inevitabile l’intreccio amoroso emerso
nei documenti, tra Dorotea(Leopoldo Mastelloni)
e Prospero Primo.
Commedia agrodolce, uno spaccato di vita
vissuta, di relazioni sociali
Dialoghi “ricamati” lentamente: un mix
d’ironia, cinico divertimento, nel linguaggio
come nelle soluzioni sceniche, che tiene alta
l’attenzione di un pubblico che anticipa
intimamente la nota “Non si sa Mai” -prevedibile
e scontata battuta- ripetitiva, ma sempre
gradita.
Giuseppe Sangiovanni
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