1 novembre 2005
Teatro a Caserta, "Io L'erede di Eduardo"
Giuseppe Sangiovanni

 

 

Nel primo appuntamento della stagione teatrale di Caserta “Io, l’erede” di Eduardo

 

“LUDOVICO” GLEIJESES, L’EREDE VENUTO DAL MARE

 

Io, l’erede di Eduardo De Filippo, con Geppy Gleijeses, Leopoldo Mastelloni, Umberto Bellissimo, Margherita Di Rauso, Antonio e Ferruccio Ferrante, Gabriella Franchini, Valentina Tonelli, Marianella Bargilli- per la regia di Andrèe Ruth Shammah- ha aperto al comunale la stagione teatrale casertana. Numerosissimo il pubblico presente- che quest’anno potrà  assistere a Footloose The Musical(Gli amici di Maria De Filippi)- regia di Cristopfer Malcom; La Donna Vendicativa, con Maddalena Crippa, messa in scena e regia del maestro Roberto De Simone; A Sud- Luna Nova, con Noa; Noio Vulevòn Savuar, con Enrico Montesano nel duplice ruolo di protagonista e regista; Questi Fantasmi, con Silvio Orlando, regia di Armando Pugliese; Coppella, con Raffaele Paganini, coreografie di Luigi Marteletta; Romeo e Giulietta, con Martina Stella e Gabriele Russo, regia di Maurizio Panici; La Forza dell’abitudine, con Alessandro Gassman- anche regista; per concludere con la rappresentatissima Non Ti Pago, con Luigi De Filippo.

Io, l’erede- commedia in due atti- fu scritta e messa in scena in un periodo difficile per la compagnia del teatro Umoristico. Il nucleo è un debito morale, un patrimonio di sentimenti preteso e riscattato con vigoria e rivoltella da Ludovico Ribera(Geppy Gleijeses)- che imprigiona nella sua stessa casa l’avvocato Amedeo Selciano(l’eccellente Umberto Bellissimo). Ludovico(Prospero Secondo)- domina con prepotenza e chiede di diventare bersaglio di ereditati scherzi goliardici(di cui era vittima suo padre-Prospero Primo- “violentato” da finta bontà. Inevitabile l’intreccio amoroso emerso nei documenti, tra Dorotea(Leopoldo Mastelloni) e Prospero Primo.

Commedia agrodolce, uno spaccato di vita vissuta, di relazioni sociali

Dialoghi “ricamati”  lentamente: un  mix d’ironia, cinico divertimento, nel linguaggio come nelle soluzioni sceniche, che  tiene alta l’attenzione di un pubblico che anticipa intimamente la nota “Non si sa Mai” -prevedibile e scontata battuta- ripetitiva, ma sempre gradita.

                     Giuseppe Sangiovanni                                                                                                                   

 

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