3 aprile 2005
Tony Tammaro, intervista esclusiva
Giuseppe Sangiovanni

 

 

Intervista esclusiva al  re del pop-trash  in concerto in provincia di Caserta

 

TONY TAMMARO, UNO TSUNAMI DI SIMPATIA

 

 

“L’ ispirazione per le mie canzoni la trovo girando in vespa per Napoli”

 

 

di Giuseppe Sangiovanni

 

Il popolo dei tamarri  della provincia di Caserta è in fibrillazione per il suo arrivo, previsto per i prossimi giorni. Due  location per l’esibizione con l’intera band- contenente buona parte di “The dark side of the moonnezz”- il suo nuovo scoppiettante album. Parliamo di Tony Tammaro, perspicuitas da sballo,  figura carismatica del popolo tamarro,  indiscusso re del pop-trash-pulp per l’intero centro sud- vincitore dieci anni fa del Festival di San Scemo, con all’ attivo due esibizioni nell’olimpo sanremese. Tamarro quanto basta, pirata per necessità, un pò guru, un pò profeta. Uno tzunami di simpatia che travolge la folla presente ai suoi spettacoli. Un fenomeno sulla cresta dell’onda da 15 anni, tanta radio e serate, per trasformare le sue canzoni in inni: canzoni pungenti, nate girando all’ombra del Vesuvio con la mitica vespa!  

 

Cantautore naif che sforna come pizze margherite, motivi divertenti, con testi che volutamente fanno a pugni con la grammatica e l’ortografia- che fanno sorridere, divertire,  che  parlano poco  della casa del Mulino Bianco, e più del  perenne “disagio socio-ambientale” della gente  partenopea, abilmente trasformato in chiave ironica. Canzoni  di e per il popolo, un popolo di Calimeri, predisposto al lamento e allo sfrenato divertimento, tipico della gente napoletana.  Una liturgia,  che piace alla gente, recitata dal celebrante Tammaro, clonato da coatti e burini(alla guida di  Ferrari targate Roma)- orgoglioso di guidare a Napoli la 500- portando a spasso Patrizia-cantando “O Trerrote”,   “Tiene e ccorn”- argomento sempre attuale,  vivo e vegeto , da Canicattì a Bolzano: canzoni cult, icone  dell’ampia discografia dell’artista napoletano, forse troppo ancorato alle sue radici, alla sua Napoli- bellissima città,  latente sul piano delle produzioni: lontana dallo star-system televisivo nazionale.

 

 

Come  e (dove)nasce Tony Tammaro e la voglia di fare spettacolo?

Sono figlio d’arte. Mio padre, Egisto Sarnelli era un chitarrista –cantante che ha operato nel campo dello spettacolo per molti anni. Sono cresciuto nel mondo dello spettacolo in quanto ho fatto per anni da fonico a mio padre, poi a 18 anni ho cominciato a fare il Dj nei più noti circoli napoletani.

Ho sempre scritto canzoni fin da quando avevo 16 anni. Sono diventato professionista nel 1990.  

 

Il tuo modello, se c’è stato?

Nel mio studio ho appeso alle pareti i ritratti dei miei modelli di riferimento: Domenico Modugno, Fred Buscagliene, Renato Carosone, Edoardo Bennato,Totò e…non dimentichiamo gli Squallor.

Il sommo Bach non è un modello al quale ho attinto, ma mi fa compagnia.

 

Cosa è per te il successo?

Alcuni giorni fa mi chiedevo cosa vuol dire essere un cantante di successo. Molti il successo lo intendono come la partecipazione a programmi televisivi di successo su importanti reti nazionali, ma ho notato che quel tipo di successo (a meno che non sei Mike Buongiorno) è effimero e dura solo pochi anni. A Perugia, dove ho tenuto un concerto, ho chiesto candidamente a un ragazzo di 18 anni che stava muovendo i suoi primi passi nel mondo dello spettacolo come chitarrista di una rock band cosa volesse dire essere un artista di successo e lui altrettanto candidamente mi ha risposto: “poter mantenersi facendo solo questo mestiere”. Io condivido pienamente e mi ritengo a questo punto un cantante di successo.

 

Eduardo De Filippo disse: Fuitvenne ra Napul. Tu cosa ne pensi?

Per questa frase ho litigato con Eduardo. Sono anni che mi rifiuto di vedere le sue commedie. Anche se la città è difficile, ci si rimbocca le maniche e si fa qualcosa per sistemare le cose. Non si fugge mai!

 

Come nascono le tue canzoni?

Sono sempre nate dal contatto quotidiano con la gente. Possiedo una vespa e mi sposto ogni giorno da un quartiere all’altro di Napoli fermandomi a parlare con tutti. Traggo spunti e metto su carta i testi che nascono da questi spunti. Quasi tutte le mie canzoni sono state pensate sulla vespa.

 

Un tuo sogno nel cassetto?

Ogni anno una canzone ironica scala le classifiche. Questo è l’anno di Simone Cristicchi. Dopo Claudio Bisio, il Piotta, Federico Salvatore, Leone di Lernia, Elio e le Storie Tese spero che tocchi a me.

 

Progetti per il futuro?

Ho presentato a diverse emittenti della Campania un progetto di trasmissione televisiva. Spero che me lo approvino. Il 21 settembre sarò ospite al “Premio Carosone” insieme ad artisti di caratura internazionale. Mi sento molto onorato per l’invito ricevuto, anche perché sento una certa affinità tra me e il grande maestro.

 

Agli adepti di Tammaro, non rimane che accordare le corde vocali per urlare a gran voce “Tamarrò..Tamarrò..Tamarrò, massima cult del cantautore partenopeo!

 

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