Domenica
02/10/2005
Dal responsabile provinciale della Copagri
arriva una sonora bocciatura per l’intesa
trovata venerdì in Prefettura
Moccia: «La soluzione concordata da alcune
organizzazioni di categoria e dalle cantine
sociali non risolve nulla»
“La soluzione concordata in Prefettura da alcune
organizzazioni di categoria e dalle cantine
sociali non risolve un bel nulla”. Parola di
Mario Moccia, responsabile provinciale della
Copagri, l'associazione agricola che non esita a
bocciare l'accordo raggiunto venerdì scorso e
che anticipa l'intenzione della Regione Campania
di chiedere al Governo l'accesso ai contributi
straordinari statali per far fronte alla crisi
del mercato delle uve nel Sannio.
“L'accordo è un tentativo di scaricare la grave
crisi in atto sulle cantine private e di
lasciare i produttori senza alcuna garanzia -
osserva Moccia -. La crisi, infatti, non
riguarda solo le uve da tavola ma anche le uve
Doc”. Insomma, centinaia di produttori non sanno
ancora a chi vendere l'uva “e saranno costretti
a non raccoglierla - teme Moccia -. Cantine
sociali e privati ritirano un milione di
quintali di uva. E gli altri 600-800 a chi si
venderanno? Il prezzo concordato da chi sarà
rispettato? E le cantine sociali quale prezzo
pagheranno per le uve conferite dai soci?”.
Queste le domande del responsabile della Copagri.
“La dignità dei produttori agricoli non può
essere calpestata da chi si arroga diritti che
non ha, decidendo contro gli interessi dei
produttori di uve spacciandole per soluzioni.
L’accordo sottoscritto non garantisce nessuno -
ribadisce Moccia - e chi lo ha firmato lo sa
bene. I problemi della viticoltura sannita sono
gravi, dovuti anche alla crescita abnorme di
vigneti. Le nostre uve per la produzione di vini
Doc non hanno mercato, eccezion fatta per la
Falanghina. Molta uva Doc viene pagata come uva
comune anche dalle cantine sociali e le uve più
pregiate vengono pagate dal 30 al 40% in meno
rispetto alla vendemmia dell’anno scorso”. Ecco
perchè, secondo Moccia, bisogna aprire un grande
confronto nella nostra provincia sulle soluzioni
concrete da portare avanti.
“I
produttori agricoli sappiano che il futuro del
comparto è nelle loro mani e non può essere
delegato a nessuno, soprattutto a chi in questi
anni ha pensato solo a costruire il proprio
potere economico, sindacale e politico, tradendo
chi in buona fede aveva riposto in loro la
propria fiducia”. Per questo la Copagri Sannio
chiamerà alla mobilitazione gli agricoltori per
chiedere l’erogazione di un contributo diretto
alle aziende agricole in crisi, per alleviare la
grave crisi in attesa di interventi definitivi e
per costituire un coordinamento “che possa
confrontarsi con le istituzioni - conclude
Moccia - per individuare soluzioni serie per un
problema serio che potrebbe sfociare anche in
azioni incontrollabili”. |