MICHELE DI MAINA
Ponte. L'intervento di bonifica
anti-amianto inerente due edifici privati
situati nel centro urbano, è stato uno degli
argomenti su cui il sindaco Mario Meola ha
effettuato un resoconto, nel corso della più
recente seduta del consiglio comunale.
A tale
proposito, Meola ha evidenziato che non è stato
ancora possibile avviare l'opera di rimozione
del materiale a rischio da questi due
fabbricati, proprio a causa del fatto che essi
sono di proprietà privata. «La legge - ha
spiegato il sindaco - ci consente di intervenire
in tal senso esclusivamente su immobili
pubblici, ovviamente disponendo dei necessari
finanziamenti.
Ed è assolutamente impraticabile
anche l'ipotesi di procedere per via legale,
obbligando i proprietari ad intraprendere i
relativi provvedimenti, perché si tratta di
adempimenti troppo onerosi economicamente, e
quindi insostenibili. Insomma, si tratterebbe di
sentenze puramente formali, che sarebbero
inattuabili dal punto di vista pratico.
Sono
d'accordo sulla rilevanza del problema; ma,
purtroppo, siamo ancora lontani da soluzioni
concrete, innanzitutto a causa del fatto che ci
troviamo di fronte ad una situazione che non
rientra nelle nostre competenze amministrative».
Contestualmente, Meola ha ricordato che, dove e
quando è stato possibile, la locale
amministrazione comunale si è sempre
tempestivamente attivata per la bonifica
anti-amianto, riferendosi «alla chiesetta in
contrada Ferrarise ed al bocciodromo comunale.
Peraltro, finora non ha avuto ulteriori sviluppi
il progetto di istituire una Società di
trasformazione urbana, che appare tuttora come
l'unica modalità concreta per risolvere la
vicenda relativa ai due edifici che non fanno
parte del demanio municipale».
In effetti, tale tipologìa di aggregazione societaria,
sinteticamente definita ”Stu”, è stata già presa
in considerazione dall'ente comunale pontese
come l'iniziativa ideale, sia per rimuovere
l'asbesto dai fabbricati menzionati, che per la
riqualificazione urbanistica dell'intera zona
circostante; questo progetto implica il
coinvolgimento di soggetti pubblici e privati.
Però, pare che non si siano verificate novità,
dopo aver espletato le formalità burocratiche
preliminari.
In ogni caso, l’attuale e, a quanto
sembra, obbligata fase di immobilismo sulla
questione-amianto, non deve rappresentare una
sorta di alibi per disimpegnarsi verso la
ricerca di altre opportunità, per rimuovere
totalmente questa sostanza altamente inquinante
per l'ambiente ed estremamente nociva per la
salute umana. |