20 settembre 2005
Alcuni controchiarimenti all’amico Giovanni
Gianluca Aceto

 

 

Giovanni Forgione Gianluca Aceto

Caro Gianluca,

con la parola "ennesimo" affermi che i riferimenti alla questione arabo-israeliana sono troppi su ViviTelese? Ti ringrazio per l'interessamento ma, questa valutazione dovrebbe spettare ai membri dello staff del sito. Purtroppo la politica italiana e il sistema della gestione politica, troppo spesso invade settori che non sono di propria competenza. Questa mia dissertazione è puramente teorica perché so che la politica ha il  potere di entrare dappertutto. Forse, per te è normale, dato che sei politico affermato, pensare di avere la licenza di decidere anche per gli altri, ViviTelese è un'oasi felice al riparo delle logiche "normali" che la politica ci offre quotidianamente. Il senso della tua frase è chiaramente accusatorio e non di una opinione al di sopra delle parti.

Inoltre definisci "barzelletta" il fatto che un gruppo di persone abbia voluto dare al proprio sito il nome di "Informazione Corretta". Penso che la tua posizione sia gratuita e nel caso ViviTelese dovesse avere proteste su questo te le girerò prontamente

 

Caro Giovanni,

leggo i tuoi risentiti chiarimenti, che mi inducono a queste ulteriori precisazioni (“ulteriori” va bene o il termine è offensivo come “ennesimo”?). Lo faccio adottando il tuo metodo. Credo che sia opportuno chiudere qui gli interventi, per evitare di essere ripetitivi e approfittare dello spazio messomi a disposizione.

Prima precisazione: il riferimento era puntualmente a quanto ho letto in queste settimane, mica al fatto di averlo letto su ViviTelese. Perché mi attribuisci esplicitamente una volontà censoria? Non vedo dove sia l’ingerenza che mi attribuisci.

Li gradite o no gli interventi sul sito? O magari preferite solo comunicati stampa e i complimenti da parte di tutti quelli che possono vedersi pubblicare qualunque cosa? Mi definisci «politico affermato», ben sapendo che sono soltanto un consigliere di minoranza del comune di Telese Terme. E lo fai per attribuirmi un’inesistente attitudine ad invadere settori che non sono di competenza della politica.. Ne deduco che i tuoi attestati di stima nei miei confronti erano soltanto formali: non si può avere una buona considerazione di chi si reputa capace delle ingerenza da te paventate.

Sinceramente, caro Giovanni, a me pare «gratuita» e complessivamente forzata la tua argomentazione. Non ho mai detto che le mie posizioni siano al di sopra delle parti. Penso soltanto che il popolo palestinese e quello israeliano abbiano gli stessi diritti: diritto di esistere, diritto di vivere in pace e sicurezza – nonostante gli errori dei propri governanti -, diritto di essere riconosciuti nella propria dignità. Se questo è un delitto mi dichiaro colpevole.

Altra grave offesa ad un essere pensante, come me, come te, che si chiama Fulvio e che collabora con ViviTelese. Dici di amare il sito ma in virtù di una tua superiorità presunta hai preferito non rispondere a Fulvio e, di conseguenza, non hai arricchito il nostro sito con le tue considerazioni.

 

Non capisco davvero perché pensi che la mia sia «presunta superiorità». Se usassi il tuo schema potrei ribattere che la presunzione è invece la tua, che pensi che l’unico modo di arricchire il sito sia quello di ribattere, salvo poi rampognare chi lo fa ed esprime posizioni dissenzienti. Il tutto mi sembra abbastanza contraddittorio, quasi surreale. Sarà che sono presuntuoso per davvero… Mi dichiaro colpevole anche di questo.

Gianluca!... ci sei entrato e come nel merito dello scritto! Le tue parole, secondo il regolamento di ViviTelese, (in vigore da che il sito esiste) dovevano essere cancellate perché chiaramente offensive verso una persona. Per l'amicizia e la stima che ci lega ho preferito pubblicarle. L'accusa è diretta ed è pesante. ViviTelese non è un giornale, non è iscritto all'albo e non ha direttore editoriale. Sarai tu in prima persona a dover rispondere delle tue affermazioni.

Ti dici che: "Chi pensa e scrive queste oscenità non merita riconoscimento pubblico". Si sentono tante "balle" in giro che hanno un riconoscimento pubblico elevatissimo, sia sulla stampa locale che su quella nazionale. Non sono né io, né tu a poter decidere se la signora Fait ha detto delle oscenità.

Gianluca, non credevo che tu, dotato di ottima dialettica, amato dai telesini e dagli elettori, persona equilibrata ed esponente di spicco del PRC, potessi arrivare ad esprimere concetti così gravi verso "bugiardi invasati e intellettivamente ipodotati". Del sito "bello" e con "belle pagine" non so che farmene. A me e alla maggioranza dello staff, piace un sito vero con pagine vere.

Gianluca, hai parlato negli ultimi tuoi interventi su ViviTelese del limite della decenza, anzi è stato l'argomento principale che hai portato alla ribalta. Ti chiedo: hai pensato solo per un attimo di averlo superato, con le tue parole? Pensi che con quello che dici tu non sia "entrato" nella libertà altrui? E' un esercizio difficile quello di affermare le proprie convinzioni senza necessariamente offendere gli altri. Ti chiedo ancora: nelle mie prese di posizione, nelle mie convinzioni, hai mai trovato una offesa o accusa a qualcuno?

Ti assicuro che, dire quello che si pensa, con il sorriso e senza astio, provoca effetti benefici a mente, spirito e corpo

 

Sono consapevole che le mie affermazioni sono durissime, nella forma e nella sostanza. E so bene che le persone chiamate in causa – il signor Del Deo  e la signora Fait – si siano potute offendere. Come tu ben sai, simili prese di posizione non sono nel mio costume. Mi dispiace di aver passato il segno e me ne scuso. Ho reputato tuttavia giusto far capire ai lettori cosa si possa provare ad essere giudicati nel modo in cui il signor Del Deo e la signora Fait giudicano i palestinesi e gli arabi nella loro totalità.

Constato che tu, caro Giovanni, così attento a rilevare l’inusitata durezza delle mie parole, non ti sia invece accorto di quello che le ha sollecitate. Forse la dignità di un popolo non è altrettanto importante quanto quella dei singoli. Io, invece, ho imparato proprio dallo stare dentro il mio partito a sentire ogni torto come se lo subissi in prima persona; ho imparato a discutere democraticamente con chi la pensa in maniera diversa; ho imparato che si può pensarla diversamente senza essere nemici. Esattamente l’opposto – almeno a me sembra - di quanto ritengono il signor Del Deo e la signora Fait.

La politica e i partiti, caro Giovanni, non sempre e necessariamente sono mondezza.

Facendo politica ho imparato l’esercizio della critica e della libertà: saresti sorpreso di constatare come si può rimanere autonomi anche dentro un organismo collettivo, purché lo si voglia e purché si riesca a conservarsi intellettualmente onesti. Si può anche imparare a riconoscere quel limite che secondo te non esiste, a scorgere l’abuso che si nasconde sotto ciò che è talmente abituale da assumere la forma di regola. E, infine, si impara a cercare di porre rimedio a quell’abuso. Di qui la mia indignazione, che non rinnego, perché è ciò che mi ha animato nella mia decisione di scrivervi e porre alla vostra attenzione un altro punto di vista. Se questo è un delitto, mi dichiaro colpevole.

Non ho mai inteso affermare che tu abbia ingiuriato o accusato qualcuno. Se tu hai capito questo evidentemente non sono stato abbastanza chiaro nell’espressione. Ribadisco che le mie argomentazioni erano in risposta a quelle del signor Del Deo e della signora Fait, verso cui – come è mia abitudine -  mi assumo tutta la responsabilità. In certe circostanze c’è chi decide di fare il Ponzio Pilato e chi il partigiano: questione di scelte.

Ti ringrazio per il consiglio sulle modalità da utilizzare per esprimere ciò che penso. Lo terrò presente in futuro.

Vediamo un po’: né io né tu possiamo arrogarci il diritto di stabilire se ciò che ha detto la signora Fait siano oscenità. E mi può stare anche bene. Però tu hai il diritto di affermare che Oriana Fallaci «ha detto una serie di stupidaggini con il favore della grandissima cassa di risonanza de "Il Corriere della Sera"». Il tema era la fecondazione medicalmente assistita. Ora, o le tue argomentazioni sono contraddittorie, assumono cioè una valenza strumentale e variabile alla bisogna, o a me sfugge qualche passaggio. In tal caso mi piacerebbe sapere quale…

La ricerca della pace ognuno la fa a modo proprio pensando che sia la maniera migliore. Reagire ad accuse con altre pari o più grandi vuol dire volere la guerra non la pace.

Prendo atto che, secondo il tuo modo di vedere, sarei io a «volere la guerra». Mi sembra paradossale ma se la pensi così non posso farci molto se non dolermene.

Per quello che mi compete, penso che sia un grande esercizio di pace quello di permettere a tutti, attraverso ViviTelese, di potersi esprimere. Le incomprensioni e i silenzi portano più distruzione della parola, non trovi?

 

 

 

Diceva Ludwig Wittgenstein, un grande filosofo del secolo scorso, che «su quello di cui non si può parlare occorre tacere». Il silenzio, talvolta, è un dono che ci facciamo: perché credi che sia sempre e necessariamente portatore di distruzione? Naturalmente – lo preciso per evitare altre incomprensioni – mi riferisco alla scelta di starsene in disparte e non alla censura autoritaria.

Le leggi, i limiti, i paletti diventano necessari quando c'è qualcuno che "si allarga troppo". Fino a che l'esercizio della civile convivenza non danneggia alcuno, le regole non servono

 

 

Sicuramente ti sembrerò ancora una volta presuntuoso, anche se ti assicuro che cerco di esprimere soltanto ciò che penso. Nello specifico penso che ti sbagli, perché l’incitamento all’odio di razza e di religione, che a mio avviso le parole della Fait contengono, non mi sembra rappresentare propriamente un «esercizio civile della convivenza». Al contrario, quel livore e quella storpiatura della storia non fanno che seminare acredine e, come se non bastasse, rischiano di accreditare il messaggio che i palestinesi siano un popolo di inferiori, tagliagole, assassini, sventratori, stupidi, incapaci in tutto se non nella gestione del terrorismo.

Già, è un argomento lontano, mica come i comunicati di “Insieme per Telese” o «la svolta storica di Comuninforma». Talmente lontano che tu non avverti tutto il peso della gravità di quelle parole.

 

Lo è e lo sarà, puoi esserne certo fino a che il nostro sito non sarà regolato da logiche di "partito".

Se dovesse succedere anche qui, ViviTelese non avrebbe ragione di esistere

 

 

 

Anche in questo caso introduci un argomento che non ha attinenza con l’oggetto della questione. È possibile che il disaccordo di uno che milita in un partito debba da te essere attribuito a subdole e indicibili “logiche”? Toglimi la curiosità: ma dove le vedi queste logiche? Chissà, magari pensi che stia cercando di guadagnare il voto delle masse palestinesi… Se fossi stato un opportunista, caro Giovanni, mi sarei tenuto lontano dalle polemiche. Mi scuserai la franchezza, ma questi tuoi passaggi hanno un certo tenore qualunquistico.
 

Provo a tracciare un piccolo resoconto del nostro scambio epistolare, uno schema che rappresenta ciò che ho capito della situazione:

  • ViviTelese non è l’ONU, né un parlamento, né un giornale. Per cui non fa la storia, non promulga leggi, non ha una linea editoriale. Non avendo un direttore, poi, non ha responsabilità di sorta;

  • I miei scritti sono offensivi nei confronti del signor Del Deo e della signora Fait, mentre ciò che scrivono essi sui palestinesi e sugli arabi sono un «esercizio civile della convivenza», che arricchisce il dibattito e non crea danni a nessuno;

  • Il signor Del Deo è un collaboratore dello staff di ViviTelese. Ti do la mia parola che non lo sapevo;

  • Io non posso definire «oscenità» le parole della signora Fait, tu puoi parlare di «stupidaggini» a proposito della Fallaci;

  • Io sarei un «politico affermato» e, perciò stesso, avrei la tendenza ad invadere i campi degli altri e a condizionarne il lavoro;

  • Sarei inoltre un presuntuoso che si ritiene  superiore agli altri.

Si, ho imparato molte cose in questi ultimi giorni…

Buon lavoro a te, allo staff e ai collaboratori.

PS

Stamattina scopro anche di essere uno stalinista. Il signor Del Deo ha il diritto di pensarla come meglio ritiene. Però gli sarei grato se evitasse di attribuirmi cose non vere: non ho mai chiesto a ViviTelese di non pubblicargli più gli interventi. La cosa mi sembra abbastanza chiara, se solo la si vuole intendere per quello che è.

Gianluca

 

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