Giovanni Forgione |
Gianluca Aceto |
Caro Gianluca,
con la parola
"ennesimo" affermi che i riferimenti alla
questione arabo-israeliana sono troppi su
ViviTelese? Ti ringrazio per l'interessamento
ma, questa valutazione dovrebbe spettare ai
membri dello staff del sito. Purtroppo la
politica italiana e il sistema della gestione
politica, troppo spesso invade settori che non
sono di propria competenza. Questa mia
dissertazione è puramente teorica perché so che
la politica ha il potere di entrare
dappertutto. Forse, per te è normale, dato che
sei politico affermato, pensare di avere la
licenza di decidere anche per gli altri,
ViviTelese è un'oasi felice al riparo delle
logiche "normali" che la politica ci offre
quotidianamente. Il senso della tua frase è
chiaramente accusatorio e non di una opinione al
di sopra delle parti.
Inoltre definisci
"barzelletta" il fatto che un gruppo di persone
abbia voluto dare al proprio sito il nome di
"Informazione Corretta". Penso che la tua
posizione sia gratuita e nel caso ViviTelese
dovesse avere proteste su questo te le girerò
prontamente
|
Caro
Giovanni,
leggo
i tuoi risentiti chiarimenti, che mi
inducono a queste ulteriori
precisazioni (“ulteriori” va bene o
il termine è offensivo come
“ennesimo”?). Lo faccio adottando il
tuo metodo. Credo che sia opportuno
chiudere qui gli interventi, per
evitare di essere ripetitivi e
approfittare dello spazio messomi a
disposizione.
Prima
precisazione: il riferimento era
puntualmente a quanto ho letto in queste
settimane, mica al fatto di averlo letto
su ViviTelese. Perché mi attribuisci
esplicitamente una volontà censoria? Non
vedo dove sia l’ingerenza che mi
attribuisci.
Li
gradite o no gli interventi sul sito?
O magari preferite solo comunicati
stampa e i complimenti da parte di tutti
quelli che possono vedersi pubblicare
qualunque cosa? Mi definisci
«politico affermato», ben sapendo che
sono soltanto un consigliere di
minoranza del comune di Telese Terme. E
lo fai per attribuirmi un’inesistente
attitudine ad invadere settori che non
sono di competenza della politica.. Ne
deduco che i tuoi attestati di stima nei
miei confronti erano soltanto formali:
non si può avere una buona
considerazione di chi si reputa capace
delle ingerenza da te paventate.
Sinceramente, caro Giovanni, a me pare
«gratuita» e complessivamente forzata la
tua argomentazione. Non ho mai detto che
le mie posizioni siano al di sopra delle
parti. Penso soltanto che il popolo
palestinese e quello israeliano abbiano
gli stessi diritti: diritto di esistere,
diritto di vivere in pace e sicurezza –
nonostante gli errori dei propri
governanti -, diritto di essere
riconosciuti nella propria dignità. Se
questo è un delitto mi dichiaro
colpevole. |
Altra grave offesa
ad un essere pensante, come me, come te, che si
chiama Fulvio e che collabora con ViviTelese.
Dici di amare il sito ma in virtù di una tua
superiorità presunta hai preferito non
rispondere a Fulvio e, di conseguenza, non hai
arricchito il nostro sito con le tue
considerazioni.
|
Non
capisco davvero perché pensi che la
mia sia «presunta superiorità». Se
usassi il tuo schema potrei
ribattere che la presunzione è
invece la tua, che pensi che l’unico
modo di arricchire il sito sia
quello di ribattere, salvo poi
rampognare chi lo fa ed esprime
posizioni dissenzienti. Il tutto
mi sembra abbastanza
contraddittorio, quasi surreale.
Sarà che sono presuntuoso per
davvero… Mi dichiaro colpevole anche
di questo. |
Gianluca!... ci sei entrato e come
nel merito dello scritto! Le tue
parole, secondo il regolamento di
ViviTelese, (in vigore da che il
sito esiste) dovevano essere
cancellate perché chiaramente
offensive verso una persona. Per
l'amicizia e la stima che ci lega ho
preferito pubblicarle. L'accusa è
diretta ed è pesante. ViviTelese non
è un giornale, non è iscritto
all'albo e non ha direttore
editoriale. Sarai tu in prima
persona a dover rispondere delle tue
affermazioni.
Ti
dici che: "Chi pensa e scrive
queste oscenità non merita
riconoscimento pubblico". Si
sentono tante "balle" in giro che
hanno un riconoscimento pubblico
elevatissimo, sia sulla stampa
locale che su quella nazionale. Non
sono né io, né tu a poter decidere
se la signora Fait ha detto delle
oscenità.
Gianluca, non credevo che tu, dotato
di ottima dialettica, amato dai
telesini e dagli elettori, persona
equilibrata ed esponente di spicco
del PRC, potessi arrivare ad
esprimere concetti così gravi verso
"bugiardi invasati e intellettivamente ipodotati". Del
sito "bello" e con "belle pagine"
non so che farmene. A me e alla
maggioranza dello staff, piace un
sito vero con pagine vere.
Gianluca, hai parlato negli ultimi
tuoi interventi su ViviTelese del
limite della decenza, anzi è stato
l'argomento principale che hai
portato alla ribalta. Ti chiedo: hai
pensato solo per un attimo di averlo
superato, con le tue parole? Pensi
che con quello che dici tu non sia
"entrato" nella libertà altrui? E'
un esercizio difficile quello di
affermare le proprie convinzioni
senza necessariamente offendere gli
altri. Ti chiedo ancora: nelle mie
prese di posizione, nelle mie
convinzioni, hai mai trovato una
offesa o accusa a qualcuno?
Ti
assicuro che, dire quello che si
pensa, con il sorriso e senza astio,
provoca effetti benefici a mente,
spirito e corpo
|
Sono
consapevole che le mie affermazioni
sono durissime, nella forma e nella
sostanza. E so bene che le persone
chiamate in causa – il signor Del
Deo e la signora Fait – si siano
potute offendere. Come tu ben sai,
simili prese di posizione non sono
nel mio costume. Mi dispiace di aver
passato il segno e me ne scuso. Ho
reputato tuttavia giusto far capire
ai lettori cosa si possa provare ad
essere giudicati nel modo in cui il
signor Del Deo e la signora Fait
giudicano i palestinesi e gli arabi
nella loro totalità.
Constato che tu, caro Giovanni, così
attento a rilevare l’inusitata
durezza delle mie parole, non ti sia
invece accorto di quello che le ha
sollecitate. Forse la dignità di
un popolo non è altrettanto
importante quanto quella dei singoli.
Io, invece, ho imparato proprio
dallo stare dentro il mio partito a
sentire ogni torto come se lo
subissi in prima persona; ho
imparato a discutere
democraticamente con chi la pensa in
maniera diversa; ho imparato che si
può pensarla diversamente senza
essere nemici. Esattamente l’opposto
– almeno a me sembra - di quanto
ritengono il signor Del Deo e la
signora Fait.
La
politica e i partiti, caro Giovanni,
non sempre e necessariamente sono
mondezza.
Facendo politica ho imparato
l’esercizio della critica e della
libertà: saresti sorpreso di
constatare come si può rimanere
autonomi anche dentro un organismo
collettivo, purché lo si voglia e
purché si riesca a conservarsi
intellettualmente onesti. Si può
anche imparare a riconoscere quel
limite che secondo te non esiste, a
scorgere l’abuso che si nasconde
sotto ciò che è talmente abituale da
assumere la forma di regola. E,
infine, si impara a cercare di porre
rimedio a quell’abuso. Di qui la mia
indignazione, che non rinnego,
perché è ciò che mi ha animato nella
mia decisione di scrivervi e porre
alla vostra attenzione un altro
punto di vista. Se questo è un
delitto, mi dichiaro colpevole.
Non
ho mai inteso affermare che tu abbia
ingiuriato o accusato qualcuno. Se
tu hai capito questo evidentemente
non sono stato abbastanza chiaro
nell’espressione. Ribadisco che le
mie argomentazioni erano in risposta
a quelle del signor Del Deo e della
signora Fait, verso cui – come è mia
abitudine - mi assumo tutta la
responsabilità. In certe circostanze
c’è chi decide di fare il Ponzio
Pilato e chi il partigiano:
questione di scelte.
Ti
ringrazio per il consiglio sulle
modalità da utilizzare per esprimere
ciò che penso. Lo terrò presente in
futuro.
Vediamo un po’: né io né tu possiamo
arrogarci il diritto di stabilire se
ciò che ha detto la signora Fait
siano oscenità. E mi può stare anche
bene. Però tu hai il diritto di
affermare che Oriana Fallaci «ha
detto una serie di stupidaggini con
il favore della grandissima cassa di
risonanza de "Il Corriere della
Sera"». Il tema era la fecondazione
medicalmente assistita. Ora, o le
tue argomentazioni sono
contraddittorie, assumono cioè una
valenza strumentale e variabile alla
bisogna, o a me sfugge qualche
passaggio. In tal caso mi piacerebbe
sapere quale… |
La ricerca della
pace ognuno la fa a modo proprio pensando che
sia la maniera migliore. Reagire ad accuse con
altre pari o più grandi vuol dire volere la
guerra non la pace. |
Prendo atto che, secondo il tuo modo
di vedere, sarei io a «volere la
guerra». Mi sembra paradossale ma se
la pensi così non posso farci molto
se non dolermene. |
Per quello che mi
compete, penso che sia un grande esercizio di
pace quello di permettere a tutti, attraverso
ViviTelese, di potersi esprimere. Le
incomprensioni e i silenzi portano più
distruzione della parola, non trovi?
|
Diceva Ludwig Wittgenstein, un
grande filosofo del secolo scorso,
che «su quello di cui non si può
parlare occorre tacere». Il
silenzio, talvolta, è un dono che ci
facciamo: perché credi che sia
sempre e necessariamente portatore
di distruzione? Naturalmente – lo
preciso per evitare altre
incomprensioni – mi riferisco alla
scelta di starsene in disparte e non
alla censura autoritaria. |
Le leggi, i
limiti, i paletti diventano necessari quando c'è
qualcuno che "si allarga troppo". Fino a che
l'esercizio della civile convivenza non
danneggia alcuno, le regole non servono
|
Sicuramente ti sembrerò ancora una
volta presuntuoso, anche se ti
assicuro che cerco di esprimere
soltanto ciò che penso. Nello
specifico penso che ti sbagli,
perché l’incitamento all’odio di
razza e di religione, che a mio
avviso le parole della Fait
contengono, non mi sembra
rappresentare propriamente un
«esercizio civile della convivenza».
Al contrario, quel livore e quella
storpiatura della storia non fanno
che seminare acredine e, come se non
bastasse, rischiano di accreditare
il messaggio che i palestinesi siano
un popolo di inferiori, tagliagole,
assassini, sventratori, stupidi,
incapaci in tutto se non nella
gestione del terrorismo.
Già,
è un argomento lontano, mica come i
comunicati di “Insieme per Telese” o
«la svolta storica di Comuninforma».
Talmente lontano che tu non avverti
tutto il peso della gravità di
quelle parole.
|
Lo è e lo sarà,
puoi esserne certo fino a che il nostro sito non
sarà regolato da logiche di "partito".
Se dovesse
succedere anche qui, ViviTelese non avrebbe
ragione di esistere
|
Anche
in questo caso introduci un
argomento che non ha attinenza con
l’oggetto della questione. È
possibile che il disaccordo di uno
che milita in un partito debba da te
essere attribuito a subdole e
indicibili “logiche”? Toglimi la
curiosità: ma dove le vedi queste
logiche? Chissà, magari pensi che
stia cercando di guadagnare il voto
delle masse palestinesi… Se fossi
stato un opportunista, caro
Giovanni, mi sarei tenuto lontano
dalle polemiche. Mi scuserai la
franchezza, ma questi tuoi passaggi
hanno un certo tenore
qualunquistico. |
|
Provo
a tracciare un piccolo resoconto
del nostro scambio epistolare, uno
schema che rappresenta ciò che ho
capito della situazione:
-
ViviTelese non è l’ONU, né un
parlamento, né un giornale. Per
cui non fa la storia, non
promulga leggi, non ha una linea
editoriale. Non avendo un
direttore, poi, non ha
responsabilità di sorta;
-
I
miei scritti sono offensivi nei
confronti del signor Del Deo e
della signora Fait, mentre ciò
che scrivono essi sui
palestinesi e sugli arabi sono
un «esercizio civile della
convivenza», che arricchisce il
dibattito e non crea danni a
nessuno;
-
Il signor Del Deo è un
collaboratore dello staff di
ViviTelese. Ti do la mia parola
che non lo sapevo;
-
Io non posso definire «oscenità»
le parole della signora Fait, tu
puoi parlare di «stupidaggini» a
proposito della Fallaci;
-
Io sarei un «politico affermato»
e, perciò stesso, avrei la
tendenza ad invadere i campi
degli altri e a condizionarne il
lavoro;
-
Sarei inoltre un presuntuoso che
si ritiene superiore agli
altri.
Si,
ho imparato molte cose in questi
ultimi giorni…
Buon
lavoro a te, allo staff e ai
collaboratori.
PS
Stamattina scopro anche di essere
uno stalinista. Il signor Del Deo ha
il diritto di pensarla come meglio
ritiene. Però gli sarei grato se
evitasse di attribuirmi cose non
vere: non ho mai chiesto a
ViviTelese di non pubblicargli più
gli interventi. La cosa mi sembra
abbastanza chiara, se solo la si
vuole intendere per quello che è.
Gianluca |
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