Cari amici di
ViviTelese,
ho letto l’ennesimo “articolo” sulla questione
arabo-israeliana, proveniente da un sito che –
se non erro – si chiama “informazione corretta”.
Da molto tempo sono abituato agli scivolamenti
semantici, ma ormai siamo alle barzellette.
Più volte ho imbastito delle risposte agli
interventi del signor
Fulvio Del Deo
per manifestare il mio profondo dissenso; ma ho
rinunciato quando mi sono reso conto che era
meglio si commentassero da soli.
Se invece oggi vi scrivo, è perché credo che si
sia superato il limite della decenza e della
libertà di opinione. Proprio in virtù di tale
libertà, spero che a qualcuno non venga in mente
di darmi del nazista o dell’antisemita, se mi
permetto di dissentire. Se invece qualcuno mi
giudicasse tale, beh, non potrei che fare
spallucce pensando all’intelligenza che
dimostrerebbe.
Non entro nel merito dello
scritto della signora Fait.
Mi limito a
considerarlo un’indegna e rivoltante accozzaglia
di falsità, tenuta insieme da un odio cieco e
furibondo. È una laida e marchiana storpiatura
della storia che fa strame di ogni elemento di
razionalità. Non c’è alcun tentativo di
comprendere le rispettive ragioni, e di indagare
i rispettivi torti, di due popoli che il
Novecento ha tenuto così drammaticamente
insieme, in un comune cammino di dolore e
incomprensione.
Chi pensa e scrive queste oscenità non merita
riconoscimento pubblico.
Per questo scrivo a voi, cari amici di
ViviTelese, e a voi manifesto il mio
esterrefatto dolore. Penso che sia vostro
dovere, morale ed “editoriale”, di non
trasformare le belle pagine del sito in una
bacheca per i seminatori di odio, gli incitatori
allo scontro di civiltà, i bugiardi invasati e
intellettivamente ipodotati. Scusate se assumo
un atteggiamento giudicatorio, ma credo che
abbiate commesso un grave errore.
Vi saluto con l’affetto e la considerazione di
sempre, ma – anche – con una nuova e indignata
tristezza.
Giovanni Forgione - 16 settembre 2005
Caro Gianluca,
Sono dispiaciuto della tua tristezza e della tua
indignazione. Questa sera, nella consueta
riunione serale dopo cena, incontrerò i
componenti dello staff di ViviTelese (o dal vivo
o via e-mail) per discutere del caso che hai
sollevato.
Per il momento posso esprimerti, a caldo, solo
ed esclusivamente mie considerazioni personali.
Tutti hanno diritto ad esprimersi
perché ogni essere umano è portatore di una
propria verità. Non esiste la verità assoluta e
non esistono portatori di verità assolute.
ViviTelese esiste per questo; per dare la
parola a chi la chiede ed anche per offrire la
possibilità di prendere le distanze
dalle campagne informative della stampa "classica" che
propugna verità precostituite.
Come membro dello staff di ViviTelese,
terra di tutti e di ogni credo, non posso
assumere il ruolo di giudice per censurare
questo o quell'autore. Se lo facessi diventerei
un direttore di giornale che "fa passare" solo
quello che vuole lui o quello che vogliono i
suoi padroni.
Non so, caro Gianluca, se ricordi, la mia
indignazione e la mia tristezza (pari alle tue)
quando ho letto e commentato le opinioni di
Oriana Fallaci sulla procreazione assistita. La
grande scrittrice internazionale ha detto una
serie di stupidaggini con il favore della
grandissima cassa di risonanza de "Il Corriere
della Sera".
Io
ero indignato e triste ed ho espresso i miei
sentimenti; ho apostrofato Oriana Fallaci come
una devastatrice di coscienze, esperta nell'uso
delle parole; ho
espresso il mio punto di vista ma non mi sarei
mai sognato di dire al direttore de "Il Corriere
della Sera" perché pubblicate queste
stupidaggini e perché la fate scrivere sul
vostro giornale. La Fallaci, come me, come te,
come la signora Fait, ha il diritto di
esprimersi e nessuno può impedirlo.
E'
difficile caro Gianluca, per la stima che nutro
per te, accettare il tuo giudizio accusatorio
nei nostri confronti, rei di aver commesso un
grave errore nel pubblicare quanto ci è
pervenuto. Tu credi, e lo affermi con forza, che
si sia superato il limite della decenza e
della libertà di opinione. Io credo invece
che non esista essere pensante in grado di
decidere quale sia il limite della libertà di
opinione.
NOTA
Perdonatemi i paragoni fatti, a solo scopo
esplicativo. Non si offenda "Il Corriere della
Sera" perché l'ho accostato a ViviTelese. Non si
offendano ulteriormente né la Fallaci né la
signora Fait se le ho citate nel mio intervento
e accomunate esclusivamente dal fatto di essere
"portatrici di verità personali e scomode". |