16 settembre 2005
Quando l’odio acceca la ragione
Gianluca Aceto

 

 

Cari amici di ViviTelese,


ho letto l’ennesimo “articolo” sulla questione arabo-israeliana, proveniente da un sito che – se non erro – si chiama “informazione corretta”. Da molto tempo sono abituato agli scivolamenti semantici, ma ormai siamo alle barzellette.

Più volte ho imbastito delle risposte agli interventi del signor
Fulvio Del Deo per manifestare il mio profondo dissenso; ma ho rinunciato quando mi sono reso conto che era meglio si commentassero da soli.

Se invece oggi vi scrivo, è perché credo che si sia superato il limite della decenza e della libertà di opinione. Proprio in virtù di tale libertà, spero che a qualcuno non venga in mente di darmi del nazista o dell’antisemita, se mi permetto di dissentire. Se invece qualcuno mi giudicasse tale, beh, non potrei che fare spallucce pensando all’intelligenza che dimostrerebbe.

Non entro nel merito dello scritto della signora Fait.
Mi limito a considerarlo un’indegna e rivoltante accozzaglia di falsità, tenuta insieme da un odio cieco e furibondo. È una laida e marchiana storpiatura della storia che fa strame di ogni elemento di razionalità. Non c’è alcun tentativo di comprendere le rispettive ragioni, e di indagare i rispettivi torti, di due popoli che il Novecento ha tenuto così drammaticamente insieme, in un comune cammino di dolore e incomprensione.

Chi pensa e scrive queste oscenità non merita riconoscimento pubblico.

Per questo scrivo a voi, cari amici di ViviTelese, e a voi manifesto il mio esterrefatto dolore. Penso che sia vostro dovere, morale ed “editoriale”, di non trasformare le belle pagine del sito in una bacheca per i seminatori di odio, gli incitatori allo scontro di civiltà, i bugiardi invasati e intellettivamente ipodotati. Scusate se assumo un atteggiamento giudicatorio, ma credo che abbiate commesso un grave errore.

Vi saluto con l’affetto e la considerazione di sempre, ma – anche – con una nuova e indignata tristezza.

 


Giovanni Forgione - 16 settembre 2005

Caro Gianluca,

Sono dispiaciuto della tua tristezza e della tua indignazione. Questa sera, nella consueta riunione serale dopo cena, incontrerò i componenti dello staff di ViviTelese (o dal vivo o via e-mail) per discutere del caso che hai sollevato.

Per il momento posso esprimerti, a caldo, solo ed esclusivamente mie considerazioni personali. Tutti hanno diritto ad esprimersi perché ogni essere umano è portatore di una propria verità. Non esiste la verità assoluta e non esistono portatori di verità assolute. ViviTelese esiste per questo;  per dare la parola a chi la chiede ed anche per offrire la possibilità di prendere le distanze dalle campagne informative della stampa "classica" che propugna verità precostituite.

Come membro dello staff di ViviTelese, terra di tutti e di ogni credo, non posso assumere il ruolo di giudice per censurare questo o quell'autore. Se lo facessi diventerei un direttore di giornale che "fa passare" solo quello che vuole lui o quello che vogliono i suoi padroni.

Non so, caro Gianluca, se ricordi, la mia indignazione e la mia tristezza (pari alle tue) quando ho letto e commentato le opinioni di Oriana Fallaci sulla procreazione assistita. La grande scrittrice internazionale ha detto una serie di stupidaggini con il favore della grandissima cassa di risonanza de "Il Corriere della Sera".

Io ero indignato e triste ed ho espresso i miei sentimenti; ho apostrofato Oriana Fallaci come una devastatrice di coscienze, esperta nell'uso delle parole; ho espresso il mio punto di vista ma non mi sarei mai sognato di dire al direttore de "Il Corriere della Sera" perché pubblicate queste stupidaggini e perché la fate scrivere sul vostro giornale. La Fallaci, come me, come te, come la signora Fait, ha il diritto di esprimersi e nessuno può impedirlo.

E' difficile caro Gianluca, per la stima che nutro per te, accettare il tuo giudizio accusatorio nei nostri confronti, rei di aver commesso un grave errore nel pubblicare quanto ci è pervenuto. Tu credi, e lo affermi con forza, che si sia superato il limite della decenza e della libertà di opinione. Io credo invece che non esista essere pensante in grado di decidere quale sia il limite della libertà di opinione.

 

NOTA

Perdonatemi i paragoni fatti, a solo scopo esplicativo. Non si offenda "Il Corriere della Sera" perché l'ho accostato a ViviTelese. Non si offendano ulteriormente né la Fallaci né la signora Fait se le ho citate nel mio intervento e accomunate esclusivamente dal fatto di essere "portatrici di verità personali e scomode".


    

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