10 giugno 2005
Vergognosa campagna per l'astensionismo
Giovanni Forgione

 

 

L'invito all'astensionismo rappresenta l'annullamento della dignità umana e quella del libero pensiero. L'iniziale velato boicottaggio di una parte del mondo politico contro l'istituzione del referendum è oggi fin troppo palese. Una sporca campagna politica sta annientando la democratica modalità di espressione del popolo. L'invito all'astensione fatta in modo così plateale e sconsiderata ha determinato una caduta verticale di valori, costruiti con pazienza nel corso degli anni.

Nella contesa tra diverse fazioni di pensiero, è bello e costruttivo esprimere e confrontare le varie opinioni. E' bello partecipare al gioco, è vergognoso l'invito al non gioco. E' come se si dicesse al cittadino: non esercitare il tuo diritto di voto, non portare in campo il tuo pensiero, perché TU non conti niente.

Qualunque sia il pensiero del cittadino, nel referendum sulla procreazione assistita, è giusto, è democratico, è civile che venga espresso. Attraverso il voto si contano quanti italiani pensano in un modo e quanti nell'altro. L'invito ad andare al mare è un invito al "non sapere" o al "non voler sapere" cosa pensa la maggioranza degli italiani, e forse nasconde il timore del risultato finale.

L'invito al non-voto diventa una istigazione ad agire contro le istituzioni, a rompere il democratico equilibrio che può derivare dall'esercizio del pensiero attraverso il voto. L'invito all'astensionismo rappresenta un gioco sporco, immorale. E' intellettualmente scorretto e deplorevole ogni mezzo o sistema che sminuisce il concetto di "diritto di voto".

E' legittimo avere idee che si oppongono alla procreazione assistita; è altrettanto legittimo e doveroso, andarlo a manifestare. E' anche giusto astenersi dal voto (anche recandosi al seggio elettorale) per scelte esclusivamente personali. Ma, è deplorevole invitare all'astensionismo; diventa ancora più squallida se la campagna per l'astensione viene operata da vertici di istituzioni condizionando in modo "sporco" e facile masse di cittadini.

Arroganza è il contrario di civiltà. Nelle discussioni TV, tra promotori di idee contrastanti, spesso si assiste al confronto tra l'arrogante, prevaricatore, urlatore, e il suo oppositore calmo, tranquillo al punto giusto e dalle poche parole. Come per la TV anche negli annunci scritti (su giornali o manifesti o su internet) l'arroganza viene manifestata in forma imperativa: "fai così!", "vota per me!", "non andare a votare!!"

La civiltà invece esprime concetti attraverso l'esposizione delle opinioni, con le necessarie argomentazioni atte a convincere. E' ovvio, io preferisco le forme di comunicazione civili, qualunque pensiero esse esprimano. Sono contro le prevaricazioni e non condivido affatto la campagna contro l'esercizio del voto al referendum.

E' un gioco sporco quello di sterilizzare la volontà del popolo italiano. Una cosa è affermare un pensiero politico cercando condivisione, altro è diseducare invitando a non esercitare la responsabilità di votante. Questo referendum è diventato un gioco truccato che fa del tutto per evitare di conoscere la volontà degli italiani. L'invito all'astensione sarebbe da punire legalmente perché inficia i risultati, impedisce di conoscere la volonta popolare.

Una parte dell'attuale sistema politico esce spudoratamente allo scoperto e, per questa volta esplicitamente dichiara: "non mi importa niente della volontà del cittadino; mi serve solo quando devo essere eletto e devo conquistare il potere amministrativo, per poi rappresentare me stesso e non chi mi ha eletto". Mi auguro un futuro migliore.

 

    

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