L'invito all'astensionismo rappresenta
l'annullamento della dignità umana e quella del
libero pensiero. L'iniziale velato boicottaggio di una
parte del mondo politico contro l'istituzione
del referendum è oggi fin troppo palese. Una
sporca campagna politica sta annientando la
democratica modalità di espressione del popolo.
L'invito all'astensione fatta in modo così
plateale e sconsiderata ha determinato una caduta verticale di
valori, costruiti con pazienza nel corso degli
anni.
Nella contesa tra diverse fazioni di pensiero, è
bello e costruttivo esprimere e confrontare le
varie opinioni. E' bello partecipare al gioco, è
vergognoso l'invito al non gioco. E' come se si
dicesse al cittadino: non esercitare il tuo
diritto di voto, non portare in campo il tuo
pensiero, perché TU non conti niente.
Qualunque sia il pensiero del cittadino, nel
referendum sulla procreazione assistita, è
giusto, è democratico, è civile che venga
espresso. Attraverso il voto si contano quanti
italiani pensano in un modo e quanti nell'altro.
L'invito ad andare al mare è un invito al "non
sapere" o al "non voler sapere" cosa pensa la
maggioranza degli italiani, e forse nasconde il
timore del risultato finale.
L'invito al non-voto diventa una istigazione ad
agire contro le istituzioni, a rompere il
democratico equilibrio che può derivare
dall'esercizio del pensiero attraverso il voto.
L'invito all'astensionismo rappresenta un gioco
sporco, immorale. E' intellettualmente scorretto
e deplorevole ogni mezzo o sistema che sminuisce
il concetto di "diritto di voto".
E'
legittimo avere idee che si oppongono alla
procreazione assistita; è altrettanto legittimo
e doveroso, andarlo a manifestare. E' anche
giusto astenersi dal voto (anche recandosi al
seggio elettorale) per scelte esclusivamente
personali. Ma, è deplorevole invitare
all'astensionismo; diventa ancora più squallida
se la campagna per l'astensione viene operata da
vertici di istituzioni condizionando in modo
"sporco" e facile masse di cittadini.
Arroganza è il contrario di civiltà. Nelle
discussioni TV, tra promotori di idee
contrastanti, spesso si assiste al confronto tra
l'arrogante, prevaricatore, urlatore, e il suo
oppositore calmo, tranquillo al punto giusto e
dalle poche parole. Come per la TV anche negli
annunci scritti (su giornali o manifesti o su
internet) l'arroganza viene manifestata in forma
imperativa: "fai così!", "vota per me!", "non
andare a votare!!"
La
civiltà invece esprime concetti attraverso
l'esposizione delle opinioni, con le necessarie
argomentazioni atte a convincere. E' ovvio, io
preferisco le forme di comunicazione civili,
qualunque pensiero esse esprimano. Sono contro
le prevaricazioni e non condivido affatto la
campagna contro l'esercizio del voto al
referendum.
E'
un gioco sporco quello di sterilizzare la
volontà del popolo italiano. Una cosa è
affermare un pensiero politico cercando
condivisione, altro è diseducare invitando a non
esercitare la responsabilità di votante. Questo
referendum è diventato un gioco truccato che fa
del tutto per evitare di conoscere la volontà
degli italiani. L'invito all'astensione sarebbe
da punire legalmente perché inficia i risultati,
impedisce di conoscere la volonta popolare.
Una parte dell'attuale sistema politico esce
spudoratamente allo scoperto e, per questa volta
esplicitamente dichiara: "non mi importa niente
della volontà del cittadino; mi serve solo
quando devo essere eletto e devo conquistare il
potere amministrativo, per poi rappresentare me
stesso e non chi mi ha eletto". Mi auguro un
futuro migliore. |