28 settembre 2005
Gesù è soltanto un profeta come tanti...
Ezio Esposito

 

 

Tunc Jesus locutus est ad turbas, et discipulos suos.

                                        1. Vangelo s. Matteo. Cap.XXXIII

 

 

  1.  Allora Gesù parlò alle turbe, ed a' suoi discepoli,

 

   2. Dicendo: Sulla cattedra di Mosè si assisero gli Scribi, ed i Farisei.

 

   3. Tutto quello per tanto, che vi diranno, osservatelo, e fatelo; ma non vogliate fare quel che essi

fanno: conciossiaché dicono, e non fanno:

 

   4. Imperocché accumulano some gravi, ed importabili, e le pongono sulle spalle degli uomini; ma per loro non voglion' muoverle col loro dito.

 

   5. E fanno poi tutte le loro opere per essere osservati dagli uomini: imperocché portano più ampie le filatterie, e più lunghe le frange (della veste).

 

   6. Ed amano i primi posti ne banchetti, e le prime sedie nelle sinagoghe.

 

   7. E di essere salutati nel foro, e di essere dalla gente chiamati maestri.

 

   8. Ma voi non vogliate essere chiamati maestri: imperocché uno solo è il vostro maestro, e voi siete tutti fratelli.

 

   9. Né vogliate chiamare alcuno sulla terra vostro padre: imperocché il solo Padre vostro è quegli, che sta ne' cieli.

 

  10. Né siate chiamati maestri, perché l'unico vostro Maestro è il Cristo.

 

  11. Chi sarà maggiore tra voi sarà vostro servo.

 

  12. E chi si esalterà, sarà umiliato; e chi si umilierà, sarà esaltato.

 

  13. Ma guai a voi, Scribi, e Farisei ipocriti,  perché chiudete in faccia agli uomini il regno de cieli: imperocché né voi vi entrate, ne permettete, che v'entrino quelli, che stanno per entrarvi.

 

  14. Guai a voi, Scribi, e Farisei ipocriti; perché divorate le case delle vedove col pretesto di lunghe orazioni: per questo sarete giudicati più severamente.

 

  15. Guai a voi Scribi, e Farisei ipocriti; perché scorrete e mare e terra per fare un proselito: e fatto che sia, lo rendete figliuolo dell'inferno il doppio di voi.

 

  16. Guai a voi, o ciechi condottieri, i quali dite, che uno abbia giurato per lo tempio, non è niente: ma se abbia giurato per l'oro del tempio, resta obbligato.

 

  17. Stolti, e ciechi: imperocché cosa è da più, l'oro, od il tempio, che santifica l'oro?

 

  18. E che uno abbia giurato per l'altare, non è niente: ma chi avrà giurato per l'offerta, ch'è sopra di esso, resta obbligato.

 

  19. Ciechi: Imperocché cosa è da più l'offerta, o l'altare, che santifica l'offerta?

 

  20. Chi dunque giura per l'altare, giura e per esso, e per tutte le cose che vi sono sopra:

 

  21. E chiunque giura per lo tempio, giura e per esso, e per colui, che lo abita:

 

  22. E chi giura per lo cielo, giura per lo trono di Dio, e per colui, che siede sopra di esso.

 

  23. Guai a voi, Scribi, e Farisei ipocriti, che pagate la decima della menta, e dell'aneto, e del cumino, ed avete trascurato il più essenzial della legge, la giustizia, e la misiricordia, e la fede. Queste cose era d'uopo di fare, e quelle non omettere.

 

  24. Condottieri ciechi, che scolate un moscerino, ed ingojate un cammello.

 

  25. Guai a voi, Scribi, e Farisei ipocriti, perché il di fuora lavate del bicchiere, e del piatto: al di dentro poi siete pieni di rapina e d'immondezza.

 

  26. Fariseo cieco, lava prima il di dentro del calice, e del piatto, onde anche il di fuora diventi mondo.

 

  27. Guai a voi, Scribi, e Farisei ipocriti; perché siete simili a' sepolcri imbiancati, che al di fuori appariscon belli alla gente, ma dentro pieni sono di ossa di morti, e d'ogni sporcizia.

 

  28. Così anche voi al difuori comparite giusti alla gente; ma dentro siete pieni di ipocrisia, e d'iniquità.

 

  29. Guai a voi, Scribi, e Farisei ipocriti, che fabbricate sepolcri a' profeti, e abbellite i monumenti de' giusti.

 

  30. E dite: se fossimo stati a tempo de' nostri padri, non saremmo stati complici con essi del sangue de' profeti.

 

  31. Così provate contra di voi medesimi, che siete figliuoli di coloro, che uccisero i profeti.

 

  32. Colmate pur voi la misura de' padri vostri.

 

  33. Serpenti, razza di vipere, come scamperete voi dalla condanna dell'inferno?

 

  34. Per questo, ecco che io mando a voi de' profeti, e de' saggi, e degli Scribi, e di questi ne ucciderete, ne crucifiggerete, e ne flaggelerete nelle vostre sinagoghe, e li perseguiterete di città in città.

 

  35. Onde cada sopra di voi tutto il sangue giusto sparso sopra la terra, dal sangue del giusto Abele sino al sangue di Zaccaria figliuolo di Barachia, che voi uccideste tra il tempio, e l'altare.

 

  36. In verità io vi dico, che tutto questo verrà sopra di questa generazione.

 

  37. Gerusalemme, Gerusalemme, che uccidi i profeti, e lapidi coloro che a te sono mandati, quante volte ho voluto io radunare i tuoi figli, come la gallina raduna i suoi pulcini sotto le ali, e non hai voluto?

 

  38. Ecco, che vi sarà lasciata deserta la vostra casa.

 

  39. Imperocché vi dico: Non mi vedrete da ora in poi, sino a tanto che diciate: Benedetto colui che viene nel

nome del Signore.

 

 

Nota: è risaputo che gli ebrei non riconoscono Gesù  come il Messia, figlio di Dio. Per loro Gesù è soltanto un profeta come tanti, quindi sono ancora in attesa che il loro messia venga a liberarli.

 

   Considerato che, dopo Gesù, non sono più comparsi altri profeti, questa assenza, gli ebrei la chiamano "il silenzio di Dio". Chi la pensa come gli ebrei si metta comodo e aspetti.

 

Ezio Esposito    

 

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