18 settembre 2005
Alcuni chiarimenti all'amico Gianluca
Giovanni Forgione

 

 

Gianluca Aceto Giovanni Forgione
Cari amici di ViviTelese,


ho letto l’ennesimo “articolo” sulla questione arabo-israeliana, proveniente da un sito che – se non erro – si chiama “informazione corretta”. Da molto tempo sono abituato agli scivolamenti semantici, ma ormai siamo alle barzellette.

 

Caro Gianluca,

con la parola "ennesimo" affermi che i riferimenti alla questione arabo-israeliana sono troppi su ViviTelese? Ti ringrazio per l'interessamento ma, questa valutazione dovrebbe spettare ai membri dello staff del sito. Purtroppo la politica italiana e il sistema della gestione politica, troppo spesso invade settori che non sono di propria competenza. Questa mia dissertazione è puramente teorica perché so che la politica ha il  potere di entrare dappertutto. Forse, per te è normale, dato che sei politico affermato, pensare di avere la licenza di decidere anche per gli altri, ViviTelese è un'oasi felice al riparo delle logiche "normali" che la politica ci offre quotidianamente. Il senso della tua frase è chiaramente accusatorio e non di una opinione al di sopra delle parti.

Inoltre definisci "barzelletta" il fatto che un gruppo di persone abbia voluto dare al proprio sito il nome di "Informazione Corretta". Penso che la tua posizione sia gratuita e nel caso ViviTelese dovesse avere proteste su questo te le girerò prontamente.

Più volte ho imbastito delle risposte agli interventi del signor Fulvio Del Deo per manifestare il mio profondo dissenso; ma ho rinunciato quando mi sono reso conto che era meglio si commentassero da soli. Altra grave offesa ad un essere pensante, come me, come te, che si chiama Fulvio e che collabora con ViviTelese. Dici di amare il sito ma in virtù di una tua superiorità presunta hai preferito non rispondere a Fulvio e, di conseguenza, non hai arricchito il nostro sito con le tue considerazioni.
Non entro nel merito dello scritto della signora Fait. Mi limito a considerarlo un’indegna e rivoltante accozzaglia di falsità, tenuta insieme da un odio cieco e furibondo. È una laida e marchiana storpiatura della storia che fa strame di ogni elemento di razionalità. Non c’è alcun tentativo di comprendere le rispettive ragioni, e di indagare i rispettivi torti, di due popoli che il Novecento ha tenuto così drammaticamente insieme, in un comune cammino di dolore e incomprensione. Gianluca!... ci sei entrato e come nel merito dello scritto! Le tue parole, secondo il regolamento di ViviTelese, (in vigore da che il sito esiste) dovevano essere cancellate perché chiaramente offensive verso una persona. Per l'amicizia e la stima che ci lega ho preferito pubblicarle. L'accusa è diretta ed è pesante. ViviTelese non è un giornale, non è iscritto all'albo e non ha direttore editoriale. Sarai tu in prima persona a dover rispondere delle tue affermazioni.
Chi pensa e scrive queste oscenità non merita riconoscimento pubblico. Si sentono tante "balle" in giro che hanno un riconoscimento pubblico elevatissimo, sia sulla stampa locale che su quella nazionale. Non sono né io, né tu a poter decidere se la signora Fait ha detto delle oscenità.
Per questo scrivo a voi, cari amici di ViviTelese, e a voi manifesto il mio esterrefatto dolore. Penso che sia vostro dovere, morale ed “editoriale”, di non trasformare le belle pagine del sito in una bacheca per i seminatori di odio, gli incitatori allo scontro di civiltà, i bugiardi invasati e intellettivamente ipodotati. Scusate se assumo un atteggiamento giudicatorio, ma credo che abbiate commesso un grave errore. Gianluca, non credevo che tu, dotato di ottima dialettica, amato dai telesini e dagli elettori, persona equilibrata ed esponente di spicco del PRC, potessi arrivare ad esprimere concetti così gravi verso "bugiardi invasati e intellettivamente ipodotati". Del sito "bello" e con "belle pagine" non so che farmene. A me e alla maggioranza dello staff, piace un sito vero con pagine vere.
Proprio per questa mia considerazione ho ritenuto giusto manifestarvi il mio sentimento di indignazione nei confronti di quanto riportato nel famigerato “articolo” della Fait. Lo ripeto: NON È IN DISCUSSIONE LA LIBERTÀ DI PENSIERO, PAROLA, OPINIONE. Credo tuttavia, e qui sta il punto, che essa, nel suo esercitarsi concreto, debba effettivamente misurarsi con la libertà altrui, con la realtà dei fatti, con la storia. E deve farlo alla luce della ragione, unico modo per non superare quel limite – molto delicato – che io ho definito “della decenza”, intendendo significare che OLTRE QUEL CONFINE SI APRE IL TERRENO VISCIDO E MESCHINO DELL’ODIO DI RAZZA E DI RELIGIONE, DELL’OFFESA GRATUITA, IL TERRENO SU CUI SI CONSUMA IL TENTATIVO DI ANNIENTARE L’ALTRO  NELLA SUA DIGNITÀ Gianluca, hai parlato negli ultimi tuoi interventi su ViviTelese del limite della decenza, anzi è stato l'argomento principale che hai portato alla ribalta. Ti chiedo: hai pensato solo per un attimo di averlo superato, con le tue parole? Pensi che con quello che dici tu non sia "entrato" nella libertà altrui?

E' un esercizio difficile quello di affermare le proprie convinzioni senza necessariamente offendere gli altri. Ti chiedo ancora: nelle mie prese di posizione, nelle mie convinzioni, hai mai trovato una offesa o accusa a qualcuno?

Ti assicuro che, dire quello che si pensa, con il sorriso e senza astio, provoca effetti benefici a mente, spirito e corpo.

Ancora: se ti chiedessi di pubblicare una lettera in cui definissi Alfonso Grillo – chiamo in causa il nome di un amico fraterno che non me ne vorrà – un essere inferiore, magari perché è cattolico osservante, non ti verrebbe il dubbio sull’opportunità di pubblicarla senza neanche una presa di distanza?

 

L'esempio è simpatico e già ti avevo risposto che si poteva pubblicare, in quanto era evidente la tua uscita di senno che si "commentava da sé". Penso invece che con le accuse pesanti rivolte alla signora Fait tu abbia fatto qualcosa in più rispetto alla esempio citato con l'amico Grillo (ed è stato pubblicato tutto quello che hai scritto).
Non sto esagerando. Il signor Del Deo definisce «SELVAGGI» i palestinesi, indistintamente. La Fait, con “l’invidiabile eleganza” che la distingue, parla della «grossa idiozia» che connoterebbe tutti gli arabi. Sorvolo sulle falsità e i veleni che Del Deo continua a spargere, facendole passare per chissà quali verità scientifiche e storiografiche (rimando all’articolo di Piero Sansonetti che è in pubblicazione sulla stessa pagina). Ci vuole un bel coraggio, poi, ad invocare la tanto agognata pace. Il bello è che Del Deo non si rende nemmeno conto di quanto stridano e appaiano vacue al lettore le sue contraddittorie affermazioni. Io credo che la pace la stiano costruendo i tanti israeliani e palestinesi che da tempo hanno capito che non ha senso annientarsi a vicenda, e che ogni giorno realizzano iniziative concrete nella direzione del dialogo paritario. Il signor Del Deo e la signora Fait si esprimono come meglio credono e come meglio sanno fare; mi pare che in questo sport anche tu te la cavi bene...no?

Il mio punto di vista sulle sulle razze e le religioni l'ho gia espresso: è tempo perso parlare generalizzando.

La ricerca della pace ognuno la fa a modo proprio pensando che sia la maniera migliore. Reagire ad accuse con altre pari o più grandi vuol dire volere la guerra non la pace.

Per quello che mi compete, penso che sia un grande esercizio di pace quello di permettere a tutti, attraverso ViviTelese, di potersi esprimere. Le incomprensioni e i silenzi portano più distruzione della parola, non trovi?

Mentre il mondo cerca – faticosamente - di andare avanti, Del Deo e la sua amica Fait rimangono nelle secche del “fallacismo”. È curioso: proprio ieri i telegiornali hanno riportato l’intervento di Ariel Sharon all’ONU, in cui il primo ministro israeliano ha parlato chiaramente della giustezza di uno stato palestinese e della necessaria convivenza tra i due popoli. Sharon, per quanto mi consta, è sempre il falco di prima, ma almeno ha cominciato a fare politica, capendo che essa è cosa ben diversa dall’uso dei missili e dei carri armati. ViviTelese non è il parlamento europeo e tanto meno l'ONU.

Non è un intervento su ViviTelese a cambiare la storia.

Ribadisco, che ogni essere umano ha le proprie competenze, i propri ambiti di azione. Il cittadino, ViviTelese, possono solo esporre opinioni e non decidere del futuro dei popoli. Più informazione c'è, più punti di vista a confronto e meno guerre ci saranno. E' il mio modesto punto di vista.

n ultimo esempio: il saluto romano è un’espressione del pensiero, giusto? Tuttavia in Italia è vietato. Chi tende il braccio a salutare i camerati si rende colpevole di un reato penale, l’apologia del fascismo. Mica questo significa limitare le libertà fondamentali? Le leggi, i limiti, i paletti diventano necessari quando c'è qualcuno che "si allarga troppo". Fino a che l'esercizio della civile convivenza non danneggia alcuno, le regole non servono.
Ho osservato – e ti chiedo se sei d’accordo – che c’è stata un crescendo nella virulenza degli attacchi al popolo palestinese, consumatesi dalle pagine di ViviTelese. Fino ad un certo punto, eravamo ancora nell’alveo della famosa decenza, entro cui si confrontano – e magari si scontrano dialetticamente – posizioni differenti, senza problemi di sorta. Ora, lo ribadisco, non più. Non so quali decisioni adotterete. Sono consapevole che non è facile stabilire il limite tra libertà di espressione e indecenza. Ma ora questo compito spetta a voi. Appunto... una delle poche regole di ViviTelese dice che... non c'è limite all'invio di comunicati di questo o quel partito. Chi ha voglia e la forza di produrre pensieri, ha spazio su ViviTelese, con la sola limitazione di non essere ripetitivi.

La decisione del "quanto" non spetta nemmeno a noi membri dello staff perché già contemplata nel regolamento (nota qui sopra) che fino ad oggi ha portato al successo ViviTelese.

Spero soltanto che la vostra piazza virtuale continui ad essere il nobile luogo di discussione che è da sempre, lo “strumento” dove ci si confronta con garbo e sobrietà, lasciando da parte inutili e patetici livori. Lo è e lo sarà, puoi esserne certo fino a che il nostro sito non sarà regolato da logiche di "partito".

Se dovesse succedere anche qui, ViviTelese non avrebbe ragione di esistere.

 

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