Cari amici di
ViviTelese,
ho seguito con
molta attenzione la discussione sviluppatasi
sulla questione Israeliana e, data la
delicatezza del problema, non mi meraviglia come
ci siano analisi fortemente contrastanti e,
spesso, toni accesi. Non voglio entrare nel
merito dei messaggi precedenti. Cercherò di dire
la mia ma prima mi sembra giusto ricordare
alcuni momenti fondamentali della storia
PALESTINESE, intendendo con questo termine
un'area geografica e non un singolo Popolo. Solo
in questo modo, avendo dei dati sui cui nessuno,
credo, potrà dissentire, si capiranno meglio le
mie considerazioni.
Dopo la prima
guerra mondiale con il crollo dell'impero
Ottomano, tutta l'area mediorientale diventa un
protettorato della Francia, dell'Inghilterra e
Stati Uniti. In particolare la Palestina sarà
controllata dagli inglesi che nel 1921 con la
conferenza del Cairo, voluta da Churchill,
definiscono la nascita di alcuni Stati, come
l'attuale Iraq. L'unico territorio che resta un
protettorato inglese è la Palestina. Il problema
di quest'area è la presenza di molti ebrei che
spingono per la creazione di un loro stato. La
migrazione in quei territori era cominciata alla
fine del XIX secolo con i seguaci di Sion.
Questo punto è
fondamentale perchè ci dice essenzialmente che
la presenza degli ebrei in Palestina è dovuta ad
una migrazione per motivi religiosi. Migrazione
che avviene in un territorio a maggioranza araba
e, quindi, islamica. Eppure la situazione
Ebrei-Mussulmani si esaspera solo durante il
periodo seconda guerra mondiale quando la
migrazione diventa massiccia per quello che
avveniva in Europa. Non a caso l’Inghilterra
tenta di rallentare questo flusso proprio perché
consapevole di quelle che potevano essere le
conseguenze.
Nel 1948, con la
creazione dello Stato d’Israele si scatena la
prima guerra Arabo-Israeliana: da questo
momento ci saranno altri 4 conflitti, senza
contare le due Intifada e gli innumerevoli
attentati terroristici e le risposte “militari”
israeliane. In pratica lo Stato d’Israele,
nei suoi circa 60 anni di storia, ha sempre
vissuto in uno condizione di conflitto. Credo
che sia l’unico Stato in assetto da guerra da
oltre mezzo secolo. Il termine guerra non credo
sia esagerato, altrimenti avrei difficoltà a
capire le migliaia di morti da entrambe le
parti: due fronti che si combattono con una
violenza che solo l’odio reciproco può
giustificare. Non mi si dica che i missili o i
carri armati sono altra cosa rispetto ai
kamikaze: sono solo le due facce di una grande
tragedia umana a cui bisogna porre rimedio,
senza pensare che qualcuno possa essere più
“selvaggio” dell’altro.
Oggi, finalmente,
c’è un primo passo. Finalmente si è capito (dopo
quanti morti!!) che la pace può essere raggiunta
solo cedendo qualcosa all’altro. Mi auguro che
dopo la Striscia di Gaza, oltre ad altri
insediamenti, il Governo d’Israele convenga che
anche Gerusalemme Est debba essere ceduta ai
palestinesi (arabi). Ad ogni modo si tratta di
territori occupati durante i tanti anni di
guerra: Gaza era egiziana mentre Gerusalemme
giordana.
Solo in questo
modo si potranno creare le condizioni per un
processo di pace che, indubbiamente, sarà lento
vista la situazione generatasi-degeneratasi in
questi ultimi 60 anni.
Uno scrittore
israeliano, David Grossman, che ha aderito
all’accordo di Ginevra, non capiva “come fosse
possibile che un intero popolo fosse capace di
ammaestrare se stesso a vivere da conquistatore
senza che ciò gli amareggiasse tutta la vita”.
Io aggiungo: non
capisco come un popolo possa accettare di vivere
senza avere rapporti con il proprio vicino. E’
ovvio che considero Israele responsabile
fondamentale della situazione in Palestina. E
poiché lo considero il protagonista forte,
sia politicamente che economicamente, mi aspetto
che i primi passi arrivino da quella direzione,
come del resto sta accadendo. Anche perché cosa
potremmo chiedere ai Palestinesi Arabi? Non
hanno lo stesso diritto di avere un loro Stato
con capitale Gerusalemme? Credo sia difficile
giustificare una risposta negativa.
Pertanto cercherei
di non giudicare tutto soltanto dalle prime
reazioni alla liberazione di Gaza (distruzione
delle serra o, peggio ancora, delle Sinagoghe):
sarebbe come indicare la luna e guardare il
dito. |