L'eolico nel Sannio più che una fonte energetica
pulita e rinnovabile, è divenuta una barzelletta
al saldo della "poltica" e dei politicanti
proliferi di parole ad aria compressa.
di Rosario Lavorgna
L'eolico nel Sannio più che una fonte energetica
pulita e rinnovabile, è divenuta una barzelletta
al saldo della "poltica" e dei politicanti
proliferi di parole ad aria compressa.
Si usa ed abusa, oramai, dell'argomento per
riempirsi la bocca di discorsi discordanti, a
volte persino contraddittori all'interno del
medesimo schieramento politico.
E sono proprio loro, i politici, a non
accordarsi su di una versione unitaria da
rendere all'opinione pubblica. Infatti se per
taluni l'eolico rappresenta il mostro selvaggio
deturpa ambiente ed inquinante, che apporta
benefici ridicoli se non azzerati alla
collettività, per taluni altri questa fonte
energetica rappresenta non solo lo status symbol
di una politica da maggioranza di governo
nazionale, ma soprattutto un grande business in
senso strettamente economico.
In questo marasma di dichiarazioni dissonanti
ciò che sfugge al cittadino medio è se l'eolico
sia un bene o un male. A questa semplicissima
domanda sarà un po' difficile concedere una
risposta che appaghi gli uni e gli altri.
Si rammenta, così tanto per pura cronaca
mitologica, come anche in favore di chi avesse
perso i lumi, che l'eolico deriva dall'antica
divinità greca Eolo, Dio dei venti, per cui si
suppone che codesto tipo di energia sia
sviluppata dalla forza del vento.
Con questo assodato presupposto sarebbe una
idiozia andare ad istallare le famigerate pale o
torri, come dir si voglia, lì dove il vento non
soffia. Se poi il vento spira forte e robusto
solo in alta montagna, lì dove l'ambiente è
incontaminato e la suggestione del paesaggio
ricorda le tele di Renoir, mica è colpa
dell'uomo e della sua volontà di individuare
energie alternative.
Se poi proprio l'eolico deturpa l'ambiente
dovunque esso venga istallato, a prescindere
dall'aggettivo selvaggio di natura squisitamente
politica, allora sarà il caso che continuiamo ad
esistere a petrolio, che pure inquina, ma almeno
lascia inalterato il meccanismo dei ricchi e dei
poveri, il quale appare essere l'unica unità di
misura e di peso specifico degli uomini. Magari,
forse, con un prossimo governo, più vicino alle
resistenze ambientaliste ed ai politici
salvanatura part time, tanta resistenza
sull'energia alternativa cadrà, e si potrà
valutare più serenamente, e senza troppi tira e
molla, se il gioco valga o meno la candela.
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