La promozione sociale, uno
scoglio sul quale prima o poi si arenano tutte
le buone intenzioni
La promozione sociale è uno scoglio sul quale
prima o poi si arenano tutte le buone
intenzioni, anche quelle sostanziate dalla
credibilità di un luogo magico e suggestivo e
dal lavoro di tanti che, pur nell'isolamento
dovuto alla mancata considerazione
istituzionale, continuano a contribuire, per le
loro competenze, alla divulgazione di realtà
tanto prestigiose, quanto virtuali.
In un discorso di questo tipo, orientato a
capire i meccanismi che legano la politica alla
promozione sociale, l'appartenenza ideologica
alla valorizzazione dei singoli e delle loro
azioni mirate alla divulgazione di eventi e
circostanze, ci imbattiamo in realtà che
sconcertano.
Un esempio tra tutti, (mi auguro, per motivi di
campanile, che in Italia ce ne siano altri) è
l'area geografica dell'alto Sannio dove sorgono
due cittadine Cerreto Sannita e San Lorenzello.
Oltre alla grande tradizione ceramica che
accomuna i due paesi, vi è anche il comune
denominatore di essere le quasi sole realtà
comunali ad essere oggetto, spesso e volentieri,
delle molto poche note "Città della Domenica",
una rubrica edita nelle pagine campane del
quotidiano La Repubblica.
Poniamo l'accento su 'una rubrica edita nelle
pagine campane…', per far capire ai non pochi
sprovveduti che se il blasonato quotidiano
nazionale lo andassero a comprare a Campobasso,
o a Candela, ad esempio, non avrebbero modo di
trovarci la rubrica, il cui servizio viene
effettuato direttamente dalla redazione di
Napoli, e quindi regionale, della testata
giornalistica diretta da Ezio Mauro. E' ovvio
che non stiamo adesso qui a contare in quanti in
Campania comprano la Repubblica, perché il dato
statistico che potrebbe scaturirne, forse,
contribuirebbe a perorare il nostro discorso a
scapito del festoso sbandieramento di migliaia
di volantini bianchi e rossi sui quali si
pubblicizza il grande servizio giornalistico
reso alla collettività da una redazione
decentrata di un quotidiano nazionale, sui cui
compensi non ci esprimiamo. Lo stesso lavoro, ma
molto più particolareggiato e corredato da
immagini e commenti lo fanno anche altri,
peccato però che questi altri, che noi
chiameremo gli Untori, se da una parte del
Titerno sono affetti da lebbra, dall'altra parte
hanno la pesete bubbonica.
Alla faccia della promozione; meno male che
all'inizio di quest'analisi abbiamo provveduto
ad indicare una virtualità, così forse adesso
sarà più chiaro il discorso promozione e
valorizzazione locale. Mettendo da parte gli
altri, tutte quelle persone che, a vario titolo
ed a varie competenze, sono in grado di
alimentare il motore promozione diecimila volte
meglio di due paginette regionali, non si va da
nessuna parte, si resta isolati e schematizzati
sui soliti ostracismi e le medesime ipocrisie.
E' questa la virtualità di cui parlavamo prima,
la quale non potrà mai tridimensionarsi proprio
perché figlia di questa mentalità ostruzionista
che in ogni singola parola o respiro deve
intravedere un tornaconto.
Avete visto come la promozione sociale diviene
uno scoglio sul quale prima o poi si arenano
tutte le buone intenzioni? Sarà mica colpa della
politica?.
Ebbene si, qui da noi, nell'alto Sannio, non
esistono più i belli e i brutti, i bravi ed i
cattivi, gli imbroglioni e gli onesti, gli
intelligenti ed i fessi, esistono solo gli
onorevoli ed i capricciosi.
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