25 novembre 2005
La promozione sociale, un grande scoglio
Rosario Lavorgna

 

 

La promozione sociale, uno scoglio sul quale prima o poi si arenano tutte le buone intenzioni

La promozione sociale è uno scoglio sul quale prima o poi si arenano tutte le buone intenzioni, anche quelle sostanziate dalla credibilità di un luogo magico e suggestivo e dal lavoro di tanti che, pur nell'isolamento dovuto alla mancata considerazione istituzionale, continuano a contribuire, per le loro competenze, alla divulgazione di realtà tanto prestigiose, quanto virtuali.
In un discorso di questo tipo, orientato a capire i meccanismi che legano la politica alla promozione sociale, l'appartenenza ideologica alla valorizzazione dei singoli e delle loro azioni mirate alla divulgazione di eventi e circostanze, ci imbattiamo in realtà che sconcertano.


Un esempio tra tutti, (mi auguro, per motivi di campanile, che in Italia ce ne siano altri) è l'area geografica dell'alto Sannio dove sorgono due cittadine Cerreto Sannita e San Lorenzello. Oltre alla grande tradizione ceramica che accomuna i due paesi, vi è anche il comune denominatore di essere le quasi sole realtà comunali ad essere oggetto, spesso e volentieri, delle molto poche note "Città della Domenica", una rubrica edita nelle pagine campane del quotidiano La Repubblica.


Poniamo l'accento su 'una rubrica edita nelle pagine campane…', per far capire ai non pochi sprovveduti che se il blasonato quotidiano nazionale lo andassero a comprare a Campobasso, o a Candela, ad esempio, non avrebbero modo di trovarci la rubrica, il cui servizio viene effettuato direttamente dalla redazione di Napoli, e quindi regionale, della testata giornalistica diretta da Ezio Mauro. E' ovvio che non stiamo adesso qui a contare in quanti in Campania comprano la Repubblica, perché il dato statistico che potrebbe scaturirne, forse, contribuirebbe a perorare il nostro discorso a scapito del festoso sbandieramento di migliaia di volantini bianchi e rossi sui quali si pubblicizza il grande servizio giornalistico reso alla collettività da una redazione decentrata di un quotidiano nazionale, sui cui compensi non ci esprimiamo. Lo stesso lavoro, ma molto più particolareggiato e corredato da immagini e commenti lo fanno anche altri, peccato però che questi altri, che noi chiameremo gli Untori, se da una parte del Titerno sono affetti da lebbra, dall'altra parte hanno la pesete bubbonica.


Alla faccia della promozione; meno male che all'inizio di quest'analisi abbiamo provveduto ad indicare una virtualità, così forse adesso sarà più chiaro il discorso promozione e valorizzazione locale. Mettendo da parte gli altri, tutte quelle persone che, a vario titolo ed a varie competenze, sono in grado di alimentare il motore promozione diecimila volte meglio di due paginette regionali, non si va da nessuna parte, si resta isolati e schematizzati sui soliti ostracismi e le medesime ipocrisie. E' questa la virtualità di cui parlavamo prima, la quale non potrà mai tridimensionarsi proprio perché figlia di questa mentalità ostruzionista che in ogni singola parola o respiro deve intravedere un tornaconto.


Avete visto come la promozione sociale diviene uno scoglio sul quale prima o poi si arenano tutte le buone intenzioni? Sarà mica colpa della politica?.
Ebbene si, qui da noi, nell'alto Sannio, non esistono più i belli e i brutti, i bravi ed i cattivi, gli imbroglioni e gli onesti, gli intelligenti ed i fessi, esistono solo gli onorevoli ed i capricciosi.

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