"Il Terremoto infinito":
25 anni dopo il quotidiano partenopeo 'Il
Mattino' dedica uno speciale di quattro pagine
al sisma del 1980 in Irpinia e Basilicata
commettendo una madornale dimenticanza:
Cervinara e la sua baraccopoli.
Lo scorso 22 novembre il quotidiano partenopeo
'Il Mattino' ha dedicato uno speciale di ben
quattro pagine al sisma del 1980 in Irpinia e
Basilicata che provocò la morte di migliaia di
persone, oltre alla distruzione di interi paesi.
Un classico dell'editoria quello di tornare
sugli eventi che hanno caratterizzato il secolo
scorso che, tra guerre e cataclismi, hanno
condotto l'uomo nella forzata modernità del
terzo millennio.
Un gesto nobile, anche in considerazione del
fatto che il noto Quotidiano è stata l'unica
testata giornalistica a ripercorrere quei
terrificanti momenti che dal 23 novembre del
1980, hanno riaperto, noi malgrado, la grande
questione meridionale, di fatto mai archiviata.
Una madornale dimenticanza però, ha macchiato
l'illustre intento, un'imperdonabile vuoto di
memoria, anche alle luce degli ultimi
sviluppi: la vergognosa questione della
baraccopoli di Cervinara. In questi ultimi mesi
quella che oramai è considerata una vergogna
nazionale è stata riportata a galla grazie ai
media nazionali, a Striscia la Notizia, e a
tante altre testate giornalistiche cartacee o on
line che si sono recate sul posto per valutare
il disastro umano e sociale provocato dai
dimenticati del 1980, da quelle persone ai
margini della società, lasciate a sopravvivere
per generazioni in gelide stamberghe abitate da
topi ed usurate dal tempo.
E' questa, allora, la vera ingiustizia
editoriale: non aver parlato, e nemmeno
accennato, a quelle tante famiglie che il
terremoto lo portano nel cuore, ci convivono da
25 anni dovendo subire l'onta di una vita da
sfollati, peggio degli zingari, a quattro passi
da quelle case di edilizia popolare terminate da
tempo, ma mai consegnate ai nuovi inquilini.
Il terremoto è anche questo: non si perde la
vita solo sotto le macerie di un crollo, ma si
può perdere la speranza di continuare ad essere
considerati esseri umani.
Ma il noto Quotidiano non ha voluto, o non ha
potuto analizzare anche il caso di Cervinara;
troppo intricato il discorso, e troppo
improbabile l'esito. A volte, allora, è meglio
parlare dei morti, almeno loro son passati a
miglior vita.
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