28 novembre 2005
Una vergogna inaudita
Rosario Lavorgna

 

 

Una vergogna inaudita. Un ampio articolo analisi fatto passare per cronaca spicciola e critica di bassa lega. Se l'etica professionale l'avete dimenticata ce la rinfreschiamo insieme in tribunale.


Non avevo mai letto il Quotidiano di Caserta, ma ne conoscevo il nome fin dalla sua fondazione, e francamente mi è dispiaciuto leggerlo proprio il 26 novembre a quella pagina 12. Mi era stato anticipato da un collega che telefoniocamente mi ha informato che la testata giornalistica casertana mi aveva dedicato uno spazio per quella mia analisi sulla "Promozione sociale...". Vivendo in provincia di Benevento, mi son dovuto spostare in quella di Caserta per avere una copia del giornale.


Poi il gelo, non avrei voluto credere ai miei occhi. Non avevo mai inviato nulla al quotidiano in questione, e non riuscivo a capire come era stato possibile compiere quell'infamia nei miei confronti, senza che io abbia nemmeno dato il consenso ad una eventuale pubblicazione sulla carta stampata.

 


Innanzitutto sono sconcertato, sinceramente non mi sarei mai aspettato dagli amici del Quotidiano di Caserta un trattamento di questo tipo.
E' ovvio che sono stati altri i motivi che hanno condotto la redazione a pubblicare un box a mia firma senza nemmeno chiedermene l'autorizzazione, o la classica telefonata come è d'uso tra amici.


Ma a prescindere da questa mancanza di sensibilità, oltre che di professionalità, e mi rammarica dirlo poiché raramente mi esprimo nei confronti di colleghi, esiste il dato eclatante che poi rappresenta il reato editoriale in se per se: la pubblicazione di un articolo analisi su due realtà dell'alto Sannio, fatto passare come una notizia di cronaca inserita in un'area editoriale del casertano che nulla a che vedere con la provincia di Benevento, e per giunta puntando i riflettori della critica sulla sola San Lorenzello, paese che amo e nel quale risiedo". "Sono onestamente senza parole per una azione di vilipendio della mia immagine tanto stupida quanto gratuita. Suppongo, o almeno mi auguro, che il direttore responsabile della testata non si sia accorto, prima di dare il placet per l'invio del giornale alla rotativa, di questo maldestro esempio di etica professionale calpestata da interessi che francamente non conosco. L'accaduto può anche, ovviamente, essere letto in altra chiave, per cui ciò che nell'articolo veniva dopo la stroncatura dava fastidio a qualcuno, ecco spiegata la pubblicazione della sola prolusione, o cappello, come dir si voglia.


Un fatto è certo né il titolo, né il testo corrisponde a ciò che avevo intenzione di sottolineare, in quanto, pubblicare di un articolo solo il prologo e titolarlo in modo tale che sia camuffata l'intenzione originaria, senza che nemmeno l'autore lo sappia, questo penso sia materia ghiotta per la magistratura. Infatti è mia ferma intenzione, nei prossimi giorni, recarmi dal mio legale ed avviare la procedura di denuncia del caso alla magistratura. E, visto che la questione coinvolge una testata giornalistica ed un giornalista, ovviamente invierò un esposto denuncia all'Ordine dei Giornalisti della Campania ed in copia alla consulta deontologica dell'Ordine Nazionale di categoria".


Rosario Lavorgna
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