Campagna di stampa contro i palestinesi Nuovi
razzismi
Piero Sansonetti I giornali italiani, quasi
tutti, sono impegnati in una campagna politica
molto seria contro i palestinesi. Il Corriere
della Sera, la Stampa, l'Unità, Libero, il
Giornale. E' una campagna studiata bene e
costruita in gran parte su notizie manipolate,
corrette, mutilate, rovesciate. Ieri sulle prime
pagine di ciascuno di questi quotidiani, in
bella vista, campeggiava un titolo indignato
contro la ferocia antisemita delle "folle" arabe
che avevano dato fuoco alle sinagoghe. Si
evocavano scenari di stragi e di terrorismo, si
giungeva persino - lo ha fatto l'Unità - a
paragonare gli abitanti di Gaza ai nazisti di
Hitler.
Se
avete la pazienza di leggerli, trascriviamo
alcuni dei titoli di questi cinque giornali e
poi vi mostriamo come gli stessi episodi sono
stati raccontati dal New York Times, giornale
che, probabilmente lo sapete, nessuno al mondo
mai ha potuto accusare di essere contro Israele
o addirittura - peccato ancor maggiore - di
essere amico dei palestinesi.
Il
Giornale: "Festa a Gaza: al rogo le sinagoghe".
Libero: "I palestinesi festeggiano: a fuoco le
sinagoghe".
Il
Corriere: "Festa e violenza a Gaza, sinagoghe
bruciate".
L'Unità: "Gaza torna ai palestinesi, la folla dà
fuoco alle sinagoghe abbandonate".
La
Stampa: "Gaza, assalto alle sinagoghe".
Questi titoli (tranne quello di Libero) sono
tutti in prima pagina, in una posizione
centrale, a molte colonne e caratteri molto
grandi. Poi ci sono i titoli interni. Alcuni
raccapriccianti. Per esempio questo (la Stampa):
"Le folle palestinesi irrompono a Gaza: bruciate
le sinagoghe". Cosa vuol dire "le folli
palestinesi irrompono a Gaza"? Evidentemente il
titolista della Stampa non sa che Gaza è in
Palestina e i suoi abitanti sono palestinesi.
Dire che i palestinesi irrompono a Gaza è come
dire: "Folla di romani irrompe a Roma"; oppure:
"Folla di giornalisti della Stampa irrompe alla
Stampa... "
Il
New York Times - giornale sempre attentissimo al
medioriente - tratta la vicenda di Gaza con
minore enfasi. Un titolo piccolo in fondo alla
prima pagina, che dice: "Gli abitanti di Gaza
vengono alla luce e setacciano gli ex
insediamenti israeliani". Nessun riferimento a
Sinagoghe, fuoco, orde (termine usato dal
Giornale in un sottotitolo), folle,
devastazioni, irruzioni, nazisti. Il titolo dice
solo che dopo anni nei quali era loro proibito
avvicinarsi a certi luoghi di Gaza ora i
palestinesi circolano liberamente, si mostrano,
"setacciano" tra i resti dell'occupazione. La
foto pubblicata dal New York Times non è di una
Sinagoga bruciata ma di un edificio abbattuto
dagli israeliani prima del ritiro.
Poi nell'articolo, molto dettagliato (per
l'esattezza, nell'ultima parte dell'articolo) il
giornale americano riferisce anche degli incendi
davanti a due sinagoghe (su 19) e spiega bene
come sono andate le cose: "Israele aveva raso al
suolo tutti gli altri edifici nei "settelementes"
(le colonie occupate) e in accordo con
l'autorità palestinese avrebbe dovuto radere al
suolo anche le sinagoghe, ma all'ultimo minuto
ha scelto di non distruggere le sinagoghe perché
un certo numero di conservatori israeliani aveva
osservato che sarebbe stato sbagliato per degli
ebrei distruggere le sinagoghe. E così sono
state lasciate in piedi ed esposte ai
vandalismi".
Il
New York Times racconta che davanti a due di
esse sono stati appiccati degli incendi, mentre
altre erano circondate dalla milizia palestinese
che ha impedito a gruppi di "combattenti armati"
di avvicinarsi. Le Sinagoghe saranno abbattute
nei prossimi giorni, secondo l'accordo raggiunto
tra israeliani e palestinesi, così come sono
stati distrutti (dagli israeliani) tutti gli
altri edifici costruiti dai coloni per dar via
alla ricostruzione di Gaza.
Vi
sembra appropriato, di fronte a questi fatti,
parlare di terrorismo, o addirittura - con
raccapricciante vena polemica - paragonare gli
incidenti di lunedì alle infamie naziste e agli
anni atroci dell'olocausto? Naturalmente non lo
è. E sarebbe da ciechi non osservare che il
nostro è l'unico paese dell'Occidente con un
fronte di stampa molto ampio e compattamente
schierato su posizioni antipalestinesi, così
faziose, così preconcette, così feroci (basta
leggere l'editoriale di Piero Ostellino
dell'altro ieri, del quale hanno parlato con
grande lucidità ieri Luisa Morgantini sul nostro
giornale e Sandro Viola su Repubblica) da far
temere il crearsi, in Italia, di una vera e
propria area "razzista".
P.
S. Se l'autorità e il popolo palestinese
avessero deciso unilateralmente, a prescindere
dagli accordi con gli occupanti israeliani, di
lasciare in piedi una o due sinagoghe - simbolo
di una religione che è rispettabile come tutte
le altre religioni e che non può essere
identificata con l'esercito invasore o con il
suo governo - avrebbero dato una prova di
tolleranza e di ampiezza di vedute
straordinaria. La maggioranza degli italiani,
però, non lo avrebbero forse mai saputo, perché
non credo che i nostri giornali lo avrebbero
annunciato con rilievo.
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