Purtroppo vedo che è l'unico!!
Neanche l'Oggetto, certamente provocatorio,
è in grado di scatenare la partecipazione.
Io non sono un nostalgico del mondo di una
volta, un mondo ante anni '60 che ben
ricordo anche se ero piccolo. Certamente era
un mondo anche di solidarietà dove i
contadini " si prestavano l'opera ", le
stagioni erano scandite dalle feste dei
raccolti e non era ancora stata inventata la
TV con i Pippo Baudo, le Raffaelle Carrà, le
isole dei famosi etc etc. etc.
Mi son sempre chiesto però se la solidarietà
sia una virtù o una necessità sociale perchè
nel primo caso sarebbe indipendente dallo
status economico o ambientale di un
territorio.
Concordo però che è il modello di vita "
cittadina " con tutto quello che ne consegue
in termini di non felicità ( se esiste e non
per tutti ), che ha rotto un equilibrio
psico-sociale che forse durava da secoli.
E' un modello che emargina i più deboli ma
ricordiamoci, però che anche prima c'era
sempre " lo scemo del villaggio, " " il
diverso", l'alcolista, quello sul quale
tutti si divertivano.
Ed è qui il tema, perchè Telese si
qualifica, rispetto al circondario, proprio
perchè offre " tanto ", perchè è un
crocevia per gli abitanti della vallata e
perchè spesso è presa a riferimento " per la
qualità della vita " ( cinema, bar
spettacoli, le Terme, struscio a viale
Minieri etc ).
Per questo molti si " inurbano " a Telese
lasciando spesso contesti socio culturali,
ambientali e di integrazione secolari.
Ma quando è nata Telese? Quale è il contesto
orignario? Quale storia riportano le sue
costruzioni? Quante piante sono state messe
a dimora nel proprio giardino dai privati?
Quanti metri cubi di cemento sono stati
gettati nelle campagne per dividere i
poderi? Quanti metri quadri degli spazi
perimetrali delle abitazioni non sono stati
cementificati? Quale è la sua cultura
storica ?
E ancora quante strade degne di tale nome,
quanti parcheggi, quanti marciapiedi, quanti
spazi e piazze di aggregazione, quanto verde
pubblico, quanti spazi per i bambini; in
altri termini quale contesto urbanistico?
Per dovere di verità, riguardo agli "
ecomostri " ricordo solo che uno dei più
famosi architetti dello scorso secolo si
rifiutava di definire il Corviale di Roma
inidoneo alla vita civile e non senza
provocazione definiva come inidonei i suoi
abitanti.
"Se dovessimo costruire solo villette con
giardino si porrebbe seriamente il problema
di dove piantare l'insalata!"
Il vero problema è però nell'equilibrio tra
sviluppo orizzontale e verticale!
Un altro tema trattato è certamente quello
delle costruzioni ecocompatibili ed a
risparmio energetico. Purtroppo la
tecnologia non è ancora matura ed i costi,
per esempio del fotovoltaico, non sono
convenienti in quanto necessitano di un
periodo di ammortamento superiore ai 10 anni
e non consentono una forza motrice come
quella della presa di corrente " normale ".
Ci sono però provvedimenti più semplici e di
buon senso come quello di evitare gli
sprechi!!
Un esempio? Perchè illuminarci con la 220 V
( a parte i problemi dello spreco di
sovrapproduzione notturna ) quando poi
mettiamo in casa i faretti da 12 ? Un'altro?
Facciamo solo un giro in macchina a viale
Minieri, invece dei 5-6 consueti, così
inquiniamo di meno e lasciamo un po' più di
petrolio ai nostri fugli.
Infine il terrore del freddo. E' la nuova
moda telesina! Le nuove abitazioni hanno una
coibentazione " alpina ".
E' veramente freddo o è solamente umido?
Una cosa certamente molto importante è il
rispetto delle distanze tra le costruzioni.
E' solo speculazione o è mancanza del
rispetto dei diritti altrui?
In altri termini quale è la cultura del
diritto, del rispetto per gli altri e per
le future generazioni? E' se questo secondo
aspetto fosse vero, quanto tempo
mancherebbe al completo controllo del
territorio da parte della malavita
organizzata?
Per questo ripropongo lo stesso finale di
lettera.
E' un problema di cultura .., e siccome
voglio essere ottimista
" Dove finirà Telese? "
Un caro saluto a Del Deo ed agli amici di
ViviTelese
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