CAMERINO (Macerata) - E' dal 9 maggio che il
giudice di Camerino Luigi Tosti si rifiuta di
tenere le udienze: e questo perché il Ministero
di Giustizia omette di rimuovere i simboli
religiosi dalle aule, oppure di autorizzarlo ad
esporre i suoi. Ora, a distanza di quasi cinque
mesi, il magistrato ha inoltrato una lettera al
Ministro Castelli e alla Corte dei Conti con la
quale, dopo aver affermato che "i Cittadini
italiani hanno il diritto, nella loro qualità di
contribuenti, di non veder sperperato il proprio
danaro", ha poi invitato "l'Amministrazione
della Giustizia ad essere coerente con sé
stessa, e cioè o a rimuoverlo dalla Magistratura
(visto che l'Amministrazione ritiene di essere
nel giusto) o a sospendere il pagamento degli
stipendi".
"Ritengo immorale la percezione degli stipendi
-ha concluso il magistrato- sicché invito
l'Amministrazione a sospenderne l'erogazione,
quantomeno sino alla definizione del contenzioso
perché, in caso contrario, sarò costretto a
restituirli".
Con altra lettera, spedita lo stesso giorno,
Luigi Tosti ha invitato il Presidente della
Repubblica ad inviargli cinque copie del suo
ritratto, da esporre nelle aule:
"paradossalmente -ha spiegato il magistrato-
nelle aule giudiziarie italiane è presente il
crocifisso, cioè un simbolo partigiano che
identifica solo i cattolici, mentre sono assenti
i simboli che identificano l'unità nazionale".
"E' mia intenzione -preannuncia il magistrato-
chiedere poi al Ministro di Giustizia, al
Presidente della Repubblica ed al Sommo
Pontefice l'autorizzazione a sostituire i
crocifissi con i ritratti del Presidente della
Repubblica, per fornire agli Italiani il
riscontro oggettivo di quanto sia realmente
"laica", indipendente e rispettosa dei diritti
di eguaglianza la Repubblica Italiana. La
discriminazione religiosa e razziale nasce
quando un gruppo pretende di essere superiore
agli altri e di meritare, per ciò stesso, dei
privilegi. In epoche recenti l'uomo bianco di
superiore razza ariana ha preteso di
privilegiare la sua supposta superiorità
impedendo ai neri ed agli ebrei di entrare nei
locali pubblici. Oggi in Italia la situazione
non è affatto diversa: i Cattolici marcano le
pareti pubbliche col loro crocifisso e
impediscono ai simboli di tutte le altre
confessioni religiose e dei non credenti di
entrare negli uffici pubblici, e questo perché
ritengono, con una presunzione che trasmoda nel
razzismo, di essere i soli depositari della
Verità".
Luigi Tosti, Via Bastioni Orientali n. 38, 47900
Rimini, Tel. 0541-789323, cell.: 338-4130312. E.mail:
luigit1@aliceposta.it
All'On.le Ministro di Giustizia
Ing. Roberto Castelli
R O M A
Alla Corte dei Conti
R O M A
Alla Cassa di Risparmio di Bologna
Agenzia di Rimini
R I M I N I
Io sottoscritto Luigi Tosti, nato a
Cingoli (MC) il 3.8.1948, residente a
Rimini, Viale Bastioni Orientali n. 38,
magistrato ordinario in servizio presso
il Tribunale di Camerino, ho iniziato,
dallo scorso 9 maggio, a rifiutarmi di
tenere le udienze perché l'Ammnistrazione
Giudiziaria si rifiuta di rimuovere i
simboli religiosi di parte dalle aule
giudiziarie -e comunque non mi autorizza
ad esporre i miei simboli- così violando
il principio supremo di laicità ed altri
diritti soggettivi assoluti di rango
costituzionale. Questa mia reazione è
stata tra l'altro giustificata col
richiamo di sentenze della Corte
Costituzionale e della Corte di
Cassazione penale (1.3.2000 n. 439,
Montagnana).
Sino ad oggi sono stato comunque
impegnato nell'attività lavorativa, se
non altro a causa del notevole arretrato
che si era accumulato: questa
situazione, tuttavia, è destinata ad
esaurirsi a breve.
Dal momento che ritengo che i Cittadini
italiani abbiano il diritto, nella loro
qualità di contribuenti, di non veder
sperperato il proprio danaro, invito
l'Amministrazione della Giustizia ad
essere coerente con sé stessa, e cioè o
a rimuovermi dalla Magistratura (visto
che l'Amministrazione ritiene di essere
nel giusto) o a sopendere il pagamento
degli stipendi.
Ritenendo immorale la percezione degli
stipendi, invito comunque
l'Amministrazione a sospenderne
l'erogazione, quantomeno sino alla
definizione del contenzioso perché, in
caso contrario, sarei costretto a
restituirli.
Invito pertanto l'Istituto di Credito
CARISBO a rifiutare l'accreditamento sul
mio c.c. n. (...) degli stipendi.
Cordiali saluti.
Camerino, li 27 settembre 2005.
Luigi Tosti |
All'Onorevole
Presidente della Repubblica
Carlo Azelio Ciampi
R O M A
Gentile Presidente,
mi chiamo Luigi Tosti e sono magistrato
ordinario in servizio presso il
Tribunale di Camerino. In questa mia
qualifica ho chiesto, senza ottenerlo,
all'Amministrazione Giudiziaria di
rimuovere dalle aule qualsiasi simbolo
religioso in osservanza del supremo
principio di laicità dello Stato,
affermato sia da costanti sentenze della
Corte Costituzionale che da specifiche
sentenze della Cassazione (in
particolare: Cass. Penale, IV Sez.,
1.3.2000 n. 439).
Ritengo in effetti che l'esposizione di
un unico simbolo religioso, nei locali
deputati all'esercizio di pubbliche
funzioni, sia incompatibile con
l'obbligo dello Stato di essere
neutrale, imparziale ed equidistante nei
confronti delle altre religioni e dei
cittadini che credono in religioni
diverse o non credono in nessuna e che,
per altro verso, l'uso dei simboli
religiosi come "marcatori" del
territorio (pubblico) svilisca il loro
valore spirituale, tant'è che la
religione ebraica, quella islamica e
tutte le confessioni cristiane diverse
da quella cattolica ripudiano siffatta
forma di ostensione.
Nell'esercizio delle mie funzioni io mi
identifico nel popolo italiano e nei
simboli che identificano l'unità
nazionale, e cioè nella bandiera
tricolore e nel ritratto del Presidente
della Repubblica: paradossalmente
nessuno di essi è presente nelle aule
giudiziarie.
Le sarei pertanto grato se Lei volesse
inviarmi cinque copie del Suo ritratto,
da appendere nelle aule.
Questo Suo gesto potrebbe contribuire in
modo autorevole a dirimere tensioni e ad
indurre al ragionamento.
La saluto cordialmente.
Camerino, li 27 settembre 2005.
Luigi Tosti
Tribunale di Camerino
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