18 luglio 2005
Alloggi IACP, aggressione in via Vomero
Insieme per Telese

 

 A fondo pagina articolo de Il Mattino del 18 luglio 2005


 

 

Insieme per Telese

COMUNICATO STAMPA

 

L’aggressione di via Vomero è un atto premeditato e annunciato. Il sindaco e la maggioranza non hanno capito ciò che si stava preparando da sempre, non hanno fatto nulla per impedirlo né si sono spesi per assistere le due famiglie vittime. Chiediamo al sindaco provvedimenti responsabili: un consiglio comunale straordinario, aperto, urgente e la richiesta di convocazione del comitato per l’ordine e la sicurezza.

 

Nel corso dell’ultimo anno, molte volte il sindaco Capasso era stato investito delle preoccupazioni di due famiglie residenti negli alloggi IACP di via Vomero. Quelle famiglie temevano di essere aggredite, prima o poi, dai coinquilini, i quali avevano deciso di scacciarle per “impossessarsi” dell’intero stabile. I  restanti dieci appartamenti, infatti, sono appannaggio di un unico gruppo di persone, a vario titolo imparentate tra di loro.

 

Le due famiglie chiedevano al sindaco di adoperarsi per trasferirle in altra sede, lontano da quelle tensioni che stavano facendosi sempre più pericolose e ingestibili.

 

L’escalation di minacce, ritorsioni e violenze verbali ha avuto un’accelerazione nella giornata di giovedì 14 luglio, allorquando alcune donne del gruppo hanno aggredito in casa una ragazza, percuotendola insieme alla madre. Avvertito della situazione, il sindaco non ne ha percepito tutta la gravità.

 

Di fronte alla clamorosa inazione, la famiglia aggredita ha deciso di preparare i bagagli e trovare una sistemazione di fortuna in un paese limitrofo. Non le hanno dato il tempo di traslocare.

 

Dopo aver incontrato una delle famiglie sabato mattina, per concordare delle iniziative che sollecitassero le istituzioni ad intervenire, alle 15 dello stesso giorno il nostro capogruppo, Gianni Liverini, ha ricevuto una drammatica telefonata da parte dell’altra famiglia, oramai alla disperazione.

Alle 18 è stato convocato il coordinamento politico di “Insieme per Telese”, che ha ascoltato le due famiglie e deciso con loro i passi da fare. Quelle persone erano esasperate, e avevano chiesto all’opposizione consiliare di intervenire dopo aver constatato l’inutilità delle sollecitazioni avanzate al sindaco e l’inefficace azione dello stesso.

Al termine dell’incontro, intorno alle 19.30, il capogruppo Liverini ha chiamato il sindaco per chiedergli una riunione urgente, allo scopo di porre in essere delle iniziative immediate a tutela dell’incolumità delle due famiglie. Ma il sindaco stava recandosi fuori Telese, e preannunciava che anche nella giornata di domenica sarebbe stato fuori. Se ne sarebbe parlato domenica sera – forse – o più probabilmente lunedì…

 

Era nostro intendimento proporre al sindaco di adoperarsi per trovare immediatamente un alloggio temporaneo alle due famiglie in pericolo, sostenerlo nell’interessare le autorità e gli enti competenti (non solo il comune, ma anche la prefettura, le forze dell’ordine, l’IACP), di pensare alla possibilità di uno scambio di alloggi con due nuclei del gruppo a cui appartengono gli aggressori, e che attualmente risiedono in altri plessi di edilizia popolare. Ma non ne abbiamo avuto modo.

 

Questo fatto, gravissimo in sé, rientra in un quadro più articolato, fatto di violenza e di intimidazioni diffuse, di episodi di cosiddetta microcriminalità che si registrano sempre più frequentemente. Anche su questo, un anno fa il nostro gruppo aveva aperto la discussione in consiglio comunale e sugli organi di stampa. Ma anche allora, il sindaco e la maggioranza minimizzarono. Anzi, l’assessore D’Occhio ci disse esplicitamente che le nostre erano «cavolate».

 

Ora apprendiamo dai giornali che il sindaco Capasso si appresta a chiedere la convocazione del comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica. Probabilmente era necessario che si verificasse un fatto tanto grave perché, finalmente, capisse ciò che a noi era apparso chiaro dal principio. Sappia, il sindaco, che è solo per mera coincidenza che non ci siano state conseguenze ancora peggiori: l’accoltellamento, le bastonate alla testa, l’aggressione a persone anziane e a ragazzine poteva davvero essere tragica.

 

Contrariamente a ciò che abbiamo letto sui giornali, le vittime, che abbiamo raggiunto in ospedale, ci hanno raccontato che non si è trattato di una «lite tra vicini», ma di un atto premeditato e studiato, dì un vero e proprio agguato che poteva tradursi in un linciaggio. In quella zona isolata di via Vomero, infatti, soltanto l’intervento di altri esponenti dello stesso gruppo cui appartengono gli aggressori ha evitato la tragedia.

 

La seconda famiglia, terrorizzata, non solo non ha ricevuto una visita né una telefonata di conforto dal sindaco o da altri della maggioranza, ma non ha nemmeno ricevuto sostegno concreto per evitare che passassero la notte sul luogo del misfatto, in cui per mera fortuna non si erano trovati al momento dell’aggressione. Abbiamo ritenuto nostro dovere di trovare una sistemazione per la notte a questa famiglia. Chiediamo e speriamo che il sindaco si renda conto che questo dovere è innanzitutto compito suo e che provveda urgentemente alla risoluzione di un problema che non si chiude con l’aggressione.

 

Non vogliamo pensare che la disattenzione sia dovuta alla considerazione di cui gode il gruppo degli aggressori, notoriamente tra i “grandi elettori” dell’amministrazione comunale. Sta di fatto che sul sindaco ricade una duplice responsabilità: politica, perché non ha provveduto, in un anno di consiliatura, a risolvere o perlomeno a contenere il grave problema; morale, perché non ha capito, nonostante le ripetute e drammatiche sollecitazioni, la gravità degli ultimi segnali e non ha quindi approntato una sistemazione più sicura per le due famiglie telesine.

 

Pertanto, chiediamo al sindaco e alla sua maggioranza di prendere coscienza del livello di guardia a cui è giunta Telese Terme. Chiediamo con forza che essi pongano fine ad ogni comportamento ambiguo nei confronti di questi gruppi e che attivino, con il comitato per l’ordine e la sicurezza pubblica, tutte le misure per ripristinare, da un lato, la legalità, e, dall’altro, la sicurezza dei cittadini.

 

Chiediamo inoltre che il sindaco Capasso e la maggioranza si rendano finalmente protagonisti di un ulteriore atto responsabile e concreto: la convocazione urgente di un consiglio comunale straordinario, in cui possano prendere la parola le famiglie aggredite e tutti i cittadini.

 

 

Coordinamento politico

Lista Liverini – Insieme per Telese

 

Telese Terme, 17 luglio 2005

 

 


 

 

da Il Mattino del 18 luglio 2005

 

TENSIONE A TELESE TERME: CHIESTO UN COMITATO PER LA SICUREZZA

 

 Famiglia aggredita, nomadi arrestati

 

Decisivo il filmato girato da una parente dei feriti. Escalation di violenza

Telese Terme. Prima l’aggressione, poi in nottata gli arresti. Gli autori dell'aggressione e del ferimento di Giovanni di Santo, di 37 anni, della moglie Cristina D’Angelo e delle due figlie sono stati identificati dagli agenti della Volante e della Squadra Mobile.

 

Si tratta di Michele De Rosa, 51 anni, della moglie Antonietta De Rosa, 46 anni, e della loro figlia Antonietta, 20 anni, che sono stati arrestati dalla polizia per rissa aggravata e difesi dall’avvocato Rando. Michele De Rosa è stato rinchiuso nel carcere di Capodimonte, mentre le due donne a Bellizzi. Determinante per le indagini un filmato girato da una delle due figlie del Di Santo, e in cui appare l’aggressione dei componenti la famiglia De Rosa. Il ferimento era avvenuto nella serata di sabato a via Vomero in una palazzina di alloggi popolari, abitata da diverse famiglie di nomadi e da due nuclei familiari.

 

La famiglia Di Santo da tempo era finita nel mirino dei nomadi che volevano che lasciasse l’edificio. Giovanni Di Santo, stanco delle minacce, si era addirittura rivolto al Comune per farsi assegnare un nuovo alloggio, lontano da quello abitato. Un'abitazione che il sindaco di Telese, Gennaro Capasso, a quanto pare, aveva già individuato. Ma in attesa del trasferimento è scattata la rissa in cui sono state coinvolte una decina di persone. Ad avere la peggio è stata la famiglia di Di Santo.

 

Il capofamiglia, in seguito a diversi colpi ricevuti, tra cui alcuni con una mazza di baseball, su varie parti del colpo, ed in particolare al capo, è stato medicato con una prognosi di dieci giorni all'ospedale Rummo di Benevento, mentre la moglie e le due figlie, ferite lievemente con un taglierino, sono state curate dai medici dell'ospedale di Cerreto Sannita. Su questa aggressione interviene il gruppo ”Insieme per Telese” che in una nota parla «di atto premeditato e annunciato».

 

E aggiunge: «Chiediamo al sindaco provvedimenti responsabili: un consiglio comunale straordinario, aperto, urgente e la richiesta di convocazione del comitato per l'ordine e la sicurezza. Nel corso dell'ultimo anno, molte volte il sindaco Capasso era stato investito delle preoccupazioni di due famiglie residenti negli alloggi Iacp di via Vomero che temevano di essere aggredite dai coinquilini.

 

L'escalation di minacce, ritorsioni e violenze verbali ha avuto un'accelerazione nella giornata di giovedì 14 luglio, allorquando alcune donne del gruppo hanno aggredito in casa una ragazza, percuotendola insieme alla madre». La nota ricorda una serie di sollecitazioni fatte invano al sindaco.

 

«Questo fatto - conclude la nota -, gravissimo in sé, rientra in un quadro più articolato, fatto di violenza e di intimidazioni diffuse, di episodi di cosiddetta microcriminalità che si registrano sempre più frequentemente».

 


     

 Dubbi su infiltrazioni della malavita


Per intervenire: invia@vivitelese.it