Insieme per
Telese
COMUNICATO STAMPA
L’aggressione di
via Vomero è un atto premeditato e annunciato.
Il sindaco e la maggioranza non hanno capito ciò
che si stava preparando da sempre, non hanno
fatto nulla per impedirlo né si sono spesi per
assistere le due famiglie vittime. Chiediamo al
sindaco provvedimenti responsabili: un consiglio
comunale straordinario, aperto, urgente e la
richiesta di convocazione del comitato per
l’ordine e la sicurezza.
Nel corso dell’ultimo anno, molte volte il sindaco Capasso
era stato investito delle preoccupazioni di due
famiglie residenti negli alloggi IACP di via
Vomero. Quelle famiglie temevano di essere
aggredite, prima o poi, dai coinquilini, i quali
avevano deciso di scacciarle per “impossessarsi”
dell’intero stabile. I restanti dieci
appartamenti, infatti, sono appannaggio di un
unico gruppo di persone, a vario titolo
imparentate tra di loro.
Le due famiglie chiedevano al sindaco di adoperarsi per
trasferirle in altra sede, lontano da quelle
tensioni che stavano facendosi sempre più
pericolose e ingestibili.
L’escalation di minacce, ritorsioni e violenze verbali ha
avuto un’accelerazione nella giornata di giovedì
14 luglio, allorquando alcune donne del gruppo
hanno aggredito in casa una ragazza,
percuotendola insieme alla madre. Avvertito
della situazione, il sindaco non ne ha percepito
tutta la gravità.
Di fronte alla clamorosa inazione, la famiglia aggredita ha
deciso di preparare i bagagli e trovare una
sistemazione di fortuna in un paese limitrofo.
Non le hanno dato il tempo di traslocare.
Dopo aver incontrato una delle famiglie sabato
mattina, per concordare delle iniziative che sollecitassero le
istituzioni ad intervenire, alle 15 dello
stesso giorno il nostro capogruppo, Gianni
Liverini, ha ricevuto una drammatica telefonata
da parte dell’altra famiglia, oramai alla
disperazione.
Alle 18 è stato convocato il coordinamento
politico di “Insieme per Telese”,
che ha ascoltato le due famiglie e deciso con
loro i passi da fare. Quelle persone erano
esasperate, e avevano chiesto all’opposizione
consiliare di intervenire dopo aver constatato
l’inutilità delle sollecitazioni avanzate al
sindaco e l’inefficace azione dello stesso.
Al termine dell’incontro, intorno alle 19.30, il
capogruppo Liverini ha chiamato il sindaco per
chiedergli una riunione urgente, allo scopo di
porre in essere delle iniziative immediate a
tutela dell’incolumità delle due famiglie.
Ma il sindaco stava recandosi fuori Telese, e
preannunciava che anche nella giornata di
domenica sarebbe stato fuori. Se ne sarebbe
parlato domenica sera – forse – o più
probabilmente lunedì…
Era nostro intendimento proporre al sindaco di
adoperarsi per trovare immediatamente un
alloggio temporaneo alle due famiglie in
pericolo, sostenerlo nell’interessare le
autorità e gli enti competenti (non solo il
comune, ma anche la prefettura, le forze
dell’ordine, l’IACP), di pensare alla
possibilità di uno scambio di alloggi con due
nuclei del gruppo a cui appartengono gli
aggressori, e che attualmente risiedono in altri
plessi di edilizia popolare. Ma non ne abbiamo
avuto modo.
Questo fatto, gravissimo in sé, rientra in un quadro più
articolato, fatto di violenza e di intimidazioni
diffuse, di episodi di cosiddetta
microcriminalità che si registrano sempre più
frequentemente. Anche su questo, un anno fa il
nostro gruppo aveva aperto la discussione in
consiglio comunale e sugli organi di stampa.
Ma anche allora, il sindaco e la maggioranza
minimizzarono. Anzi, l’assessore D’Occhio ci
disse esplicitamente che le nostre erano
«cavolate».
Ora apprendiamo dai giornali che il sindaco Capasso si
appresta a chiedere la convocazione del comitato
provinciale per l’ordine e la sicurezza
pubblica. Probabilmente era necessario che si
verificasse un fatto tanto grave perché,
finalmente, capisse ciò che a noi era apparso
chiaro dal principio. Sappia, il sindaco,
che è solo per mera coincidenza che non ci
siano state conseguenze ancora peggiori:
l’accoltellamento, le bastonate alla testa,
l’aggressione a persone anziane e a ragazzine
poteva davvero essere tragica.
Contrariamente a ciò che abbiamo letto sui giornali, le
vittime, che abbiamo raggiunto in ospedale, ci
hanno raccontato che non si è trattato di una
«lite tra vicini», ma di un atto premeditato
e studiato, dì un vero e proprio agguato che
poteva tradursi in un linciaggio. In quella
zona isolata di via Vomero, infatti, soltanto
l’intervento di altri esponenti dello stesso
gruppo cui appartengono gli aggressori ha
evitato la tragedia.
La seconda famiglia, terrorizzata, non solo non
ha ricevuto una visita né una telefonata di
conforto dal sindaco o da altri della
maggioranza, ma non ha nemmeno ricevuto sostegno
concreto per evitare che passassero la notte sul
luogo del misfatto,
in cui per mera fortuna non si erano trovati al
momento dell’aggressione. Abbiamo ritenuto
nostro dovere di trovare una sistemazione per la
notte a questa famiglia. Chiediamo e speriamo
che il sindaco si renda conto che questo dovere
è innanzitutto compito suo e che provveda
urgentemente alla risoluzione di un problema
che non si chiude con l’aggressione.
Non vogliamo pensare che la disattenzione sia dovuta alla
considerazione di cui gode il gruppo degli
aggressori, notoriamente tra i “grandi elettori”
dell’amministrazione comunale. Sta di fatto che
sul sindaco ricade una duplice responsabilità:
politica, perché non ha provveduto, in un
anno di consiliatura, a risolvere o perlomeno a
contenere il grave problema; morale,
perché non ha capito, nonostante le ripetute e
drammatiche sollecitazioni, la gravità degli
ultimi segnali e non ha quindi approntato una
sistemazione più sicura per le due famiglie
telesine.
Pertanto, chiediamo al sindaco e alla sua
maggioranza di prendere coscienza del livello di
guardia a cui è giunta Telese Terme. Chiediamo
con forza che essi pongano fine ad ogni
comportamento ambiguo nei confronti di questi
gruppi e che attivino, con il comitato per
l’ordine e la sicurezza pubblica, tutte le
misure per ripristinare, da un lato, la
legalità, e, dall’altro, la sicurezza dei
cittadini.
Chiediamo inoltre che il sindaco Capasso e la maggioranza
si rendano finalmente protagonisti di un
ulteriore atto responsabile e concreto: la
convocazione urgente di un consiglio comunale
straordinario, in cui possano prendere la parola
le famiglie aggredite e tutti i cittadini.
Coordinamento
politico
Lista Liverini –
Insieme per Telese
Telese Terme, 17 luglio 2005
da Il Mattino
del 18 luglio 2005
TENSIONE A TELESE TERME: CHIESTO UN COMITATO PER
LA SICUREZZA
Famiglia
aggredita, nomadi arrestati
Decisivo il filmato girato da una parente dei
feriti. Escalation di violenza
Telese Terme. Prima l’aggressione, poi in
nottata gli arresti. Gli autori dell'aggressione
e del ferimento di Giovanni di Santo, di 37
anni, della moglie Cristina D’Angelo e delle due
figlie sono stati identificati dagli agenti
della Volante e della Squadra Mobile.
Si
tratta di Michele De Rosa, 51 anni, della moglie
Antonietta De Rosa, 46 anni, e della loro figlia
Antonietta, 20 anni, che sono stati arrestati
dalla polizia per rissa aggravata e difesi
dall’avvocato Rando. Michele De Rosa è stato
rinchiuso nel carcere di Capodimonte, mentre le
due donne a Bellizzi. Determinante per le
indagini un filmato girato da una delle due
figlie del Di Santo, e in cui appare
l’aggressione dei componenti la famiglia De
Rosa. Il ferimento era avvenuto nella serata di
sabato a via Vomero in una palazzina di alloggi
popolari, abitata da diverse famiglie di nomadi
e da due nuclei familiari.
La
famiglia Di Santo da tempo era finita nel mirino
dei nomadi che volevano che lasciasse
l’edificio. Giovanni Di Santo, stanco delle
minacce, si era addirittura rivolto al Comune
per farsi assegnare un nuovo alloggio, lontano
da quello abitato. Un'abitazione che il sindaco
di Telese, Gennaro Capasso, a quanto pare, aveva
già individuato. Ma in attesa del trasferimento
è scattata la rissa in cui sono state coinvolte
una decina di persone. Ad avere la peggio è
stata la famiglia di Di Santo.
Il
capofamiglia, in seguito a diversi colpi
ricevuti, tra cui alcuni con una mazza di
baseball, su varie parti del colpo, ed in
particolare al capo, è stato medicato con una
prognosi di dieci giorni all'ospedale Rummo di
Benevento, mentre la moglie e le due figlie,
ferite lievemente con un taglierino, sono state
curate dai medici dell'ospedale di Cerreto
Sannita. Su questa aggressione interviene il
gruppo ”Insieme per Telese” che in una nota
parla «di atto premeditato e annunciato».
E
aggiunge: «Chiediamo al sindaco provvedimenti
responsabili: un consiglio comunale
straordinario, aperto, urgente e la richiesta di
convocazione del comitato per l'ordine e la
sicurezza. Nel corso dell'ultimo anno, molte
volte il sindaco Capasso era stato investito
delle preoccupazioni di due famiglie residenti
negli alloggi Iacp di via Vomero che temevano di
essere aggredite dai coinquilini.
L'escalation di minacce, ritorsioni e violenze
verbali ha avuto un'accelerazione nella giornata
di giovedì 14 luglio, allorquando alcune donne
del gruppo hanno aggredito in casa una ragazza,
percuotendola insieme alla madre». La nota
ricorda una serie di sollecitazioni fatte invano
al sindaco.
«Questo fatto - conclude la nota -, gravissimo
in sé, rientra in un quadro più articolato,
fatto di violenza e di intimidazioni diffuse, di
episodi di cosiddetta microcriminalità che si
registrano sempre più frequentemente».
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