30 ottobre 2005
Aviaria, come ci si infetta, come difendersi
Mariano Cudia

 

 

Amici di ViviTelese vi sottopongo qualcosa di completo ed inedito sul "Virus dei polli", soprattutto sulla caccia. Valutate l'opportunità di pubblicarlo e diffonderlo attraverso il sito.

Grazie, cordiali saluti. Mariano F. Cudia

 

 

 

Recapiti:

Dr. Mariano CUDIA - Presidente IS.F.E. - Istituto Forestale Europeo.

Tel. 0965.27039 - fax 0965.22925 - Mobile 338.2645945 E-mail: pv@agenziapv.com

 

 

 


 

AVIARIA – COME CI SI INFETTA - CACCIA – COME DIFENDERSI

 

Le pandemie del 20° secolo.

In passato ci sono già state pandemie influenzali. Tutte nel 20° secolo. Nel mondo si sono diffuse entro un anno dal loro esordio.  Sono: 1918-19, "Spagnola", da virus A(H1N1), causò il più alto numero noto di morti: da 20 a 50 milioni di persone.  Molte persone morirono nei primi giorni dopo l'infezione ed altri in seguito a causa delle complicanze. Quasi la metà di questi erano giovani adulti sani. Il  virus era di tipo aviario , trasformatosi in H5N1. 1957-58, "Asiatica", da virus A(H2N2), causò circa 70.000 morti negli Stati Uniti. Dalla prima identificazione avvenuta in Cina, alla fine del febbraio 1957, il virus si diffuse fino agli Stati Uniti nel giugno 1957. Ora i kit sono stati inviati in 4.000 laboratori da una società americana.
1968-69 "Hong Kong" da virus A(H3N2), causò approssimativamente 34.000 decessi negli Stati Uniti. Questo virus era stato identificato in Hong Kong all'inizio del 1968 e si diffuse negli Stati Uniti entro un anno. Il virus A(H3N2) circola ancora oggi, provocando epidemie stagionali, per le quali è ora possibile una prevenzione con il vaccino.

2003-2005Il virus più temibile dell'influenza aviaria, l'H5N1” ha provocato dal 2003 ad oggi, in Asia, 63 vittime accertate. Gli esperti sono concordi nel ritenerlo il principale indiziato di una probabile pandemia, ossia un'epidemia di influenza a livello planetario particolarmente virulenta, come già accaduto nel 1918 con la Spagnola, nel '57-'58 con l'Asiatica e nel '68-'69 con la Hong Kong.

CEPPO KILLER

Il temuto H5N1 è uno dei 15 sottotipi noti di ceppo influenzale di tipo A. I virus influenzali sono infatti di tre tipi: A, B e C. Gli uccelli selvatici sono l'ospite naturale dei virus di tipo A che diventa letale se trasmesso ad altre specie, come maiali, cavalli, delfini, balene e anche l'uomo. Le influenze aviarie da virus A furono per la prima volta identificate in Italia oltre un secolo fa.

 

 

COME CI SI INFETTA

Il rischio viene dagli uccelli migratori, ma non solo

Sono gli uccelli migratori che si spostano verso Ovest l'obiettivo sul quale concentrare tutte le azioni tese a rallentare il più possibile, e forse riuscire ad evitare, la diffusione del virus dell'influenza aviaria. Non è semplice riuscire a seguire passo dopo passo, per la prima volta nella storia, tutti gli spostamenti del virus . L'appello a concentrare gli sforzi sui flussi migratori degli uccelli è stato lanciato alcuni giorni fa a Roma dal direttore della divisione della FAO per la salute animale, Samuel Jutzi, e dal capo del servizio veterinario della Fao, Joseph Domenech. E' ormai accertato: gli uccelli migratori possono essere portatori del virus letale dell'influenza aviaria e lo possono facilmente trasmettere agli uccelli di allevamento, ad esempio attarverso la condivisione delle stesse risorse idriche. E dagli animali d'allevamento può passare all'uomo che ne entra strettamente in contatto nelle fasi di macellazione e maneggio delle carni. E quando questo succede il rischio di una modifica del virus che lo renda facilmente trasmissibile agli uomini aumenta, rendendo il rischio pandemia quanto mai concreto. Sono necessari provvedimenti seri ed urgenti perché la posta in gioco è troppo alta: anche un rischio minimo è intollerabile.

 

Gli untori Possono essere gli animali domestici e selvatici di tutti i tipi soprattutto. Ad esempio i piccioni domestici dalle città, al mattino si spostano nelle campagne per andare a pasturare per poi tornare nelle piazze, nei campanili, nelle aie delle fattorie. Possono essere portatori sani della peste aviaria ma portano ovunque il virus attraverso le zampe dove si sono posati o le piume. I gabbiani sono tra gli untori più temibili perché fanno parte della fauna addomesticata che si ciba nelle discariche invece di nutrirsi di pesci al mare. E delle discariche sono assidui frequentatori anche i piccioni e insieme a loro, volpi, cani randagi e topi di diverse specie. Nei valichi alpini sono state installate reti  per la cattura  della piccola fauna selvatica per verificare se il virus dell’aviaria li ha infettati. Gli storni che a milioni da pochi giorni sono arrivati a Roma, ma anche sugli alberi di molte piazze d’Italia potrebbero essere micidiali per la diffusione del virus all’uomo. Nel ciclo del virus che dai polli si trasferisce al maiale, ad altri animali domestici ed all’uomo, nessuno dice che si può trasferire ai cinghiali, ad altri mammiferi e quindi anche all’uomo. Perché non si pensa, ad esempio, ai cani randagi e ai cani da caccia? E alle nutrie che popolano le aree palustri di quasi tutto il nord Italia e di tutta Europa. Si deve verificare se il virus aviario può essere trasmesso anche dall’ittiofauna lacustre, anguille, carpe, tinche, cavedani, cefali, branzini, eccetera che la ingeriscono attraverso vermi e insetti di lago contaminati. Il ministero della sanità non sta dando alcuna importanza alle verdure che, soprattutto nei mercati del sud, vengono vendute sporche di terra, che può essere infetta. Il governo dovrebbe emetter un’apposita ordinanza che tutte le verdure prima di essere poste al consumo dovrebbero essere lavate e disinfettate con acqua ed amuchina o altro apposito disinfettante.

 

 

 

Il governo alza la guardia ma ancora non dice se il virus dei polli è già in Italia. Tante le misure di sicurezza attuate in questi ultimi giorni dal Ministro Storace: firmata una nuova ordinanza che intensifica i controlli sui selvatici migratori e negli allevamenti.  I NAS IN AZIONE hanno effettuato 500 prelievi attraverso la tamponatura e il sangue di volatili catturati in diverse zone. CACCIA A RISCHIO Se si trovassero risultati positivi nei volatili si potrà chiudere la caccia. SCATTA IL BLOCCO Stop alle carni di volatili provenienti da Croazia, Romania, Russia, ed altri Paesi.

Si devono consiliare i proprietari di uccelli, che li tengono in casa, di fare il sacrificio di liberarsene.

Bisogna monitorare e controllare tutti i negozi che vendono uccelli ed animali domestici soprattutto dopo che un “Loreto” (pappagallo) in Inghilterra è morto di peste aviaria. Tutti gli animali a rischio d’infezione presenti negli zoo, nei circhi equestri, nei giardini pubblici, devono essere visitati, possibilmente vaccinati e monitorati. Deve essere proibita l’entrata dei circhi stranieri – con animali - nel territorio italiano, visto che anche le foche sono a rischio infezione.

 

 

CACCIA

SULLE ROTTE DEGLI UCCELLI MIGRATORI - Arzebaigian, Iran, Iraq, Georgia, Ucraina: e' da qui che passeranno gli stormi di uccelli migratori, soprattutto anatre, che potrebbero essere diventati il serbatoio naturale del virus dell'influenza aviaria. Gli incroci delle loro rotte, poi, minacciano di estendere il rischio ad altri Paesi con realtà altrettanto difficili, primi fra tutti Bangladesh e India: non soltanto sono entrambi attraversati da una delle più importanti rotte migratorie, ma ospitano una grande quantità di anatre domestiche. Due elementi che potrebbero trasformarli in nuove grandi aree epidemiche. Se la diffusione del virus non sarà bloccata in modo efficace, c'è un alto rischio che l'influenza dei polli possa raggiungere il Medio Oriente, l'Africa settentrionale e trovarsi alle porte dell'Europa, Italia compresa, per la primavera 2006. Gli uccelli che migrano dalla Siberia, - soprattutto anatidi e limicoli - dove il virus H5N1 è stato recentemente individuato, possono portarlo nel prossimo futuro nelle zone del Mar Caspio e del Mar Nero; da queste aree, attraverso i Balcani, l'epidemia potrebbe diffondersi in tutta l’Europa.

 

 

 

Coppia di Germani reali

Pollo sultano

Falco Pellegrino

 

Piccione domestico

Nutria

Pollaio

 

La situazione. In Europa il virus continua a diffondersi: nuovi casi in Macedonia e nella Russia europea, mentre test realizzati in un laboratorio Ue in Gran Bretagna hanno confermato la presenza di un secondo focolaio del virus H5N1 in Romania, a Maliuc, nel delta del Danubio. Russia. Il virus è arrivato anche nella Russia Europea, nella regione di Tula, 220 chilometri a sud di Mosca. Fino ad ora era stato trovato solo in alcune regioni della Siberia e degli Urali. Per questo la Ue estenderà l'embargo ad altre regioni della Russia. Macedonia. Le autorità hanno annunciato che si sta procedendo all'abbattimento di circa 10 mila volatili contaminati. La misura è stata presa dopo le analisi, risultate positive, su un campione di 40 esemplari morti.

 

 

RICOSTRUIRE MAPPA MIGRAZIONI PER SEGUIRE IL VIRUS – Si brancola nel buio perché ancora non si capisce “quali sono le specie che più facilmente possono diventare un vettore per il trasporto del virus dell'influenza aviaria e studiare la rotta della loro migrazione". E’ stato però stabilito che con le rotte migratorie la diffusione del virus nel primo semestre 2004 e un anno dopo, nel primo semestre 2005 si è spostate decisamente a Ovest, verso l'Europa.

Il Ministro Alemanno dice di aspettare a chiudere la caccia, dopo avere verificato se vi sono state presenze di animali morti. Il Ministro Storace, invece, vuole chiudere la caccia in alcune zone.

La caccia è uno dei pericoli più gravi per la diffusione del virus, al cane e al cacciatore e immediatamente dopo ai familiari dei cacciatori. Un uccello abbattuto viene preso dal cane, che si infetta, e subito dopo toccato dal cacciatore che si unge del virus attraverso gli umori della pelle, le piume, i liquidi del becco, degli occhi e delle narici; la spiumatura e lo sventramento fanno sì di ungere coltelli, scodelle, pentole, eccetera. Ormai l’infezione è trasmessa, anche se le carni vengono cotte e il virus muore a 70 gradi. Il Montenegro che fa parte dei Paesi balcanici ha chiuso la caccia da più di un mese, rinunciando ad una notevole entrata economica, il turismo venatorio. Uno dei luoghi umidi più interessanti del mondo “Il Lago di Scutari” che per le diverse centinaia di specie di avifauna selvatica che ospita, durante l’anno, e le diverse decine di specie ittiche lacustri stanziali e la notevole varietà di specie vegetali, dovrebbe essere dichiarato patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO. L’IS.F.E. – Istituto Forestale Europeo, quale capofila, con partners diverse associazioni ed istituzioni internazionali, sta approntando un progetto per: 1) il continuo monitoraggio della biodiversità animale (soprattutto avifauna e ittiofauna) e vegetale palustre del Lago di Scutari e dell’interland montano e collinare; 2) il recupero dei retaggi archeologici presenti; 3) il recupero delle tradizioni artigianali; 3) lo studio della cultura nella storia, nelle tradizioni, nelle religioni; 4) un polo di eccellenza post-universitario per master mirati alla salvaguardia della biodiversità e alla mitigazione dell’effetto serra, per un migliore equilibrio planetario; 5 un centro d’informazione multimediale planetaria. Tutto questo all’insegna della cultura e della pace.

 

E’ da stupidi quindi non chiudere la caccia, bisogna farlo subito per tutte le Regioni Italiane. Il cacciatore non può essere. Come affermano alcune associazioni venatorie la sentinella per verificare e saganlare sospetti casi di uccelli infetti o trovati morti sul territorio. Il cacciatore non è un veterinario ed anche se esperto finirebbe per infettarsi. Chi potrebbe, invece fare da sentinella, sono le diverse migliaia di  guardie venatorie, appartenenti alle varie associazioni di categoria sparse in Italia. Il governo dovrebbe provvedere subito a istituire dei corsi di formazione celeri per fare in modo di insegnare come salvaguardarsi dal virus nel monitoraggio del territorio, cosa che già sta facendo il personale militarizzato del Corpo Forestale dello Stato. La caccia non po’ essere chiusa solo ad alcune specie come anatre e limicoli ma a tutte le specie dell’avifauna selvatica. A rigore una semplice passera mattugia potrebbe essere veicolo dell’infezione.

 

OBBLIGHI DEL GOVERNO VERSO I CACCIATORI. La caccia è uno degli sport più costosi e per praticarlo, a differenza degòi altri sport necessita del rilascio del porto d’armi uso caccia e del versamento di una tassa di consessione governativa di 173,16 €, più circa 70,00 € di tassa Regionale e di 8,00 €di tassa provinciale e di circa 100,00 € di assicurazione obbligatoria, per complessivi circa 350,00 €. Se la caccia sarà chiusa i cacciatori hanno diritto al rimborso di quanto pagato o meglio ad una abbuono di tutto valevole per la prossima stagione venatoria.

Con la chiusura della caccia devono anche essere chiusi tutti i quagliodromi, le zone di addestramento cani, le riserve faunistiche e deve essere vietata l’importazione di qualsiasi tipo di selvaggina, soprattutto fagiani, quaglie, starne e pernici. Per il 2005 e il 2006 deve essere proibito il ripopolamento faunistico con selvaggina di qualsiasi specie, compreso lepri e fagiani, dall’estero. Se ripopolamento si dovrà fare bisogna attuarlo con capi catturati nei territori regionali o provinciali dove è necessario ripopolare con selvaggina. Dopo la cattura, prima di immettere gli animali nelle aree da ripopolare questi devono essere tenuti in quarantena in zone di stabulazione e farvi tutte le analisi necessarie.

 

COME DIFENDERSI

NON SOLO FARMACI, MA SORVEGLIANZA – La FAO, l’organizzazione mondiale che dovrebbe arginare la fame e la sete nel mondo, ora  chiede a tutti i Paesi membri e a tutti Paesi industrializzati, 100 milioni di Euro per arginare l’epidemia nel SUD EST asiatico e 225 milioni di dollari per prevenire e sorvegliare l’andamento dell’epidemia. Le rotte degli uccelli migratori attraversano infatti Paesi che attualmente non hanno strumenti efficaci a garantire una sorveglianza adeguata, e sono sempre quei paesi dove si muore di fame e di sete e dove si potrebbe non far morire nessuno di fame e di sette, soprattutto i bambini.

RICOSTRUIRE MAPPA MIGRAZIONI PER SEGUIRE IL VIRUS - E' la priorità indicata oggi dagli esperti della FAO. "Conosciamo alcuni elementi, ma non tutti", ha osservato Domenech. La sfida, ha aggiunto, è "capire quali sono le specie che più facilmente possono diventare un vettore per il trasporto del virus dell'influenza aviaria e studiare la rotta della loro migrazione".

Dell’influenza aviaria si sono scoperti i primi casi e ci sono state le prime vittime umane nel dicembre 2003, poi altri casi si sono avuti nel 2004. Poi l’OMS, i Paesi del G8 - ad economia avanzata - , i Paesi Europei, il Ministero della sanità italiana per stare a casa nostra) non si sono preoccupati, come si doveva ad arginare una possibile pandemia aviaria. Ora tutti cercano di correre ai ripari, di dare ricette al buio per cercare di salvare uomini e polli. Ma il tempo c’è? L’Ungheria dice di avere già il vaccino, ma per testarlo e produrlo, per la popolazione mondiale ci vogliono anni. Bisogna sperare che il vaccino non muti, che non trovi l’ospite per trasferirsi all’uomo e che per farlo abbia la necessità di qualche altro anno di tempo affinché i Paesi possano attrezzare adeguatamente per combatterlo, altrimenti non rimane altro da fare che pregare.

 

ALLARME Timori in Svezia per un'anatra morta: “E' influenza aviaria”. Bisogna intensificare i controlli nei porti e negli aeroporti, impedendo di "introdurre – con escamotage - nel territorio nazionale volatili vivi di qualsiasi specie nonché carni e prodotti a base di carne, uova, piume, selvaggina da penna cacciata anche al seguito di viaggiatori e cacciatori – incoscienti - provenienti da Croazia, Romania e altri paesi balcanici".

Lo scorso Ottobre, quando due aquile importate a Bruxelles dalla Tailandia sono risultate positive ad un ceppo letale di influenza aviaria. I ricercatori hanno identificato questo ceppo virale come una delle varianti più letali conosciute, che ha ucciso oltre il 70% delle persone che ne sono state infettate. La presenza delle aquile infette nella cabina dell’aereo ha potenzialmente esposto centinaia di passeggeri a questa malattia letale. Si deve Fare in modo così come già avviene in Australia di vietare l’importazione di qualsiasi animale dall’estero.

Centinaia di associazioni chiedono all’Unione Europea di far cessare le importazioni degli uccelli selvatici

 

Oltre 200 associazioni non governative hanno chiesto oggi di far cessare permanentemente le importazioni nell’Unione Europea degli uccelli catturati in natura, dichiarando che questo commercio costituisce una minaccia alla conservazione ed alla salute umana, oltre ad essere causa di inutili sofferenze per gli uccelli.

 

 

La Dichiarazione chiede all’Unione Europea che l’attuale sospensione delle importazioni degli uccelli provenienti dall’Asia e in scadenza il prossimo 15 Dicembre, venga resa permanente,e che includa tutti gli uccelli catturati in natura. Le associazioni firmatarie, che includono l’RSPCA, Defenders of Wildlife, Greenpeace, American Bird Conservancy , Pro Wildlife ed il World Parrot Trust, avvisano che, proseguendo ad importare uccelli selvatici i cittadini europei vengono esposti al rischio delle epidemie di malattie infettive e potenzialmente letali, come l’influenza aviare, che nel 2004 ha già causato la morte di 32 persone. “All’inizio dell’anno, alcuni pappagalli, parte di una spedizione importata in Italia dal Pakistan, sono risultati positivi ad una forma letale della malattia di Newcastle. L’IS.F.E. – Istituto Forestale Europeo, la N.E.DE.F- - Natural Ecological Developmente Foundation e AGRI AMBIENTE si associano alla richiesta delle altre associazioni proponendo che il divieto sia esteso anche a tutti gli animali vivi di qualsiasi specie che non hanno scopi di notevole importanza alimentare, in Europa.

Fino a qualche mese fa gli episodi di contagio si erano manifestati in Indonesia, Viet Nam, Tailandia, Laos, Cambogia e Cina, da Luglio Russia e Kazakhstan hanno confermato la presenza del virus sul proprio territorio individuando individui infetti sia tra gli uccelli selvatici che d'allevamento. In Mongolia, in Agosto, sono morti per il virus 90 migratori. Tra Aprile e Giugno, oltre 6.000 migratori sono morti a causa del virus H5N1 nella Riserva Naturale del Lago di Qinghai,

 

Il contagio avviene dai polli all’uomo e quindi bisogna evitare che questo contagio avvenga

I Paesi a rischio, specialmente quelli lungo le rotte migratorie, attivino sistemi di sorveglianza sia sugli animali d'allevamento che selvatici. Questi Paesi è opportuno che preparino dei piani di emergenza nazionale.

 

I contatti stretti tra umani, uccelli d'allevamento e uccelli selvatici devono essere ridotti il più possibile e tenuti sotto stretto controllo. Sia nelle aziende agricole che sui mercati gli animali domestici e quelli d'allevamento devono essere mantenuti rigidamente separati. Nelle situazioni più a rischio anche la vaccinazione degli animali domestici deve essere presa in considerazione.

 

I singoli Paesi e della comunità internazionale devono combattere il virus dell'influenza alla sua origine, ovvero nel pollame. Finché il virus H5N1 circola nel pollame gli esseri umani continuano ad essere a rischio.

 

CONTAGIO SOPRATTUTTO DA ANIMALI: Finora il virus dell'influenza aviaria è stato trasmesso all'uomo soprattutto attraverso il contatto con animali malati. Sono invece stati molto rari i casi di contagio da uomo a uomo. La buona notizia è quindi che il virus non è ancora riuscito a compiere il cosiddetto ''salto di specie'', nel virus non sono cioè avvenuti cambiamenti genetici tali da farlo adattare all'organismo umano. Sono stati pochi anche i casi in cui il virus è avvenuto a causa della contaminazione ambientale, per esempio tramite l'acqua o la scarsa igiene.

 

INCUBAZIONE PIU' LUNGA: L'influenza dei polli ha nell'uomo un periodo di incubazione maggiore rispetto alla normale influenza e che può arrivare fino a 8 e, in alcuni casi, fino a 17 giorni.

 

SINTOMI: I più comuni sono febbre (38 gradi e oltre) e disturbi respiratori. In alcuni casi possono comparire diarrea, vomito, mal di pancia e sangue dal naso. Se nei casi registrati nel 1997 i più colpiti erano stati gli adolescenti, più recentemente il virus ha colpito soprattutto neonati e bambini.

 

LA TERAPIA: Secondo gli esperti ogni caso sospetto dovrebbe essere trattato con farmaci antivirali, in particolare con gli inibitori della neuroamminidasi, diretti contro una delle due proteine che rivestono il virus dell'influenza. Tuttavia dosi e durata ottimali della cura non sono state finora individuate con certezza. In laboratorio si sta sperimentando l'efficacia di altri antivirali, come oseltamivir, zanamivir, peramivir, ribavirina e interferone alfa. Quello che è certo è che l'efficacia è tanto maggiore quanto più precocemente si comincia la cura.

 

In Italia, si sta diffondendo la percezione che l’arrivo del virus aviario H5N1 indichi l’arrivo di una pandemia influenzale nell’uomo. In realtà, il rischio legato alla circolazione del virus aviario H5N1 va tenuto separato da quello di una possibile pandemia, perché:

 

·         il rischio immediato per la salute umana legato al virus H5N1 è basso, e limitato ad alcune specifiche categorie di individui che sono a stretto contatto con animali potenzialmente infetti

·         sebbene una pandemia influenzale sia probabilmente inevitabile, non c’è modo di sapere quando questa arriverà e da quale virus sarà causata.

Per questo, è importante chiarire le raccomandazioni per la prevenzione di una possibile infezione da virus aviario H5N1 nelle categorie professionali a rischio, nei viaggiatori verso i Paesi dove sono stati segnalati animali infetti e nella popolazione generale italiana.

Categorie professionali a rischio (persone che allevano o macellano pollame, persone che trasportano pollame vivo, veterinari):

·         lavarsi le mani con acqua e sapone dopo il contatto con il pollame o con superfici contaminate da deiezioni

·         vaccinarsi annualmente contro l’influenza umana. La vaccinazione annuale contro l’influenza non protegge dal virus H5N1, ma ha lo scopo di ridurre il rischio di una possibile infezione contemporanea da virus dell’influenza aviaria e virus dell’influenza umana. La co-infezione è una possibilità remota, che però potrebbe portare a una ricombinazione dei virus con creazione di un nuovo virus influenzale che si può trasmettere da uomo a uomo

·         ulteriori raccomandazioni si applicano solo ai lavoratori in aree in cui è stato isolato il virus H5N1 nella popolazione aviaria

·         Viaggiatori verso nazioni in cui sono stati segnalati volatili o pollame infetto da virus H5N1 (Vietnam, Tailandia, Cambogia, Indonesia, Laos, Cina, Kazakhstan, Mongolia, federazione russa a est degli Urali, Romania, Turchia, forse Grecia)

 

Non vi sono restrizioni per i viaggi, ma si raccomanda ai viaggiatori di adottare alcune precauzioni:

·         evitare i contatti con pollame vivo e uccelli selvatici

·         evitare di visitare mercati dove si vendono animali vivi, o fattorie

·         evitare il contatto con superfici contaminate da feci di animali

·         evitare di toccare volatili trovati morti

·         non mangiare pollame, anatre o uova crudi o poco cotti

·         curare l’igiene personale e lavarsi spesso le mani

Non è invece raccomandato che i viaggiatori portino con sé farmaci antivirali

 

Popolazione generale italiana. La popolazione generale italiana non è a rischio; a parte le comuni norme igieniche, le uniche misure precauzionali sono:

·         non toccare volatili morti

·         cuocere bene il pollame e le uova

La vaccinazione stagionale contro l’influenza non ha alcuna relazione con l’infezione da H5N1. È raccomandata per le categorie previste dalla circolare ministeriale relativa alla stagione 2005-2006, ma non ci sono evidenze a supporto di una vaccinazione universale di tutta la popolazione.

  

 

 Dr. Mariano F. CUDIA

Presidente IS.F.E.

Etologo -  Ambientalista

Esperto di problematiche ambientali

Tel. 0965.27039 – Fax 0965.22925 – Mobile 338.2645945

 
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