IMPRESA DI UN SANNITA
Per Aurisicchio 540 chilometri in bici sulle
Alpi
PAOLO BONTEMPO
Ciclista sannita protagonista sulle vette delle
Alpi in una gara denominata Race Across The Alps,
un'ultramaratona lunga 540 km e con 13.740 di
dislivello. Partecipanti iscritti a numero
chiuso: 44 partiti, arrivati 27. Fra coloro che
hanno terminato l'impegnativa e proibitiva gara
il ciclista Domenico Aurisicchio, 54 anni, di
Morcone, soddisfatto per la grande impresa
conclusa in 32 ore 57 minuti e 16 secondi.
Una impresa se si pensa al tipo di gara, all’età
e alle condizioni orografiche del percorso.
L'atleta dà rilievo all'accoglienza calorosa
ricevuta: «Sono stato accolto con grandi onori
nel piccolo paesino di Nauders in Austria; la
cosa che mi ha stupito è stata la premiazione
con la consegna del trofeo sul palchetto
accompagnata dagli inni austriaco e italiano,
dopodiché hanno chiuso la manifestazione».
Aurisicchio racconta la sua impresa: «Partendo
dal passo Resia abbiamo affrontato lo Stelvio,
da Prad arrivando in cima senza fermarmi, poi la
veloce discesa a Bormio e iniziato il Gavia.
Dopo un lungo tratto abbiamo affrontato il passo
del Mortirolo fatto dal lato storico. Per
raggiungere il Mortirolo ho messo tre, quattro
volte il piede a terra e fatto qualche tratto a
piedi perché non riuscivo a risalire sulla bici.
In
cima c'era il controllo che chiudeva alle ore
24.00 e sono arrivato intorno alle ore 23,30.
Dopo l'Aprica, la scalata al Bernina. Poi
discesa nella nebbia ed il passo Albula. Dopo un
lungo tratto con piccole salite ho iniziato il
passo Fluela passando per Davos. Dopo il passo
del Forno ovvero Ofenpass abbastanza lungo e
impegnativo. Poi l'Umbrial pass e ho attaccato
il tratto finale dello Stelvio che sale da
Bormio. In realtà è sempre lo Stelvio dal lato
svizzero. Qui credevo di mollare perché eravamo
intorno al 480° km e nel tratto iniziale ho più
volte messo il piede a terra. In cima allo
Stelvio c'era la neve poi la discesa con
pioggia. Il tratto finale, infine, passo Resia
con l'arrivo in volata».
L'atleta, che intanto preannuncia nuove imprese
nell’ambito della sua passione ciclistica,
conclude con una metafora: «L’ultramaratona è
un'opera lirica, cui sono appassionato come la
bicicletta, in quanto ogni passo che ho scalato
lo considero simile alle pagine della musica
lirica. Qui il suono e le melodie provenivano
dagli stupendi paesaggi alpini e dai
caratteristici rumori compreso il fruscio della
bicicletta ed il silenzio della notte».
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