www.vivitelese.it  -  26 ottobre 2005
Rugby, lo sport dei valori
Giovanni Forgione

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E' in pieno svolgimento al Grand Hotel Telese il corso di formazione per Insegnanti e Studenti di Scienze Motorie intitolato: "Il Rugby come strumento di formazione".

 

"Enjoy to play" è il motto della metodologia promossa dal team direttivo. Divertiti a giocare, senza sacrifici inutili; gli approcci e gli allenamenti sono mirati a favorire lo sviluppo di capacità già possedute dai ragazzi per trasformarle in abilità attraverso ripetizioni sistematiche. Il bravo allenatore non deve "riempire" il ragazzo di novità; deve semplicemente favorire lo sviluppo delle sue peculiarità.

 

 

Il corso è diretto dal Prof. Francesco Ascione coadiuvato dal Prof. Nicolò Bonomo e dal Prof. Francesco Salierno. Il Sig Paolo Travaini completa lo staff con mansioni di segreteria ed organizzative. Ottima la risposta della componente docente che ha aderito con un folto gruppo di partecipanti (circa 70) provenienti da molte regioni del centro sud, Sicilia e Sardegna comprese. Questo è il terzo corso in un mese, svolto nella tournée FIR; i precedenti si sono svolti a Tirrenia (PI) e Schio(VI).

 

Lo staff: dalla sinistra Travaini. Buonomo, Salierno, Ascione

 

La finalità di questo corso di formazione gestito dalla FIR (Federazione Italiana Rugby) con il sostegno del MIUR (Ministero Istruzione) è di diffondere la pratica del rugby nelle scuole, a partire dalle "elementari". Il rugby è uno sport per educare alla vita, al superamento delle difficoltà, per forgiare e temprare il carattere. In particolare, nel delicato periodo della preadolescenza, il rugby contribuisce più di ogni altro sport alla formazione completa della personalità.

 

In molti contesti ambientali "difficili", la pratica del rugby rappresenta un ottimo contributo per sanare la piaga delle devianze giovanili acuite dalla presenza sul territorio di attività massificanti e spersonalizzanti. Certamente è facile vederlo come sport per combattenti, ma è molto di più.
E' uno sport per diventare combattenti, tenaci, volitivi nel raggiungere la meta; in esso giorno dopo giorno, si apprezza il fare insieme agli altri, confrontandosi con avversari, nel rispetto di una corretta competizione. E, proprio per l'alto valore educativo, il rugby riesce a controllare, a dare regole ai ragazzi con temperamento "difficile".

 

Se è vero che il rugby, per la diversità della proposta, può calamitare tutte quelle personalità “a rischio”, è anche vero che è un ottimo sport per chi problemi non ne ha, perché conferisce quelle motivazioni di tenacia e di raggiungimento di obiettivi “non comuni”, ottime per la formazione personale. 

 

 

 

 

 

Il prof.Franco Lonardo, coordinatore Ed.Fisica e Sportiva del CSA BN

con il delegato provinciale della FIR prof. Giacomo Verdicchio

 

 

Questo il programma del corso:

 

Martedì 25 Ottobre

Ore 15,00: apertura corso

Ore 15,30: cenni storici

Ore 16,00: il rugby nella sua essenza

Ore 17,00: principi metodologici

Ore 20,00: cena

 

Mercoledì 26 Ottobre

Ore 9,00: principi metodologici

Ore 13,00: pranzo

Ore 15,00: allenamento con sel. regionale Campania Under 15

Ore 17,30: riflessioni in aula

Ore 20,00: cena; a seguire Lavori di gruppo

 

Giovedì 27 Ottobre

Ore 9,00: Esposizione lavori di gruppo

Ore 10,30 principi dell’attacco

Ore 13,00 pranzo

Ore 15,00: lavoro pratico in palestra

Ore 17,30: La mischia ordinata

Ore 20,00: cena; a seguire Lavori di gruppo

 

Venerdì 28 Ottobre

Ore 9,00: La rimessa laterale

Ore 10,30 Pratica

Ore 13,00 pranzo

Ore 15,00: Principi della difesa

Ore 17,30: note di regolamento

Ore 20,00 cena

 

Sabato 29 Ottobre

Ore 9,00 valutazione attraverso lavori di gruppo

Ore 12,30 chiusura corso

 

 

 

Nelle foto precedenti, l'allenamento della Rappresentativa Campana Under 15

 

Il rugby educativo è in perfetta sintonia con i programmi della scuola i cui obiettivi didattici sono volti al consolidamento del carattere, allo sviluppo della società e del senso civico per mezzo di esperienze vissute di pratica sportiva,sia come espressione della propria personalità che come strumento di socializzazione.

 

Il rugby si realizza a stretto contatto fisico con gli avversari, ed è per tale motivo che deve essere praticato con estrema correttezza. Esiste un codice morale che precede le regole scritte e le decisioni arbitrali e che impedisce di considerare l'avversario come un nemico, di trasformare il proprio vigore fisico in una scorrettezza e l'abilità in una frode. In questo modo diviene una scuola di auto-controllo, di auto disciplina, di rispetto per sé stessi e per gli avversari.

 

Insegna ad essere, nello stesso tempo, "robusti psicologicamente" e rispettosi dell’avversario. Non è quella disciplina violenta che qualcuno vorrebbe far credere; proprio per il fatto che il "contatto" e il "contrasto" tra i giocatori sono consentiti e voluti dal regolamento e dalla tattica. Il rugby non comporta solo giocare col pallone, ma è anche cadere, rialzarsi e cadere nuovamente. Giocando, il giovane prenderà coscienza che, generalmente, i contatti avvengono senza danni.

 

 

 

 

Questo sport sollecita in maniera armonica tutte le parti del corpo e migliora le funzioni cardio-circolatorie. Le qualità che vengono sviluppate sono la forza, la resistenza, la destrezza, la velocità, l’agilità, la coordinazione e la conoscenza e padronanza del proprio corpo. La pratica di questa disciplina sviluppa, inoltre, qualità psichiche fondamentali come lo spirito di squadra, l’autocontrollo, l’iniziativa, il coraggio e la lealtà.

 

Il rugby offre simultaneamente"  tre finalità educative: a) psico-fisica, b) morale, c) sociale. E' uno dei pochi giochi che contribuisce all'educazione psico-fisica perché esige, come qualunque altro gioco, forza, vigore fisico, destrezza, ma in più:

a) una souplesse non comune (la fuga, emozionante, per segnare richiede velocità progressiva prolungata e anche "cambio di ritmo e velocità");

b) dei riflessi pronti per fronteggiare l'imprevisto che presenta il rimbalzo irregolare della palla ovale;

c) un andare contro l'istinto: basta dire che l'avanzata si fa con passaggi... all'indietro".

 

Anche il placcaggio è utilissimo a combattere la repulsione innata che tutti abbiamo all'urto, a combattere la poltroneria e la paura (nella vita gli intrepidi sbagliano qualche volta, i paurosi sempre!); esige quindi dominio di sé, dei nervi, del dolore.

 

Il rugby educa alla socialità: è una sintesi di molti giochi di squadra: non soffoca la personalità, ma combatte il "divismo"; è contro la tendenza di "tenere" per sé la palla quando la si ha in mano; disciplina gli exploits personali, perché in sostanza prevale il gioco di squadra sul gioco individuale. Impegna tutto l'organismo; è un freno contro l'istinto e obbliga più che a vincere, a giocare bene per vincere".        

 

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