E' in pieno
svolgimento al Grand Hotel Telese il corso di
formazione per Insegnanti e Studenti di Scienze
Motorie intitolato: "Il
Rugby come strumento di formazione".
"Enjoy
to play" è il motto della metodologia
promossa dal team direttivo. Divertiti a
giocare, senza sacrifici inutili; gli approcci e
gli allenamenti sono mirati a favorire lo
sviluppo di capacità già possedute dai ragazzi
per trasformarle in abilità attraverso
ripetizioni sistematiche. Il bravo allenatore
non deve "riempire" il ragazzo di novità; deve
semplicemente favorire lo sviluppo delle sue
peculiarità.
Il corso è
diretto dal Prof. Francesco Ascione coadiuvato
dal Prof. Nicolò Bonomo e dal Prof. Francesco
Salierno. Il Sig Paolo Travaini completa lo
staff con mansioni di segreteria ed
organizzative.
Ottima la risposta della componente docente che
ha aderito con un folto gruppo di partecipanti
(circa 70) provenienti da molte regioni del
centro sud, Sicilia e Sardegna comprese. Questo
è il terzo corso in un mese, svolto nella
tournée FIR; i precedenti si sono svolti a
Tirrenia (PI) e Schio(VI).
Lo
staff: dalla sinistra Travaini. Buonomo,
Salierno, Ascione
La
finalità di questo corso di formazione gestito
dalla FIR (Federazione Italiana Rugby) con il
sostegno del MIUR (Ministero Istruzione) è di
diffondere la pratica del rugby nelle scuole,
a partire dalle "elementari".
Il rugby è uno sport per educare alla vita, al superamento
delle difficoltà, per forgiare e temprare il
carattere. In particolare, nel delicato periodo
della preadolescenza, il rugby contribuisce più
di ogni altro sport alla formazione completa
della personalità.
In molti
contesti ambientali "difficili", la pratica del rugby rappresenta un ottimo contributo per
sanare la piaga delle devianze giovanili acuite
dalla presenza sul territorio di attività
massificanti e spersonalizzanti. Certamente è
facile vederlo come sport per combattenti,
ma è molto di più.
E' uno sport per diventare combattenti, tenaci,
volitivi nel raggiungere la meta; in esso giorno
dopo giorno, si apprezza il fare insieme agli
altri, confrontandosi con avversari, nel
rispetto di una corretta competizione. E,
proprio per l'alto valore educativo, il rugby
riesce a controllare, a dare regole ai ragazzi
con temperamento "difficile".
Se è vero che il rugby, per la diversità della proposta,
può calamitare tutte quelle personalità “a
rischio”, è anche vero che è un ottimo sport per
chi problemi non ne ha, perché conferisce quelle
motivazioni di tenacia e di raggiungimento di
obiettivi “non comuni”, ottime per la
formazione personale.
Il
prof.Franco Lonardo, coordinatore Ed.Fisica e
Sportiva del CSA BN
con il delegato provinciale della FIR prof.
Giacomo Verdicchio
Questo il programma del corso:
Martedì 25 Ottobre
Ore 15,00: apertura corso
Ore 15,30: cenni storici
Ore 16,00: il rugby nella sua essenza
Ore 17,00: principi metodologici
Ore 20,00: cena
Mercoledì 26 Ottobre
Ore 9,00: principi metodologici
Ore 13,00: pranzo
Ore 15,00: allenamento con sel. regionale
Campania Under 15
Ore 17,30: riflessioni in aula
Ore 20,00: cena; a seguire Lavori di gruppo
Giovedì 27 Ottobre
Ore 9,00: Esposizione lavori di gruppo
Ore 10,30 principi dell’attacco
Ore 13,00 pranzo
Ore 15,00: lavoro pratico in palestra
Ore 17,30: La mischia ordinata
Ore 20,00: cena; a seguire Lavori di gruppo
Venerdì 28 Ottobre
Ore 9,00: La rimessa laterale
Ore 10,30 Pratica
Ore 13,00 pranzo
Ore 15,00: Principi della difesa
Ore 17,30: note di regolamento
Ore 20,00 cena
Sabato 29 Ottobre
Ore 9,00 valutazione attraverso lavori di gruppo
Ore 12,30 chiusura corso
Nelle foto precedenti, l'allenamento della
Rappresentativa Campana Under 15
Il rugby educativo è in perfetta sintonia con i programmi
della scuola i cui obiettivi didattici sono
volti al consolidamento del carattere, allo
sviluppo della società e del senso civico per
mezzo di esperienze vissute di pratica
sportiva,sia come espressione della propria
personalità che come strumento di
socializzazione.
Il rugby si realizza a stretto contatto fisico con gli
avversari, ed è per tale motivo che deve essere
praticato con estrema correttezza. Esiste un
codice morale che precede le regole scritte e le
decisioni arbitrali e che impedisce di
considerare l'avversario come un nemico, di
trasformare il proprio vigore fisico in una
scorrettezza e l'abilità in una frode. In questo
modo diviene una scuola di auto-controllo, di
auto disciplina, di rispetto per sé stessi e per
gli avversari.
Insegna ad essere, nello stesso tempo, "robusti psicologicamente"
e rispettosi dell’avversario. Non è quella
disciplina violenta che qualcuno vorrebbe far
credere; proprio per il fatto che il "contatto"
e il "contrasto" tra i giocatori sono consentiti
e voluti dal regolamento e dalla tattica. Il
rugby non comporta solo giocare col pallone, ma
è anche cadere, rialzarsi e cadere nuovamente.
Giocando, il giovane prenderà coscienza che,
generalmente, i contatti avvengono senza danni.
Questo sport
sollecita in maniera armonica tutte le parti del corpo e
migliora le funzioni cardio-circolatorie. Le
qualità che vengono sviluppate sono la forza, la
resistenza, la destrezza, la velocità,
l’agilità, la coordinazione e la conoscenza e
padronanza del proprio corpo. La pratica di
questa disciplina sviluppa, inoltre, qualità
psichiche fondamentali come lo spirito di
squadra, l’autocontrollo, l’iniziativa, il
coraggio e la lealtà.
Il rugby offre simultaneamente" tre finalità
educative: a) psico-fisica, b) morale, c)
sociale. E' uno dei pochi giochi che
contribuisce all'educazione psico-fisica perché
esige, come qualunque altro gioco, forza, vigore
fisico, destrezza, ma in più:
a) una souplesse non comune (la fuga,
emozionante, per segnare richiede velocità
progressiva prolungata e anche "cambio di ritmo
e velocità");
b) dei riflessi pronti per fronteggiare
l'imprevisto che presenta il rimbalzo irregolare
della palla ovale;
c) un andare contro l'istinto: basta dire che
l'avanzata si fa con passaggi... all'indietro".
Anche il placcaggio è utilissimo a combattere la
repulsione innata che tutti abbiamo all'urto, a
combattere la poltroneria e la paura (nella vita
gli intrepidi sbagliano qualche volta, i paurosi
sempre!); esige quindi dominio di sé, dei nervi,
del dolore.
Il rugby educa
alla socialità: è una sintesi di molti giochi di
squadra: non soffoca la personalità, ma combatte
il "divismo"; è contro la tendenza di "tenere"
per sé la palla quando la si ha in mano;
disciplina gli exploits personali, perché in
sostanza prevale il gioco di squadra sul gioco
individuale. Impegna tutto l'organismo; è un
freno contro l'istinto e obbliga più che a
vincere, a giocare bene per vincere".
|