I
medici: «Situazione drammatica.
Il
10% dei ricoveri è dovuto ai consumi di birra,
vino e liquori»
(ant.mai.)
Alcolismo: un fenomeno 'sommerso'. Un problema
che si scontra con l'indifferenza e il silenzio
della cosiddetta società civile. Anche nel
Sannio, a detta degli esperti ascoltati, la
questione è sottovalutata. La conferma è tutta
nelle difficoltà riscontrate nel reperire dati e
statistiche necessari per avere un tracciato
completo dell'incidenza del fenomeno su tutto il
territorio.
Dalle ultime cifre, prodotte dalla Unità
operativa semplice di Alcologia di via dei
Mulini, emerge un dato allarmante: sono oltre
8000 le persone prigioniere della 'bottiglia',
prevalentemente uomini, in città e in provincia.
Il fenomeno, dunque, sembrerebbe in forte ascesa
e i medici tuonano: “La situazione è
drammatica”. Un aspetto, questo, confermato da
numeri che sono in linea con quanto accade a
livello nazionale.
Circa il quattro per cento di quanti sono soliti
consumare bevande alcoliche cadono in una
condizione di dipendenza, manifestando poi i
sintomi tipici dell'etilismo: perdita di lavoro,
degli affetti familiari e della salute. Ma
trincare non porta solo il bevitore ad avere
problemi interpersonali, ma anche a delle
patologie, tra le più frequenti: miocardiopatie,
pancreatiti, epatiti, gastriti emorragiche,
demenza e alcune forme di anemia.
Di
conseguenza, gli ospedali rappresentano una
tappa quasi obbligata: “Nel Sannio – evidenziano
dal centro - circa il 10% dei ricoveri è dovuto
a complicanze correlate al consumo di vino,
birra e liquori”. Non vanno inoltre dimenticati
gli incidenti stradali: “Uno su due sono dovuti
alla guida in stato di non completa sobrietà”.
Il
segnale più inquietante è legato all'età dei
consumatori di superalcolici: “La maggiore
incidenza si registra nelle persone di età
compresa tra 18 e 34 anni”. Ma a svegliare la
città dal torpore e dall'indifferenza c'è un
pugno di sanitari, affiancati da una decina di
volontari. Essi seguono 100 assistiti, mentre
solo una sessantina frequentano i cosiddetti 'Club'.
Qui gli etilisti si incontrano una volta a
settimana, discutono dei problemi legati al bere
e, nell'80% dei casi, 'chiudono' con la
bottiglia.
Nello specifico, le comunità che operano sul
territorio provinciale sono sei: quattro a
Benevento, una a Sant'Agata de' Goti e una a
Telese Terme. Va ricordato infine il centro
d'ascolto aperto a Ponte. All'interno delle
strutture in città sono impiegati, fra gli
altri, operatori e servitori. Ecco i nomi:
Pierluigi Vergineo, Marianna D'Alessio, Lucia
Solla, Maria Di Blasio, Gianni Pancione e
Terenzio Daniele.
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