Articoli
di Piero Fassino
Intervista di
Piero Fassino - Repubblica 5 dicembre
2003
Articolo di Piero Fassino - l'Unità 10
settembre 2004
Barbara Pollastrini, Coordinatrice
Donne DS
La legge 40: norme
in materia di procreazione medicalmente
assistita
Luciano
Violante, Presidente Gruppo DS alla
Camera
"Ruini ha parlato
da dirigente di partito"
Beatrice Magnolfi, Segreteria DS
Nota sulla
fecondazione eterologa
Maurizio Migliavacca, Coordinatore
Segreteria Nazionale DS
Un impegno pieno, convinto e
intelligente per un tema di grande
rilievo sociale e culturale
Francesca Marinaro
I valori dell'esistenza:
Nascere, guarire e scegliere
Nota dei Cristiano Sociali
Referendum
procreazione assistita:
partecipare per decidere
Mimmo Lucà, Segreteria DS
Chiesa, politica,
laicità
Tratto dalla
relazione di Mimmo Lucà al Consiglio
Nazionale dei Cristiano Sociali, 15
aprile 2005
Storia
della legge 40
Il Cammino
alla Camera
Intervento
dell'On. Zanotti 27 marzo 2002
Intervento dell'On. Violante 11 giugno
2002
Intervento dell'On. Finocchiaro 11
giugno 2002
Intervento dell'On. Mussi 12 giugno 2002
Intervento dell'On. Pollastrini 18
giugno 2002
Il Cammino al
Senato
Intervento della
Sen. Franco 24 settembre 2003
Intervento del Sen. Del Pennino 11
dicembre 2003
Relazione scritta di minoranza, 19
settembre 2003
Intervento del Sen. Tonini 24 settembre
2003, intervento
Dieci domande e
dieci risposte
Che
cos'è la fecondazione medicalmente
assistita e quando vi si ricorre?
E' l'aiuto che la scienza offre a coppie
che non possono avere figli. Può inoltre
aiutare coppie fertili ma portatrici di
malattie ereditarie o infettive a far
nascere bambini sani.
Quale
legge viene sottoposta a referendum e
perché?
Il referendum riguarda solo alcuni punti
della legge n°40 voluta dal governo di
centrodestra nel 2004. In particolare si
chiede la modifica della legge su 4 temi
specifici: la salute della donna,
l'equiparazione dei diritti del
concepito e quelli della donna, la
libertà di ricerca scientifica e la
cosiddetta fecondazione eterologa (cioè
la fecondazione realizzata grazie a un
donatore o donatrice esterno alla
coppia). Si è giunti ai referendum
perché il centrodestra si è opposto in
Parlamento a qualsiasi modifica della
legge, respingendo gli oltre 350
emendamenti migliorativi che erano stati
presentati anche a nome di importanti
esponenti della comunità scientifica.
Se
vincono i Sì esiste il pericolo di un
vuoto legislativo con il ritorno al
cosiddetto "far west", vale a dire una
situazione senza regole e senza
controlli?
No, questo pericolo non c'è. Per due
ragioni fondamentali. In primo luogo
perché i referendum non chiedono
l'abrogazione di tutta la legge ma solo,
come abbiamo visto, di alcuni articoli
che sono dannosi per milioni di donne e
uomini. In secondo luogo perché già
prima dell'entrata in vigore della legge
40 esisteva in Italia il codice
deontologico dei medici che regolava in
modo preciso le pratiche della
fecondazione assistita. I referendum non
vogliono il "far west". Vogliono una
nuova buona legge.
Cosa
implica il referendum n°1 sulla libertà
di ricerca scientifica?
Ogni anno che passa la nostra speranza
di vita si allunga anche perché medici e
scienziati, instancabilmente, cercano e
trovano nuove terapie per malattie
gravissime che un tempo non si potevano
curare. Una legge non può impedire che
questa ricerca proceda anche al fine di
guarire chi vive con la sola speranza di
una terapia nuova per il suo male.
Votando Sì sarà di nuovo possibile per i
ricercatori usare cellule staminali
prelevate da embrioni congelati non
utilizzati (vale a dire cellule che,
debitamente orientate, sono capaci di
moltiplicarsi consentendo la cura di una
serie di organi vitali). La ricerca su
queste cellule è considerata decisiva
per la cura di malattie gravissime come
il Parkinson, il diabete, la sclerosi,
il morbo di Alzheimer, i tumori.
Soltanto in Italia è un problema che
investe circa 12 milioni di persone alle
quali non è giusto sottrarre una
speranza fondata di cura, guarigione e
futuro. Abbiamo rispetto per tutte le
opinioni su un argomento tanto complesso
e che attiene alla sfera stessa della
dignità umana, ma poniamo una domanda.
Può una legge decidere che un embrione
ha più diritti di un bambino di dieci
anni costretto sulla sedia a rotelle e
che la scienza potrebbe aiutare a
guarire? Votare Sì al referendum è il
modo per dire che una legge - qualsiasi
legge - questa decisione non la può
assumere. E non per motivi giuridici o
formali. Più semplicemente per il
rispetto verso le persone, tutte, e per
amore della vita.
E il n°
2 sulla salute della donna?
Ogni coppia che ricorre alla
fecondazione assistita lo fa dopo una
lunga riflessione e, facendolo, compie
un atto d'amore. La donna che vuole
mettere al mondo un figlio è chiamata ad
affrontare un percorso impegnativo, sul
piano fisico e psicologico. Il primo
referendum ha l'obiettivo di aiutarla a
vivere serenamente e nella sicurezza
ogni passaggio del suo desiderio di
maternità. Come? In cinque modi:
- Consentendo l'accesso alla
fecondazione assistita anche alle coppie
fertili che rischiano di trasmettere al
figlio malattie genetiche ereditarie o
infettive.
- Non imponendo per legge il
trasferimento dell'ovulo fecondato nel
corpo della donna in assenza di un suo
rinnovato consenso.
- Permettendo alle coppie portatrici di
malattie genetiche l'esame dell'embrione
(la cosiddetta analisi preimpianto)
prima del suo trasferimento nell'utero
della donna. Questo per evitare
l'assurdità e la violenza (anche
psicologica) dell'impianto di un
embrione malato e il conseguente ricorso
a un aborto terapeutico.
- Consentendo il congelamento degli
embrioni prodotti con le tecniche della
fecondazione assistita. L'attuale
divieto obbliga la donna a sottoporsi,
in caso di insuccesso, a più cicli di
trattamento con possibili danni per la
sua salute. La conservazione degli
embrioni eviterebbe questa situazione e
garantirebbe alla donna il migliore
trattamento possibile senza obbligarla a
ricominciare sempre daccapo.
- Revocando l'obbligo di fecondare un
numero massimo di tre ovuli, tutti da
trasferire contemporaneamente.
Quest'ultimo punto è di enorme rilievo:
ogni donna ha una storia, un'età e
condizioni psico-fisiche diverse. Non si
può impedire al suo medico e a lei
stessa di valutare come è meglio
procedere nell'utilizzo delle tecniche
di fecondazione. Imporre per legge il
numero di embrioni da trasferire è una
scelta assurda e rischiosa perché una
ragazza di vent'anni o una donna di
quaranta avranno, per ovvie ragioni,
esigenze terapeutiche diverse. Può la
legge sostituirsi al medico? Noi
pensiamo che non possa avvenire e di
questo si occupa il primo referendum.
E il
n°3, sull'equiparazione dei diritti del
"concepito" e quelli della donna?
Questo è un punto decisivo. La norma
attuale assicura "al concepito", a
partire dall'ovulo fecondato, ancor
prima che si formi l'embrione, gli
stessi diritti e la stessa tutela
giuridica della madre o di un'altra
qualsiasi persona nata. E' la prima
volta che questo avviene nelle nostre
leggi. Ciò perchè si è voluto imporre un
solo punto di vista, una sola etica di
parte. Si è violato così il principio di
una laicità dello Stato, ricca di
pluralismo etico e culturale. Le
conseguenze di questa decisione sono
soprattutto concrete e investono la vita
di milioni di persone. Facciamo un
esempio: se la legge stabilisce che "il
concepito" ha gli stessi diritti di una
persona nata, il medico non potrà fare
nulla nel caso di un embrione con una
grave patologia trasmessa geneticamente.
Infine affermare, che "il concepito" ha
eguali diritti della madre può divenire
la premessa per mettere in discussione
radicalmente la legge 194
sull'interruzione volontaria della
gravidanza, legge che ha prodotto
l'esito positivo della riduzione degli
aborti in Italia.
E
l'ultimo, il n°4, sulla fecondazione
eterologa?
Bisogna fare una premessa: alla
fecondazione eterologa si ricorre
solamente in casi gravi di sterilità.
Detto ciò, poniamoci una domanda: si è
madre e padre solo quando a nostro
figlio abbiamo trasmesso il nostro
corredo cromosomico? In altre parole, si
è madre e padre solo se il figlio è nato
dalla coppia dei genitori? Come sanno
tutti, le cose sono più complesse. I
bambini adottati hanno un padre e una
madre, a pieno titolo. Ed essi non sono
meno genitori di altri solo perché il
loro bambino è stato adottato. Bisogna
tenere a mente questo concetto
elementare per comprendere il senso del
quarto referendum, che, per l'appunto,
vuole consentire la fecondazione
assistita anche utilizzando gameti
(spermatozoi nel caso degli uomini e
ovociti nelle donne) di donatori esterni
alla coppia. Se in una coppia la donna
accetta di usare il seme di un donatore,
vietare questo tipo di fecondazione ha
solo due sbocchi: impedire per sempre a
quella donna di partorire o
costringerla, sempre che disponga dei
mezzi economici necessari, a recarsi in
uno qualsiasi dei paesi dove la
fecondazione eterologa è consentita.
Perché vietare quello che in tutti i
principali paesi europei è consentito e
che era consentito anche in Italia, nei
centri privati specializzati, fino
all'approvazione di questa legge?
Se
vincono i Sì può aprirsi la strada a una
moderna eugenetica, vale a dire la
possibilità di programmare in
laboratorio i figli scegliendo sesso,
colore degli occhi, etc.?
No, nella maniera più assoluta. Prima di
tutto perché gli stessi scienziati
respingono con forza questa prospettiva
in linea di principio e in linea di
fatto. Il codice deontologico dei medici
prevede in modo esplicito che ogni
intervento sul genoma umano sia teso
unicamente alla prevenzione e correzione
di condizioni patologiche. In altre
parole i soli interventi possibili sono
a scopo di cura. Quindi sono ammessi
test genetici (la cosiddetta diagnosi
preimpianto) solo al fine di rilevare
eventuali malformazioni o malattie
ereditarie e prevenire così la scelta
sofferente dell'aborto. In termini più
generali siamo favorevoli a limiti certi
e invalicabili (clonazione umana,
mamme-nonne, utero "in affitto"). Limiti
che anche nel caso di vittoria dei Sì ai
referendum rimarrebbero assicurati dalla
normativa vigente.
La sfida
sui referendum è anche una sfida tra
laici e cattolici?
Neppure questa affermazione è vera. I
referendum investono alcune norme di una
legge dello Stato e i cattolici, e
credenti al pari dei laici, hanno su
questo opinioni diverse. Alcuni sono
favorevoli alla legge cosi com'è, altri
la vorrebbero cambiare. La realtà è che
nel mondo cattolico esiste lo stesso
pluralismo - cioè la stessa
articolazione di opinioni - presente nel
mondo laico. Questa è una ricchezza per
tutti, per i cattolici e per i laici,
perché consente alle persone di
scegliere sulla base delle proprie
convinzioni e della propria coscienza.
Quali
sono le ragioni fondamentali per andare
a votare e votare Sì?
La ragione di fondo per andare a votare
e votare Sì ènel desiderio di compiere
un atto concreto di solidarietà verso
chi oggi non può mettere al mondo un
figlio. Verso chi soffre a causa di una
malattia che domani la scienza potrebbe
curare. Questa volta non si vota per un
partito e neppure per un candidato. Si
vota per una speranza in più. Si vota
per una vita migliore. Si vota per
aiutare chi è malato a guarire. Si vota
per dei valo-ri importanti che toccano
l'esistenza quotidiana di ciascuno di
noi: vita, speranza, guarigione.