I
Democratici di Sinistra di Telese aderiscono al
comitato Sannio4Sì e partecipano al referendum
day del 15 maggio.
I
Democratici di Sinistra di Telese aderiscono al
Comitato Sannio4Sì
www.sannio4si.org , costituitosi per
promuovere nel Sannio la campagna per il Sì ai 4
referendum del 12 e 13 giugno sulla procreazione
assistita.
Oggi, in occasione del referendum day promosso
dal Comitato in tutta la provincia, saranno
presenti, per tutta la giornata, con un presidio
informativo sul Viale Minieri (davanti alle
scuole elementari). Scopo dell’iniziativa:
stimolare il dibattito sulle tematiche
referendarie, diffondere materiale informativo,
instaurare un dialogo diretto coi cittadini.
Si
raccoglieranno, inoltre, adesioni personali e
contributi economici al comitato Sannio4sì. A
poche settimane dal voto, infatti, molti
cittadini non sono adeguatamente informati sui
contenuti e sull’importanza di questa
consultazione. Coi referendum si chiede la
modifica della legge 40/2004 su 4 temi
specifici: la salute della donna,
l'equiparazione dei diritti del concepito a
quelli della donna, la libertà di ricerca
scientifica e la fecondazione eterologa (cioè la
fecondazione realizzata grazie a un donatore o a
una donatrice esterni alla coppia).
I
referendum non vogliono il "far west", una
situazione senza regole e senza controlli, non
chiedono l'abrogazione di tutta la legge, ma
solo di alcuni articoli che sono dannosi per
milioni di donne e uomini. Una coppia che
ricorre alla fecondazione assistita lo fa dopo
una lunga riflessione, compiendo un atto d’amore
e affrontando un percorso impegnativo sul piano
fisico e psicologico. Il primo referendum ha
l'obiettivo di aiutarla a vivere serenamente e
in sicurezza il suo desiderio di maternità,
consentendo l'accesso alla fecondazione
assistita anche alle coppie fertili che
rischiano di trasmettere al figlio malattie
genetiche ereditarie e permettendo alle coppie
portatrici di malattie genetiche l'esame
dell'embrione (analisi preimpianto) prima del
suo trasferimento nell'utero. Questo per evitare
l'assurdità e la violenza (anche psicologica)
dell'impianto di un embrione malato e il
conseguente ricorso a un aborto terapeutico.
Il
secondo referendum riguarda l’equiparazione dei
diritti del "concepito" a quelli della donna. La
norma attuale assicura all'ovulo fecondato,
ancor prima che si formi l'embrione, gli stessi
diritti e la stessa tutela giuridica della madre
o di un'altra qualsiasi persona nata. È la prima
volta che questo avviene nelle nostre leggi. Si
è voluto imporre un solo punto di vista,
un’etica etica di parte, violando il principio
di una laicità dello Stato e si rischia di
mettere in discussione la legge 194
sull'interruzione volontaria della gravidanza,
che ha prodotto la drastica riduzione degli
aborti in Italia.
Il
terzo referendum riguarda la libertà di ricerca
scientifica. Votando Sì sarà di nuovo possibile
per i ricercatori usare cellule staminali
prelevate da embrioni congelati non utilizzati
(vale a dire cellule che, debitamente orientate,
sono capaci di moltiplicarsi, consentendo la
cura di una serie di organi vitali). La ricerca
su queste cellule è considerata decisiva per la
cura di malattie gravissime come il Parkinson,
il diabete, la sclerosi, il morbo di Alzheimer,
i tumori. Soltanto in Italia è un problema che
investe circa 12 milioni di persone alle quali
non è giusto sottrarre una speranza fondata di
cura.
Il
quarto referendum riguarda la fecondazione
eterologa., alla quale le coppie ricorrono in
casi gravi di sterilità. Poniamoci una domanda:
si è madre e padre solo quando a nostro figlio
abbiamo trasmesso i nostri cromosomi? Solo se,
in pratica, il figlio è nato dalla coppia dei
genitori? Le cose non stanno così. I bambini
adottati hanno un padre e una madre, a pieno
titolo, ed essi non sono meno genitori di altri
solo perché il loro bambino è stato adottato. Il
quarto referendum vuole una legge che consenta
la fecondazione assistita anche utilizzando
gameti (spermatozoi per gli uomini e ovociti per
le donne) di donatori esterni alla coppia. Se in
una coppia la donna accetta di usare il seme di
un donatore, vietare questo tipo di fecondazione
ha solo due sbocchi: impedire per sempre a
quella donna di partorire o costringerla, sempre
che disponga dei mezzi economici necessari, a
recarsi all’estero dove la fecondazione
eterologa è consentita.
Votare Sì vuol dire compiere un atto concreto di
solidarietà verso chi oggi non può mettere al
mondo un figlio. Verso chi soffre a causa di una
malattia che domani la scienza potrebbe curare.
Vuol dire difendere valori importanti che
toccano l'esistenza quotidiana di ciascuno di
noi: vita, speranza, guarigione.
Lì, 13/05/2004
D.S. Telese Terme Sezione Mario Cirillo
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