15 maggio 2005
DS: Si al referendum day
Pasquale Biondi

 

 

I Democratici di Sinistra di Telese aderiscono al comitato Sannio4Sì e partecipano al referendum day del 15 maggio.

I Democratici di Sinistra di Telese aderiscono al Comitato Sannio4Sì  www.sannio4si.org , costituitosi per promuovere nel Sannio la campagna per il Sì ai 4 referendum del 12 e 13 giugno sulla procreazione assistita.

Oggi, in occasione del referendum day promosso dal Comitato in tutta la provincia, saranno presenti, per tutta la giornata, con un presidio informativo sul Viale Minieri (davanti alle scuole elementari). Scopo dell’iniziativa: stimolare il dibattito sulle tematiche referendarie, diffondere materiale informativo, instaurare un dialogo diretto coi cittadini.

Si raccoglieranno, inoltre, adesioni personali e contributi economici al comitato Sannio4sì. A poche settimane dal voto, infatti, molti cittadini non sono adeguatamente informati sui contenuti e sull’importanza di questa consultazione. Coi referendum si chiede la modifica della legge 40/2004 su 4 temi specifici: la salute della donna, l'equiparazione dei diritti del concepito a quelli della donna, la libertà di ricerca scientifica e la fecondazione eterologa (cioè la fecondazione realizzata grazie a un donatore o a una donatrice esterni alla coppia).

I referendum non vogliono il "far west", una situazione senza regole e senza controlli, non chiedono l'abrogazione di tutta la legge, ma solo di alcuni articoli che sono dannosi per milioni di donne e uomini. Una coppia che ricorre alla fecondazione assistita lo fa dopo una lunga riflessione, compiendo un atto d’amore e affrontando un percorso impegnativo sul piano fisico e psicologico. Il primo referendum ha l'obiettivo di aiutarla a vivere serenamente e in sicurezza il suo desiderio di maternità, consentendo l'accesso alla fecondazione assistita anche alle coppie fertili che rischiano di trasmettere al figlio malattie genetiche ereditarie e permettendo alle coppie portatrici di malattie genetiche l'esame dell'embrione (analisi preimpianto) prima del suo trasferimento nell'utero. Questo per evitare l'assurdità e la violenza (anche psicologica) dell'impianto di un embrione malato e il conseguente ricorso a un aborto terapeutico.

Il secondo referendum riguarda l’equiparazione dei diritti del "concepito" a quelli della donna. La norma attuale assicura all'ovulo fecondato, ancor prima che si formi l'embrione, gli stessi diritti e la stessa tutela giuridica della madre o di un'altra qualsiasi persona nata. È la prima volta che questo avviene nelle nostre leggi. Si è voluto imporre un solo punto di vista, un’etica etica di parte, violando il principio di una laicità dello Stato e si rischia di mettere in discussione la legge 194 sull'interruzione volontaria della gravidanza, che ha prodotto la drastica riduzione degli aborti in Italia.

Il terzo referendum riguarda la libertà di ricerca scientifica. Votando Sì sarà di nuovo possibile per i ricercatori usare cellule staminali prelevate da embrioni congelati non utilizzati (vale a dire cellule che, debitamente orientate, sono capaci di moltiplicarsi, consentendo la cura di una serie di organi vitali). La ricerca su queste cellule è considerata decisiva per la cura di malattie gravissime come il Parkinson, il diabete, la sclerosi, il morbo di Alzheimer, i tumori. Soltanto in Italia è un problema che investe circa 12 milioni di persone alle quali non è giusto sottrarre una speranza fondata di cura.

Il quarto referendum riguarda la fecondazione eterologa., alla quale le coppie ricorrono in casi gravi di sterilità. Poniamoci una domanda: si è madre e padre solo quando a nostro figlio abbiamo trasmesso i nostri cromosomi? Solo se, in pratica, il figlio è nato dalla coppia dei genitori? Le cose non stanno così. I bambini adottati hanno un padre e una madre, a pieno titolo, ed essi non sono meno genitori di altri solo perché il loro bambino è stato adottato. Il quarto referendum vuole una legge che consenta la fecondazione assistita anche utilizzando gameti (spermatozoi per gli uomini e ovociti per le donne) di donatori esterni alla coppia. Se in una coppia la donna accetta di usare il seme di un donatore, vietare questo tipo di fecondazione ha solo due sbocchi: impedire per sempre a quella donna di partorire o costringerla, sempre che disponga dei mezzi economici necessari, a recarsi all’estero dove la fecondazione eterologa è consentita.

Votare Sì vuol dire compiere un atto concreto di solidarietà verso chi oggi non può mettere al mondo un figlio. Verso chi soffre a causa di una malattia che domani la scienza potrebbe curare. Vuol dire difendere valori importanti che toccano l'esistenza quotidiana di ciascuno di noi: vita, speranza, guarigione.

Lì, 13/05/2004

D.S. Telese Terme Sezione Mario Cirillo

 

 

 

     

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