Non so come sia possibile pensare di salvare
delle persone uccidendone altre. E mettiamo in
chiaro che uccidiamo delle potenziali persone
per salvare coloro che maggiormente persone non
hanno voluto esserlo, seguendo dei vizi,
mischiate poi a quei pochi rimanenti malati
vittime incolpevoli. In pratica tutti fanno
differenze tra potenziali essere umani e essere
umani già fatti, mentre io metterei in risalto
quello che ci rende davvero importanti: il fatto
di essere delle persone. E per essere persone
non basta vivere. Per essere delle persone
dobbiamo seguire delle regole e una morale
precisa.
Dovendo parlare di malati perciò avrei preferito
discutere solo di esseri umani che avessero
avuto rispetto di se stessi prima di finire in
ospedale, quindi di persone, e non discutere di
esseri umani che abbiano il cancro per aver
condotto una vita scorretta. Una persona vera
dovrebbe essere ritenuto quell’essere, non
ignorante, che ha seguito delle leggi, l’etica,
e tutto ciò perché potesse essere perfetto. Ma
visto che non è colpa degli esseri umani essere
ignoranti occorre trovare presto una cura
alternativa. Inoltre anche se vivessimo una vita
corretta ci sarebbe sempre chi sarebbe sterile o
chi sarebbe malato per causa genetica.
Certo è che se cominciassimo a seguire i
consigli dei medici come le fandonie che
ascoltiamo dal governo, la percentuale di malati
si abbasserebbe vertiginosamente. Abbiamo tanta
paura ma in realtà si stanno studiando anche
delle cure che non implicano l’uso di potenziali
persone, e anche se per raggiungere un risultato
occorrerà un po’ di tempo, noi non possiamo
assolutamente uccidere altri esseri, che
potrebbero inoltre essere migliori di noi.
Perché se vogliamo dirla tutta pochi di noi sono
delle persone, grazie a questa società. Molti di
noi sono soltanto l’ultima specie della
categoria ominidi, un animale qualunque, un
essere umano appunto, una bestia che non conosce
la civiltà.
E
io non credo che un essere umano abbia più
diritti di una persona. Ma siccome compatiamo
esseri meno evoluti di noi come i cani e i
gatti, anche noi esseri umani dobbiamo
compatirci rispetto alle persone vere che
verranno se questa società cambierà, se cambierà
il sistema. Perciò andiamo salvati anche noi
esseri umani. Più informazione da parte dei
medici sulle diverse cure che si stanno
studiando ci servirebbe più delle parole dei
politici. Con le parole di chi ne capisce
davvero, noi che siamo vittime del sistema, non
dovremmo aggrapparci alla prima cura che ci
viene offerta. Poi ci sono sempre i medici al
servizio del sistema che cercano la strada più
corta e liberale, ma per fortuna c’è chi il suo
lavoro lo sa fare e ci dice che la scienza non
và contro l’uomo per salvare l’uomo.
Abrogare questa legge non è il rimedio ultimo, è
solo forse la maniera per arrivare prima ad una
soluzione. E noi che abbiamo una educazione
quantomeno alta, cerchiamo sempre la strada più
breve! Ma arrivare all’ultima spiaggia si poteva
evitare: con un po’ di umana prevenzione e con
una ricerca non differenziata e slegata dai
soldi. Perché sono queste le cause delle nostre
malattie: non ci preveniamo, credendo che
esistano sempre delle cure e che le cure siano
un rimedio al nostro insano bisogno di libertà,
e non rispondiamo ad un’unica associazione
mondiale nella quale tutti gli scienziati
esistenti lavorino e si confrontino come si
deve, senza il bisogno inoltre di trovare sempre
i soldi per andare avanti nello studio. Non
dovevamo arrivare a scegliere tra due leggi
sbagliate, tra il si e il no (o astensionismo
qual dir si voglia).
Esistono medici eminentissimi che sarebbero
dovuti stare al governo a infonderci vera
sapienza, i quali avrebbero fatto qualcosa di
meglio che insegnarci capitalismo e libertà.
Medici che inoltre a insegnarci come non
ucciderci con le nostre mani, avrebbero speso
molti più soldi per la ricerca e avrebbero
cercato più collaborazione tra tutte le
università e i centri di studio nel mondo dove
in fondo si studia per arrivare allo stesso
fine: un fine che si sarebbe inseguito non su
strade disumane più brevi.
Che vinca il si o il no è irrilevante: morto è
un principio improvettato di essere e morta è
una fine forzata di essere che ci lascia perché
noi l’abbiamo lasciato morire non avendogli
trovato una cura. Ovvero se stronchiamo una vita
sul nascere o se antecediamo la morte di un
essere umano, ormai ben visibile perché grande
come noi, è la stessa cosa. Se rimarrà la legge
attuale, con questa stessa società e la stessa
lenta ricerca, continueranno a morire di
malattie incurabili esseri umani ancora per
molto. Se la legge attuale verrà abrogata,
grazie alle nuove concessioni potremo uccidere
degli esseri e senza provare compassione, perché
non dovremo, non potendo, guardarli negli occhi,
per poi sentirci in colpa, visto che questi
ammassi informi di cellule non avranno il tempo
di formarli questi benedetti occhi specchi
dell’anima.
E
dopotutto, anche se non proveremo pietà per
loro, usandoli come cavie, ci vorrà comunque
tempo per trovare una cura dopo, ancora anni di
ricerca. Il problema sta in questo tipo di
ricerca e nel non conoscere la prevenzione:
questa ricerca che purtroppo oggi è diventata
più che altro una gara tra i vari siti di
studio, e una gara dove per arrivare al
traguardo ci vogliono molti soldi purtroppo,
soldi che particolarmente nel nostro Stato non
vengono forniti a sufficienza; questa
prevenzione che non è abbastanza” reclamizzata”,
forse per le troppe illusorie castrazioni che
sembra comportare, perché sembra ci privi di
qualche libertà.
In
conclusione, da una parte noi dovremmo cercare
di vivere meglio seguendo si può dire delle
“regole” su come mangiare, cosa fare e cosa non
fare per non ricorrere in rischi, regole
offerteci sottoforma di consigli dai medici, e
tali medici, o scienziati qual dir si voglia,
dall’altra parte dovrebbero collaborare di più
tra di loro e ricevere più fondi per trovare le
cure che possano sconfiggere prima che nascano
delle malattie che sono genetiche e contro cui
niente può la sana prevenzione. Se ci
prendessimo questo impegno, in futuro eviteremmo
il verificarsi di problemi di salute, oltre al
fatto che riusciremmo a salvare i malati
odierni, in quanto i tempi di risoluzione si
restringerebbero se avessimo davvero
l’intelligenza di vivere e ricercare come si
deve.
Ci
sono già studi che ci fanno molto sperare sul
fatto che non siamo destinati a non avere figli,
ad averli con qualche sindrome o a morire di
cancro e sono questi che dobbiamo conoscere e su
cui dobbiamo essere informati, perché esistono
davvero metodi già scoperti, o ancora da
scoprire che hanno solo bisogno di incentivi
maggiori per essere svelati, per essere perfetti
almeno fisicamente. Non è quindi solo una legge
che và riscritta, ma tutto un sistema, e mi
augurerei che se ne accorgesse qualcuno, perché
né vivendo nell’ignoranza si può pretendere di
avere dei figli a tutti i costi e pretendere di
non rimanere vittime di malattie, né chi è di
competenza può lasciare che questa ignoranza
venga incentivata dalla disinformazione e dalla
lentezza della ricerca, in quanto tutti hanno il
diritto di fare figli, di nascere sani e di
vivere in perfetta salute e giustamente lo
pretendono.
Se
a tutti venisse insegnata la prevenzione, se a
tutti venisse parlato di tutte le vie possibili
che sono state intraviste per curare le gravi
affezioni, se la ricerca fosse più seria e
appoggiata, oggi non staremmo a parlare di un
tema tanto tumultuoso per la nostra anima, come
quello del referendum, perché riporremmo più
fiducia nella scienza ma soprattutto in noi
stessi perché consapevoli di un nuovo sapere e
di una nuova speranza. È un sistema, o una
società, molto complicato e controverso, dove
dare colpe è inutile.
Mi
auguro solo che quei fortunati che abbiano
ricevuto l’educazione della civiltà, diversa
dall’educazione del perbenismo, sappiano
mettersi al servizio degli altri aiutando la
scienza a raggiungere presto un risultato. E
spero che le stesse persone civili sappiano fare
dono oltre che delle nuove scoperte in campo
medico anche della loro stessa civiltà. Affinché
con la dignità necessaria un essere umano possa
essere una persona. Perché la nostra vita abbia
un senso e il suo senso una vita. Affinché la
speranza sia sempre l’ultima a morire.
Federico Di Mezza |