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MESSAGGIO DI DORIANO FASOLI PER L’EVENTO

IO MI MUOVO

Musica d’autore per PANGEA

"Sto guarendo da questa cosa bellissima che è la vita" -,  pare abbia detto
De André qualche giorno prima di morire.

Ebbi la fortuna di conoscere personalmente Fabrizio nel 1984, anno che segnò una svolta nella sua produzione e che fu l'inizio della stagione più matura della sua creatività.  Lo conobbi a Roma, quando venne a presentare il suo album in genovese "Creuza de ma" e io lo intervistai per il quotidiano "il manifesto". Da allora, presi a frequentarlo assiduamente e un bel giorno mi balenò l'idea di scrivere un libro su di lui. Gliene parlai, lo convinse il modo in cui lo avevo concepito e, subito, mi offerse la sua collaborazione, facendomi ottenere, tra l'altro, dalla Ricordi, la liberatoria che mi consentì di pubblicare tutti i testi delle sue canzoni. Nel 1989, uscì dunque il primo libro su Fabrizio De Andrè, che si chiamava "Fabrizio De Andrè - Da Marinella a creuza de ma" e che conobbe altre due edizioni ampliate con titoli diversi, "La cattiva strada" e "Passaggi di tempo" e relative, numerose, ristampe.

Cosa mi colpì di lui? Penso, principalmente, la lucidità. Poi, certo, la voce che, con quella di Carmelo Bene, sono state il tappeto sonoro della mia esistenza.  Come l'artista salentino, anche Fabrizio va annoverato tra i grandi autodemolitori, nel senso sia del proprio fisico che del proprio mito. Venivano entrambi da lontano, da ieri per noi sconosciuti. Sembra quasi fatale che Fabrizio non sia riuscito a vedere il 2000.  Forse non avrebbe nemmeno voluto. Troppo distante, da questo secolo incolto e senza un minimo di spessore,  la sua mente impregnata di Ottocento.

La sua morte non finirà mai di avvelenarmi la vita.

Purtroppo non potrò  essere presente alla manifestazione - anche se... sono
sempre lì dove manco - ma voglio ringraziare di cuore Raffaella Vitelli e "Pangea" per il generoso invito.

Auguri, a presto
Doriano Fasoli

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