Caiazzo: 5 storie che fanno riflettere - 01-10-02 - Giuseppe Sangiovanni

 

copia incolla da Caserta 24ore

 

martedì 1 ottobre 2002

CAIAZZO - Uncittadino invita la RAI ad annullare partecipazione al programma “COMINCIAMO BENE”

Rairadiotelevisioneitaliana- RAITRE

Alla c. a. Direttore di produzione “Cominciamo bene” dott. Marco Zeppa

 

Oggetto : Sospensione partecipazione di alla trasmissione “Cominciamo bene”

Gentile direttore, ho appreso con stupore della partecipazione di Caiazzo alla trasmissione “Cominciamo bene”- in onda il giorno 2 e 4 ottobre- sugli schermi di Raitre.

Assolutamente sconcertato da come la televisione di stato, si sia fatta ingannare da un sindaco che ha propinato una serie di disastri – in una piccola comunità- spesso finita sui media nazionali: per clamorosissimi pateracchi generati da amministratori che dire inadempienti è usare un eufemismo.

Ricordo per tutti il loculigate (costruiti 600 loculi che non riescono a contenere le bare- se nè occupato con un ampio reportage persino Vittorio Feltri), o il frazionegate (una frazione di Caiazzo privata di tutti i servizi, anch’essa finita all’attenzione di “Libero”; il Palumbogate, il caso vergognoso di un vecchietto che viveva tra i topi, senza luce, acqua , servizi igienici- con il sindaco e la giunta rimasti a guardare- scandalo smascherato al “Costanzo Show”- dove il sindaco alla corda dichiarò per ben tre volte –“Stiamo registrando il fallimento di una comunità a partire dal sindaco”.

 

Una serie di altre, infinite Caporetto mediatiche- che hanno indotto il sindaco Nicola Sorbo a cercare ossessivamente un’ impossibile “riabilitazione”.

Con grande caparbia e sperpero di danaro pubblico, ha “comprato” il titolo di cittaslow: città del buon vivere. Un processo di “beatificazione-canonizzazione”- della città: un titolo comprato a colpi di delibere sfornate a mo' di margherite, con dati “dopati”- pur di far entrare Caiazzo nella rete internazionale delle cittaslow.

 

Beha , Feltri e Costanzo – hanno toccato con mano la vivibilità di Caiazzo, il modo di amministrare di Sorbo, la totale inesistenza di servizi, in particolare nella frazione San Giovanni e Paolo (senza mezzi pubblici, metanizzazione, cabina telefonica, toponomastica, senza un vigile, senza strutture sportive, senza una piazza, senza l’ufficio postale- ma la giaculatoria potrebbe continuare all’infinito.

 

Questa è la Caiazzo cittaslow: città del buon vivere- che Sorbo con un colpo di magia tenta di presentare alla Rai. Un marchio inseguito con fare inquietante. “Buon vivere”- significa disporre di soluzioni e servizi che permettono ai cittadini di fruire in modo facile, semplice e godibile della propria città”- una delle prerogative di cittaslow.

 

Ebbene Caiazzo non offre questo. Perché questa inclusione nelle “magnifiche” cittaslow? Delibere a go-go , come emerso dall’inchiesta giornalistica in atto - per ottenere una certificazione che Caiazzo non merita assolutamente– costata diversi milioni alla collettività. Operatori locali e nazionali cittaslow che hanno dimenticato di fornire- vagliare con attenzione e scrupolosità - la vera vivibilità offerta dal comune di Caiazzo. Gli auditor nazionali hanno visitato e ispezionato Caiazzo e le sue frazioni?

 

Ho i miei dubbi sulla ispezione compiuta “compiutamente”. Come può una città come Caiazzo , che con le sue frazioni- cammina da anni a passo di gambero- aspirare ed essere considerata città del buon vivere, quando si costringe da trent’ anni la popolazione ad andare in bagno con il secchio e tante altre vergognose emergenze?

 

Cittadini di San Giovanni e Paolo, fatti vivere in condizioni allucinanti. Trattati peggio delle bestie. Quasi mille “anime” private di tutto. L’unica cosa vera sono i certificati elettorali consegnati a cittadini che pagano regolarmente le tasse- senza ricevere alcun servizio.

 

La presente a questo punto si rende necessaria, al fine di assicurare agli utenti Rai- corretta e completa informazione. Lo chiedo come cittadino di Caiazzo- da anni spettatore di simili guasti. Non permetterò con tutte le mie forze, la messa in scena di questa farsa. Un’ offesa che la tv di stato non si può permettere di veicolare: un’offesa per chi paga il canone. Una boutade costruita dal sindaco per rilanciare la sua immagine. Chiedendo l’annullamento della partecipazione di Caiazzo alla trasmissione e rimanendo a disposizione per gli opportuni chiarimenti



martedì 1 ottobre 2002

CAIAZZO - Un consulente di MiManda RAITRE salva nonnina di 84 anni

Decisivo l’intervento di Vincenzo Dona dell’Unione Nazionale Consumatori

 

La mega bolletta Enel (2.223,42 euro) aveva procurato alla vecchietta una severa fibrillazione.

Il cuore di Assunta Rispoli - vedova ottantaquattrenne della frazione San Giovanni e Paolo, piccolo paesino (fucina di storie portate spesso alla ribalta nazionale)- che dista quindici km dalla Reggia di Vanvitelli- qualche settimana fa , era stato messo a dura prova -dopo aver aperto una lettera contenente la fattura e bolletta Enel.

 

Non aveva creduto ai propri occhi, leggendo quella stratosferica cifra: quasi cinque milioni delle vecchie lire (2.223,42 euro per l’esattezza). Si era sentita subito male, riuscendo a stento ad avvisare uno dei cinque figli accorso precipitosamente a casa dell’amata genitrice- che lamentava lancinanti dolori al petto e alla testa.

 

INIZIA IL CALVARIO

Di qui l’inizio di un vero calvario per l’arzilla vecchietta (fino all’arrivo della stangata)

 

Il pensiero sempre a quella maledetta bolletta. Una mazzata micidiale, per l’ultraottantenne nonna Assunta– senza più pace, nonostante gli amati figlioli- sempre vicino per cercare in tutti i modi di rassicurarla.

Tristezza, malinconia , cuore in fibrillazione continua –caduta umorale , prossima a sfociare in depressione. Diventa sempre più fragile: rifiuta il cibo, beve poco- sulla strada della disidratazione.

Notti insonni per l’anziana vedova- consolata assiduamente dagli eredi, che si attivano in un baleno, per contestare la bolletta maledetta.

Al Pronto Enel - tanto pubblicizzato in tv- rispondono dopo quasi due ore- due tremende ore di attesa, di musichetta - per dire che hanno pochi elementi per controllare quella bolletta.

E poi viaggi della “speranza”- negli uffici zonali. Nulla. Non si riesce a capire come la signora Rispoli- abbia potuto consumare circa quindicimila scatti(o chilowattora) : quando di norma da una vita ne consuma meno di tremila in un anno.

 

S.O.S ALL’UNIONE NAZIONALE CONSUMATORI

In famiglia –(ha cinque figli, tutti sposati)- tutti tentano di sapere come viene fuori quella cifra da capogiro : una nuora si mette al computer e lancia un S.O.S all’Unione Nazionale Consumatori di Roma. L’ iperbolletta –nel giro di dodici ore “colpisce” anche i funzionari dell’associazione con sede nella capitale - che immediatamente inviano reclamo al referente Enel per la Campania- garantendo consulenza e interessamento alla clamorosa vicenda- che colpisce un’anziana donna- che per pagare la bolletta - record dovrebbe “devolvere” per mesi all’Enel la pensione! I figli sempre più convinti dell’errore - consapevoli che la mamma abita in una casa che non è una reggia e neanche uno stabilimento!”

 

RISARCIMENTO PER I DANNI BIOLOGICI

In questi giorni però, il felice epilogo della clamorosa vicenda. Dopo l’interessamento dell’Unione Nazionale Consumatori e in prima persona del consulente di MiMandaRaitre , - Vincenzo Dona : è arrivata a casa dell’anziana vedova la bella notizia.

Dopo verifiche accurate l’Enel ha prima sospeso poi annullato la bolletta milionaria: la signora A. paradossalmente era in credito con l’Enel -tant’è che gli è stata notificata una bolletta di soli 5,94 euro! Undicimila delle vecchie circa! Storia cosi conclusa, almeno si spera- poiché gli amati figlioli, sicuri di avere ragione meditano di portare in giudizio l’Enel, per verosimili danni biologici procurati alla vegliarda genitrice- che non riesce a chiudere occhio da quella maledetta mattina.

Un’attentato che le ha lasciato il segno. Per gli sviluppi non rimane che attendere.

 

 

CAIAZZO:

PIANETA OPERE INCOMPIUTE 17 ANNI PER UNO STADIO FANTASMA

 

Andirivieni di tecnici dal 1985, tra approvazioni ,varianti, errori : per una struttura giudicata difforme dal Coni.

 

CAIAZZO 27.09.2002 Giuseppe Sangiovanni. Entrato e uscito dai progetti di sindaci e giunte delle ultime cinque legislature. Lavori fermi da dieci anni : una frana “pilotata” per aumentare gli sperperi.

 

I NUMERI:

1985 : Incarico progettista campo sportivo

498 milioni : Credito finanziato dal CONI

1987 :Approvazione progetto generale

1990- Inizio lavori

1992-Sospensione lavori

17 : I tecnici incaricati

 

Aprile 2002: liquidazione mutuo di Euro 235.117,89 Reg. Campania

Lo stadio di San Giovanni e Paolo : la grande incompiuta è servita!

 

La costruzione del campo di calcio della minuscola frazione di Caiazzo - in provincia di Caserta , un’ interminabile telenovela in onda da ben diciassette anni’. A produrla, metterla in scena gli amministratori che si sono succeduti negli ultimi venti anni al timone del Comune del medio alto casertano. Una storia senza fine che ha inizio nel lontano 1985, anno in cui è conferito all’architetto Antimo Rocereto- l’incarico di progettazione e direzione dei lavori dell’impianto sportivo della frazione: per l’importo di 498 milioni, per il I, II e III lotto, finanziato dal CONI- ai sensi della legge 488/1986-credito erogato dall’Istituto per il Credito Sportivo. Progetto che prevede la costruzione, recinzione e drenaggio del campo di calcio; costruzione spogliatoi, zona bagnata, area porticata, per un totale di area coperta di 252mq e 756 mc , volume coperto.

L’approvazione del progetto generale nel 1987.

 

ERRORE LUNGO SEI METRI

Nel segno del diciassette la stadiostory . Sono infatti diciassette gli anni passati , senza riuscire a completare l’opera; diciassette, le ditte partecipanti al bando per la costruzione e, diciassette pure i tecnici , che ci hanno messo lo zampino per non completare quello che doveva poi diventare uno stadio - modello, per i ragazzi di allora “invecchiati” con il sogno di giocare in uno stadio che resta fantasma.

E’ la ditta casertana Salzillo- la stessa del Loculigate, ad aggiudicarsi l’asta. Nei primi anni 90, l’inizio dei lavori. Nel 1992, i lavori sospesi , per un movimento franoso superficiale- uno smottamento addebitato a Giove-Pluvio come risulta dalle relazioni geologiche! Per effetto di un movimento terra, eseguito dalle parti della fantomatica Curva B , movimento “inquietante”: tagliati di netto circa quindici metri di terreno, lasciati lì senza alcun sostegno. Immancabile la frana, come pure il “previsto” nuovo progetto di variante - che Rocereto sì rifiuterà di redigere, dando le dimissioni dall’incarico, per “motivi personali” : che non si “accorge” che il manufatto è difforme, rispetto al progetto : un errore lungo sei metri.

Tanti sono i metri in meno della lunghezza dello scheletro di cemento e mattoni, del fantomatico spogliatoio. “Errori” di calcolo piuttosto frequenti al comune di Caiazzo.(vedi caso loculi)

 

VALZER DI TECNICI

Dopo l’uscita di scena del progettista , inizia un vorticoso valzer di tecnici: architetti, ingegneri, geologi e geometri: nomine , dimissioni e revoche incarichi che si susseguono a ritmo incalzante – tra approvazioni, errori, negligenze, ritardi, inefficienze, perizie di varianti del progetto generale, progetti stralcio di varianti, nuovi progetti per opere previste per il completamento e sistemazione dell’area gioco, già presenti nel progetto originario generale , pareri sfavorevoli del CONI, per aver realizzato opere non funzionali ed omologabili: spogliatoi e servizi realizzati solo nelle parti strutturali ed in maniera difforme dal progetto originario: la loro lunghezza è nettamente inferiore a quella prevista dal progetto- come emerge da una relazione dello stesso CONI, inviata al Comune di Caiazzo.

Nello stadio-fantasma, manca tutto !. Le opere di recinzione e protezione incolumità pubblica, le scale di accesso dagli spogliatoi al campo , le opere di drenaggio.

Ma la soap-opera continua. Arrivano le ingiunzioni di pagamento all’amministrazione comunale da parte del notaio che ha redatto il contratto per la contrazione del mutuo - senza ricevere una lira. Anche la ditta costruttrice si allinea e intima spettanze al comune : pur avendo sospeso diverse volte ed in modo arbritario i lavori: chiesto proroghe fuori dei termini- e revisione dei prezzi contrattuali.

 

LAVORI SOSPESI DA DIECI ANNI

Sfornati come margherite altri incarichi, per la redazione di progetti di variante generale di completamento del campo della discordia

Una giaculatoria infinita di relazioni tecniche e geologiche che si ripetono con ritmo ossessivo - che “garantiscono” una mega sospensione dei lavori che dura esattamente da dieci anni –voluta con forza dagli amministratori . Un circolo vizioso e artificioso – per la costruzione dello stadio, lo stadio della vergogna. Un via vai di dottori geologi- giungono al capezzale del “malato” - per affermare che il movimento franoso è presente solo in superficie : “una frana voluta , cercata , pilotata”- ripete come un’automa al cronista un contadino del luogo. “Non occorre essere un geologo , geometra o ingegnere, per capire cos’è successo qui”- dice allontanandosi l’esperto contadino, bruciato dal sole dei campi - mentre lo scrivente cerca di trovare un’ inquadratura, per immortalare lo spogliatoio coperto dai rovi. Centinaia e centinaia di milioni , di rimpiante lire, per uno scheletro di cemento .

Gli anni passano, lo scorfano di cemento è sempre li, sempre più a pezzi. Morente.

Si arriva al 1999, ennesimo cambio di tecnico- è l’architetto Luigi Carullo che ottiene l’incarico di redigere due nuovi progetti : uno di variante generale –che prevede una nuova destinazione d’uso del fantomatico impianto . Da “Stadio S .Paolo”- campo di calcio mai diventato tale- diventerà campo polivalente, almeno l’intenzione appare quella.

 

Alla fine del 2001, il Comune di Caiazzo, con delibera numero 223 , approva il progetto esecutivo-liquidato in data 29 aprile 2002 dalla Giunta Regionale della Campania , per un importo di 235.117,78 Euro: mutuo concesso dalla Cassa Depositi e Prestiti, con ammortamento in 20 annualità. “Somma spendibile dal primo gennaio 2003-siamo arrivati finalmente al capolinea” -assicura Stefano Giaquinto, da tre anni assessore ai Lavori Pubblici del comune caiatino.

Telenovela giunta alla fine? Difficile dirlo.

Uno stadio – “palestra” che ha svezzato decine di tecnici - neo laureati , e permesso di progettare e dirigere non brillantemente i lavori a docenti universitari- che hanno preteso lauti onorari e mai risarcito i danni provocati all’ente –cosi come prevede la legge. Per gli errori e orrori prodotti.

 

CASERMINO DI CEMENTO

L’unica cosa certa sono le centinaia e centinaia di milioni sperperati in diciassette lunghissimi anni, per un casermino di cemento e ferraglie abbandonato: per lavori mai portati a termine. Ritardi, negligenze , eventuali danni all’erario ed omissioni che potrebbero essere accertati dal Nucleo regionale di polizia tributaria della Guardia di Finanza e dalla Corte dei Conti – che potrebbe arrivare al bersaglio e chi, e se lo ha artificiosamente creato. Magistratura contabile assai vigile negli ultimi anni su sperperi di danaro pubblico.

Un miliardo tondo, tondo –delle vecchie lire - forse è troppo per una piccola struttura, che rimarrà fantasma sicuramente fino al 2003- quando saranno spendibili i fondi della Regione. E intanto i bambini e giovani della frazione che sognavano di giocare nello stadio fantomatico, per quasi venti anni presente solo sui progetti e varianti sono diventati nel frattempo papà e nonni!

 

PANTALONE PAGA !

Il cambio destinazione d’uso, ha infranto per sempre l’ illusione . Alle nuove generazioni della piccola frazione, non rimane che sognare di giocare in un nuovo campo polivalente – che l’amministrazione comunale ha promesso di costruire nello stesso sito.

Quel parallelepipedo di cemento( spogliatoio mancato), chissà ancora per quanto rimarrà nascosto, avvolto da rovi altissimi . La frana, sempre li- ferma- fino a quando la mano dell’uomo, non ne deciderà “ lo stato d’avanzamento”- : nuovi progetti, varianti e revisioni dei prezzi contrattuali! Quel prato , 90 x 40 metri – da 17 anni continua ad essere calcato e pascolato da tre mucche assai toniche . Figlie del periodo delle vacche grasse !

Uno stadio dove per diciassette anni, si sono visti altri tipi di dribbling, falli, atterramenti -sbancamenti , espulsioni: paradossalmente nessuna punizione.

A vincere da diciassette anni, la squadra del malcostume. Una squadra che vince campionati in tutta la penisola. Il solito Pantalone a pagare !

Tecnici e amministratori , le vere frane di quest’ interminabile storia’.

 

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sabato 14 settembre 2002

CAIAZZO:

“BEHA A COLORI” RIPRISTINA UN SERVIZIO NELLA FRAZIONE DI CAIAZZO

SAN GIOVANNI E PAOLO APPRODA ANCORA IN RAI

 

La trasmissione di servizio di Oliviero Beha fa tremare Telecom Italia.

 

La minuscola frazione di Caiazzo è approdata nei giorni scorsi a “Beha a Colori”, trasmissione - cult di Radiounorai  che si è occupata di telefonia pubblica- di inefficienze e disagi “offerti” da Telecom Italia.

 

Un paesino del centro - nord e San Giovanni e Paolo, al centro dell’attenzione della puntata. Circa 600 , gli abitanti della frazione caiatina, a cui la Telecom ha sradicato più di dieci anni fa, l’unica cabina telefonica del paese : servizio pubblico scippato da una Telecom che pur non ancora privatizzata- tolse il servizio , isolando il paese. Piani di razionalizzazione, scelte economiche, che comunque avrebbero dovrebbero garantire un minimo di servizi.

 

Frazione ignorata e isolata da Telecom per anni, finchè il caso non è stato portato all’attenzione dei redattori del programma di servizio di Radiounorai, assai disponibili ad inserirlo nella scaletta della trasmissione,  che qualche mese fa smascherò l’altrettanto, clamoroso loculigate: i loculi striminziti (non riuscivano a contenere una bara)- costruiti in modo difforme dal Comune di Caiazzo.

 

Ospiti della trasmissione Pierluigi Pineschi, responsabile sviluppo commerciale dei servizi di telefonia pubblica di Telecom Italia, e Giuseppe Sangiovanni, giornalista pubblicista della frazione che ha descritto , il “calvario” a cui sono sottoposti da anni gli abitanti del paesino caiatino: senza una cabina telefonica e posto telefonico pubblico (da dieci anni spostato scelleratamente in aperta campagna, a 4 km dal centro del paese).

 

Una storia surreale, un caso che dopo i primi contatti della Rai con il colosso telefonico, per la pianificazione della trasmissione, è sulla via della soluzione. In meno di ventiquattro ore , la Telecom ha avviato la pratica per il ripristino del posto telefonico pubblico assistito, nell’unico e centrale esercizio commerciale del paese. Tra una settimana, San Giovanni e Paolo potrà finalmente riavere il servizio. Il tutto con gli amministratori locali, beati spettatori (da anni) della vergognosa vicenda.

 

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sabato 14 settembre 2002 

CAIAZZO:

CITTADINI SUL PIEDE DI GUERRA, UBICAZIONE CONTESTATA ISOLA ECOLOGICA FUORILEGGE

 

Il sindaco la descrive come un gioiello: ma altro non è che un deposito di rifiuti vari, nocivi e pericolosi. In fase di costruzione a Caiazzo, piccolo comune di seimila anime, distante dalla città della Reggia, circa quindici km.

 

In area di forte espansione urbanistica, a ridosso di agglomerati urbani, alloggi popolari, cooperative edilizie, supermercati e addirittura della futura stazione dei carabinieri, l’amministrazione comunale di Caiazzo, ha deciso di insediare l’isola ecologica: descritta come un gioiello dal sindaco, che non è altro che un enorme deposito di rifiuti vari, anche pericolosi e nocivi, come si evince da espresse relazioni.

 

Cittadini che chiedono la delocalizzazione del “mostro” di cemento: impatto ambientale enorme e inquietante, per un comune definito cittaslow: ovvero del buon vivere. Una città senza servizi, spesso finita sulle cronache nazionali, con casi limite di vivibilità, o con l’altrettanto Loculigate: ancora presente sul sito Rai : www.olivierobeha.it.

 

Cittadini che si sono visti svalutare le proprie case, costruite con inimmaginabili sacrifici, che vedono compromessa la loro tranquillità e salute. Isola in costruzione su area non comunale, come prescrive la legge: sulla base di un compromesso che non avrebbe alcun valore legale, in quanto sottoscritto dai proprietari del fondo e da un assessore, “ufficiale rogante per l’occasione. Fondo che non risulterebbe né espropriato né pagato per cui la realizzazione è abusiva. Illegittima. Primo imputato il Comune di Caiazzo.