Centro commerciale a BN: troppi misteri - 12-09-02 - Partito della Rif. Comunista

 

Il Partito della Rifondazione Comunista ha prodotto il seguente
manifesto relativo alla vicenda dei capannoni industriali, in
costruzione in contrada Pezzapiana.

La prossima settimana il Gruppo regionale PRC inoltrerà una dettagliata
interrogazione agli assessori all'Urbanistica e al Commercio.

UN CENTRO COMMERCIALE
DAI TROPPI MISTERI


   In Contrada Pezzapiana, tra l'ansa del fiume Calore e via Valfortore, sono iniziati i lavori per la costruzione di un grande centro commerciale, destinato ad ospitare oltre cinquanta attività. Da più parti, nelle passate settimane, sono state evidenziate numerose irregolarità e stranezze, tanto nell'iter di approvazione del progetto quanto nella sua esecuzione.


   Queste valutazioni prendono lo spunto dalle relazioni effettuate dai responsabili dell'Ufficio Vigilanza Edilizia e non sono il frutto di mere speculazioni politiche. Inizialmente, l'Amministrazione Comunale ha minimizzato sull'accaduto, affermando che i rilievi effettuati  erano sanabili e non mettevano in discussione la legittimità complessiva dell'opera.

 

  Ma poi, di fronte alle crescenti difficoltà, ha pensato bene di attivarsi non per verificare realmente le cose, ma per scagliarsi contro i dipendenti comunali che hanno effettuato i
sopralluoghi e relazionato al Dirigente del Settore Urbanistica.
Quest'ultimo prima ha sospeso i lavori, e dopo, a ventiquattro ore di distanza, ha annullato la sospensione.


   Attualmente, sono in corso i primi provvedimenti disciplinari a carico dei dipendenti comunali che hanno effettuato le verifiche, ed è probabile che ne arrivino altri. Nulla di strano, dunque, se l'Amministrazione Comunale procedesse allo smantellamento dell'Ufficio di Vigilanza Edilizia, facendolo passare sotto forma di una riorganizzazione burocratica. In tal modo, si priverebbe il Comune di un importante strumento di difesa dagli abusi edilizi e dalle speculazioni.


  Capezzone dovrebbe spiegare come mai il suo Sindaco, D'Alessandro, ha pubblicamente dichiarato che "ci sono state delle difformità"; che le precisazioni addotte da una società interessata all'impresa, la Reti e Sviluppo SPA, "non sempre sono esatte", e che tutto l'intervento deve essere ridiscusso in Consiglio Comunale.

 

  Allo stesso modo, andrebbero chiariti i molteplici passaggi di proprietà dei terreni in questione, una lunga catena di avvicendamenti al cui terminale c'è la Emmezeta di Maurizio Zamparini, un noto imprenditore del nord-est. Chiarimenti tanto più necessari se si considera che il valore dei terreni è passato da poco più di cento milioni (ragioniamo in vecchie lire) a 26 miliardi.
   

Né Capezzone né D'Alessandro dicono un'altra importante verità: se l'opera fosse realizzata come prevista, il nuovo Piano Regolatore "presentato in pompa magna solo due mesi fa e ancora da discutere" sarebbe da buttare via. In esso, infatti, si conferma che quell'ansa
del Calore (50.000 metri quadri) è destinata ad essere parco fluviale, e su questa previsione si basa tutto l'impianto del Piano Regolatore.

 

  A parte le valutazioni di tipo ambientale e naturalistico "che pure dovrebbero contare qualcosa" sta il fatto il centro destra beneventano si appresta a discutere uno strumento urbanistico già totalmente sballato, irrazionale e dagli esiti imprevedibili in termini di
speculazioni e cementificazione.


   Alla luce di queste osservazioni, appare chiara la necessità di un'azione politica forte, che tenga conto da un lato delle esigenze di vivibilità e di sicurezza ambientale, e dall'altro di quelle degli esercenti che hanno già prenotato i locali. Per questo è ancora più
sorprendente il silenzio di buona parte dell'opposizione di centro sinistra, nonostante le numerose sollecitazioni ricevute.

  Delle due, l'una: o sono indifferenti verso i contenuti politici di una battaglia come questa, o ci sono interessi che tengono le mani legate.


   Rifondazione Comunista ritiene invece di dover procedere a tutte le verifiche necessarie, intervenendo innanzitutto sulla Regione Campania, che ha le competenze sulla grande distribuzione. Se ci sono stati abusi e irregolarità, è dovere della Magistratura accertarlo.

 

  Alla politica e alla società civile spetta il compito di preoccuparsi delle conseguenze
che certe decisioni scellerate possono causare alla collettività.

  Partito della Rifondazione Comunista

  Benevento