Disegno di legge del sen. Izzo per la F.V.Isclero - 24-03-02 - da Il Punto


SABATO 23 MARZO 2002 - IL PUNTO

 

 

Una arteria stradale importantissima, una immensa risorsa per il territorio
rimasta abbandonata per troppo tempo ad un destino che prima l'aveva vista
trasformata in discarica, poi in strada ad alta pericolosità per l'assenza di
segnaletica e per la presenza di troppi svincoli non terminati e chiusi al transito.


Una genesi in negativo della strada che da anni non riesce a trovare
pace e che da tempo è al centro della pubblica opinione per un degrado che
sembra inarrestabile in una situazione di indifferenza quasi totale. Storie di
profondo sud che sembrano estrapolate dai rotocalchi giornalistici di una
volta. E che sembrano- allo stesso tempo- destinate a non trovare mai una
soluzione all'altezza dei tempi che corrono.


Attualmente la Fondo Valle Isclero supporto un traffico veicolare
elevatissimo per la comodità del percorso e per la rapidità con la quale si
raggiungono luoghi prima accessibili solo attraverso stradine interne e
impervie. Il lungimirante progetto originario prevedeva che l'importante
arteria, partendo dall'innesto naturale con la S.S. 372 Benevento Caianello,
dovesse raggiungere l'autostrada, e cioè il casello di Caserta Sud, interessando
oltre alla Valle Telesina anche la Valle Caudina. Allo stato attuale la
fondo valle Isclero termine in località Catinelle di Dugenta, lì dove si innesta
la provinciale per S. Agata dei Goti e la nazionale Dugenta- Maddaloni.


Da tempo si discuteva su un possibile completamento della essenziale opera
infrastrutturale, che permettesse un transito comodo e rapido verso zone
diametralmente opposte, ma gli enti preposti non erano mai passati dalle
intenzioni ai fatti.


Sin dall'insediamento del nuovo parlamento, e dalla nascita del governo
Berlusconi, la deputazione sannita si è attivata intensamente per riportare a
galla la questione della Fondo Valle Isclero.
In particolare il senatore Mino Izzo, membro della commissione infrastrutture
di Palazzo Madama che si è sempre distinto per il grande e coraggioso
impegno per il territorio.


E' infatti suo l'ultimo disegno di legge, presentato in Senato quale giorno fa
proprio relativo alle opere di completamento della fondo valle Isclero.
Onorevoli senatori, la S.S.V. "Fondo Valle Isclero" rappresenta un'arteria
stradale di enorme interesse strategico che, attraverso la Valle Telesina e la
Valle Caudina, collega la S.S.V. 372 (Castel del Lago-Benevento-Telese-
Caianello) con la S.S. 7 Appia, in corrispondenza dell'attuale innesto dell'asse
attrezzato Pianodardine (A.S.I. di Avellino) - S.S. 7 Appia.


La S.S.V. "Fondo Valle Isclero" favorisce, con ridotti tempi di percorrenza,
interscambi commerciali e turistici a livello regionale e nazionale, rappresentando di fatto una rete ad ampio respiro territoriale di collegamento, consentendo un processo di connessione tra i comuni della Valle Caudina e quelli della Valle Telesina e tra questa e l'area metropolitana di Napoli, attraverso il nodo autostradale di Caserta Sud.


Inoltre, l'arteria stradale, inquadrata nel più generale contesto della viabilità
regionale, in uno con il richiamato asse attrezzato Pianodardine - S.S.
7, consente immediati collegamenti anche se non di caratteristiche autostradali
per il traffico proveniente da Avellino e diretto a Roma, alternativi
alla zona congestionata del napoletano.


Allo stato, dell'intero asse stradale della S.S.V. "Fondo Valle Isclero", di
sviluppo complessivo pari a circa chilometri 33, risulta realizzato il tratto
S. Salvatore Telesino-S. Agata dei Goti per circa chilometri 22, in gran parte
aperto al traffico, con un investimento di spesa pari a circa 140 miliardi di
lire (72.304.000 euro).


Tuttavia l'arteria viaria in oggetto, in quanto incompleta, non ha raggiunto
compiutamente gli obbiettivi di funzionalità prefissati e, soprattutto, non ha
consentito di pervenire ai benefici socio-economici posti a base dell'iniziativa.
A tanto si potrà pervenire con la realizzazione del tratto terminale S.
Agata dei Goti-S.S. 7, della lunghezza di circa chilometri 11.


Il presente disegno di legge si propone di proseguire nella realizzazione di
tale opera, con l'auspicio di un successivo ma significativo impegno per
la prosecuzione e il completamento della stessa.


 

 DISEGNO DI LEGGE

Art. 1
1) Al fine del completamento della strada del fondo valle isclero, nel tratto
compreso tra i comuni di San Salvatore Telesino e Paupisi, in provincia di
Benevento, è autorizzato un contributo straordinario a favore dell'Ente    Nazionale per le Strade (ANAS) di 1500 migliaia di euro per ciascuno degli
anni 2002, 2003, 2004.


Art. 2
1) All'onere derivante dall'attuazione della presente legge, pari a 1500
migliaia di euro per ciascuno degli anni 2002, 2003, 2004 si provvede
mediante riduzione dello stanziamento iscritto ai fini del bilancio triennale
2002-2004, nell'ambito dell'unità revisionale di base di conto speciale
"fondo speciale" dello stato di previsione del Ministero dell'Economia e
delle Finanze, per l'anno 2002, allo scopo parzialmente utilizzando l'accantonamento relativo al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti.
2) Il Ministero dell'Economia e delle Finanze è autorizzato ad apportare,
con propri decreti, le occorrenti variazioni di bilancio.


Cosimo Izzo
Senatore della Repubblica


Se dovesse passare la proposta del parlamentare sannita sarebbero impiegati circa 140 miliardi per completare l’opera Una legge per la fondovalle Isclero Presentata al Senato dall’esponente di Forza Italia Cosimo Izzo UNO DEGLI SVINCOLI DELLA FONDOVALLE DELL’ISCLERO Ora sul tavolo della discussione
c'è la riforma al Welfare e al variegato universo del lavoro.


Per Berlusconi e il centro destra l'articolo 18 sarà una vera e propria panacea per creare (soprattutto al sud) nuovi posti di lavoro e, contestualmente,
per far emergere l'enorme mole di lavoro nero e sottopagato tipico delle regioni
meridionali. Una modifica, dunque, che non andrebbe in una direzione di annullamento dei diritti dei lavoratori, bensì sarebbe un provvedimento
governativo intrapreso per tutelare in prospettiva le centinaia di migliaia di giovani che non hanno mai avuto una prima occupazione.


Una difesa dei più deboli, dunque, per la casa delle libertà, che viene visto come fumo negli occhi dalla sinistra e da un'ala del sindacalismo. Per Cofferati e gli altri guru del genere , invece, l'articolo 18 costituirebbe un vero e proprio
attentato alle rivendicazione dei lavoratori maturate nel corso di decenni di lotte e di agitazioni.

 

Due modi, quindi, diametralmente opposti di vedere le cose che ha prodotto finora l'unico risultato di esacerbare gli animi e di creare tutte le condizioni per una radicalizzazione di quello che sarebbe dovuto essere un confronto sereno e propositivo. In questo contesto si inserisce l'ennesima scia di sangue dei nuclei armati di matrice marxista che non hanno perso tempo per inserirsi nel dialogo tra le parti con l'unica modo con cui lo sanno fare: colpendo vigliaccamente un mite professore universitario che tornava a casa dalla moglie e dai figli in bicicletta come tanti altri professionisti dell'Emilia Romagna.

 

Ai familiari di Marco Biagi va il cordoglio sincero anche della nostra redazione che riunisce a quello di tante personalità della politica, delle professioni e della cultura e di tanta gente comune a cui sembra di aver fatto un pericoloso salto indietro a quando nelle metropoli italiani era sconsigliabile rincasare in serata inoltrata. Chiunque abbia ragione sulla contrapposizione sociale sull'articolo 18 due sono i capisaldi civici da cui non si può derogare.

 

Uno è senz'altro la compattezza e la mobilitazione di tutte le forze democratiche. L'altro altrettanto importante è quello d'impedire questa volta che il corso degli eventi storici venga nuovamente caratterizzato da un pugno di folli visionari armati di mitra e disperazione. E d’altronde la storia d’Italia dal dopoguerra ai nostri giorni è costellata di accadimenti delittuosi che hanno modificato il corso degli eventi.

 

Chi può dire cosa sarebbe successo per l’economia nazionale se Mattei non fosse stato fatto esplodere in volo prima della stipula di un importante affare internazionale? E ci sarebbe mai stata tangentopoli se Aldo Moro- come era nelle sue intenzioni- fosse riuscito a rigenerare la balena bianca democristiana con un periodo di quaresima dalle poltrone ministeriali e di sottosegretarie.
In quegli anni sul fronte del buonismo brillò la luce di Bettino Craxi che nelle intenzioni dei suoi elettori socialisti sarebbe dovuto durare una sola stagione.

 

Il terrore, dunque, di qualunque matrice ha condizionato la storia. E ora con questa nuova ondata di violenza si ripropone ancora una volta come una variante impazzita che si fa beffe della democrazia. E della vita umana. Marco Biagi è l’ultima vittima di questo modo di interpretare la politica.

Mario Tudisco

Il Punto 23-03-02