Benevento - Elezioni provinciali 2003  
    Candidati nel collegio 12 - Castelvenere, Guardia Sanframondi e Telese Terme  
     
 

Servizio offerto da

 
                         

Candidato Eduardo Di Mezza

 
 

Partito della Rifondazione Comunista

Programma Elettorale

Elezioni Provinciali 25 maggio 2003

Prologo

Una provincia che rispetti i compiti ad essa assegnati , con un programma di governo chiaro e preciso, può essere l’unica istituzione che può agire su scala intermedia fra Comuni e Regioni, sostituendo alla farraginosità burocratica dell’amministrazione regionale una più efficace azione amministrativa e programmatoria.

Attraverso un corretto uso dell’ente Provincia, si può agire sulla salvaguardia del ruolo pubblico nella proprietà, nella gestione e nell’erogazione dei servizi, potenziandone il funzionamento, agevolando le fasce sociali più deboli e razionalizzandone i costi, sulla tutela e salvaguardia del territorio attraverso l’attività programmatrice e pianificatoria introdotta dall’importantissimo strumento dei piani di coordinamento territoriali che, possono far superare la visione frastagliata e municipalistica della gestione e dello sfruttamento del territorio, per introdurre una visione più armonica e che sappia valorizzare le diversità di vocazione.

La Provincia, essendo l’ente di programmazione più vicino ai cittadini, deve diventare il luogo privilegiato per creare quella rete di rapporti fra istituzioni, associazioni, sindacati, attraverso un’attività di consultazioni, di copianificazione, di partecipazione progettuale che rischia di essere vanificata sulla scala ampia dell’attività regionale o mortificata dal settorialismo municipalista dei singoli Comuni.

Sviluppo territoriale, programmazione, pianificazione, piani territoriali di coordinamento

E’ necessario contrastare una visione dello sviluppo che si identifichi con l’allargamento della pratica dei patti territoriali e, della loro logica di flessibilità, precariato e “deroga” ai vincoli contrattuali, ambientali, urbanistici.

Il ruolo della Provincia come Ente “motore di sviluppo”si garantisce attraverso l’esaltazione dei compiti di programmazione propri dell’Ente, in una cornice di sviluppo della partecipazione popolare alle grandi scelte di indirizzo e di esaltazione del ruolo delle assemblee consiliari. Si crea sviluppo esercitando pienamente i propri poteri nella pianificazione territoriale, generale e di comparto, senza puntare alla creazione di grandi opere infrastrutturali e al consumo di territorio, ma valorizzando le risorse locali.

La nostra è una logica di sviluppo autocentrato, che valorizza i cicli economici locali, gli interventi di manutenzione del territorio e la prevenzione dei danni ambientali e sociali, ponendosi come primo obiettivo l’incremento dell’occupazione stabile, regolare e socialmente utile.

La funzione di ente intermedio comporta per la Provincia un ruolo centrale sui temi della pianificazione del territorio. Il PTCP non può dunque essere un mero mosaico dei vari piani regolatori comunali esistenti: non può limitarsi, cioè, a prendere atto di una frammentazione locale che produce squilibri generali. Il PTCP deve costituire un quadro di riferimento complessivo per gli altri enti locali e deve contenere alcune scelte strategiche – sulle destinazioni del territorio, sulle infrastrutture, sulla mobilità, sull’ assetto e tutela del suolo – di natura vincolante.

La costruzione dl piano provinciale deve diventare allora opera fondativa della identità culturale e politica dell’Ente Provincia che, in tal modo, si pone come luogo di raccolta e di elaborazione delle diverse istanze provenienti da soggetti elettivi, dagli enti di gestione, dalle collettività.

Trasporto pubblico locale

La politica dei trasferimenti finanziari emersa nelle leggi di bilancio degli ultimi anni dimostrano le carenze dello Stato in tema di riqualificazione e volontà politica di rilanciare il servizio pubblico di trasporto, manifestando anzi, il chiaro obiettivo di procedere attraverso la privatizzazione del servizio, ad un drastico ridimensionamento della spesa con devastanti effetti occupazionali e sociali.

I nostri obiettivi sono dunque quelli di modificare nella sostanza il processo di privatizzazione mantenendo la presenza pubblica, evitando che le gare siano condotte sulla base di capitolati che favoriscano la frammentazione del servizio e garantendo l’occupazione dei lavoratori, introdurre tariffe agevolate per i cittadini in gravi situazioni economico-sociali; garantire la semigraduità a tutti coloro i quali sono in cerca di occupazioni; esentare dal pagamento tutti gli anziani che vivono con la pensione minima dell’INPS; incentivare l’integrazione. Sul terreno dei servizi, introdurre come forma di razionalizzazione il ridimensionamento dello spostamento radiale su gomma, favorendo, invece, punti scambio gomma-rotaia e quindi rafforzare le linee ferroviarie aumentando la periodicità dei treni su di essa circolanti. Occorre, insomma, attivare una politica del trasporto pubblico realmente tesa a disincentivare l’uso del mezzo privato.

Demanio stradale e viabilità

Porre al centro dell’attenzione il trasporto pubblico e le forme di mobilità alternative non significa trascurare le esigenze di sicurezza e di fluidità della rete viaria. Il demanio stradale della Provincia si è ampliato, e continuerà ad ampliarsi per effetto del trasferimento di sedimi stradali una volta curati dall’ANAS; ovviamente, è da contrastare la tendenza, già riscontrata in altri ambiti di trasferimento, al passaggio di competenze senza assegnazioni di risorse. Tuttavia, fatta salva questa considerazione, il fatto di poter operare su una rete viaria più ampia non deve essere vissuto solo come problema finanziario, ma deve stimolare capacità progettuali e pianificatorie orientate, per l’appunto, alla razionalizzazione e alla manutenzione del patrimonio esistente, non per incrementare la circolazione degli automezzi ma per renderla il più possibile fluida e sicura.

Non pensiamo quindi ad interventi infrastrutturali pesanti ed invasivi sul territorio (vedi bretella di collegamento Guardia S. – Cerreto S.) - anche perché, al di la di ogni altra considerazione, - il bilancio provinciale non lo consentirebbe , ed in ogni caso proponiamo approfondite valutazioni dell’impatto ambientale delle singole opere e dell’intero sistema della mobilità delineato dal Piano territoriale.

Politiche ambientali

Emissioni atmosferiche e sonore

E’ necessario potenziare la rete di rilevamento, insediandola in tutti i punti critici del territorio (ovunque vi sia presenza di attività che producono emissioni inquinanti e di nodi di traffico).Al completamento della rete deve seguire una azione volta alla emanazione di norme nazionali e regionali realmente efficaci, che in caso di superamento dei limiti consentano azioni non simboliche ma realmente efficaci.

Particolare attenzione dovrà essere posta all’inquinamento elettromagnetico, inserendo nella programmazione urbanistica di carattere provinciale le norme di salvaguardia ambientale previste dalla legislazione nazionale e regionale.

Aree paesaggistiche e turistiche

Occorre garantire la conservazione degli habitat naturali, indirizzare la nuova occupazione prioritariamente alle attività di cura e salvaguardia del territorio in ambito locale e promuovere professionalità nella gestione e nella valorizzazione delle risorse naturali; orientare le attività di ripristino ambientale prevalentemente al recupero di zone sottoposte a maggiore stato di degrado; indirizzare la fruizione a scopo ricreativo ed educativo di ogni area “ protetta “ con la creazione di centri visita, aree di sosta, attività didattiche. Evitare il rischio che modelli di sviluppo distruttivi siano importati nelle aree protette(ad esempio incrementando un tipo di fruizione turistica incompatibile con la sostenibilità ambientale).

Beni culturali

Occorre valorizzare appieno i centri storici presenti nella provincia. I siti archeologici e di attrazione culturale vanno inseriti in progetti capaci di coniugare il rispetto dei beni con la fruizione turistica, attraverso la valorizzazione, creando dei veri e propri “parchi archeologico-culturali” e prevedendo migliori servizi al loro contorno ( facilità di accesso, in frattura ricettive). L’azione di recupero e restauro dei monumenti non può essere intesa come fine a se stessa. Essa deve essere inserita, invece, nella più generale progettazione urbanistica, finalizzando semmai questa alla valorizzazione piena di tali beni.

Smaltimento rifiuti

Occorre opporsi alla logica della moltiplicazione dei termodistruttori. Essi rappresentano, una visione del tutto contraria all’obbiettivo del riciclo dei materiali, l’unica dal punto di vista ambientale in grado di garantire uno sviluppo sostenibile. La promozione della raccolta differenziata può davvero riuscire solo se incontra uno sviluppo di una adeguata richiesta dei materiali riciclati: questi devono poter usufruire di percorsi più favorevoli nei capitolati d’acquisto e nei protocolli di intesa con i settori produttivi, così che siano oggetto di destinazione certa.

In sintesi, queste sono le azioni che riteniamo la provincia deve intraprendere: monitorare costantemente l’andamento della produzione, dello smaltimento, della raccolta differenziata;

  • Favorire la realizzazione di aziende pubbliche di gestione dei rifiuti che favoriscano il riciclo dei principali materiali;
  • Disincentivare la raccolta differenziata multimateriale, incentivando quella per singole categorie anche con una politica della raccolta porta a porta;
  • Favorire anche con sgravi contributivi la raccolta differenziata;
  • Favorire la creazione di imprese, anche con incentivi, che utilizzano materiali di recupero;
  • recuperare e bonificare i siti contaminati dai rifiuti; promuovere la commercializzazione di prodotti derivati dall’attività di recupero;
  • Introdurre a livello provinciale, capitolati per fornire ed opere pubbliche che favoriscano l’utilizzo di materiale riciclato;

Tutte queste proposte sono un obiettivo primario sia in funzione della difesa dell’ambiente che dello sviluppo sociale ed economico, perché in grado di assicurare sicuri posti di lavoro.

Agricoltura

È necessario ricominciare a ragionare seriamente su un modello di sviluppo agricolo che sia in grado di rappresentare un’ alternativa alla disoccupazione, all’emarginazione sociale, all’abbandono delle zone interne, che ponga con forza la questione della qualità dei prodotti.

Devono essere incrementate, soprattutto nelle fasce meno sensibili delle fasce protette, le attività agro - silvo – pastorali e artigianali tradizionali, incentivando l’occupazione locale,in particolare quella giovanile tramite le attività eco – compatibili (ad es. agricoltura biologica, recupero del patrimonio naturale ed architettonico locale, educazione ambientale) deve essere incentivato nelle mense scolastiche, negli asili nido, e nelle mense ospedaliere l’uso di prodotti biologici, o comunque prodotti che abbiano la certificazione (effettuate da società specializzate) di essere esenti da residui tossici.

Devono essere vietati produzione, uso e commercializzazione di O. G: M.

Commercio

Alla Provincia compete la partecipazione alla conferenza dei servizi che esamina le domande per l’apertura di grandi strutture commerciali. È evidente che si tratta di un ruolo fondamentale se si vuole evitare il proliferare di grandi catene ai danni del piccolo commercio e degli stessi consumatori. Questo ruolo deve essere svolto appieno, promovendo la creazione di un osservatorio, aperto alle categorie e alle associazioni degli utenti, per monitorare il peso e gli effetti della presenza della grande distribuzione sul territorio, anche in termini di costi ambientali e di diritti dei lavoratori del settore.

Servizi Sociali – Cooperazione Decentrata

Pur in presenza di una cornice legislativa che conferisce alla Provincia compiti residuali, è necessario disegnare una politica nel tentativo di dare una risposta universalistica ai bisogni che emergono dal territorio stesso. In tale prospettiva bisogna porre dei paletti circa gli standards di servizi da erogare nei diversi campi delle attività socio –assistenziali; porre in essere azioni informative sulle opportunità offerte dal territorio in termini di servizi e sui diritti esigibili dagli utenti dei servizi sociali; realizzare attività formative per gli operatori socio – assistenziali; attuare adeguati controlli, laddove previsti, sia in sede di autorizzazione al funzionamento, sia sulle attività delle strutture socio – assistenziali.

Sul versante della cooperazione decentrata è prioritario promuovere la collaborazione con altri programmi nazionali ed europei di intervento; favorire a livello territoriale la creazione di gruppi / comitati di sviluppo locali capaci di partecipare alle iniziative di cooperazione;coordinare le proposte operative promosse da vari attori del territorio; partecipare o realizzare con proprie strutture e personale a progetti di cooperazione decentrata