Abbattimento della chiesetta - 30-11-03 - da il Sannio Quotidiano

foto di Giuseppe Grimaldi

 

da il Sannio Quotidiano del 30 novembre 2003

TELESE TERME Ruspe al lavoro sulla Chiesetta sconsacrata che sorge all’ingresso della cittadina

Un abbattimento che solleva perplessità

Un appassionato di storia: «Sorgeva in un'area archeologica, serviva maggiore attenzione».

Quella chiesetta è stata dimenticata per anni, «immersa» in un lunghissimo silenzio. Di tanto in tanto finiva sono lo sguardo di qualche distratto passante. A molti di questi l'edificio faceva tornare alla mente il terremoto del 1980: è all'indomani dei danni provocati dal sisma che ai fianchi del vecchio edificio sono comparsi i barbacani. Per lunghi anni, dicevamo, questo edificio è rimasto sotto l'incuria del tempo, il cui trascorrere si leggeva nell'alternarsi dei colori nei lussureggianti vigneti allineati tutti intorno alla struttura.

Ieri mattina, poi, la decisione di abbattere la chiesetta sconsacrata intitolala a Santa Maria delle Grazie. Una decisione dettata da sopraggiunti pericoli di stabilità: già evidenti e forse aumentati nel corso dei lavori che interessano la rete stradale che ai stanno eseguendo nell'area. Ma ecco che proprio questa decisione ha suscitalo numerose perplessità. L'attenzione è puntata proprio sulla tempestività dell'intervento. probabilmente dovuta all'aumento della pericolosità di una struttura che sorge, ricordiamo, proprio a ridosso della trafficata strada d'ingresso nella cittadina termale (per chi proviene dalla direzione Sud).

Una tempestiva che tuttavia ha fatto insorgere più di un malcontento. Diverse le segnalazioni in merito. Quelle più documentale giungono da Salvatore D'Onofrio. cultore della materia. Numerosi gli interrogativi sollevati da D'Onofrio. «Si tratta - spiega - di una chiesetta del Settecento. Dal portale, infatti, si evince la data del 1756. Ma quello che bisogna sottolineare e che a partire dal Medioevo, per diversi secoli, per la costruzione di edifici venivano impiegati molto spesso i materiali degli edifici che sorgevano precedentemente nell'area.

Bisogna considerare che questa chiesetta venne eretta in un'area ad alta densità archeologica, con forte presenza urbanistica nel periodo alto-medievale. Facile intuire. dunque, che essa venne costruita impiegando del materiale 'importante'. Ecco perché stamattina (ieri per chi legge, ndr) siamo stati sul posto a far presente che l'abbattimento doveva essere eseguito con maggior attenzione.

Quando siamo arrivati ci siamo accorti che non c'era nessun rappresentante della Sovrintendenza, giunti quando già l'abbattimento era in corso».

Ed ecco che D'Onofrio parla del portale in pietra e di una lapide collocata alla sua sinistra. Non molto visibile perché, come del resto tutta la struttura, invasa dai rovi. In merito va segnalato che la chiesetta sconsacrata non è stata abbattuta del tutto: a sopravvissuta. infatti proprio la facciata del vecchio edificio. «Quella lapide - puntualizza ancora D'Onofrio - rappresenta una grande testimonianza storica. Un blocco in cui è scolpita una epigrafe che è stata catalogata dallo storico tedesco Teodoro Mommsen ( 1817-1903) nel IX volume del suo 'Corpus Inscriptionum Latinarum'. Una stele funeraria di un veterano appartenente alla tribù Stellatina. Proprio questa 'presenza' ha animato diversi storici. Tra le ipotesi avanzate quella più attendibile parla di un veterano della tribù Stellatina con possedimenti anche nella zona telesina che ha voluto farsi seppellire lontano da Benevento mantenendo, però, l'intitolazione della tribù di appartenenza.»

L' attenzione di D'Onofrio si sposta di alcuni secoli, fino ad arrivare all'inizio del Novecento. «La chiesa venne fatta costruire da una famiglia nobile di Solopaca (i conti Savinelli), All'inizio del secolo un appartenente di questa famiglia decise di farsi seppellire tra le mura di questa chiesa. Una pratica possibile perché si trattava di una chiesa lontano dai centri abitati e non soggetta, quindi, ai vincoli imposti dall'editto napoleonico di Saint Cloud (nel 2804, infatti, l'imperatore francese decretò, per motivi di igiene, la fine dell'usanza di seppellire i cadaveri sotto il pavimento delle chiese…).

Negli anni Cinquanta - spiega in merito D'Onofrio - i resti di quel defunto vennero risisternati in una cassa di zinco. Questa cassa nella mattinata di ieri é finita sotto le macerie...".

Da queste osservazioni nasce la perplessità sollevata in merito all'abbattimento di ieri. «L'abbattimento - conclude D'Onofrio - doveva essere eseguito con maggiore cautela, sotto gli occhi attenti degli addetti ai lavori».

Questa la storia. La cronaca, invece, parla di un interessamento del consigliere di indipendenza al Comune di Telese Terme. Carlo Franco. Un'interrogazione rivolta (circa un mese e mezzo addietro) al primo cittadino Giuseppe D'Occhio. In essa, appunto, si sottolineava la pericolosità che esisteva in quell'area (che da tempo e stata anche transennata). Un argomento di cui si è discusso anche nel corso di un Consiglio comunale. Poi, dicevamo, l'abbattimento giunto ieri mattina.