Tutto sul blitz di Striscia a Mercogliano - 22-02-04 - Giuseppe Sangiovanni

 

 

 

 

SANITA’ e SPRECHI

IL CASO

 

Tutto pronto da anni, ma, rimane chiuso: dotato di costosissime attrezzature, all’avanguardia nel settore

CENTRO ONCOLOGICO PEDIATRICO, MAI APERTO: “ RISCHIA DI CHIUDERE!”

Il polo di ricerche campano (fantasma), più importante del sud Italia, ha trenta ricercatori, pronti ad insediarsi da anni: sulla carta ha  persino il direttore scientifico, la guardia giurata che vigila il centro che non ha mai funzionato

Dietro l’angolo, la chiusura. La scandalosa decisione, paventata dai vertici sanitari.

 

 

Mercogliano (Avellino) -Doveva essere un centro di ricerca oncologica, sulle molecole antitumorali.  Un centro all’avanguardia: l’unico nel sud Italia. Una struttura che avrebbe fatto invidia alla nazione intera. In realtà sarebbe anche tutto pronto, con tanto di attrezzature e medici specializzati, pronti ad insediarsi, ma è tutto chiuso, fermo da oltre dieci anni: è il polo oncologico di Mercogliano.  Chiuso dal cancro burocrazia, che provoca metastasi nelle disastrate casse dello stato.

 

Inutilizzato.

L’inizio dell’incredibile telenovela, nel 1992, quando la provincia di Avellino, cede in comodato d’uso la struttura, ristrutturata e riconvertita in funzione della nuova ed importante destinazione d’uso. Diversi miliardi spesi, per la riconversione e attrezzature: a seguire negli anni, le scelte folli della classe dirigente, succedutasi. Una struttura servita finora, per veicolare e sperperare soldi pubblici, con la consapevolezza, che mai avrebbe funzionato.

Pochi minuti di macchina da Avellino, per restare stupiti, di fronte all’ennesimo monumento allo spreco. Diabolico il percorso, per arrivare al centro che non c’è: una mega casa colonica struttura orrenda esternamente, pensata male, che depista ladri professionisti.

Nessuno scommetterebbe una lira, che all’interno c’è un tesoro. Un tesoro, fatto di macchinari sofisticatissimi, di ultima generazione, attrezzati laboratori di ricerca, autentici gioielli nel settore, che difficilmente funzioneranno, qui, a Mercogliano. A vigilare il centro senza vita, esistente solo sulla carta, mai inaugurato, un vigilante, molto scrupoloso.

 

Dei trenta medici-ricercatori ( pare assunti, con contratti a tempo determinato e borse di studio), nemmeno l’ombra. Da oltre un anno, al calare della sera- l’intera struttura interna, da l’impressione di lavorare a pieno regime: tutte le stanze illuminate, e resteranno tali per tutta la notte. Ma, quelle luci, non servono ai ricercatori- accese solo, per scoraggiare azioni di malintenzionati. 

 

L’ennesimo caso di soldi pubblici buttati: un centro di ricerca che non riesce a decollare, pronto da anni, ad ospitare una numerosa équipe di ricercatori, forniti dall’Istituto per la Cura dei Tumori, Pascale di Napoli - in regime di convenzione (stipula del contratto con la Regione Campania avvenuta nel 1992), con il polo oncologico pediatrico di Mercogliano - finito persino nel mirino della Corte dei Conti.

 

Valutazioni completamente negative, espresse dall’organo di controllo regionale, nel corso dell’apertura dell’anno giudiziario- sulle risorse utilizzate, per il centro mai aperto.

Occorre ricordare che, prima delle censure del procuratore regionale della Corte dei Conti, Arturo Martucci di Scarfizzi, il polo oncologico, era finito in un’inchiesta della Guardia di Finanza.

 

Inaugurazione annunciata da un decennio, spesi, diversi miliardi di vecchie lire: tre milioni di euro stanziati da tempo, mai arrivati in Irpinia - due milioni di euro, il danno provocato al Pascale di Napoli, per il mancato funzionamento del centro di Mercogliano. Sprechi e illeciti, senza fine, oggetto di attenzione della Magistratura contabile.

 

Il Centro fantasma, è dotato di attrezzature all’avanguardia, che non si trovano- negli altri istituti di ricerca italiani, e, per le quali, l’Italia è costretta, spesso, a rivolgersi all’estero, con costi altissimi. Sulla carta, anche la nomina del direttore scientifico, il professor Walter Taccone, forse mai approdato da queste parti.

 

Ma al danno, si profila la beffa. Ad un passo dall’inaugurazione, il centro fantasma, rischia di essere cancellato, ancora prima di aprire, per decisioni scellerate di manager e politici, intenzionati verosimilmente a trasferirlo in altro luogo.

 

Clamorosa l’intenzione del professore Donnorso, attuale commissario dell’istituto Pascale di Napoli: “La struttura avrà una nuova destinazione d’uso, per diventare, un centro di accoglienza per disagiati”.

 

Il Presidente della provincia di Avellino, Francesco Maselli tuona: “Il centro si deve aprire, in caso contrario, revocheremo la convenzione con l’istituto Tumori Pascale di Napoli - verrebbero meno i principi della donazione, che legano l’opera, alla protezione ed alla cura dei bambini.

 

Una commedia, scritta e diretta da registi partenopei - con colpo di scena finale, in danno dell’intera collettività, e miratamente del popolo irpino-gente forte, cui è stata carpita la buona fede, pronta a mostrare i muscoli, a persone che per interesse, creano e distruggono tutto, sperperando risorse pubbliche.

 

 Fabio e Mingo alle spalle del Centro Oncologico

 

 

 

                                       

 

 

 

  Fabio e Mingo all'ingresso del Centro Oncologico

 

 

 

Parla il free-lance casertano che ha portato gli inviati del tg satirico

 

DI MERCOGLIANO, LA TALPA DI STRISCIA!

 

A segnalare il caso agli inviati del tg di Ricci, Giuseppe Sangiovanni, giornalista free-lance della provincia di Caserta.  “Striscia è arrivata, ad Avellino, per merito di un cittadino di Mercogliano - svela e precisa Sangiovanni- è stato, un mio amico architetto del posto – a parlarmi dell’interminabile telenovela, inviandomi poi le foto del centro che non c’è, girate con le news della grande incompiuta, a Fabio e Mingo.

 

Una soap-opera, che ha colpito, gli autori e la produzione del programma- che nel giro di poche ore, ha pianificato lo sbarco in Irpinia. Cresce, intanto l’attesa per la messa in onda del servizio, che sarà annunciato in esclusiva, da queste colonne, salvo improvviso stravolgimento della scaletta.  Un segnale forte, che arriverà nelle case di dieci milioni d’italiani - compreso il ministro Sirchia.

 

In molti sono a giurare, che il caso sarà risolto, dopo l’intervento del difensore civico mediatico per eccellenza: una “sconfitta” per tutti- per i cittadini, per le istituzioni e per lo stesso pianeta della comunicazione-che ha il ruolo di fare informazione, e non investigazione.

Potenza del tubo catodico, miracolo che potrebbe essere partorito dal “santuario” di Arcore. Quello di Montevergine, finora con il presidente Maselli, le aveva tentate tutte!

 

 

 

 

      

 

 

 

 

 Fabio e Mingo davanti al palazzo di giustizia