Ci salvarono, eravamo 50 ebrei - 24-01-04 - Giuseppe Sangiovanni

 

 

LA STORIA

Vittorio Gallichi, uno degli ebrei salvati dalla popolazione di Tora e Piccilli, racconta il grande eroismo degli abitanti, durante l’ultima guerra.

SALVARONO LA NOSTRA VITA, ERAVAMO 50 EBREI.

EROI SILENZIOSI: CAPIRONO NEL 1943, UNA COSA CHE OGGI TANTI NON CAPISCONO: LA DIVERSITA’ NON ESISTE!

Custode di una storia preziosa, dopo oltre 60 anni, si è deciso a raccontarla, scrivendo a Ciampi e proponendo la piccola comunità casertana medaglia d’oro.

Il protagonista di questa storia, è Vittorio Gallichi, un napoletano di 75 anni.

Una storia preziosa, commovente. Una testimonianza forte, un momento di storia recuperato.

Una bella storia, che inizia nel 1937 a Napoli, in via Chiaia, quando sembrava che fosse l’inizio della fine.

Famiglia di nazionalità italiana (quella del nostro), da diverse generazioni, di religione ebraica.

Figlio di un funzionario della Banca Commerciale: una bella casa, con tutti gli agi, una vita serena fino a quel momento.

Tutto comincia, quando il papà di Vittorio, fu richiamato alla caserma di via Piedigrotta, per difendere l’Italia.

Vennero le leggi razziali, i Gallichi persero tutto: il diritto all’istruzione per i figli, il capofamiglia licenziato, gli fu tolta la radio, il telefono, infine la casa-costretti a vivere di stenti.

Poi i bombardamenti del 1943, i Gallichi dovettero scappare. Si rifugiarono con alcuni giovani di religione ebraica a Tora e Piccilli, minuscolo comune dell’alto casertano.

Erano in cinquanta, cinquanta ebrei.

La gente del posto favorì in modo commovente l’integrazione dei cinquanta “marziani”: offrì loro tanta solidarietà, amore, amicizia. Divise tutto. Dolori, piccole gioie e companatico.

“Un paese straordinario, mai nessuno ci tradì- sottolinea Vincenzo Gallichi- ci accolsero nelle loro case, condivisero con noi quello che avevano”.

Il fulmine a ciel sereno fu la caduta del fascismo. “A Tora e Piccilli- iniziarono a susseguirsi guarnigioni tedesche e con loro la paura- anche allora gli abitanti del paesino furono esemplari- :nessuno parlò, nessuno tradì. Furono coperti e difesi.

Una storia raccontata dopo oltre mezzo secolo, custodita preziosamente da Gallichi, in contatto con il Presidente Ciampi, per l’assegnazione di una medaglia agli eroi silenziosi di Tora e Piccilli- che tanti anni fa, sessantuno anni fa- capirono che la diversità non esiste.

Eroismo raccontato anche in un cortometraggio, realizzato a Tora e Piccilli, dal regista Fabio Esposito, con la consulenza storica di Gabriella Gribaudo e curato da Marco Rossi Doria- che sarà proiettato dommenica 25 gennaio presso il Real Albergo dei Poveri di piazza Carlo III di Napoli, alla presenza del sindaco di Napoli, Rosa Russo Iervolino e di altre autorità.


 

GLI EROI DI TORA E PICCILLI

Parla Alfredo Iulianis, ex carabiniere di Tora e Piccilli

“SAPEVAMO TUTTO, FACEVAMO FINTA DI NULLA”

 

Cinquanta ebrei, salvati dal cuore. Il cuore grande, di un’intera comunità, che li aveva accolti come fratelli. Sfamati, difesi e amati da tutti gli abitanti di Tora e Piccilli. Dolori, fame, paure e speranze- vissute insieme. Senza fare distinzioni di razza.

“Tutti sapevano in paese- sottolinea Alfredo Iulianis, ex carabiniere e memoria storica di Tora- nei pattugliamenti non “ved vamo” nessuno: mi sono fatto consegnare le armi, le ho registrate qui- (mostra il registro) e nulla più.

Iulianis, baffetti che ricordano vagamente Simon Wiesenthal, non si sente un eroe. “Non abbiamo fatto nulla di eccezionale, ci siamo comportati normalmente- tempi duri per tutti, eravamo tutti fratelli- una grande famiglia, aumentata di cinquanta unità”.

L’ex carabiniere, preferisce non scendere nei particolari. “Lo abbiamo fatto con tutto il cuore”- taglia corto Iulianis- non alla ricerca di applausi o lodi esterne- premiato dalla soddisfazione interna che la coscienza del bene regala agli uomini di buona volontà.

Una comunità, quella di Tora, che apprezza l’iniziativa di Vittorio Gallicchi, senza scomporsi troppo, forte dell’elemento “indigeno”- che favori l’integrazione nel 1943. Comune nell’ultima settimana finito, per ben due volte all’attenzione del Presidente Ciampi, che potrebbe prossimamente visitare il piccolo centro, noto per le famose “Orme del Diavolo”- scoperte e custodite da oltre mezzo secolo dallo stesso Iulianis, storico del luogo, apprezzato autore di pubblicazioni, riguardanti il borgo natio.