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Dedico queste righe in ricordo di
mio padre; ai miei figli affinché
abbiano sempre buona memoria; ai
grandi amici che non ho mai potuto
abbracciare perché la barbarie
umana, sterminandogli i genitori,
gli ha impedito di nascere. |
«Coi prezzi che lievitano giorno dopo
giorno, col mangiare che non si trova e il
pane che sa Dio cosa ci mettono dentro... tu
pensi a queste sciocchezze che neanche ti
riguardano!?»
Così deve aver detto qualcuno a mio padre
ventunenne, quel giorno che decise di non
frequentare più l'università; di certo non
mia nonna o mio nonno, piuttosto qualche
vicino di casa, qualche collega di studi cui
piangeva il cuore di vedere che proprio lui,
il più bravo del corso, il genio della
matematica, aveva deciso di non iscriversi
più.
Per cosa poi? Per "ragioni campate in aria",
solo per non volersi dichiarare "ariano". Ma
cosa c'entrava lui con quella storia? Perché
s'impicciava di fatti che non lo
riguardavano? In fondo, che cosa cambiavano
nella vita di tutti i giorni quelle nuove
leggi? Di certo sarebbe stato più importante
preoccuparsi dei prezzi in continuo rialzo
per colpa delle inique sanzioni imposte
all'Italia dalla nemica plutocrazia
anglo-giudaica...
E' vero, qualcuno fra i migliori studenti
era scomparso, anche qualche docente non si
vedeva più... ma era necessario che si
facessero delle rinunce affinché si desse la
precedenza all'Italica Specie,
piuttosto che a quella razza di
senza-patria.
Sui muri avevano fatto la comparsa brutte
scritte:
"Via i giudei dall'Europa"
"Ebrei tornate in Palestina" |
Mio padre era
amareggiato; tutta la
sua famiglia lo era. Da
quando i treni avevano
preso a partire
stramaledettamente in
orario, sua madre
metteva in tavola il
servizio buono, ma i
piatti erano quasi
vuoti. Suo padre fumava
una sigaretta dietro
l'altra: gli affari
andavano bene solo alla
gente senza dignità, a
quelli che si mettevano
un fez in testa e
facevano salamelecchi ai
potenti.
Un regime ignorante e
criminale aveva messo la
parola fine a quelli che
adesso si chiamavano
"disordini", cioè al
fermento politico e
culturale, ai movimenti
di idee. Era bastato il
gesto di un re nano per
affidare il destino
dell'Italia a una manica
di mentecatti. «Chillo
mozzone d'ommo!» |
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Giacomo Matteotti fu la
prima vittima
sacrificale di quel
nuovo corso che esigeva
solo cervelli da poco
più di un neurone. Dopo
di lui toccò a tutta l'Italica
Specie d'essere
umiliata, avvilita in
quella ridicola quanto
pericolosa buffonata.
Ed ecco adesso spuntare
le leggi sulla "Purezza
della Razza", ennesimo
atto folle e servile nei
confronti di un
imbianchino pazzo
trasformatosi in
burattinaio di mezza
Europa.
Dal cortile risuonava il
gracchiare di una radio
che diffondeva canzoni
volgari. Perfino la
musica era stata
vandalizzata e, dopo
giovinezze e faccette
nere condite in tutte le
salse, adesso andava
molto di moda l'ennesimo
inno alla demenza:
Sanzionami
questo
tié!
se ne sei
capace
lo so che ti
spiace
ma che me ne
fo'
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Immagino mia nonna con in
grembo il suo bellissimo
mandolino intarsiato di
madreperla, cercare di
coprire coi dolci trilli di
qualche antica canzone
napoletana quello sconcio
che ammorbava l'aria.
Dappertutto si alzavano
minacciose braccia tese, in
un saluto romano che
avvicinava l'Homo Fascista
più ai suoi antenati
quadrumani che non all'Homo
Sapiens.
A maggio c'era stato Hitler
a Napoli. Per preparargli
l'accoglienza trionfale, era
stata rimossa la statua di
Nicola Amore, in modo che il
corteo proveniente dalla
stazione potesse sfilare in
rettilineo perfetto. Le
facciate dei palazzi lungo
il percorso erano state
frettolosamente ripulite e,
per riempire un vuoto
lasciato da un edificio
appena abbattuto in piazza
Municipio all'angolo con via
Medina, era stata costruita
una facciata di cartone. |
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200.000 napoletani
festanti per quel
criminale. Che vergogna!
La Napoli dei pochi sani
di mente si avviliva
vedendo il suo mondo
sgretolarsi, i suoi
quartieri antichi
sventrarsi per fare
posto a lunghi vialoni
in cui far passare le
parate del regime.
Palazzi di cartone come
scenografie, uomini come
marionette. |
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Nonostante tutto, mio padre non aveva alcuna
intenzione di rinunciare alle lezioni di
Renato Caccioppoli: così s'infilava
nell'aula come uditore, sotto lo sguardo
sospettoso dell'Italica Gioventù e
poi passava gran parte della giornata in
casa a studiare. I libri, unica finestra
sulla libertà, unica speranza di un futuro
che, in quel frangente, non poteva che
essere immaginato molto molto lontano, dopo
un'immane tempesta.
In tempi passati, quando
le strade non erano
infestate da marce e
parate, si sentivano le
voci allegre dei
venditori e il
cinguettio dei passeri e
nella ressa quotidiana
si vedeva qua e là una
kippà, una "scazzetta",
come si diceva a Napoli:
ragazzi come tutti gli
altri che andavano a
scuola o a bottega, che
chiacchieravano sul
lungomare, che si
appendevano al tram
sovraffollato.
Un mondo scomparso.
Dove sono finiti Ascoli,
Mayer, Greco, Cohen,
Sacerdoti e tutti gli
altri!? Adesso, tutt'intorno
è solo squallore.
Perfino i bambini
marciano in quella
continua carnevalata...
Solo una volta all'anno
sarebbe lecito dare di
matto -come recita il
proverbio- e invece da
quando c'è "Lui" si
delira tutti i giorni!
Lui, il "Gran Duce del
Fascismo", patetico
capocomico di una
compagnia teatrale rozza
e violenta che non fa
ridere nessuno.
La libertà, bene
prezioso da custodire
gelosamente nella
cassaforte del proprio
cuore, in attesa di
tempi migliori. |
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foto di proprietà
dell'Archivio Carbone -
Napoli |
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Intanto, sei milioni di
anime venivano strappate
ai loro corpi col gas.
Sei milioni di Ebrei
volavano insieme sulle
nuvole nello stesso
pennacchio di fumo.
Piovevano in terra nelle
stesse gocce d'acqua.
Sei milioni: quanto la
popolazione di due-tre
regioni d'Italia
all'epoca.
Mio padre udì questo
numero al ritorno da tre
anni di prigionia nel
deserto. Sei milioni: e
la sua febbre tifoidea,
la sua malaria, la sua
dissenteria al confronto
divennero sciocchezze da
non raccontare nemmeno. |
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Ciao Ascoli, Mayer, Greco, Cohen, Sacerdoti.
Ciao a tutti voi altri... Shalom.
Chi c'è adesso al posto vostro? Chi ha preso
il vostro lavoro? Chi abita in casa vostra e
si affaccia al balcone dove donna Esther
stendeva il bucato canticchiando, o
chiacchierando con la signora Concetta al
balcone di fronte? Chi dorme e fa l'amore
nel vostro letto? Chi ripone i suoi vestiti
nei vostri armadi, chi fa il bagno nella
vostra vasca, chi cucina nelle vostre
pentole?
Chi ha venduto i vostri libri al rigattiere?
Famiglie intere trasformate
in numeri da un giorno
all'altro. Un popolo
trasformato in numeri... 6
milioni di persone... 12
milioni di scarpe...
occhiali, orologi, denti
d'oro, capelli tutto veniva
contabilizzato!
Mio padre, il genio della
matematica, conosceva
perfettamente l'enorme
differenza fra Ebrei e
numeri.
Non era mai accaduto nella
storia dell'umanità che si
pianificasse con tale
minuzia, con calcolo
matematico, lo sterminio di
un intero popolo. |
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ACHT
SIEBEN
DREI
EIN
FÜNF
ZWEI
Una voce roca
risuona come un
incubo e spazza via
l'ultimo effetto
personale: il nome. |
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Voi che vivete
sicuri
Nelle vostre tiepide
case
Voi che trovate
tornando a sera
Il cibo caldo e visi
amici
Considerate se
questo è un uomo
Che lavora nel
fango
Che non conosce
pace
Che lotta per
un pezzo di pane
Che muore per
un sì o per un no.
Considerate se
questa è una donna,
Senza capelli e
senza nome
Senza più forza
di ricordare
Vuoti gli occhi
e freddo il grembo
Come una rana
d'inverno.
Meditate che questo
è stato:
Vi comando queste
parole.
Scolpitele nel
vostro cuore
Stando in casa
andando per via
Coricandovi
alzandovi;
Ripetetele ai vostri
figli.
O vi si sfaccia
la casa,
La malattia vi
impedisca,
I vostri nati
torcano il viso da
voi.
(Primo Levi) |
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Anime dannate, solo
il diavolo sa cosa
sognate la notte!
Odiate voi stessi,
odiate il mondo.
Maledite la vita e
detestate le donne
perché mettono al
mondo altre vite.
Anelate allo
sterminio totale degli
Ebrei, popolo
in stretta
confidenza col
Creatore, con la
Vita.
Fin quando
restate
nell'anonimato,
diventate al massimo
dei serial killer.
Ma di tanto in
tanto, popoli malati
vi elevano al rango
di capo. Il mondo vi
lascia fare per
pigrizia, per
ignavia o, peggio,
per calcolo
economico e cerca di
ignorare il
pericolo.
Tristemente la
storia cercherebbe
di ripetersi, ma...
Fintanto che nel
cuore
freme l'Anima
Ebraica
e verso l'oriente
lontano
l'occhio guarda a
Sion
non è persa la
nostra Speranza
la Speranza
bimillenaria
di essere un Popolo
Libero nella nostra
Terra
la Terra di Sion e
di Gerusalemme.
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Noi che sediamo comodamente davanti al
computer
ricordiamo Ascoli, Mayer, Greco, Cohen,
Sacerdoti e tutti gli altri...
Meditiamo che questo è stato
Ripetiamolo ai nostri figli
O ci si sfaccia la casa
La malattia ci impedisca
I nostri nati torcano il viso da noi
NOSTRO
DOVERE È NON PERMETTERE CHE ACCADA MAI PIU'!
Fulvio Del Deo
pubblicato su
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su
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