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11 febbraio 2006
Vignette blasfeme
Fulvio Del Deo

 

 

Qualche giorno fa ho disegnato un paio di "vignette blasfeme" e le ho pubblicate un po' ovunque, per vedere se scoppiava un altro caso diplomatico...

Per prima cosa, ho cercato di offendere la religione cristiana (vedi vignetta a lato); avendo ottenuto come risultato non solo molta ilarità, ma perfino le congratulazioni da un paio di preti per il mio umorismo, sono passato all'attacco della religione ebraica...

Ho scritto un po' di storielle offensive e ho completato con una bella "vignetta blasfema"; poi ho spedito il tutto ai miei numerosi amici ebrei sparsi un po' ovunque.

Il Dio degli Ebrei non è il primo che loro hanno inventato, è il secondo. Al primo Dio gli Ebrei avevano chiesto: "Adesso che ti abbiamo inventato, dicci che siamo il tuo popolo eletto"
Al che, quello gli aveva risposto prontamente: "Ma neanche per sogno, siete brutti barbuti e traballanti! Se proprio devo scegliere qualcuno, scelgo le polinesiane..." Gli Ebrei lo licenziarono in tronco, senza problemi perché gli dei non hanno mai avuto i sindacati.  
Il secondo Dio, invece, appena inventato disse subito subito: "Voi siete il mio popolo eletto!"
E, siccome già a quei tempi gli Ebrei avevano il monopolio dell'informazione, la notizia presto giunse anche a Napoli, su tutti i giornali: "Dio sceglie gli Ebrei come suo popolo eletto"
Fu allora che qualcuno inventò il detto ormai famoso "ogni scarrafone è bello 'a mamma soia". 
Gli Ebrei fin dalla notte dei tempi hanno avuto il complesso del nasone aquilino. Infatti sono stati loro a inventare la chirurgia plastica. Solo che per qualche millennio, prima di applicarla al naso, l'hanno sperimentata su di un'altra protuberanza un po'... più nascosta.

Oh, manco stavolta s'è arrabbiato nessuno, anzi si sono fatti tutti delle belle risate chiatte chiatte.

Nessuno mi ha minacciato di morte... nessun ambasciatore è stato scomodato!
Che fare? Così ho pensato bene di rompere le scatole "dal vivo".
Ho incontrato un amico buddista e gli ho detto che Buddha è un imbroglione, perché non s'è mai visto un ascetico con tutto quel lardo sulla pancia. Poi ho inveito parlando del suo stato d'illuminazione che gli costerà una cifra di ENEL e la moglie prima o poi lo butterà fuori di casa con tutte le sue carabattole, incensi e santini...
 
Niente da fare; l'amico buddista non mi ha denunciato... anzi, mi ha ringraziato!!! Sì mi ha ringraziato, perché con le mie provocazioni ho messo alla prova la sua capacità di rimanere sereno nonostante le avversità. Così mi ha chiesto di andare ogni giorno da lui a rompergli le palle dicendo cattiverie sul buddismo, per una una sorta di ginnastica spirituale per rafforzare l'equilibrio interiore ecc.. L'ho mandato a quel paese...
Girato l'angolo, ho incontrato un ragazzo congolese che vende cianfrusaglie, ne ho approfittato per dirgli che lui oggi è cristiano, ma non deve montarsi troppo la testa perché suo bisnonno era sicuramente un cannibale! Sapete lui che ha fatto? Mica è andato all'Ambasciata del suo paese, mica è corso dai carabinieri, mica mi ha picchiato, mica ha urlato!! NO, si è messo a ridere. Cavolo, si è messo a ridere! E io che volevo far scoppiare un caso diplomatico col Congo... Quel gigante nero s'è messo a ridere e scherzare dicendo con la bronungia degli Afrigani dei film razzisti: «Non zai che anghe io è gome mio bisnonno? E ora ti mangio, aahm!!»
Uffa! Ma ecco che arriva il mio amico indiano Marwashanasarvangadendrasana! Mi saluta e io gli rispondo con una battutaccia su Shiva. Poi mi metto a sfottere apertamente il dio Ganesh, quello che ha sembianze di elefante. Marwashanasarvangadendrasana che fa? si fa una bella risata e poi si mette a raccontare per due ore di sua suocera che gli rompe le scatole, di suo cognato che vive a sbafo a casa sua con moglie e figli, dei nipotini che urlano ecc..
Così, me ne vado triste e sconsolato... Passando per via Duomo incontro Yesim, un'amica turca cresciuta a Berlino, che torna dalla spesa. Mi invita a salire su da lei.

Sistemate le cose in frigo, tira fuori due birre e ci mettiamo a chiacchierare. Io le racconto della mia disavventura con le religioni, e lei mi fa notare di essermi scordato dell'Islam.

«L'Islam !?»
«Sì, l'Islam. Non lo conosci? Quella religione nuova di appena 14 secoli e poco più...»
«Ma certo, l'Islam...»
«Hai presente quando uno ha la macchina appena uscita dalla concessionaria e suda freddo in mezzo a questo traffico mostruoso di Napoli?», mi fa lei.
«Sì, è capitato anche a me tantissimi anni fa, quando ho comprato la mia gloriosa Citroen usata...», rispondo io cadendo dalle nuvole.
«Commetteresti anche una sciocchezza se qualcuno te la graffiasse...»
«Be', fino a questo punto io non ci arrivo, però...»
Sorseggiamo le nostre birre.
«Ma c'è chi è fatto così, e sta teso e nervoso fin quando non si ritrova una bella strisciata sulla fiancata sinistra e non sa nemmeno con chi prendersela...»
«Noi a Napoli diciamo che l'hanno "ingegnata"... Embe'?», faccio io.
«Embe'... embe' io poi parlo con te che ami le cose antiche come l'Ebraismo e la tua Citroen sgangherata...»
«Ué, non offendermi la macchina...»
«Insomma, l'Islam è come un'auto appena uscita dal concessionario e chi la guida starà sempre sul chi va là... finché non prende la prima ammaccatura e viene "ingegnata"... E' chiaro adesso?»
«Wow, ma chi te la dà tutta 'sta saggezza?»
Yesim prende un bel sorso di birra, poi risponde: «La saggezza? E' ovvio, me la dà l'Islam.»

 

Fulvio Del Deo


 

Dietro alle vignette, c'è del marcio in Medio Oriente

Fonte:http://sauraplesio.blogspot.com/2006/02/dietro-alle-vignette-c-del-marcio-in.html

segnalazione di Fulvio Del Deo
 
 
    Dietro alle immaginette blasfeme sul Profeta si nascondono dei piani nefandi. Amleto sarebbe costretto ad ammettere che c'è del marcio in MO. Assaltare la sede dell'Ue a mano armata, invadere, devastare e bruciare le ambasciate scandinave; boicottare i prodotti danesi,  pretendere e ottenere il licenziamento di Lefranc da France soir, lanciare fatwe contro l'illustratore danese e contro i giornalisti europei rei di aver ripreso i disegni (compreso il nostro Vittorio Feltri), tirare il Vaticano per la tonaca manco fosse il rappresentate d' Italia e pretendere che emetta scomuniche contro le caricature può sembrare delirio paranoide.
E lo è.
 
    Ma non è tutto. Dietro c'è un piano ben preordinato. Gli ulema, gli sceicchi (Al Qaradawi)  e i mullah sanno usare i mass media e le tecnologie comunicative che l'Occidente ha messo loro a disposizione: network, Internet, cellulari. E con questo fanno credere quel che vogliono. Perfino che in Danimarca si dà alle fiamme il Corano: un'ignobile calunnia in stile Goebbels.
 
    In realtà alcuni pezzi del mosaico non tornano. Perché scatenare tanta ira post-datata di 4 mesi (le vignette risalgono a settembre)? Perché Hamas ha vinto le elezioni e ha bisogno di battere cassa con l'UE. Sa bene che l'Europa vorrebbe garanzie circa la sua attività terrorista, prima di scucire denari - garanzie che Hamas non può e non vuole dare. E allora meglio ricattare con violenza brutale e usare l'arma del boicottaggio. Come banditi in stile "o la borsa o la vita".
 
    Poi c'è un altro curioso episodio: da dove vengono tutte queste bandiere "crociate" danesi? Chi va in un'ambasciata a rubarle al massimo ne trova due o tre. Idem se ci si reca nei negozi di bandiere e stendardi. Da dove saltano fuori? E' evidente che questa macabra sceneggiata è stata preparata con mesi di anticipo.
 
    C'è un ulteriore "pezzo mancante" del puzzle: com'è che le ambasciate francesi sono state risparmiate dalle fiamme e gli estremisti si sono limitati a chiedere il licenziamento di Lefranc? E come mai le varie polizie (specie quella siriana) hanno lasciato fare, tranne che per l'ambasciata francese dove hanno caricato  i domostranti a mano bassa?  Semplice: monsieur Chirac è sempre stato ottimo amico di Hezbollah siriano e libanese.
 
    Inoltre, a detta del giornale Il Foglio, il Mossad israeliano avrebbe già intercettato trattative sottobanco tra Quai d'Orsay, la sede del Ministero Affari Esteri francese, ed esponenti di Hamas. Hamas offre la "hudna" (cioè, in senso islamico, una tregua che non garantisce la pace, ma il riarmo) e il governo francese sta cercando di prendere in esame la cosa.
 
    Poi c'è la mina vagante Ahmadinejad. Il quale ha alle  costole l'AIEA  che farà rapporto al Consiglio di Sicurezza dell'ONU. E allora niente di meglio  per lui, che usare pretestuosamente le vignette  un po' come Bismarck usò il falso di Ems per entrare in guerra con la Francia: tanto per fare la voce grossa e avere delle carte da giocarsi nelle trattavie sul nucleare. 
 
    Tutto questo mentre noi stiamo stolidamente  a chiederci nei nostri mass media: è giusto pubblicarle o non è giusto? E' corretto o non  corretto? Penoso l'editoriale cerchiobottista di Pier Luigi Battista sul Corriere. Della serie, la libertà d'espressione non si tocca, però le vignette contro Maometto sarebbero l'omologo di quelle antisemite contro gli ebrei e perciò razziste. Ma Battista li ha mai visitati i siti islamisti e le  disgustose e razziste vignette antisemite di copyright arabo, senza dover evocare quelle dei lontani anni '30?
 
    Frattanto il Vaticano attraverso i cardinali Tonini e Silvestrini propina discorsi alla camomilla nella speranza di allontanare lo spettro di uno scontro religioso. Errore! L'uccisione di Don Andrea Santoro, mentre si trovava in chiesa in Turchia al grido di "Allah Akbar", non lascia più margini di equivoci nemmeno a chi è cieco. 
 
    Come si vede dietro alle vignette c'è in gioco una posta assai grossa. Israele lo sa. Gli USA pure. Gli europei, invece, sbigottiti e perplessi si nascondono dietro ad un amletico : "To publish or not to publish"? Beninteso, nessuna deroga per le vignette che devono comunque circolare liberamente sui giornali, per i blog, nei siti e per ogni dove. Consapevoli però, che questo è un gran bel pretesto per gli islamisti, determinati più che mai ad estorcerci quattrini e ad ottenere altri salvacondotti e vantaggi . Per loro. Perciò è scoccata l'ora del redde rationem: inutile continuare a nutrire il caimano nell'illusione di venire risparmiati.
 
 

 

 

 


     

Le riflessioni di Fulvio Del Deo

 

Per intervenire: invia@vivitelese.it