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8 febbraio 2006
E allora noi per chi dovremmo votare?
Fulvio Del Deo

 

 

 
Riguardo le elezioni palestinesi tutto si può dire tranne che siano state democratiche. Solo un imbecille potrebbe considerare democratica una competizione politica in cui si ammettono formazioni armate.

Immaginate se in Italia, oltre la Casa delle Libertà e l'Unione si presentasse la lista della Nuova Mafia Rampante: non sarebbe quanto meno... "non-democratico"? 

Purtroppo, i risultati delle elezioni palestinesi provano per l'ennesima volta che il popolo palestinese non desidera realmente uno Stato indipendente, ma vuole piuttosto la distruzione di Israele, perché con il suo voto ha scelto l'assassinio e l'odio, piuttosto che il dialogo e la pace.

 

"I Palestinesi non si lasciano mai sfuggire l'opportunità di perdere un'opportunità"; parere espresso da di Abba Eban, ma condiviso ormai da molti. Ecco alcune delle opportunità su cui in passato hanno ripetutamente sputato uno sprezzante NO:

* 1947: NO al Piano di Spartizione dell'ONU 
* 1967: I tre NO di Khartoum 
* 2000: NO
a Clinton
Israele è disposto a dare moltissimo, in cambio di una pace reale e sincera.

Date solo un'occhiata all'estensione di territorio che Israele ha di sua volontà ceduto all'Egitto. Vi erano insediamenti e grandi risorse (la parte del Sinai marcato in marrone)
Israele fece grandi sacrifici per ottenere la pace con Egitto e Giordania.
Se i Palestinesi veramente vogliono la pace, possono trovare un partner concreto e sempre disponibile in Israele.

Proprio di recente è avvenuto lo storico ritiro di oltre 7000 persone da 25 insediamenti della Striscia di Gaza e della Cisgiordania (agosto 2005). Israele ha dato prova della sua volontà di lasciare i territori per ottenere la pace.

Gaza adesso è completamente libera da checkpoint e da ogni altra presenza militare israeliana. I Palestinesi hanno avuto la possibilità di provare la sincerità dello sforzo israeliano. Hanno avuto la possibilità di ricominciare daccapo e di costruire una nuova società libera e democratica.

Il risultato?

I Palestinesi hanno usato i territori lasciati da Israele
come base da cui lanciare dozzine di missili sulle città israeliane.

I Palestinesi non hanno mai dato prova di voler combattere il terrorismo, come richiesto dal principale paragrafo della Road Map proposta dal Quartetto (USA, EU, ONU, Russia). Non solo questo: entrambi i presidenti Yasser Arafat, e adesso Mahmoud Abbas, hanno dichiarato di non voler requisite le armi illegali che le organizzazioni terroristiche usano per uccidere civili israeliani.

Gran parte dei miliardi di dollari che la Comunità Internazionale ha donato all'Autorità Palestinese come aiuti umanitari sono misteriosamente scomparsi, lasciando i cittadini palestinesi in miseria e disperazione.

Dalla corruzione, Suha Arafat (nella foto a lato) ha tratto gran vantaggio per il suo tenore di vita lussuoso a Parigi.

Molti analisti hanno affermato che i palestinesi hanno votato per Hamas con l'intenzione di punire Fatah, organizzazione al potere a lunghi anni, per la sua corruzione.

In realtà, le cose stanno molto diversamente!

Il partito Terza Via, guidato dal Ministro delle Finanze uscente Salam Fayyad e dalla portavoce palestinese Hanan Ashrawi  è una formazione politica capeggiata da persone franche, oneste, non corrotte, che spesso si sono pronunciate contro il terrorismo. Terza Via ha preso solo il 2% dei voti palestinesi!

SOLO IL 2% DEI PALESTINESI SI E' PRONUNCIATO CONTRO LA CORRUZIONE E A FAVORE DELLA PACE !

Parte del sostegno ad Hamas deriva dal fatto che, oltre a essere un'organizzazione terroristica, essa ha creato una sorta di welfare che provvede all'assistenza sociale, all'assistenza alla salute e allo studio.

I Palestinesi hanno preferito Hamas, presente nella lista delle organizzazioni terroristiche internazionali stilata dagli USA dall'Unione Europea e da altri Paesi, e responsabile dell'assassinio di centinaia di civili innocenti israeliani.

Nel mondo le reazioni dei vari leader, da George W. Bush a  Kofi Annan, dall'Unione Europea al Quartetto, sono tutte di condanna unanime della violenza e del terrore: se Hamas vuole governare e intende essere ammessa a rappresentare il popolo palestinese nelle trattative di pace, DEVE RINUNCIARE ALLE ARMI E AL TERRORE, E DEVE SUBITO RICONOSCERE FORMALMENTE IL DIRITTO ALL'ESISTENZA DELLO STATO DI ISRAELE.

Solo l'Iran, per voce di Hamid Reza Asefi del Ministero degli Esteri, ha acclamato la vittoria di Hamas: "La Repubblica Islamica dell'Iran si congratula con Hamas, con tutti i soldati palestinesi e con tutto il grande popolo islamico. I Palestinesi hanno votato per la resistenza e hanno mostrato la loro lealtà".

(si ringrazia www.MidEastTruth.com)

Fortunatamente le posizioni del nostro Governo non sono diverse da quelle di tutti gli altri Stati democratici. Ciò ci rassicura, facendoci sentire in un paese quasi normale. Quel che invece preoccupa è che, mentre nei nostri stadi sventolano svastiche e slogan nazisti, Massimo D'Alema, in un'intervista concessa a Fabrizio Roncone, nel succo del suo discorso non si discosta molto da ciò che dicono i pasdaran iraniani.

«Hamas non è il nazismo»

E fin ci siamo: ogni follia ha le sue peculiarità. Ma poi tira fuori un'idea che non sta in piedi neanche con le stampelle:

«ciò che accade in Palestina è anche una conseguenza dell’occupazione in Iraq. Gli Stati Uniti e altri paesi europei, tra cui l’Italia, hanno infatti pensato di combattere il terrorismo con la politica della guerra, delle torture, delle uccisioni dei civili. Tutto questo ha purtroppo avuto l’effetto di allargare le basi di massa del fondamentalismo islamico».

Insomma, se i Palestinesi scelgono il terrorismo fondamentalista è colpa nostra e degli Americani. Questa idea (piuttosto diffusa) rientra nella logica secondo cui i Palestinesi non sono mai responsabili di nulla. Se ci riflettiamo, è una logica di superiorità razziale, poiché considera il popolo palestinese come una massa di minorati mentali non in grado d'intendere e di volere.

D’Alema pensa che se il centrosinistra dovesse conquistare la guida del governo, «bisognerà cambiare strada e chiedere a Israele una politica più umanitaria»

Forse D'Alema sta dimenticando che nel suo centrosinistra stavolta dovrebbe esserci anche Pannella, il quale credo (e spero vivamente!) gli darebbe molto filo da torcere in proposito.

 «Il terrorismo inaccettabile ha stretto Israele nella morsa della paura, però Israele ha risposto con la violenza».

Quale sarebbe la violenza di Israele? Il "muro"? gli omicidi mirati? che altro? DIFENDERSI?

Come recita il vecchio adagio: se gli Arabi avessero deposto le armi, oggi ci sarebbe la pace. Se gli Israeliani avessero deposto le armi, oggi non ci sarebbe più Israele.

Conclude D'Alema: «E se a quella gente (i palestinesi) dai la possibilità del voto, è chiaro che poi vota per Hamas, per la Jihad islamica... per questo, ecco, credo che per capire la vittoria di Hamas si debbano prima capire le ragioni dell’odio dei palestinesi». Una vittoria alla quale, consiglia D’Alema, «non dobbiamo reagire con ritorsioni. Sarebbe pericolosissimo».

E noi allora per chi dovremmo votare alle prossime elezioni? SPIEGACELO TU, CARO SIGNOR D'ALEMA ! Considerando quanto fanno schifo entrambi gli schieramenti, secondo il tuo ragionamento allora dovremmo votare per la Nuova Mafia Rampante?

Fulvio Del Deo

 


     

Le riflessioni di Fulvio Del Deo

 

Per intervenire: invia@vivitelese.it