CAIAZZO.
A GIUDIZIO L’EX SINDACO NICOLA SORBO PER LE
GRAVI INGIURIE PROFERITE DAL PALCO AI DANNI DEL
GIORNALISTA GIANNI GOSTA ALL’INDOMANI DELLA
PUNTATA DEL MAURIZIO COSTANZO SHOW QUASI
INTERAMENTE DEDICATA AL “CASO PALUMBO”.
Il vecchietto che commosse
l’intera Penisola per le condizioni di estremo
degrado in cui versava.
CAIAZZO. È programmata per questa mattina presso
la sezione staccata di Piedimonte Matese del
Tribunale di Santa Maria C. Vetere una nuova
udienza del processo penale a carico dell’ex
sindaco Nicola Sorbo, imputato di gravi
offese ai danni del giornalista Gianni Gosta,
reo di aver accettato l’invito ricevuto dalla
redazione del Maurizio Costanzo Show
partecipando alla puntata imperniata sul caso di
Antonio Palumbo, la cui toccante storia
commosse l’intera Penisola. La vicenda risale al
2001 ma, in seguito a numerosi rinvii, il
processo è ancora in fase dibattimentale ed
oggi, sempre che non si registrino ulteriori
rinvii -dei quali, peraltro, si vocifera- il
giudice Severino Antonucci dovrebbe ascoltare
vari testimoni fra cui il comandante dei
carabinieri maresciallo Giuseppe Oliva,
presente al comizio durante il quale Sorbo inveì
contro Gosta, ed alcuni dipendenti comunali
citati dal difensore dell’imputato, avvocato
Ciro Ferrucci. Torna al pettine, quindi, un
altro nodo affatto edificante per l’ex sindaco
Nicola Sorbo, rinviato a giudizio per delle
esternazioni, da molti definite deliranti,
proferite da un pubblico palco all’indomani
della famosa puntata del Maurizio Costanzo Show
quasi interamente dedicata al toccante caso di
Antonio Palumbo, il simpatico vecchietto di San
Giovanni e Paolo che commosse l’intera Penisola
per le condizioni di estrema precarietà in cui
era costretto a vivere, come emerse dalla
trasmissione, fra il generale disinteresse delle
istituzioni, anche religiose. Il caso era
esploso(5 anni fa) in tutta la sua drammaticità
in seguito alla denuncia del giornalista
freelance Giuseppe Sangiovanni- che
collaborò con la redazione del talk-show. Alla
trasmissione parteciparono Sangiovanni e Gosta.
Di fronte alla commozione del pubblico per tale
penosa situazione, l’arguto Costanzo non esitò a
tirare in ballo Sorbo, facendolo chiamare al
telefono, evidentemente auspicando esaurienti
giustificazioni, ma l’ex sindaco ammise subito
le proprie responsabilità e -se la memoria non
ci inganna- più volte riconobbe il fallimento
della propria gestione, sicché Maurizio Costanzo
non poté più esimersi dall’invocarne
ripetutamente le dimissioni. Deglutito l’amaro
calice, insieme ad altri, il primo cittadino
pensò forse a una sorta di riscatto, annunciando
una conferenza stampa ma poi tenendo un pubblico
comizio oltremodo farcito di accuse gravissime e
frasi oltraggiose, non solo nei confronti dei
giornalisti (“due diffamatori di
professione: che mi querelino se hanno il
coraggio di farlo”), ma anche nei
confronti di Costanzo, accusato fra l’altro di
“idiozia” e di essersi “prestato
al gioco di un farabutto che si chiama Gianni
Gosta…Me ne strafotto di Maurizio Costanzo, me
ne strafotto di Gianni Gosta, me ne strafotto di
Giuseppe Sangiovanni(quest’ultimo non
ritenne opportuno denunciare il sindaco
di allora Sorbo)”, dichiarò
pubblicamente il Sorbo, dopo avere preannunziato
l’incontro con uno dei più grossi avvocati
italiani esperti in diffamazione, per
rivendicare un risarcimento di venti miliardi da
Costanzo e sette dalla Gazzetta di Caserta, uno
dei tantissimi quotidiani che all’epoca si
occuparono del caso. Oggi, però, sarà proprio
Sorbo, citato in giudizio, a dover rispondere ai
giudici di calunnia e diffamazione e,
probabilmente, quando il processo penale si
concluderà, a risarcire gli ingentissimi danni
cagionati, col suo sconsiderato sbraitare, agli
operatori della libera informazione.
ANTONIO PALUMBO, GIUSEPPE SANGIOVANNI E
GIANNI GOSTA AL “MAURIZIO COSTANZO SHOW”
DOSSIER
RETROSCENA, APPELLI, LETTERE, ARTICOLI,
COMMENTI- RACCONTATI E PUBBLICATI DA GIUSEPPE
SANGIOVANNI – RIGUARDANTI LA SCANDALOSA VICENDA
DI ANTONIO PALUMBO, SBARCATO CON IL GIORNALISTA
FREELANCE E CON GIANNI GOSTA IN UNA MEMORABILE
PUNTATA DEL “MAURIZIO COSTANZO SHOW” .
Con l’aiuto di un anziano alla luce la
casa-lager
SCOPERTO
COSI IL CASO PALUMBO
L’allucinante storia di miseria di Antonio
Palumbo
Da
anni viveva peggio di un cane abbandonato: senza
luce, acqua, servizi igienici. Tutti sapevano,
istituzioni civili e religiose. Tutti ignoravano
quel tugurio posizionato in pieno centro. E lui,
Antonio Palumbo-un uomo esile di settantacinque
anni non aveva altra scelta-rassegnato a
“tribolare”-in condizioni disumane: costretto a
mangiare, dividere con i topi qualche pezzetto
di formaggio e qualche tozzo di pane. Pochi
metri di orrore(meno di quindici)-per dormire,
“mangiare”, fare i propri bisogni-in una
bacinella, tutto nella stessa stanza.
Nei primi giorni dello scorso dicembre la
svolta. Ad avvicinare Giuseppe Sangiovanni, il
giornalista pubblicista, che ha scoperchiato il
calderone, un compaesano di Palumbo- “oriundo”,
nativo di Salerno, che ritorna nella frazione
per le vacanze estive ed invernali.Un uomo di
ottanta anni, che chiede opera di
sensibilizzazione al cronista-che recatosi a
“casa” di Palumbo si trova di fronte una scena
raccapricciante: pochi metri di orrore, per fare
tutto-pochi metri dove Antonio-non ha mai potuto
accendere la luce, aprire il rubinetto, fare una
doccia, tirare la catenella, riscaldarsi davanti
ad un camino.Una topaia. Il nove dicembre viene
pubblicato il caso sul Gazzettino Casertano-a
dare man forte la Gazzetta di Caserta-che da
ampio risalto alla vicenda.La storia di Palumbo
fa il giro dell’intera provincia, ma al comune
di Caiazzo fanno finta di nulla. Il cronista
impertinente va in municipio e segnala –la
Palumbostory. Diversi i contatti con
l’assistente sociale, ma non ci saranno
evoluzioni. Passano i giorni, settimane, un mese
–poi ancora quindici giorni-e Palumbo sarà
ancora lì a marcire tra i rifiuti nell’orribile
stamberga. La porta del mega ufficio del sindaco
Nicola Sorbo- non sarà mai aperta al
cronista-killer, perchè cane da guardia del
potere in rare occasioni. Mai ricevuto. E poi
missive a Piazzetta dei Martiri(sede del
comune),
al
vescovo di Caserta, di Alife- Caiazzo, al curato
del paese.A nulla servite. Coinvolte le Suore
Maestre Pie Venerini del luogo. Palumbo resta un
fantasma, mai consegnati a lui aiuti Caritas,
finiti sulle mense di gente tutt’altro che
povera.Un Ufo, un oggetto non identificato, un
morto-vivente- privato della sua dignità: il
signor nessuno-a cui puntualmente viene
consegnato dal messo comunale il certificato
elettorale.
A
metà gennaio Giuseppe Sangiovanni allerta la
redazione del “Maurizio Costaanzo Show”-nel
giro di venti ore Paola Bosco della redazione
del talk-show-piomba a Caiazzo-per le opportune
verifiche-fotografa il tugurio di Palumbo-e
Costanzo letteralmente scioccato-invia il giorno
dopo una troupe- per girare un movie-da mandare
in onda nel corso della trasmissione- registrata
qualche giorno dopo.
Ad
accompagnare al Parioli Palumbo saranno i
giornalisti Sangiovanni e Gosta. Succederà di
tutto nell’infuocata puntata: con il caso
Palumbo in primo piano-che sconvolge l’intera
platea del Parioli e milioni di telespettatori
che seguiranno la puntata-che registra un
notevole aumento di share, confermato dall’Auditel.
Momento importante, quando Costanzo dice a
Sorbo: si dimetta!reo di essere responsabile del
fallimento della comunità da lui
amministrata-come ammesso dallo stesso sindaco.
Una disfatta per il primo cittadino di Caiazzo,
invitato a dimettersi con l’assessore ai
servizi sociali e l’assistente sociale. Caso
preso a cuore dal Maurizio nazionale- alla fine
della puntata visibilmente soddisfatto-chiede
ai due cronisti di tenerlo informato sugli
sviluppi. Colorate le affermazioni dello
stordito Sorbo, e in platea e sulla stampa- che
parla di chi ha sfruttato le disgrazie altrui,
per costruire uno scoop-cronisti accusati dal
primo cittadino, di sciacalaggio politico-che
avrebbero mortificato l’intera comunità,
rafforzando la sua immagine politica-contenente
“il nulla”, il vuoto-come per il teatro di
Jonesco.
Il
day-after il terremoto piacevole per tantissimi
caiatini, pronti ad organizzare una festa
mundial, con tanto di maxischermo-dove fare
scorrere le immagini della storica puntata
puntata. Anche i burocrati dell’Asl
interverranno prontamente.
La missiva inviata al sindaco
di Caiazzo Nicola Sorbo- il 12 dicembre 2000(11
giorni prima dell’infuocata puntata riguardante
il caso Palumbo)
“Egregio signor sindaco,
Le
scrivo in merito alla brutta storia di miseria
vissuta da Antonio Palumbo-da me segnalata più
di un mese fa. Non era mia intenzione cercare
scoop, neanche vendere la brutta storia alle
reti nazionali(come per il caso di Pagani dove
c’è scappato il morto-irradiato dai media nei
giorni scorsi)- ma solo informare i servizi
sociali del comune-con cui ho avuto diversi
contatti- trasformandomi in “mediatore” per
l’anziano vecchietto dimenticato da Dio e dagli
uomini(parenti, vicini, paesani, istituzioni
civili e religiose).
E’
passato Natale, Capodanno ma Antonio Palumbo
continua a vivere in una “casa” priva di luce,
acqua, servizi igienici-ma la giaculatoria delle
privazioni potrebbe continuare all’infinito-a
giacere tra l’immondizia-meno di venti metri,
per dormire, mangiare, fare i propri
bisogni-meno di venti metri di orrore. Fantasma
per i servizi sociali-a cui era sfuggito il
caso(parola monitoraggio, vocabolo sconosciuto)
- per il messo comunale che gli ha consegnato
per anni il certificato elettorale, in quel
tugurio, per il curato del paese che porta ogni
anno la benedizione pasquale nelle case dei
“cristiani”, per il medico curante- che avrà
sicuramente visitato una volta nella vita il
povero Antonio, per le Maestre Pie Venerini del
luogo- che mai hanno consegnato a Palumbo aiuti
Caritas-che pure hanno distribuito-che
potrebbero d’ora in avanti assicurargli un pasto
caldo e offrirgli alloggio più dignitoso-
compiendo missione di bene per le persone più
deboli- come testamentato ai primi di gennaio
del 1945 dalla donante(Laura
Sangiovanni)dell’immobile - attuale mega-
residenza delle Maestre Pie Venerini.
Non è nelle sue possibilità “intimare” la
prospettiva? Un po’ tutti responsabili.
.Non crede che dovremmo vergognarci nel
consegnare la scheda elettorale al povero
vecchietto? Chi gli ha rilasciato quel
certificato di abitabilità? Palumbo non ha mai
chiesto niente, chiuso a riccio
nella sua miseria-mai si è lamentato delle sue
tremende privazioni(repetita Juvant: senz’acqua,
luce,
servizi igienici, frigorifero, lavatrice,
televisione, telefono per avvertire il medico se
si sente male).
Ma
questi ultimi sono superlussi! Non riesce a
gestire le poche lire che percepisce. Le
istituzioni e qualche persona di buona volontà,
devono sostituirsi alla latitanza dei
parenti-non essere più beati spettatori
dell’amara vicenda- il chiacchiericcio su
verosimili “vizietti” dell’anziano vecchietto,
non devono essere elemento di “distrazione”.Palumbo
va aiutato comunque. Aiutato a lasciare quel
tugurio, fargli accendere la luce al risveglio,
aprire il rubinetto, lavarsi-inserendolo nella
lista per ottenere l’assistenza domiciliare. Mi
auguro un provvedimento esecutiv-che consenta a
Palumbo di vivere da essere umano, senza
sradicarlo dal suo ambiente. Per l’occasione mi
preme ricordarle-di essere sindaco di tutti, di
chi le è vicino, e di chi sporadicamente, non
ossessivamente, come me -pronuncia verità amare,
sulla “frazione dei senza”, da lei non
“metabolizzate” Un ruolo scomodo, chi racconta
quello che i politici fanno, non fanno, che
potrebbero fare, che ignorano(in un mondo civile
succede): ruolo che non va denigrato e
demonizzato. Buonista e di regime- altrimenti
si diventa cecchino che “imbraccia” una
penna-mitra. Il lasciarmi fuori la porta del suo
“blindato” ufficio, dove mi ero recato(per la
terza volta in venti giorni) mercoledi 10
gennaio, per sollecitare la soluzione del caso
Palumbo, ne è la riprova.
Non sempre ciò che legale è giusto!Cum grano
salis si può trovare la soluzione della
Palumbostory”
Giuseppe Sangiovanni
La
lettera inviata a Don Gerardo Fava, curato di
San Giovanni e Paolo, al vescovo e Maestre Pie
Venerini
“DIO NON PUO’ DIMENTICARE I POVERI”
Nell’incertezza che Antonio Palumbo non continui
ad essere un “fantasma”-anche per le istituzioni
religiose del luogo-come contestatomi da un
lettore del giornale “Gazzettino Casertano”(16
dicembre 2000)-invio fotocopie della vergognosa
e triste vicenda, vissuta da Antonio Palumbo,
dimenticato da “Dio e dagli uomini”. I moralisti
di professione, i tuttologi-dovrebbero capire
che “zio Antonio” va aiutato al di là del
chiacchiericcio sul suo conto, vizietti e
difetti tipici della sua età: al di là delle
poche lire che percepisce ogni mese e che
verosimilmente non sa gestire. Gli uomini e la
chiesa non possono essere “distratti” dai
rumori-da “Bar dello Sport” o da piazza! Antonio
Palombo ha diritto a vivere da essere umano.I
parenti? Fantasmi anch’essi! Le istituzioni
civili e religiose- non possono essere beati
spettatori: il cittadino Palumbo, la pecorella
smarrita-vanno aiutati. In tutti i modi.Cordiali
saluti.
Giuseppe Sangiovanni
Dopo la denuncia del nostro giornale la
redazione del talk-show lo vuole al Parioli
“ANTONIO PALUMBO AL COSTANZO SHOW”
Racconterà la sua triste vicenda nel salotto più
famoso d’Italia
Trent’otto giorni non sono bastati al comune di
Caiazzo per rendere vita più dignitosa ad
Antonio Palumbo, l’anziano caiatino-dimenticato
tra i rifiuti dalle istituzioni-che vive da anni
in un tugurio: senza luce, acqua, servizi
igienici. Il nostro cronista dal momento della
scoperta dell’orribile storia di miseria-si era
trasformato in “assistente” sociale-recandosi
diverse volte presso il comune per seguire gli
sviluppi del caso e suggerire qualche via
d’uscita che salvaguardasse innanzitutto la
volontà di Palumbo.Incontri a nulla serviti con
i “tecnici” di Piazza dei Martiri, nemmeno
un’accorato appello del nostro-inviato al primo
cittadino però aveva ricevuto riscontri. Nulla.
Non è successo nulla. Dopo 38 giorni nulla è
cambiato per l’anziano caiatino, lasciato
marcire tra topi e contaminazioni batteriche di
ogni sorta. 38 giorni di inferno in più
procurati dalle istituzioni cieche e sorde.Verosimilmente
il nostro “pennivendolo” ha aspettato pure
troppo-per informare Mediaset-credendo di avere
a che fare con persone umane:che già il giorno
dopo la macabra scoperta-dovevano trovare una
degna sistemazione per A.-Diciamocelo
francamente :è stato un po’ “-credulone”-detto
con affetto dalla nostra redazione. E si,
perché il nostro Giuseppe Sangiovanni ama il
ridente borgo natio-e solo dopo trentasei giorni
di silenzio-con la morte nel cuore ha informato
la redazione del “Maurizio Costanzo Show”-spesso
gli avevamo prospettato le bolle di sapone
“architettate” a piazza dei Martiri Caiatini-ma
per lui la situazione era risolvibile a momenti.
Cosi non è stato. “Ho avvertito la redazione del
Costanzo Show”-con voce flebile ha detto in
redazione agli inizi di questa
settimana-speriamo che non vengono, aveva detto
“paradossalmente”-fino alla fine convinto di
evitare alla cittadina caiatina la vergogna. Ha
sperato invano di evitare fino alla fine la
figura di m…. alla comunità-accendere le
telecamere Mediaset per l’amara storia. “Non c’è
riuscito” perché Paola Bosco redattrice del
Costanzo Show nel giro di diciotto ore è
piombata a Caiazzo- proveniente dalla capitale
per sondare il terreno e preparare il caso per
la trasmissione-che sarà registrata nelle
prossime settimane- compatibilmente con il
precario stato di salute di Antonio-affetto da
bronchite. Delle cose minime il pretore non si
cura? Gli amministratori caiatini dopo la
scoperta di questo caso,farebbero bene ad andare
ad arare la terra!
Palumbostory
La
storia di Palumbo viene fuori nei primi giorni
di dicembre. A parlarmi delle condizioni
allucinanti di Antonio è una persona anziana del
luogo-Dopo gli opportuni accertamenti, il
Gazzettino Casertano, il 9 dicembre pubblica il
caso Palumbo. Passa qualche giorno mi reco in
comune per segnalare il caso Palumbo-ricevuto
dalla segretaria comunale-che “intima” via
telefono all’assistente sociale-di recarsi nel
pomeriggio a casa Palumbo-dicendogli che metterà
a disposizione un vigile per accompagnarla-cosa
che avviene.Una settimana dopo mi reco in comune
per sapere cosa si è fatto. Parlo con
l’assistente sociale-che ipotizza di prendere
contatti con una casa di riposo che dista da
Caiazzo 50 km circa.Altro appuntamento il
mercoledi successivo- con l’assistente sociale
desaparecido. Intanto per altre due settimane la
vicenda Palumbo occuperà la prima pagina del
“Gazzettino”-ripresa dalla Gazzetta di Caserta.
Lancio una sottoscrizione “Un aiuto per Palumbo”.Nessuno
alza un dito(tranne una persona che porterà
alimenti al vecchietto). Scrivo al sindaco, al
vescovo, al curato del paese, informo il locale
educandato delle suore. Non succederà nulla.
Dopo la pubblicazione sul giornale, si fa avanti
un giovane- qualificandosi come volontario di
un’associazione-che mi dice che già è a
conoscenza del caso-e che da novembre era stato
avvertito il sindaco e l’assessore alle
politiche sociali. “Qualche volta gli diamo un
passaggio quando lo incontriamo a piedi”-le
parole testuali del giovane. Giovani che
dichiareranno (dopo la trasmissione televisiva),
di fare visita ogni giorno a Palumbo-che mi
riferisce che mai ha ricevuto dai suddetti un
pasto caldo.Giovani fattisi vivi nel giorno
dell’arrivo delle telecamere Mediaset, cercando
goffamente di mettersi in mostra-avvicinandomi
con la scusa di pianificare interventi in favore
di Palumbo. Pur avendo capito lo scopo
dell’avvicinamento, gli ho detto “ne parliamo
con più calma, appena possibile”: aspettavo la
troupe per le riprese. E dire che avevo
preannunciato in comune in caso di inerzia,
l’arrivo di telecamere. Niente, è prevalsa la
linea dura di un Sorbo chiuso a riccio(lasciato
fuori del suo ufficio, con l’impiegato
testimone). La mia è rimasta una voce che ha
gridato per più di un mese nel deserto.Trentotto
giorni di inferno prolungati a Palumbo dal
Comune-che avrebbe dovuto sistemare subito
Palumbo, senza aspettare l’intervento di
Costanzo. Ho sperato fino alla fine di evitare
la vergogna, auspicancando un intervento
dell’ultima ora, che avrebbe potuto evitare il
terremoto.Ma è prevalso il delirio di
onnipotenza del sindaco-che non ha creduto
all’interessamento di Costanzo alla triste
vicenda;ai sopralluoghi della redattrice
puntualmente riportati sulla stampa;alle
annunciate riprese della troupe;alla imminente
partecipazione di Palumbo al talk-show.Una
waterloo voluta, cercata, meritata-che ha
condotto l’Houdini di piazzetta dei martiri- a
riconoscere il suo fallimento(almeno in tre
occasioni durante la trasmissione)- prima
demonizzando, poi ringraziando la stampa che
aveva scoperto il caso, facendo da filtro con le
istituzioni. Attaccando poi con parole
sprezzanti in un comizio, “il mio disperato
tentativo di mettermi in mostra”, (se cosi avrei
rinunciato a salire sul palcoscenico, lasciando
la vetrina del Parioli a Gosta?)- i due
giornalisti-rei di aver infangato la
comunità-con un caso che c’è, riscontrabile, ma
Palumbo ha vissuto ancora al buio, senza acqua,
senza servizi igienici-finchè non gli è stato
notificato lo sgombero-e dopo essersi fatto
leggere la disposizione- è andato in
panne-sentendosi poi male.
E’
stato, lui ad andare incontro al “suicidio
mediatico ”, sapeva da mesi del caso Palumbo,
degli altri casi, da anni. Perché l’Asl non è
stata mai informata a dicembre? Cronisti(secondo
Sorbo)che avrebbero avuto la capacità di
“circuire” Costanzo-che con la redattrice aveva
raccomandato di evitare polemiche-tanto
avrebbero “parlato” le immagini del tugurio
“abitato” dall’anziano caiatino, dimenticato da
tutti.
Una storia autenticamente vera-che mi ha portato
via tempo ed altro: non era mia intenzione
cercare lo scoop-la dimostrazione è
riscontrabile in più di trenta giorni di inutile
attesa, per la soluzione del caso. Anche se io e
Gosta abbiamo tutti contro, sarò felice il
giorno che Palumbo potrà aprire il rubinetto,
fare un bagno, accendere la luce.
Giuseppe Sangiovanni
(Copia articolo-denuncia del caso Palumbo, da me
pubblicato su tre giornali, ai primi di
dicembre(oltre a numerosi appelli, ignorati dal
sindaco Sorbo, protagonista di due
clamorosissimi suicidi mediatici al “Costanzo
Show”(23 gennaio e 6 febbraio 2001)- dove ha
dichiarato telefonicamente ben 4 volte a
Costanzo di essere un sindaco fallito- invitato
a quel punto da Costanzo a dimettersi.
"Gazzettino Casertano"-
CAIAZZO: VIVE
MISERAMENTE DA ANNI SENZA LUCE, ACQUA, SENZA
SERVIZI IGIENICI
VERGOGNA!
AntonioPalumbo, 75 anni ,
lasciato "vivere" come una bestia
in un tugurio
La
tormentata vita di Antonio Palumbo, comincia a
Caiazzo, cittadina in provincia di Caserta- dove
viene alla luce il 5 maggio 1926: da Raffaele
Palumbo e Clorinda Cimino.Tempi difficili, duri,
per Antonio-costretto a diventare "adulto"
subito .Niente
istruzione, la parola scuola è vocabolo
sconosciuto. All'età di otto anni già conosce il
faticoso lavoro dei campi: grandi levataccie al
mattino, per seguire i genitori nello
spostamento di bestiame, per poi guidare i buoi
nell'aratura.
LE
STELLE COME TETTO
A
dieci anni è "abilitato" a guidare un piccolo
gregge, con cui si sposta, per cercare pascoli
migliori; spesso sono le stelle a fargli da
tetto.Infanzia terribile. Migliaia i pasti
saltati. Gli anni passano, tra stenti e
sacrifici inimmaginabili. Per Antonio dopo
l'infanzia rubata, arriva la gioventù. All'età
di trentatrè anni incontra l'amore-Antonietta
Cusano-che sposa dopo poco tempo. Il matrimonio
però non porta nessun erede nella famiglia
Palumbo-Antonio e Antonietta sbarcano il lunario
come possono, in cambio di poche lire lavorano
in campi altrui. La miseria è sempre li però.
Cominciano anche i primi problemi di salute per
la consorte di Antonio-con sempre più frequenti
attacchi epilettici-che costringono Antonio a
disertare i campi ed accudire la moglie malata.
Dopo anni di sofferenza Antonietta viene a
mancare-Antonio a questo punto potrebbe andare
al lavoro-ma non ha più l'età- né per lavorare,
né per avere la pensione(non ha marche versate).
VIVE COME UNA BESTIA CON LE ISTITUZIONI ALLA
FINESTRA
La miseria, compagna di ventura è sempre
li-"residente"nel tugurio dove "vive" Antonio,
nell'infelice condizione di questo sventurato
essere umano dimenticato da tutti-con le
istituzioni alla finestra.Una piccola, unica
"stanza"per dormire, fare i propri bisogni in
una bacinella.L'anziano caiatino(75 anni), dopo
aver combattuto per tutta la sua esistenza
contro la miseria-oggi sopravvive in una
stanzetta-che chiamare tale è usare un
eufemismo-una "casa" priva di luce, acqua,
servizi igienici(con un balcone senza
protezione). Ci chiediamo: ma il comune(con
l'assessorato alle politiche sociali), l'Asl
dove sono? Chi ha rilasciato quel certificato di
abitabilità? E' possibile che nel 2000 un
cittadino debba vivere in simili condizioni, tra
l'indifferenza di tutti? Un alloggio più
dignitoso e il sostegno dell'amministrazione
civica spetterebbe ad Antonio Palumbo.E'
sconcertante che in un piccolo comune come
Caiazzo, non si sappia o non si vuole sapere,
che esistono casi vergognosi come questo. Ai
tecnici del comune, ed ai sanitari dell'Asl, il
compito di ispezionare e constatare che il
tugurio deteriorato e fatiscente "abitato" dal
povero Antonio Palumbo, non è abitabile da
esseri umani- verosimilmente per le mucche, non
sarebbe abitabile-secondo le nuove norme.
Situazione tragica e paradossale.Ma dove sono i
"burocrati" dell'Asl, molto attenti ad
"intimare" piastrelle ella sala mungitura di un
coltivatore e ignorare la Palumbo story? E i
servizi sociali del comune su cosa vigilano?
L'odissea per Antonio continuerà anche nel 2001?
La prima parola che viene in mente è vergogna!
LUCE, ACQUA, DOCCIA: PAROLE SCONOSCIUTE
Chissà che l'anziano caiatino non possa nei
prossimi tempi vedere la "luce", avere l'acqua,
fare una doccia: parole a lui sconosciute
finora. Lui non chiede il telefono, il gas, la
televisione!la lavatrice, il
frigorifero-s'intende! Che nemmeno ha. Ma questi
sono superlussi!.Per affrontare gli anni che gli
restano, "vivendo", con un poco di serenità nel
cuore.
18
METRI QUADRATI DI ORRORE
Scena raccapricciante, quella presentatasi agli
occhi del cronista, accolto con dignità dallo
sfortunato-rassegnato 75enne caiatino,
dimenticato da tutti.
Diciotto metri quadrati, per cucinare, mangiare,
dormire, fare i propri bisogni.Una baracca di un
villaggio sperduto africano è più dignitosa del
tugurio "abitato" da Antonio Palumbo;tra
l'indifferenza di tutti, pseudo-parenti e
istituzioni. Il quarto mondo è qui, a due km da
Caiazzo, a diciassette da Caserta. Meno di venti
metri di orrore. Ai piedi del povero letto, un
altrettanto povero tavolo-per "elaborare" e
consumare pasti-tutto e rigorosamente a lume di
candela- che campeggia al centro del tavolo.
Diciotto metri per riposare-dov'è impossibile
per Antonio persino sognare. Sognare un giorno
di svegliarsi, accendere la luce, andare in
bagno, aprire il rubinetto, lavarsi con acqua
corrente, fare una doccia, fare i propri
bisogni, tirare la "catenella", affacciarsi al
balcone, fare un bidè, riscaldarsi davanti ad un
camino; volendo esagerare, bere acqua fresca di
frigorifero, guardare la tv, rispondere al
telefono.Tra le povere cose disperse nella
"suite", un alberello di natale che Antonio
tiene lì da più di trenta anni.Gli è mancata la
forza e lo spirito di rimuoverlo.Lasciato lì ad
"abbelire" la stanza. Da pochi giorni è passato
natale, un natale di freddo e di fame- ma per
il povero Antonio-costretto a vivere nella
topaia, una topaia di diciotto metri quadrati;
dove ogni giorno Antonio vive da animale.Dopo un
mese dalla pubblicazione del pezzo, Antonio è
ancora li, in quel tugurio fatiscente-costretto
a vivere tra l’immondizia e i topi. Ignorato da
tutti, con i servizi sociali che fanno “melina”
da un mese. I prossimi freddi potrebbero portare
via Palumbo-preferiremmo le telecamere, non in
quella triste occasione!Antonio Palumbo ha
diritto a vivere in condizioni umane.Quousque
tandem? Quod bonum faustum felix fortunatumque
sit.
Giuseppe Sangiovanni
Il
primo cittadino di Caiazzo oggi pomeriggio al
“Maurizio Costanzo Show”
SIGNOR SINDACO “IN BOCCA AL LUPO”
Si
difenderà sul caso Palumbo
di
Giuseppe Sangiovanni
Caso Palumbo ancora in primo piano. A due
settimane dal terremoto, dopo la messa in onda
della seguitissima puntata del talk-show,
condotto da Maurizio Costanzo, in città non si
parla di altro. Mai i riflettori della tv,
avevano centrato per cosi tanto tempo, aspetti e
problematiche, emersi dopo la scossa-Palumbo-
l’anziano caiatino, dimenticato da anni tra i
rifiuti, senza acqua, luce e servizi igienici.
Un caso che ha commosso l’Italia intera: tante
le offerte di aiuto pervenute alla redazione del
Costanzo Show, dopo la puntata; quasi
interamente dedicata al “signor
Nessuno”-lasciato vivere come un cane
abbandonato, fra l’indifferenza di tutti. E
sotto accusa era finito Nicola Sorbo, sindaco di
Caiazzo da sei anni-che nel corso della
trasmissione, tra tante contraddizioni, aveva
recitato giocoforza-in almeno tre occasioni il
“Mea Culpa”-in collegamento telefonico con
Costanzo che, prendendo la palla al balzo gli
aveva risposto: Sindaco, ai fallimenti o si
reagisce o si presenta la lettera di dimissioni.
Un k.o durissimo per Sorbo, stordito dagli
incalzanti “montanti” di S.Maurizio: un quasi ex
sindaco alla fine della infuocata telefonata, in
debito di ossigeno e con le idee annebbiate.
Day-after al vetriolo per Sorbo, che prima di
trovare decorosa sistemazione a Palumbo,era
sceso in piazza-per fare una conferenza stampa,
trasformata in delirante comizio. Accuse
durissime per Costanzo(è un cafone, si circonda
di baldracche …),con richiesta di risarcimento
di venti miliardi al conduttore pariolino-reo di
averlo trattato come un sindaco-cafone e di aver
infangato l’immagine della città. Parole
durissime per i due cronisti-attentatori,
colpevoli di aver messo in cattiva luce la
comunità e il suo primo cittadino-con un caso
che c’era, che andava risolto prima.Cronisti
che le avevano tentate tutte: decine e decine di
articoli per sensibilizzare le istituzioni
informate poi di persona del caso; lettere al
sindaco(ed istituzioni religiose).Niente, nessun
intervento per Palumbo-lasciato marcire in quel
tugurio tra topi e spazzatura. Era pure stato
preannunciato l’interessamento, poi l’arrivo
delle telecamere Mediaset ma, Sorbo non aveva
creduto all’intervento di Costanzo-facendo
prevalere la linea dura: avviandosi cosi verso
il “suicidio mediatico” di quel grigio fine
gennaio (23)-quando milioni di telespettatori
hanno assistito alla sua debacle. Ma avrà oggi
pomeriggio, la grande possibilità di snocciolare
dati e programmi(virtuali finora, visto come
vive ancora Palumbo), sull’assistenza anziani;
vomitare fasulli interventi di una associazione
di volontariato che dice di sapere da mesi delle
disperate condizioni di Palumbo, però fino ad
una settimana fa lasciato giacere tra topi e
sterco(ancora oggi senza luce, acqua e servizi
igienici).Cosa ha fatto finora questa
associazione?Avvisato il sindaco e l’assessore
alle politiche sociali-mai intervenuti.
Intervenuti dopo la segnalazione fatta in comune
dal cronista. Ma dov’è la relazione
dell’assistente sociale accompagnata a casa
Palumbo da un vigile dopo quella segnalazione?
Perché il comune è intervenuto solo dopo la nota
trasmissione?-consegnando all’anziano
abbandonato il decreto di sgombero.
Interrogativi a cui dovrà rispondere oggi Sorbo.
Signor sindaco “in bocca al lupo”! Il lupo più
famoso della comunicazione italiana. A meno di
interventi di personaggi divini, questo
pomeriggio lei potrebbe ricordarlo come il
secondo “suicidio mediatico”.Una grande
opportunità a lei offerta su di un piatto
d’argento: un sogno da lei inseguito da
anni-(salire sul palcoscenico del Parioli)-che
potrebbe trasformarsi in incubo. Nemmeno pagando
un miliardo lei poteva coronare questo sogno! Ci
ringrazi. Repetita Juvant “In bocca al lupo”!
Giuseppe
Sangiovanni
Terremoto Palumbo a Caiazzo
CRONISTI-KILLER O MENTI DA MACELLO?
di
Giuseppe Sangiovanni
Diceva bene Rosenthal, il vecchio direttore del
New York Time: “Noi non siamo preti o suore, ma
abbiamo dei valori etici e questi sono dettati
soprattutto dal rispetto di se stessi e dalla
professione.Il nostro ruolo è di far sì che gli
altri non abusino del potere, il nostro compito
è quello di andare, guardare e raccontare in
nome e per conto dei lettori, che sono anche
elettori.
Si sa, quando un giornale dice le cose come
stanno, quando attacca, è sempre un brutto
guaio- se poi “si spara” su soggetti
istituzionali iperinadempienti, tutto diventa un
gioco, un bersaglio facile. Un cronista, se dice
la verità, puo’ infastidire, non farsi gradire
“dalla cricca locale”, puo’ godere di cattiva
fama, non è amato perché dice la verità. In
tutto il mondo civile, sono i giornali, che
giudicano l’operato dei politici, in nome e per
conto dei lettori- informare, per le autorità
caiatine, diventa un crimine. Denigratori,
demonizzatori, killer spietati: questi, i
cronisti che informano- i cronisti la
considerano una notizia, i guru Nobel caiatini,
opinioni omicida. Se fai sì che gli altri non
omettono o non adempiono, diventi “wanted” con
taglia.Buonista e di regime, altrimenti diventi
un cecchino che imbraccia una penna-mitra. A
Caiazzo, non amano questo ruolo, il diritto di
critica, è optional prezioso-cecchini liberi,
senza mandanti-con il ruolo di raccontare quello
che i politici fanno, non fanno, che potrebbero
fare, che ignorano. Liberi di attaccare gli
illusionisti politici cittadini, che nel loro
non senso, trovano senso”, con una sarabanda di
intrecci dialettici, con parole che nascondono
quasi sempre “il nulla”, il vuoto di contenuti,
come per il teatro di “Ionesco”. Verità amare,
non metabolizzate dal regime, beato spettatore
per un mese e mezzo della vicenda Palumbo.
Da
quasi due mesi tutti sapevano della difficile
condizione di Palumbo: sindaco, assistente
sociale, qualche assessore-(che due anni fa
provò ad allacciare l’acqua), una fantomatica
associazione di volontariato-che dice di averlo
saputo tempo fa-fattasi avanti nell’imminente
venuta di Canale 5-che nulla ha fatto finora-con
prete e suore –prontamente messi al corrente
tramite missiva.Per tre settimane il caso
Palumbo aveva occupato le prime pagine del
Gazzettino e della Gazzetta-rispettivamente
settimanale e quotidiano-dando ampio risalto
alla triste storia.I moralisti di professione,
gli pseudo-intellettuali-tuttologi di Piazza
Porta Vetere-che oggi inviperiti gridano allo
scandalo-perché non hanno alzato un
dito?Dov’erano? Perché non si sono fatti avanti
quando abbiamo proposto una sottoscrizione per
il povero Palumbo? Dieci nostri pezzi a nulla
serviti- La nostra è rimasta una voce che ha
gridato nel deserto! Avevamo preannunciato
nostro malgrado l’intervento di Mediaset, se non
ci sarebbero state evoluzioni.Orecchie da
mercant.Costanzo perde tempo appresso a voi! il
commento intimo dei nostri
interlocutori.Trentotto giorni di promesse, con
Palumbo sempre lì in quel girone dannato-a
combattere con i topi, con cui divideva e divide
tuttora il formaggio. Abbiamo sperato fino alla
fine di evitare la vergogna-sperando in una
telefonata-che avrebbe aggiustato tutto.Ma è
prevalso il delirio d’onnipotenza
dell’Innominato-che non ha creduto
all’interessamento di Costanzo-ai sopralluoghi
Mediaset puntualmente riportati dalla stampa,
alle annunciate riprese della troupe, nella
cittadina del Medio Alto Casertano-alla
partecipazione di Palumbo al talk-show più
seguito d’Italia.Una Waterloo voluta, cercata,
meritata-stavolta l’imbonitore, l’illusionista,
l’Houdini di Piazzetta dei Martiri-è dovuto
soccombere di fronte ad un agguerritissimo
Costanzo-un ko clamoroso-botte devastanti che
hanno indotto l’Innominato a parlare del suo
fallimento-ringraziando chi aveva pubblicato
l’allucinante storia-parlando di un gemellaggio
che sarebbe partito nel 1997: che sarebbe
costato una ventina di milioni.
Costanzo circuito dai due “pennivendoli”?Per
verificare basta fare un giro in casa di
Palumbo.Possibilmente prima che calino le
tenebre.Perché l’anziano caiatino è ancora li,
in quel tugurio senza luce, acqua e sevizi
igienici.Al sindaco, alla giunta: la
precedenza-a seguire le immacolate menti da
macello di piazza Porta Vetere-curato e suore
per chiudere la processione.
Platone ci è amico ma più amico è la verità!
Unico rammarico è quello di aver dato altra
grande opportunità al primo cittadino di
Caiazzo: farlo parlare con Costanzo-dopo
l’ultima di qualche anno fa-quando lo facemmo
telefonare da Luigi Necco, giornalista compagno”
della Rai-che si occupava di un programma su
inefficienze di enti, in onda su Raitre.Cum
grano salis!(Con un po’ di sale in testa) Tutto
questo si poteva evitare.
L’associazione di volontariato del luogo beata
spettatrice
IN
TANTI MESI UN PASSAGGIO IN MACCHINA A PALUMBO
Solo dopo il nostro interessamento è spuntata
fuori la fantomatica associazione di
volontariato. Cosa ha fatto in questi mesi?
Fattisi vivi il giorno che la troupe di Canale 5
era a Caiazzo.Momento di gloria cercato da due
giovani del luogo-che pur di apparire ha fatto
di tutto-infilando una serie di
autogol.Raccontando una caterva di bugie.L’aiuto
dato al vecchietto in diversi mesi
dall’associazione di volontariato: un passaggio
in macchina offerto al povero Palumbo.Tutto qui.
Gli asini come capre farebbero bene a
comprendere il significato di volontariato
Giuseppe Sangiovanni
Dal comizio del
sindaco Nicola Sorbo tenuto in Piazza Porta
Vetere il 28 gennaio c.a, a margine del caso
Palumbo, trasmesso da Canale 5 martedi 23
gennaio 2001, durante la trasmissione “Maurizio
Costanzo Show”.
“Per mezz’ora in
mia assenza Maurizio Costanzo con la complicità
di due diffamatori di professione….ripeto due
diffamatori di professione….che mi querelino se
hanno il coraggio di farlo…ripeto diffamatori di
professione…ho subito un processo di
ridicolizzazione.
Il signor
Giovanni Gosta, un esempio di dirittura morale.
Se il signor Gianni Gosta si sente leso mi
quereli, io stò riportando un fatto.
Vi rendete conto
dell’idiozia del signor Costanzo, di Gianni
Gosta e di Giuseppe Sangiovanni
Cioè, queste
persone hanno avuto la possibilità di massacrare
me e di massacrare una comunità intera,
sostenendo delle falsità. Se mi avessero
consentito..anzitutto , avrei suggerito a
Costanzo di allontanare Gosta da Palumbo: era il
primo provvedimento da fare.
Gianni Gosta è
andato a dire che voi lo minacciate, mentre voi
tutti i giorni lo aiutate il signor
Palumbo…Gianni Gosta ha davvero superato il
colmo….Ma siamo talmente democratici, hanno
scritto quelli di Rinascita, da consentirci il
lusso di tenere qui, anche Gianni Gosta.
Martedi ho
l’incontro con uno dei più grossi avvocati
italiani, esperti in diffamazione a mezzo
stampa…la comunità di Caiazzo si potrà
permettere il lusso di spendere un bel po’ di
quattrini…..perché chiederemo un risarcimento di
venti miliardi al signor Costanzo….e chiederemo
un risarcimento di sette miliardi al Direttore
della Gazzetta di Caserta, che in questi anni ha
sistematicamente buttato fango su una comunità
operosa, su una comunità civile e su una
amministrazione…consentitemelo, che si è
inventata di sana pianta tutti i servizi
sociali, che esistono sulla faccia della terra.
Tutti!
Un’amministrazione civile che ha avuto il
coraggio di buttar fuori dal comune Gianni
Gosta, che dal 1985 distruggeva sistematicamente
tutti gli atti deliberativi…siamo arrivati noi
di Rinascita e lo abbiamo buttato fuori.
Perché andai dal
Prefetto a dirgli questa semplice cosa: o il
sindaco è un ladro o i dipendenti sono degli
imbecilli o Gianni Gosta è un farabutto.
Se non siamo
stati sciolti, se i dipendenti non sono stati
licenziati, devo dedurne che il Prefetto ha
scelto la terza ipotesi.
Ma Gianni Gosta
aveva bisogno comunque di esprimere la sua
rabbia…il fatto che non poteva consentire che
solo lui aveva questo marchio..era necessario
che tutta una comunità fosse uguale…perché
questo è il suo principio di uguaglianza. Siete
tutti uguali a me!
Da tutta Italia
hanno capito che Maurizio Costanzo si è prestato
al gioco di un farabutto che si chiama Gianni
Gosta, teso a vilipendere l’onorabilità di
Caiazzo.
Un gruppo di
ragazzi volontari nel mese di novembre aveva
cominciato a visitare il sig.Palumbo: un giorno
arriva però il sig.Sangiovanni e dice: ragazzi
non vi preoccupate, da oggi in poi ci penso io-
cosi Giuseppe Sangiovanni lo ha lasciato nella
merda. Doveva farlo, perché a lui in quel
momento interessava una sola cosa: fregare il
sindaco; come interessava Gianni Gosta, fregare
il sindaco.
Vi rendete conto
della follia di questi nostri concittadini!
Io me ne
strafotto di Maurizio Costanzo! Me ne strafotto
di Gianni Gosta! E me ne strafotto di Giuseppe
Sangiovanni! Come può immaginare di offendere le
suore, la comunità cattolica…ma esiste solo lui
a Caiazzo stù Giuseppe Sangiovanni?
Io sinceramente
spero che ad Antonio Palumbo gli abbiano dato
qualcosa di soldi, come succede in tutte le
trasmissioni e mi auguro che quei soldi l’abbia
Antonio Palumbo, sinceramente mi auguro che quei
soldi l’abbia Antonio Palumbo”.
SORBO FINISCE A BLOB
di
Giuseppe Sangiovanni
Sorbo ancora Sorbo! La Waterloo di Nicola
Sorbo, sindaco di Caiazzo, dopo la mitica
puntata del “Maurizio Costanzo Show” in onda su
canale 5, mercoledi scorso-è approdata in prima
serata a Blob, trasmissione-cult di
Raitre.Trasmessa con rito ossessivo da
“Telekabul”-da diverse sere. Non bastavano gli
incubi notturni, per l’onnipotente Nicola,
diventato Nicolino poche sere fa, non per mano
dei cronisti-killer: ridimensionato, umiliato,
annientato dal santone della comunicazione
italiana. Domande che hanno inchiodato il primo
cittadino di Caiazzo(ancora per quanto?)
producendo danni irreversibili nella fragile
psiche di Sorbo-come emerso dal comizio-reazione
all’allucinante figura rimediata su Canale 5,
davanti a milioni di telespettatori. Sindaco che
potrebbe non essere in più in grado di
amministrare con serenità, una comunità che alle
ultime elezioni provinciali gli ha tributato
centottanta voti.Costanzo non gli ha teso
nessuna trappola:è stato lui a dichiararsi
fallito, (almeno in 4 occasioni)la comunità nel
suo fallimento nulla c’entra.
E’
stato, lui ad andare incontro al “suicidio”,
sapeva da mesi del caso Palumbo, degli altri
casi, da anni. Perché l’Asl non è stata mai
informata? Cronisti che avrebbero avuto la
capacità di “circuire” Costanzo-che con la
redattrice aveva raccomandato di evitare
polemiche-tanto avrebbero “parlato” le immagini
del tugurio “abitato” dall’anziano caiatino,
dimenticato da tutti. E poi la storiella
dell’autofinanziamento per il gemellaggio, (dal
1997?)-
I
cinque/sei milioni all’anno, spesi -la
fantomatica associazione di volontariato,
esistente nella frazione-un’altra associazione
di Caiazzo, che aveva avvisato sindaco e
assessore alle politiche sociali-nei primi
giorni di dicembre-con i risultati evidenti di
questi giorni-il falso scoop dei cronisti
killer, il ringraziamento agli stessi, per aver
fatto da filtro con il servizio di assistenza
sociale. Una serie di bugie e contraddizioni,
vomitate da un sindaco ormai giunto alla frutta.
Goffo tentatìvo, quello del comizio:una difesa
disperata, pietosa-usando disprezzo contro chi
lo aveva avvertito del caso-non solo pubblicando
l’articolo, titolato “Vergogna”-ma segnalando,
seguendo l’evoluzione del caso, in comune-con
funzionari e tecnici dello stesso-prospettando
l’arrivo delle telecamere, in caso di mancata
soluzione del problema. Ma Sorbo ha scelto la
linea dura, rinchiuso nel suo blindato
ufficio-ha tirato troppo la corda, ha continuato
ad ignorare Palumbo e chi sollecitava
interventi: per tre settimane il nostro giornale
aveva preannunciato l’interessamento di
Costanzo, dell’arrivo della redattrice,
dell’arrivo della troupe Mediaset,
dell’imminente registrazione della puntata; e
lui sornione è rimasto nella sua tana-cadendo
dalle nuvole, sprofondando sotto terra, in quel
funereo pomeriggio e serata, rispettivamente di
marte di e mercoledì 23 e 24 gennaio. Giorni
indimenticabili per Nicolino, verosimilmente
stressato dagli incubi di quella
serataccia-quando diversi milioni di
telespettatori ha assistito alla disfatta. Si
sarà però consolato, urlando la rabbia incubata
nei giorni precedenti: nella “Via Veneto”
caiatina-davanti a qualche centinaia di persone.
Da
qualche giorno può accendere la luce, aprire il
rubinetto andare in un vero bagno
RISOLTO IL CASO PALUMBO
Il
miracolo avvenuto con l’intervento di Maurizio
Costanzo
A
quasi due mesi dall’esplosione del caso
Palumbo(9dicembre-Gazzettino Casertano),
S.Maurizio Costanzo, ha fatto il miracolo. Non
era bastata la nostra voce che ha gridato per
settimane nel deserto. Non sapendo più cosa fare
avevamo inviato l’articolo ai redattori del
talk-show più seguito della penisola- che
titolava “Vergogna”, per le condizioni disumane
a cui era costretto Antonio Palumbo. E Costanzo
non si era fatto pregare, inviando redattrice,
troupe e tecnici-per verificare e immortalare il
misero tugurio di Palumbo. Dopo una trasmissione
infuocata e tante polemiche, un giorno prima
della replica del sindaco a Costanzo(5
febbraio)- gli angeli hanno trovato casa, con
tutti i servizi all’anziano caiatino- che da
qualche giorno può finalmente accendere la luce,
aprire il rubinetto, andare in bagno, lavarsi
con acqua corrente. Potenza della televisione!
Pur tra mille polemiche e violenti
attacchi(anche di colleghi arrivati sulla
notizia bruciata), per aver scoperchiato il
calderone degli orrori-oggi siamo felici e
contenti di aver contribuito in mimima parte
alla soluzione del caso. Non cercavamo nessuno
scoop, intendavamo solo fare vivere in modo
civile una persona anziana dimenticata tra
l’indifferenza da tutti.
CASO PALUMBO: GRAZIE MAURIZIO COSTANZO
A
tre mesi dallo scoppio del caso Palumbo(nella
foto nella nuova casa), irradiato dalle
telecamere di Canale 5-torniamo seppur
brevemente a parlarne. Per dire poche cose. Per
dire grazie a Maurizio Costanzo, che ci ha
consentito di compiere, lasciatecelo dire una
missione-per noi impossibile, nonostante il
caso avesse occupato per tre settimane la prima
pagina del nostro settimanale: ignorato dai
reggenti di piazza dei Martiri Caiatini. Aver
contribuito seppur in minima parte alla
soluzione di un caso umano ci ha gratificato
enormemente. Inutile ricordare cronologicamente
tutte le omissioni, l’effetto tv, le dure accuse
della gente “perbene” di Caiazzo e di San
Giovanni e Paolo-che verosimilmente
risponderanno davanti alla Magistratura dei
veleni vomitati sui due nostri cronisti-che le
avevano tentate tutte, prima di avvisare la
redazione del “Costanzo Show”, attivatasi
immediatamente nell’opera di sensibilizzazione,
nella persona di Paola Bosco-chiamata perché un
vecchietto 75enne viveva senza luce, acqua e
servizi igienici- verità fotografata e ripresa
dalle troupe di Canale 5.
Grazie Costanzo.
PARLA IL SOCIOLOGO
Il
caso Palumbo è l’occasione buona per riaffermare
ciò che io avevo già nel 1998 evidenziato in un
articolo apparso su un giornale locale (IL
GIORNALE DI CASERTA ).In quella sede
affermavo che se un tale paese resta
“meridionale” spesso la colpa non è da
addebitarsi alla cattiveria delle persone che si
offrono come classe dirigente ma alla loro
ignoranza, ovvero alla loro non conoscnza dell’
ambiente in cui come amministratori si trovano
ad operare.Ero convinto, ed adesso lo sono più
di allora, che per poter bene operare
un’amministrazione deve avere un immagine
puntuale della realtà, deve conoscere i problemi
della popolazione che insiste sul suo
territorio, in poche parole consigliavo, per
poter bene operare, come primo atto uno screning
sociologico.
Il
caso Palumbo, comunque, solleva un problema la
cui soluzione certamente non può essere
demandata ad una semplice autonomia locale quale
è il Comune; ma deve essere affrontata, a mio
giudizio, a livello legislativo: secondo me,
l’assistenza non si deve dare solo a chi ne fa
richiesta ma soprattutto a chi ne ha bisogno,
individuare le persone bisognose e quindi
aiutarli, deve essere compito delle istituzioni
(siano esse politiche o religiose o quant’altro..).Il
caso di Palumbo sta a testimoniare che le
attuali politiche sociali hanno fallito.Sono
stati stanziati fondi per l’assistenza
domiciliare, ma Palumbo non usufruisce di
nessuna assistenza; sono stati stanziati fondi
in aiuto per chi vive in case a fitto, Palumbo
non ha una casa, ha un reddito da fame eppure
non ha usufruito di nessun’aiuto per quanto
riguarda la casa e così di seguito. Il problema
delle attuali politiche sociali secondo me, sta
proprio nel fatto che per poterne usufruire si
deve farne domanda (la tal cosa la può fare sia
il diretto interessato come chiunque ne sia a
conoscenza). Da persone nelle condizioni di
Palumbo quindi analfabeti, anziani, lasciati
soli a se stessi, senza parenti prossimi che
possono prestargli aiuto; come si può pensare
che sappiano, senza che nessuno gli e lo dice,
che lo Stato prevede anche per loro (seppure non
previdenti o forse soltanto perché sfortunati
in gioventù) una vita dignitosa? Se diverse
persone si trovano nelle condizioni di Palumbo è
proprio perché da sole non riescono a badare a
se stesse. Uno Stato può definirsi moderno o da
terzo millennio solo se riesce a dare una
risposta e trovare una soluzione a simili
problematiche.
Angelo Antonio
Falcone
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