Diritto a non essere cattolico, né cristiano.
Diritto a vivere liberi senza religioni
fonte:
http://nochiesa.blogspot.com/
Crocefissione della vita e celebrazione del
nulla
“I
tre principali monoteismi, animati dalla stessa
pulsione di morte, condividono identici
disprezzi: l’odio per la ragione e
l’intelligenza; l’odio della libertà; l’odio di
tutti i libri in nome di uno solo; l’odio della
vita; l’odio della sessualità, delle donne, del
piacere, l’odio del femminile; l’odio del corpo,
dei desideri, delle pulsioni. Al loro posto,
l’ebraismo, il cristianesimo e l’islam
difendono: la fede e la credenza, l’obbedienza e
la sottomissione, il gusto della morte e la
passione per l’aldilà, l’angelo assessuato e la
castità, la verginità, la fedeltà e la
monogamia, la sposa e la madre, l’anima e lo
spirito. Vale a dire: la crocefissione della
vita e la celebrazione del nulla.”
Michel
Onfray, “Trattato di ateologia” Fazi Editore
(traduzione Gregorio Di Paola) Editions Grasset
& Frasquelle
Catechismo della Chiesa Cattolica Catechismo
della Chiesa Cattolica, Vaticana ed., Roma,
1992.
A
pagina 557 si legge:
"…l’insegnamento tradizionale della Chiesa ha
riconosciuto fondato il diritto e il dovere
della legittima pubblica autorità di infliggere
pene proporzionali alla gravità del delitto
senza escludere – in casi di estrema gravità
[sic!]– la pena di morte".
Noi e dio. Se ci sei batti un colpo
EPICURO fu certamente il più grande filosofo
materialista e ateo della storia ellenica:
perfezionò la teoria atomista di Democrito
introducendo la nozione della “deviazione” (il
famoso clinamen) per ciò che riguardava la
traiettoria rettilinea degli atomi. Negando
l’intervento degli dei negli affari del mondo,
proclamava la materia principio eterno nel suo
eterno movimento, quel movimento nel quale nulla
si crea, nulla si distrugge ma tutto si
trasforma, che fu poi dimostrato da Lavoisier
2300 anni dopo. E’ Epicuro che ha dimostrato che
Dio non esiste e che le religioni sono sorgente
di tormento per l’uomo e che l’uomo, per
realizzarsi, deve, perché lo può, seguire
un’etica di ragionevole piacere. Il ragionamento
di Epicuro che dimostra la non esistenza di Dio,
è rimasto inconfutabile per quanto i credenti
(creduli) si siano accaniti a sovvertirlo.
Il
male esiste, quindi di due cose l’una: o Dio ne
è a conoscenza o lo ignora.
1)
Dio sa che il male esiste, può sopprimerlo ma
non vuole... un tale Dio sarebbe crudele e
perverso, dunque inammissibile.
2)
Dio sa che il male esiste, vuole sopprimerlo ma
non può farlo... un tale Dio sarebbe impotente,
dunque inammissibile.
3)
Dio non sa che il male esiste... un tale Dio
sarebbe cieco ed ignorante, dunque
inammissibile.
LUCREZIO, continuatore di Epicuro, nella sua
opera “ De Rerum Natura” distrugge ogni concetto
di divinità scrivendo: “Il principio che noi
poseremo sopra tutto è che nulla nasce da nulla
per un potere divino (ex nihilo nihil). Il
timore che attualmente domina tutti i mortali e
li rende succubi delle religioni, dipende dal
fatto che essi vedono compiersi sulla terra
fenomeni dei quali non conoscendone la causa li
attribuiscono alla potenza divina. E’ soltanto
in seguito alla convinzione che ci porta ad
affermare che nulla si può creare dal nulla che
noi potremo giungere a scoprire l’oggetto delle
nostre ricerche il cui risultato dimostrerà come
tutto si compie senza l’intervento degli dei”.
:::
Tratto da: "La favola di Cristo - Inconfutabile
dimostrazione della non esistenza di Gesù" di
Luigi Cascioli
www.LuigiCascioli.it tel. 0761910283
info@LuigiCascioli.it
La Vergine Maria e la fecondazione assistita(*)
Ovvero la guerra tra le donne e il dictat del
Vaticano. E io mi "sbattezzo" : di Ennio Montesi
: Pubblicato in 2 puntate il 19.09.2004 n.239 e
il 26.09.2004 n.266 sul quotidiano Avanti!
La
Vergine Maria, se vivesse ai giorni nostri, si
sottoporrebbe alla fecondazione assistita? Parto
da questa domanda scivolosissima e, senza temere
di cadere, vado avanti impavido. Sto scrivendo
ma è come se parlassi con me stesso e quando uno
parla con se stesso pensa e dice fra sé le cose
più vere che gli escono dall’animo. La Vergine
Maria fu donna e ha avuto un bambino di nome
Gesù.
La
Vergine Maria se fosse una donna come tante
altre dell’Anno Domini 2004 andrebbe a fare la
Fivet (Fecondation in vitro and embryo transfer)
o Icsi (Intracytoplasmic sperm injection)? La
Madonna si sottoporrebbe, se avesse bisogno, a
una delle tecniche, sì o no? Chi alza la mano
per rispondere? Questa domanda mi gira in testa
da mesi e ho deciso di scrivere questo articolo
percorrendo a ritroso qualche concetto insito
nella specie umana. A volte i concetti sembrano
scontati quando invece non lo sono affatto. Lo
stesso dicasi per i dogmi che i custodi
cattolici cercano di continuo di imbrigliare e
tenere all’interno del proprio recinto religioso
e ideologico, ma qualche volta questi dogmi
scappano via recalcitrando al controllo e non li
ferma più nessuno. Questo attorno alla
fecondazione assistita è proprio uno di quei
dogmi lazzaroni che non si riescono, ahimè, a
tenere a freno.
Giovedì 22 maggio 2003 Giovanni Paolo II lanciò
un allarme sulla fecondazione assistita
prendendo a prestito le parole di Madre Teresa
di Calcutta:
«La venerabile Madre Teresa di Calcutta (...)
ebbe il coraggio di affermare di fronte ai
responsabili delle Comunità politiche: “Se
accettiamo che una madre possa sopprimere il
frutto del suo seno, che cosa ci resta? L’aborto
è il principio che mette in pericolo la pace nel
mondo”. E' vero! Non può esserci pace autentica
senza rispetto della vita, specie se innocente e
indifesa qual è quella dei bambini non ancora
nati. Un’elementare coerenza esige che chi cerca
la pace difenda la vita. Nessuna azione per la
pace può essere efficace se non ci si oppone con
la stessa forza agli attacchi contro la vita in
ogni sua fase, dal suo sorgere sino al naturale
tramonto. Il vostro, pertanto, non è soltanto un
Movimento per la Vita, ma anche un autentico
Movimento per la pace, proprio perché si sforza
di tutelare sempre la vita».
Nel messaggio di Giovanni Paolo II è insita, con
estrema chiarezza, la volontà di spinta di
aggregazione e di schieramento contro la
fecondazione assistita. Per Giovanni Paolo II è
basilare coagulare le varie frange delle forze
cattoliche e politiche attorno all’oggetto della
fecondazione assistita sbandierandolo e
riducendolo solo fine a se stesso. Egli chiama
in causa il Parlamento italiano a prendere netta
posizione e a non perdere tempo e fare subito
una legge. Giovanni Paolo II continua:
«Consapevoli della necessità di una legge che
difenda i diritti dei figli concepiti, come
Movimento vi siete impegnati di ottenere dal
Parlamento italiano una norma rispettosa, il più
concretamente possibile, dei diritti del bambino
non ancora nato, anche se concepito con
metodiche artificiali di per sé moralmente
inaccettabili. Colgo l'occasione per auspicare
che si concluda rapidamente l'iter legislativo
in corso e si tenga conto del principio che tra
i desideri degli adulti e i diritti dei bambini
ogni decisione va misurata sull'interesse dei
secondi».
Il
Parlamento italiano reagisce presto in maniera
positiva all’“invito” di Giovanni Paolo II di
mettere in campo una legge e, apparentemente,
sembra che la comunità cattolica abbia vinto la
propria guerra sulla fecondazione assistita
avendo dalla loro ormai una legge. Tuttavia, la
loro è solo la vincita di una battaglia di
Pirro. Poiché la guerra vera non è ancora
nemmeno iniziata. Molti parlamentari - a
prescindere dallo schieramento politico di
appartenenza - storcono il naso e alcuni pure la
bocca in merito alla legge che dovrebbe dettare
regole sulla procreazione a tutti gli Italiani.
Un numero rilevante di deputati - benchè siano
essi stessi anche i firmatari - accettano solo
sulla carta non potendo schierarsi apertamente e
pubblicamente contro il dictat del Vaticano.
Andare in opposizione dell’“invito” del Vaticano
di certo è contro gli interessi politici e di
ricandidatura di tanti parlamentari. “Va bene,
avallo la proposta di legge” dice tra sé il
parlamentare, “poi qualcuno di sicuro penserà di
farci sopra il referendum per abrogare la legge.
Io intanto faccio vedere al Vaticano che sono
d’accordo con la sua linea. Ma figurati se
soprattutto le donne accetteranno questa
proposta di legge talebana, vedrai che battaglia
ne uscirà fuori”. LLuoa bocca una legge e
ideoloiziata. co di appartenenza - anche i
firmatariè solo la vincita di una battaglia. a
sottile e forte sudditanza tra politica e clero
non lascia posto a scelte politiche, culturali
ed etiche, libere e personali. I parlamentari
più legati alle matrici cristiano cattoliche ci
mettono nulla a seguire l’invito di Giovanni
Paolo II, anzi, è per essi un momento politico
utile di coagulazione sotto un medesimo tetto.
Esiste un motivo del perché il Vaticano è contro
la fecondazione assistita? Risponderò più avanti
a questa domanda.
A
grattare bene le scritture definite sacre,
compresi i Vangeli Apocrifi, la Vergine Maria è
stata fecondata dall’angelo con una serie di
“preghiere, di processi mentali e spirituali”,
ma sempre processi erano che avevano a che
vedere, in ultimo, esattamente con la
fecondazione della donna.
“Ed ecco un angelo del Signore si presentò
davanti a lei e le disse: - Non aver paura
Maria: infatti hai trovato favore presso il
Signore di tutte le cose, e concepirai per opera
della sua parola. Udendo queste parole, ella
rimase perplessa dentro di sé e domandò:
“Concepirò io dunque per opera del Signore il
Dio vivente, e partorirò come partorisce una
donna?”. Protovangelo di Giacomo, vangeli
dell’infanzia, XI, 2.
A
questo punto l’accostamento con la Vergine Maria
alla fecondazione assistita viene naturale da
pensare. Le simbologie, le immagini e i segni si
sovrappongono senza sforzo, ma anzi, combaciano
perfettamente. Le varie spiritualità messe in
gioco creano un momento di forte astrazione e di
fuori fuoco dalla realtà concreta suscitata
dagli spermatozoi maschili e dall’ovulo
femminile, ma l’immagine di una donna fecondata
appare molto nitida. E’ dunque proprio la figura
della Vergine Maria e del suo iter di
concepimento, che danno alla fecondazione
assistita l’accettazione benevola che merita.
Forse a pochi è noto (dato che i clerici evitano
di parlarne) che Gesù avesse quattro fratelli e
diverse sorelle, sempre figli naturali della
stessa Vergine Maria che sono stati concepiti e
partoriti in maniera normale, cioè senza
l’ausilio dell’angelo, ma figli di Giuseppe e
Maria e da loro concepiti con rapporto sessuale
come una qualsiasi altra coppia di sposi. I
fratelli carnali di Gesù si chiamavano Giacomo,
Giuseppe, Simone e Giuda.
«I
parenti di Gesù. E uno gli disse: “Ecco, tua
madre e i tuoi fratelli sono là fuori e
desiderano parlarti”. Ma egli, rispondendo a chi
gli aveva parlato, disse: “Chi è mia madre, e
chi sono i miei fratelli?”. Poi, stendendo la
mano verso i suoi discepoli disse: “Ecco mia
madre e i miei fratelli. Perché chi fa la
volontà del Padre mio che è nei cieli, egli è
mio fratello e mia sorella e mia madre”». Matteo
12, 47-50.
«Gesù a Nazareth. “…Non è egli forse il figlio
del falegname? Sua Madre non si chiama Maria, e
i suoi fratelli Giacomo, Giuseppe, Simone e
Giuda? Le sue sorelle non sono tutte fra noi? Di
dove, dunque, vengono a costui tutte queste
cose?”». Matteo 13, 55-56.
Spingendosi oltre, è possibile affermare che la
simbologia è quella di un Gesù Cristo concepito
proprio grazie a un processo molto vicino e
sorprendentemente simile a quello di una
fecondazione assistita. Nulla di scandaloso né
di blasfemo a guardare e rivalutare l’immagine
di Gesù Cristo da questa nuovissima prospettiva
che invito a riconsiderare e a discutere anche
da parte del Vaticano stesso, figura di Gesù che
non esito a rilanciare. Alla Vergine e giovane
Maria, sposata con Giuseppe, l’angelo annuncia
che avrà un bambino. Ed ecco intervenire
l’elemento della fecondità in questo caso
“spirituale” identico oggettivamente al processo
di fecondazione assistita come è conosciuto
oggi. Concepimento spirituale e fecondazione
assistita si fondono in un disegno unico e
moderno. E ancora, la presenza dell’angelo che
“assiste” Maria e la rassicura che tutto andrà
bene, è un ulteriore elemento simbolico del
concatenarsi dal quale trarre ulteriori analogie
e considerazioni. Nell’Antico Testamento
ricordiamo la storia di Abraamo e di sua moglie
Sara, storia di una coppia sterile. In
quell’epoca c’era l’usanza, per sopperire alla
sterilità femminile, di far accoppiare il
consorte con la propria schiava. Abraamo, con il
benestare di sua moglie, si congiunse
sessualmente con Agar, giovane schiava egiziana
di Sara, la quale dopo nove mesi partorì
Ismaele. Ecco quindi l’uso di mediazione della
pratica dell’utero in affitto. Se ai tempi di
Abraamo fosse esistita la tecnica della
fecondazione assistita, sicuramente Sara sarebbe
ricorsa a questa piuttosto che mandare al letto
il marito con un’altra donna! Dopo anni che Agar
partorì Ismaele, Dio intervenne su Sara
“rendendola feconda” così che lei potesse
finalmente partorire suo figlio Isacco.
Credo che non verrò bruciato sul rogo
dall’Inquisizione e dagli intellettuali gesuiti
se affermassi, senza esitare, che la gravidanza
della Vergine Maria potrebbe essere identificata
e sollevata proprio come caso emblematico ed
eclatante di fecondazione assistita, assistita
dalle cure dell’angelo. Leggendo bene le
scritture sembra quasi un uovo di Colombo, tanto
appaiono efficaci, fondati e fusi tra loro gli
accostamenti.
Jaques Cohen, direttore dell’Istituto di
Medicina Riproduttiva Assistita a St. Barnas nel
New Jersey, è il pioniere della fecondazione
assistita primo a mettere in atto le tecniche di
micromanipolazione, con strumenti capaci di
operare su ovociti, sperma ed embrioni, che
hanno portato all’elaborazione e
all’applicazione di metodi come l’Icsi,
impiegata oggi in tutto il mondo per permettere
anche agli uomini che producono poco sperma di
procreare. Sentiamo il commento di Jaques Cohen:
«Molti, e tra questi coloro che hanno scritto la
vostra legge sulla fecondazione assistita,
considerano quella dell’embrione una vita da
tutelare. Ma questo è bizzarro. Se chiediamo a
uno scienziato cos’è la vita, ci sa rispondere,
anche se magari la risposta di oggi potrà
apparire poco precisa in futuro. Ma se chiediamo
quando inizia la vita, allora non otterremo una
risposta scientifica, ma solo opinioni
personali. Io per esempio, penso che la vita
inizi quando il feto prende le sembianze umane,
intorno alla ottava settimana, ma è solo la mia
opinione. La Bibbia non parla di sperma e ovuli,
non parla di congelamento. La legge spesso vuole
stabilire una volte per tutte il momento
originario della vita, quando nessuno sa quale
sia. Per me sono molti i momenti nel ciclo
riproduttivo di una cellula che sono
meravigliosi e meritano il nostro rispetto. Ma
non si può dire esattamente quale sia il più
meraviglioso o importante».
La
Uaar (Unione degli atei e degli agnostici
razionalisti) sottolinea: «Negli ultimi tempi le
gerarchie vaticane non si limitano a rendere
note le proprie opinioni, indirizzandole ai
propri fedeli: intervengono, continuamente e
deliberatamente, sulla scena politica al fine di
ottenere quanto da loro richiesto, affinché sia
applicato a tutta la popolazione. All’estero
questo interventismo ha già suscitato polemiche:
in Germania il Vaticano è intervenuto per
vietare ai consultori cattolici il rilascio del
certificato necessario per legge per abortire.
In Polonia, il governo filo-papale ha nuovamente
limitato l’interruzione di gravidanza,
ripristinata nel 1993 dal precedente governo. I
vescovi sono anche intervenuti affinché la carta
dei diritti fondamentali dei cittadini
dell’Unione Europea contenesse un articolo sul
«rispetto del diritto alla vita dal suo inizio
alla sua fine naturale», al fine di rendere
illegali le leggi nazionali su aborto ed
eutanasia. La legge 194 fu approvata, non a
caso, in un momento di transizione e di relativa
debolezza del Vaticano (Paolo VI, molto malato,
sarebbe morto dopo poche settimane): con
l’attuale papa, e con la sua capacità di far
rigar dritto i politici, cattolici e non,
probabilmente non sarebbe mai stata approvata.
La strategia cattolica è molto semplice, ed è
spudoratamente esplicita: anzitutto, nell’ambito
della legge sulla fecondazione, far passare il
concetto che «l’embrione è una persona».
Ottenuto ciò si aprirebbe infatti un conflitto
con l’articolato della 194, per cui si sarebbe
«costretti» ad intervenire anche su quest’altra
legge, per modificarla in un senso ovviamente
più restrittivo, se non per abolirla. La
sterilità di coppia in Italia raggiunge oramai
cifre da brivido: oltre una coppia su cinque non
è in grado di assicurarsi una discendenza, una
percentuale che tende ad aumentare di anno in
anno. Con queste premesse, già oggi ben 300
strutture italiane praticano la fecondazione
assistita: si stima che tra le 50.000 e le
70.000 coppie si rivolgano a questi centri, e
che oltre 100.000 siano i pre-embrioni custoditi
nei criocongelatori. Stiamo quindi parlando di
un fenomeno di massa, che come tale deve essere
considerato. Le tesi cattoliche sono facilmente
smontabili. Moralmente possono pensarla come
vogliono e giudicare anche ininfluente il parere
della scienza, resta il fatto che queste tesi
sono rivolte solo alla popolazione cattolica
(circa il 17% della popolazione mondiale e l’80%
- nominale - di quella italiana), e non si
capisce per quale motivo dovrebbero essere
applicate a tutta la popolazione: nessuno,
ovviamente, si è mai sognato di imporre tali
pratiche a donne e coppie non consenzienti. La
fecondazione artificiale è una libera scelta e
pertanto uno stato laico non deve basarsi sulla
morale di una parte della sua popolazione per
frapporre divieti ad una pratica volta, fino a
prova contraria, a superare i problemi di
sterilità e di infertilità di una coppia. Alla
stessa stregua vanno considerate le obiezioni
secondo cui la fecondazione eterologa minerebbe
la stabilità della famiglia: statistiche USA
mostrano dati che vanno nella direzione
diametralmente opposta sia per quanto riguarda
la solidità della coppia sia per quanto riguarda
la cura nei confronti dei bambini. La decisione
di accedere a questa pratica non è mai facile e,
si presume, vagliata anche alla luce di queste
problematiche: le medesime considerazioni
possono valere per le responsabilità che si
assume il padre o la madre prestando il suo
consenso (identiche, del resto, nel caso
dell’adozione). Quanto alla (eventuale)
sofferenza che proverebbe il bambino nel non
conoscere il padre o madre biologici, è agevole
constatare come tali difficoltà siano
riscontrabili, anche in questa circostanza, nel
caso dell’adozione. L’alternativa per il bambino
è tra il non nascere ed il nascere attraverso
l’AID (Artificial insemination by donor) cioè
fecondazione artificiale eterologa: difficile
quindi individuare un danno in questo. Sulle
donne sole e/o lesbiche che intenderebbero
accedere all’AID, alle quali una certa corrente
di pensiero (soprattutto cattolica) non vorrebbe
concedere tale possibilità, si può rilevare
come, nella stragrande maggioranza dei casi,
esse potrebbero comunque raggiungere lo scopo
anche attraverso una rapporto eterosessuale
tradizionale: dovremmo quindi vietare anche
queste gravidanze? Dovremmo conseguentemente
considerare illecito il figlio di una ragazza
madre? Un discorso valido, a maggior ragione,
per l’inseminazione post-mortem. Per finire,
un’osservazione sulla fecondazione di donne
anziane. Chi è contrario basa la propria
opinione sulla minore speranza di vita delle
stesse: secondo la logica sottintesa, le stesse
persone dovrebbero essere contrarie a che malate
terminali portino a termine la gravidanza. In
definitiva, bisogna considerare la fecondazione
assistita un nuovo metodo riproduttivo,
alternativo a quello tradizionale: visto sotto
quest’ottica, non è altro che una possibilità in
più per raggiungere lo scopo a cui si aspira».
Ora, cerchiamo di pulirci bene la mente dalle
scorie della consuetudine imbarbarita sempre più
dalla propaganda martellante che proviene dalle
file di coloro che hanno la verità dei dogmi e
della fede in mano e la verità della vita sotto
braccio. Pascal diceva che un vero viaggio non è
cercare nuove terre, ma avere nuovi occhi.
Mettiamoci dunque in cammino dentro noi stessi e
teniamo bene aperti gli occhi del pensiero
mutevole e razionale. Ogni volta che sento
parlare della legge sulla fecondazione
(attualmente vigente in Italia) sono assalito da
sconforto e amarezza. Una legge che va
immediatamente abrogata e pure dimenticata tanto
è vergognosa. Se penso poi all’assoluta assenza
di informazione su questo grandissimo tema, il
sangue mi inonda il cervello come fosse un
uragano caraibico. La disinformazione è
diventata un gravissimo problema sociale che -
se non arriveranno soluzioni drastiche e in
qualche modo radicali - formerà una popolazione
sempre più inerte e sempre meno critica verso il
proprio destino, inconsapevole che saranno altri
a decidere del proprio futuro.
Tornando alla legge sulla fecondazione
assistita, mi chiedo come è possibile che
qualcuno abbia scritto queste cose facendole
diventare pure legge? Come? Forse è stato
qualche alieno bicefalo ermafrodita trisessuale
venuto dallo spazio che ha scelto questo pianeta
per le vacanze. Nessun essere umano che si dica
pensante avrebbe mai potuto partorire niente di
peggiore. Eppure è accaduto. Se non ci stupiamo
più delle guerre nelle quali viviamo
quotidianamente, ci stupiamo di una leggetta che
non permette alle coppie di avere la felicità
unica e immensurabile di un figlio? Bazzecole.
Se non diremo la nostra al più presto, diverremo
un popolo ancora più sofferente. E non è affatto
vero che la cosa non interessa tutti noi, ma
proprio tutti. Un giorno i nostri figli e i
nostri nipoti potrebbero desiderare un figlio e
per vari motivi non potranno averlo, allora
vorranno ricorrere anche loro alla procreazione
assistita, se ci sarà questa libertà di scelta.
Ammesso che la legge non lo proibirà loro.
Solo il fatto che alcuni uomini e donne (eletti
democraticamente) abbiano avuto il coraggio di
proibire con una legge disgustosa ad altri
uomini e donne la libertà di essere padroni di
se stessi e delle proprie scelte mi fa
inorridire. Inorridire e vergognare di far parte
di questa specie che si definisce umana. Ci sono
persone che si arrogano il diritto di decidere
della nostra vita e di quella dei nostri figli;
costoro sono da tenere lontano il più possibile
dalle poltrone del potere e molte di loro sono
dentro il Vaticano.
Mi
sono riletto i nomi dei firmatari della legge e
mi auguro proprio che non vengano mai più
rieletti in Parlamento. Questo me lo auguro di
cuore. Le persone che hanno avallato e firmato
questa legge non debbono mai più permettersi di
scrivere altre di leggi ottuse e offensive verso
l’intelligenza e la sensibilità di ognuno di
noi. Il danno arrecato, in particolar modo alle
donne, è immenso e qualcuno deve pagare per
questa leggerezza. Di campi da arare e da
seminare, solo che abbiano voglia, ce ne sono a
iosa per queste persone che già definisco ex
parlamentari. Così ogni volta che aspergeranno i
semi di grano sulle zolle di terra profumata si
ricorderanno, come fosse un marchio indelebile,
di quale grave torto abbiano fatto agli esseri
umani del proprio Paese.
Rispondo alla domanda, esiste un motivo del
perché il Vaticano è contro la fecondazione
assistita?
Ci
sono molti motivi, ma il vero motivo è quello
che dal discorso della fecondazione assistita il
Vaticano intende “rivedere” e “riaffrontare” il
tema dell’Aborto. E dopo l’aborto il Vaticano
intende “rivedere” e “riaffrontare” il tema del
Divorzio. E’ evidente che resta ancora aperta la
ferita dogmatica provocata a Paolo VI per gli
assensi a favore del divorzio nella società,
quando un giornale estero titolò “L’Italia è
finalmente uscita dal Medioevo”. Un boccone
amaro che il Vaticano non ha ancora digerito e
per questo vuole rigurgitare sulla strada dei
diritti sociali e personali. La mancanza di
influenza totale sulla vita privata della gente
rende la politica del Vaticano instabile e meno
monolitica e la propria forza di penetrazione
meno efficace.
La
posta in gioco è di conseguenza molto alta e si
tratta della posta di poter scegliere della
nostra vita in maniera autonoma, liberale e
molto personale. La lotta non è tra i Cittadini
e il Parlamento per ottenere l’abrogazione della
legge; la lotta è di tutt’altra natura e l’asse
della diatriba è spostato verso il femminile. E’
infatti in corso un duro braccio di ferro tra le
Donne e il Vaticano. La volontà importantissima
della donna di diventare mamma è al di sopra e
al di là di qualsiasi dichiarazione emessa dal
Vaticano sulla fecondazione assistita. Questo
aspetto rende la politica e la propaganda
vaticana inattuale, bigotta e totalmente al di
fuori delle esigenze vere delle persone. Da ciò,
è probabile che il Vaticano pagherà questo
arroccamento e chiusura con una perdita
consistente di seguaci, più o meno praticanti,
alla propria religione. Io sono uno tra i primi
ad andarmene.
Le
Istituzioni pubbliche si comportano sempre più
come se ci fosse la religione di Stato, come se
l’Italia fosse una Repubblica Cattolica, simile
alle Repubbliche Islamiche, invece che una
Repubblica laica, come vuole la Costituzione e
come quasi tutte quelle del mondo occidentale.
Mi sono svegliato come da un lungo sonno, da un
torpore prolungato causati dalla mia negligenza
di vederci chiaro e prendere coscienza. Proprio
durante la stesura di questo articolo ho
attivato la procedura per essere “sbattezzato” e
per la mia cancellazione alla “Chiesa cattolica
apostolica romana” inviando per raccomandata
a.r. la lettera, di cui riporto il testo sotto,
al parroco della parrocchia dove fui battezzato
quasi mezzo secolo fa:
OGGETTO: Istanza ai sensi dell'art. 7 del
Decreto Legislativo n. 196/2003. Io sottoscritto
Ennio Montesi nato a (…) il (…) e residente in
(…) con la presente istanza, presentata ai sensi
dell'art. 7, comma 3, del Decreto Legislativo n.
196/2003, mi rivolgo a Lei in quanto
responsabile dei registri parrocchiali. Essendo
stato sottoposto a battesimo nella Sua
parrocchia in una data a me non nota ma
presumibilmente di poco successiva alla mia
nascita, desidero che venga rettificato il dato
in Suo possesso, tramite annotazione sul
registro dei battezzati, riconoscendo la mia
inequivocabile volontà di non essere più
considerato aderente alla confessione religiosa
denominata "Chiesa cattolica apostolica romana".
Chiedo inoltre che dell'avvenuta annotazione mi
sia data conferma per lettera, debitamente
sottoscritta. Si segnala che, in caso di mancato
o inidoneo riscontro alla presente istanza entro
15 (quindici) giorni, il sottoscritto si
riserva, ai sensi dell'art. 145 del Decreto
Legislativo n. 196/2003, di rivolgersi
all'autorità giudiziaria o di presentare ricorso
al Garante per la protezione dei dati personali.
Ciò, in ottemperanza del Decreto Legislativo n.
196/2003 (che ha sostituito, a decorrere
dall’1/1/2004, la previgente Legge n. 675/1996),
in ossequio al pronunciamento del Garante per la
protezione dei dati personali del 9/9/1999 e
alla sentenza del Tribunale di Padova depositata
il 29/5/2000. Si allega fotocopia del documento
d'identità. Distintamente E.M.
Proporrò questo articolo per la pubblicazione al
Corriere della Sera e a La Repubblica, benché
sia quasi certo che non verrà accettato
adducendo magari come problema la sua lunghezza
eccessiva. Lo tradurrò in inglese e lo invierò
ai giornali statunitensi, New York Times,
Washington Post e The New Yorker auspicando
un’adeguata accoglienza tra le loro pagine.
Comunque vada, lo renderò disponibile su
internet, unica piazza mediatica ancora
totalmente libera. Concludo con questo brano:
«Le colpe dei Farisei. “Allora Gesù, volgendosi
alle turbe e ai discepoli, disse: «Sulla
cattedra di Mosè si sono assisi gli Scribi e i
Farisei. Fate, dunque, e osservate tutto ciò che
vi dicono: ma non agite secondo le opere loro,
perché dicono e non fanno. Legano, infatti, pesi
gravi e insopportabili e li caricano sulle
spalle degli uomini, ma essi non li vogliono
muovere neppure con un dito. Fanno poi tutte le
loro azioni per essere veduti dagli uomini:
portano, infatti, larghe le loro filatterie e
mettono lunghe frange sui mantelli; amano i
primi posti nei conviti e i primi seggi nelle
sinagoghe; vogliono essere salutati nelle
pubbliche piazze ed essere chiamati maestri
dalla gente. Ma voi non vogliate essere chiamati
maestri, perché uno solo è il vostro Maestro, e
voi siete tutti fratelli. E non chiamate nessuno
sulla terra padre vostro, perché uno solo è il
vostro Padre, quello che è nei cieli. Né fatevi
chiamar dottori, perché uno solo è il vostro
Dottore, il Cristo. Chi è il maggiore fra di
voi, sarà vostro servo. Chi si esalta sarà
umiliato e chi si umilia sarà esaltato». Matteo,
23, 1-12.
E
ancora: «Guai a voi, Scribi e Farisei ipocriti,
perché chiudete agli uomini il regno dei cieli,
e non entrate voi, né lasciate che entrino
quelli che vorrebbero entrare! Guai a voi Scribi
e Farisei ipocriti, che percorrete il mare e la
terra per farvi anche un solo proselito, e
quando lo è diventato, ne fate un figlio della
Geenna il doppio di voi!» Matteo, 23, 13-15.
Per quanto mi riguarda gli uomini dalle ampie
vesti e dalle lunghe frange sui mantelli, con me
hanno chiuso bottega. E pensare che Gesù Cristo,
nella Bibbia, ci mise in guardia.
Ennio Montesi
enniomontesi@tiscali.it mobile
3393188116
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