QUALE TURISMO PER
IL SUD ITALIA
La
legge finanziaria 2006, il cui testo è stato
approvato in via definitiva al Senato della
Repubblica il 22 dicembre scorso e non ancora
pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della
Repubblica, dal punto 583 al punto 593,
rappresenta un invito alle multinazionali e alle
holding turistiche a realizzare nuovi progetti
ed opere impattanti, specialmente al sud Italia.
In particolare il “comma 585” rappresenta un
invito a realizzare progetti ed infrastrutture
turistiche di grandi dimensioni di sicuro
impatto ambientale allorquando stabilisce “il
limite minimo di 250 addetti da assumere” per
poter accedere ad una procedura a “corsia
preferenziale” per il rilascio delle
autorizzazioni ambientali da parte delle Regioni
anche in aree demaniali pubbliche, preludio al
finanziamento e successiva realizzazione di
grandi progetti turistici alberghieri definiti
dalla stessa legge finanziaria “insediamenti
turistici di qualità” sulle spiagge del Demanio
Pubblico.
L’invito a presentare alle Regioni per uno
scontato parere di compatibilità ambientale
progetti che prevedano oltre 250 addetti,
rappresenta dunque un chiaro intento di
privilegiare mega strutture ricettive.
Gli insediamenti
Turistici di qualità tutelano in primo luogo la
compatibilità ambientale;
Gli insediamenti
di qualità non possono essere grandi strutture
ricettive.
Adottando una “concertazione tra Stato, Regioni
ed Enti locali” si cerca di superare l’ostacolo
rappresentato dai vincoli di natura ambientale e
paesaggistica.
Ma
gli insediamenti turistici di qualità si
realizzano attraverso le piccole imprese, il
coinvolgimento delle popolazioni locali, e la
tutela e valorizzazione delle singolarità e
tipicità del territorio.
Elementi ovvi che la finanziaria ha
impudentemente ignorato.
Si
auspica invece che le Regioni e gli Enti Locali
non cedino agli interessi del “trucchetto”
imbastito dalla finanziaria e ci si augura che
si opti per una politica turistica basata sullo
sviluppo duraturo, incentrato su piccole
attività turistiche diffuse, agricoltura di
qualità e valorizzazione dell’enorme patrimonio
che è rappresentato nei territori del sud sud
Italia.
Se
si taglia il ramo su cui si siede, se il
patrimonio Paesaggistico, ambientale, storico e
culturale viene devastato, come si potrà pensare
di far diventare l’Italia ed il sud in
particolare una meta turistica attraente?
L’avidità del profitto a breve termine non può e
non deve pregiudicare il futuro del turismo e
non deve deturpare quel bellissimo territorio
che è il mezzogiorno d’Italia.
Piero Scutari
Presidente Assoturismo-Confesercenti
Regione Basilicata
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