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16 gennaio 2006
Ds e Unipol: la scoperta dell'acqua calda
Rosario Lavorgna

 

 

Ds e Unipol: la scoperta dell'acqua calda. Un modo folkloristico di riproporre l'inquisizione ai partiti.

 

Agli inizi degli anni '90, dopo cinquant'anni d'onorato servizio, alla cosiddetta prima Repubblica fu inferto il colpo di grazia da parte del pool di Tangentopoli. La vecchia Dc non resse all'onda d'urto del team 'mani pulite', ma non perchè ce le avesse sporche (trattavasi di un fenomeno di costume) ma perchè quelle mani avevano creato benessere, certezze sociali, libero mercato e lavoro, a prescindere da quello che ancora oggi si ciancia sull'argomento.


Ma un governo liberal democratico quasi unicolore in Italia non poteve reggere in eterno; quel fenomeno di costume del 'do ut des'(che peraltro esiste anche oggi)stava arrecando un danno irreparabile ad una sinistra che non riusciva a muoversi al di là della falce e martello, e di conseguenza le cooperative di cui si parla tanto oggigiorno non avrebbero potuto continuare a reggere un mercato gestito da altri.


Mandata in frantumi la vecchia balena bianca e scollato il puzzle che, a miracol mostrare teneva insieme il Paese, l'ingresso nella seconda Repubblica è stato inevitabile, anche se, per molti versi, chi l'aveva caldeggiato si è reso cpresto conto di aver fatto un salto nel buio.


Infatti le cose non sono andate proprio come ci si aspettava, o almeno come si atendeva l'eterna minoranza al governo nazionale.


La discesa in campo del blindato patron di Mediaset e di buona parte dell'editoria nazionale ha rappresentato il fallimento totale di quel progetto di trasformazione iniziato con il dettagliatissimo castello accusatorio del Pm Antonio Di Pietro nei confronti degli uomini chiave di mezzo secolo di Politica. Se fosse stato in vita l'onorevole Moro, sicuramente sarebbe stato il primo nella lista degli indagati. Anche nel 1991 il pool milanese operò la significativa scoperta dell'acqua calda, la quale, a quanto parse, rappresentava reato.
E' stato un po questo clima inquisitorio da escatologia, oltre al fallimento del primo vero governo di sinistra ad innescare il trionfo berlusconiano del 2001. Un effetto devastante sulla già fragilissima condizione di comunisti e post comunisti che, in questi ultimi cinque anni di caccia al belzebù nazionale, non sono stati in grado di dimostrare nemmeno la loro buona fede nel dibattito politico.


A distanza di quindici anni dal quel terremoto istituzionale che ha mandato in disgrazia ed in esilio volontario il gotha della poltica italiana dal dopoguerra, irrompe nelle nelle nostre vite un'altra storiella metropolitana condita di scalate finanziarie, intercettazioni telefoniche, banche che passeggiano di quì e di là in attesa di danarosi faccendieri che tolgono da una parte per acquisire da un' altra parte, e Berlusconi che corre in Procura a deporre come persona informata dei fatti. Qualcuno potrebbe pensare "chi la fa l'aspetti", ma in questo caso ci sembrerebbe puerile a distanza di tre lustri, anche se le condizioni spazio temporali appaiono perfette.
Con l'affare Unipool e gli intrecci con la politica nella scalata a BNL abbiamo toccato proprio il fondo. Più che arrossire si dovrebbe impallidire al pensiero di avere scoperto nuovamente l'acqua calda, e soprattutto di aver finalmente inteso che la "carneficina" giudiziaria dei primi anni '90 non è servita a risolvere un problema o presunto tale, nè ad estinguere dei reati o presunti tali, in quanto il fenomeno di costume regge molto meglio mutando addirittura in tradizione storica di valore sociologico. 
A questo punto siamo costretti a sottolineare la grande onestà intellettuale degli Americani, i loro giochi di potere, le loro lobby, gli immensi introiti di danaro sono pubblicamente acclarati, lasciando certo obsoleto puritanesimo alla sfera sessuale.


In Italia invece ci piace giocare a nascondino, o nascondere noi stessi dietro un dito, indossando maschere vergognose per le quali anche Pirandello arrossirebbe.


E' un po la saga dell'ipocrisia tricolore che rivela, proprio in questi ulti giorni, il nostro grande paradosso: essere artefici e vittime di un sistema che garantisce tutto e niente in questa mega frittata all'italiana dove chi ha più polvere spara, chi più santi in paradiso lavora, chi più danaro intrlazza e macchina, e chi di tutto un po tira i fili di questo eterno teatro dei pupi.

 


Per intervenire: invia@vivitelese.it