Il
sogno dell’immortalità ha solleticato l’uomo sin
dalla notte dei tempi, come dimostrano graffiti,
antiche leggende, dall’epopea di Gilgamesh alla
mitica Shangri La, dal mito di Titone al sogno
di Faust ed i corredi funerari che
accompagnavano i potenti nel difficile percorso
verso l’ignoto.
Le
recenti scoperte della medicina e della
biologia, in primis la clonazione, hanno aperto
un promettente sipario sul destino dell’uomo,
che non vuole arrendersi alla caducità della
vita.
Oggi tre forme di immortalità sono perseguibili.
Per il credente vi è il cammino più semplice.
Una volta accettata l’idea di un’anima, diversa
e separata dal corpo, basta comportarsi secondo
i dettami previsti dalla propria religione ed è
pronta una vita eterna, il Paradiso per i
cristiani, un lussureggiante giardino colmo di
vergini per l’islamico, un tortuoso percorso di
reincarnazioni per gli induisti.
Per gli antichi Greci e per molti laici l’unica
possibile forma di immortalità è costituita
dalla memoria dei posteri, per qualche
generazione o per millenni, privilegio riservato
ai grandi dell’umanità. Ed a questa immortalità
ridotta… possono accedere tutti gli esseri
viventi, ne godono infatti i miei splendidi
rottweiler Lady ed Athos, che continuano a
vivere nel mio ricordo e nel mio cuore. Per i
minerali e per i metalli, come ci ammoniva
l’impareggiabile Totò in una toccante poesia: la
morte semplicemente non esiste.
Oggi le scoperte della scienza, dalla ingegneria
genetica alla chirurgia dei trapianti, dalle
tecniche di ibernazione alla clonazione, ci
aprono sconfinati orizzonti ed il sogno
dell’immortalità, assopito, prende forza e
vigore.
Possedere un clone e poter trasferire nel nuovo
involucro le proprie esperienze rappresenta un
sogno malizioso, ma presto realizzabile.
L’etica lo vieta, vi saranno insuperabili
problemi di sovrappopolazione di disparità di
accesso e tanti altri ancora, ma nessuno potrà
vietare ad ognuno di noi di sognare
l’immortalità.
Si
è aperta una finestra su un mondo nuovo, del
quale non riconosciamo i confini, ma confidiamo
di poter partecipare alla più straordinaria
avventura dell’umanità, da far impallidire
l’audacia di Ulisse. Il nostro cuore si riempie
di orgoglio e commozione, come Mosè dalla cima
del monte Nebo intravediamo la Terra Promessa.
Achille della Ragione - Napoli
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