Viterbo - Don Enrico, come si
prevedeva, era assente. L’avvocato
di Luigi Cascioli, Mauro Fonzo, ha
parlato per primo. Nella sua
requisitoria ha portato come
supporto, per dimostrare la
fondatezza delle accuse riportate
nella denuncia, numerosi esempi di
esegeti che negano la figura storica
di Gesù mettendone tra di essi anche
di matrice cristiana e credenti,
quale Renan. L’avvocato Severo
Bruno, invece, ignorando ogni
argomento riguardante l’esistenza di
Cristo, ha deviato il soggetto
dell’accusa dicendo che la
responsabilità di un eventuale falso
storico non è da addebitarsi a don
Enrico Righi ma a coloro che lo
hanno sostenuto prima di lui.
Praticamente ha voluto dire:
«Qualora risultasse che Cristo non è
esistito, i meritevoli di condanna
sono gli autori dei Testi Sacri e
non don Enrico che si è soltanto
limitato a ripetere ciò che altri
hanno scritto», come se chi vende il
veleno non è responsabile dei danni
che può produrre se la formula è
stata inventata da un altro. È in
questa forma di difesa tendente a
scaricare su persone non più
esistenti e, quindi, non più
perseguibili per legge, che la
Chiesa dimostra tutta la sua
debolezza. Sapendo che non
potrà mai dimostrare l’esistenza
storica di Cristo, il suo
unico scopo è quello di trovare ogni
pretesto, anche il più vile, per far
cadere una denuncia che, se andasse
avanti, sa bene che potrebbe
concludersi con una sentenza che
segnerebbe la
sua fine. Dopo aver ascoltato
le due parti, il giudice Gaetano
Mautone
si è riservato il tempo per
decidere. Quale delle due versioni
egli prenderà in considerazione? Nel
rispetto della procedura giudiziaria
due sono le versioni che può seguire
il giudice per emettere la sentenza:
:
1) Basarsi su una personale
competenza nella materia che in
questo caso sarebbe la
“cristologia”.
:
2)
Nominare in caso contrario un CTU
(rappresentato in questo caso da un
esperto in Testi Sacri) che
stabilisca se le prove riportate
nella denuncia sono da respingersi o
considerarsi valide per dare luogo a
un processo.
:
Sarà
rispettata la legge? Conoscendo i
motivi addotti per giustificare le
precedenti archiviazioni, cos’altro
si potrebbe supporre se non che si
ripetano gli stessi abusi se non ci
venisse una certa speranza che le
cose cambino per il fatto che questa
volta la sentenza non rimarrà
nell’ambito di un piccolo paese
faziosamente informato da un
giornaletto provinciale, ma andrà
molto oltre interessando tutto il
mondo?
E di questo il tribunale di
Viterbo ne deve ben tenere conto se
non vuole compromettere l’onore di
una nazione laica e indipendente,
almeno per ciò che riguarda la
giustizia, come ha già fatto la
stampa nazionale che con il suo
silenzio su questo processo ha
dimostrato come l’Italia sia ridotta
a un feudo del Vaticano.
:
Luigi
Cascioli
:
Come
risulta, si attende la decisione del
giudice.
:
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:
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The Guardian - Gran
Bretagna
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Libération – Francia
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Der Spiegel –
Germania
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Primadinoi - Italia