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6 febbraio 2006
Auto difesa: omicidio legalizzato?
Rosario Lavorgna

 

 

Nell'Italia a due marce mancava solo un editto da Far West.

 

Una volta, e precisamente quando il Meridione apparteneva al Regno delle due Sicilie, gli Italiani più ostili e bellicosi, secondo l'immaginario collettivo, abitavano a sud; tanto è che per contrstare il potere costiuito, parte di loro si trasformarono in briganti.
Questo gap sociale, industriale ed evolutivo ha poi negli anni contribuito a creare quella 'questione meridionale' dalla quale, in vero, ancora oggi non ne siamo usciti.
Questo primato del nord economicamente e socialmente più sviluppato continua a scriver le pagine della storia anche attuale, contrapponendo da una parte una Italia laboriosa ed industrializzata, ad una Italia cliente della politica, mafiosa e commaristica e qunt'altro. D'altronde le mutazioni che si attendono per il sud Italia e quella trasformazione in area economicamente trainante, appaiano essere molto incompatibile con il dna del Mezzogiorno.
Questa situazione ha innescato una ennesima migrazione verso le regioni più ricche e che ancora sono in grado di assicurare lavoro, stabilità ed aspirazioni di tanti giovani che dal sud, ancora oggi 2006, sono costretti a fare i bagagli ed a trasferirsi altrove.
Infatti, ma questo è scontatamente impossibile leggerlo sui giornali o vederlo in Tv, non sono certo solo gi extracomunitari a prendere d'assolto le città e cittadine del nord industrializzato. In mezzo a loro ci sono tante famiglie italiane ce ancora sperano in un cambiamento, che ancora immaginano il settentrione come la terra promessa, un po come i nostri nonni quando arrivavano in vista della statua della libertà ad Ellis Island.
Queste ondate migratorie, in pieno terzo millennio, ovviamente, rappresentano un salto indietro nella storia, una pratica inaccettabile se si pensa che l'Italia fa parte del gotha delle nazioni più industrializzate.
Conseguenza di ciò che abbiamo argomentato fin ora è stata l'impennata della criminalità comune ed organizzata proprio in quelle regione nelle quali più forte è l'incremento dei domiciliati, rispetto ai residenti.
Questo ha portato alla richiesta, da parte della Lega Nord, dell'approvazione di una Legge sull'autodifesa nonché difesa della proprietà privata da più parti agognata, ma che comunque resta criticabile e per nulla risolutrice del problema di fondo.
D'altra parte, una legge che autorizza l'uso domestico delle armi a scopo difensivo della persona e della proprietà, risulta essere in primis una delegittimazione inaudita del lavoro delle Forze dell'Ordine, e di conseguenza una legittimazione altrettanto inaudita della violenza contro la violenza.
Questa sorta di 'chiodo scaccia chiodo' rende vano il prezioso ed insostituibile lavoro di Carabinieri e Polizia che quotidianamente si immolano a difesa della nostra democrazia, della libertà e della legalità.
Questa specie di far west fai da te che la nuova legge ingenera spaventa e non poco, anche in considerazione del fatto che se prima il classico topo d'appartamenti entrava in azione col solo piede di porco, adesso c'è da aspettarsi che oltre al maldestro attrezzo porti con se anche un'arma da fuoco. D'altra parte, se non è stupido, dovrà pure salvaguardasi da ciò che potrebbe, oggi legalmente, succedergli nel momento in cui mette piede in casa da una finestra.
Ma a prescindere da questa situazione che sembra studiata ad hoc per le armerie, in molti si chiedono una cosa semplicissima: Ma non sarebbe stato più pratico, idoneo e civile approvare una legge che concedesse più poteri alle forse dell'ordine, che ne ampliasse l'organico e che ne aggiornasse gli onorari? Dove è finita la legge sul poliziotto di quartiere? Perché non investire anche la Polizia Municipale di compiti investigativi repressivi nei confronti del crimine e dell'illegalità?
Nessuno di noi ha voglia di trasformarsi in un assassino ai sensi di legge. 

 

 

 


Per intervenire: invia@vivitelese.it